Venerdì, 26 Aprile 2024

Backstage: Wozzeck alla Scala - di Filippo Antichi

Aggiunto il 10 Novembre, 2015

Primo Wozzeck a teatro anche per me che sono andato ieri pomeriggio (il fatto che alla Scala si facciano le pomeridiane è una cosa fantastica: posso fare andata e ritorno da Firenze in giornata :D )
Che dire? Per essere un ripiego a causa della mancata conclusione di Fin de partie, si è rivelato un signor ripiego. O quanto meno una routine di lusso.

Dico routine perché è quello che soprattutto mi è passato dallo spettacolo di Flimm qui ripreso da Giovanna Maresta. Spettacolo collaudatissimo, di impostazione tipicamente tedesca ma efficace, non sfugge a un certo ritmo abitudinario che alcuni allestimenti prendono dopo un certo numero di riprese. E diciamo anche che un po' si vede che sono passati vent'anni soprattutto nelle scene e nelle luci. Per fortuna che la recitazione di tutti è perfetta o quasi.

In primis Michael Volle che è un Wozzeck maestoso per fisico, per voce e per caratterizzazione del personaggio. Il physique du role aiuta, molto simile ai Wozzeck della tradizione più che a quelli che abbiamo visto negli ultimi decenni, che incarnavano spesso la figura del ragazzo sfigato un po' cresciuto (ad esempio Keenlyside). Qui invece c'è un Wozzeck che da gigante buono e mansueto tenta di trasformarsi in ribelle, finendo per autodsitruggersi. Pur in questa visione tradizionale, Volle si conferma un gigante che sovrasta tutti gli altri.

Fantastico Ablinger-Sperrhacke che dà maggior profondità al ruolo del Capitano, caratterizzandolo perfettamente.
L'Andres di Michael Laurenz si è rivelato una vera sorpresa sia scenica che vocale; la parte è piena di acuti ma viene affrontata con gran facilità e piglio scenico.
Un po' peggio va per il Dottore di Coulombe e soprattutto per il Tamburmaggiore di Saccà che definirei insipido.

La Merbeth come Marie è brava ma le manca il guizzo che solo le grandi sanno dare. Si conferma comunque interprete affidabile e corretta, anche a fronte di qualche

acuto un po' tirato. Buona la Todorovitch come Margret.

La direzione di Metzmacher è analitica, a tratti un po' secca, in cui i temi tendono a risaltare senza amalgamarsi troppo, ma il tutto è condotto estrema precisione. Si vede che è una partitura da lui ben conosciuta. L'orchestra lo segue perfettamente dimostrando di essere particolarmente in forma (splendidi soprattutto gli archi) nonostante qualche ottone stonato e stonante.

Grande successo pur con teatro mezzo pieno (o mezzo vuoto). In galleria per la prima volta sono stato largo

Categoria: Backstage

 

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