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Triboulet ha scritto:(della Ifigenia modello "Sailor Moon" era tutt'altro che entusiasta, se non fosse stato Visconti a proporla non penso avrebbe mai accettato).
MatMarazzi ha scritto:Lei il declamato non lo possedeva e questo spiega perché non avrebbe mai potuto essere una vera wagneriana o straussiana, e la sua Morte di Isotta fa sorridere rispetto a quella della Moedl.
Triboulet ha scritto:Secondo me il "guaio" della Freni è stato (anche) Karajan. E il Karajan anni '60 cercava proprio un bel marmo intonso e perfetto da scolpire qual'era la Freni, inserita praticamente in ogni contesto possibile (abitudine di Karajan quando gli piaceva un cantante) e plasmata come si fa del suono di un violino.
La prima Freni funziona quasi solo con lui
ma pure Aida versione favoletta egiziana,
La seconda Freni, quella degli 80, è spinta un po' dalla maturità e dalle mutate condizioni vocali, un po' dall'esigenza di rimanere artisticamente a galla, un po' dalla mancanza del suo vecchio padre artistico e dalla presenza del suo nuovo demiurgo Sinopoli (una sorta di anti-Karajan) a intraprendere nuove strade, ma anche quì sembra che la sua capacità espressiva dipenda solo dal contesto.
(il buon Herbert dopo i 70 la rimpiazzò senza tanti rimpianti).
Maugham ha scritto:La prima Freni funziona quasi solo con lui
Ne sei convinto?. La Freni ha sempre "funzionato" benissimo anche senza Karajan. Non vedo un abisso tra la Mimì con Schippers e quella col mestrone. Bisogna intendersi su cosa significhi funzionare. Lei cantava, cantava benissimo (benissimo nel senso inerente all'emissione di suoni corretti) sempre e comunque. Per me la Freni è una cantante tipo la Nilsson. Ovvio che con i cuscini orchestrali di Karajan (e i microfoni di Reaburn e Peter Andry) poteva permettersi finezze altrove precluse. Ma erano sempre finezze vocali. Non trovo dei salti interpretativi immensi. Stessa cosa se confronti la sua Elisabetta con Levine e quella con Karajan o la sua Desdemona con Kleiber.
ma pure Aida versione favoletta egiziana,
Sai, Trib, io sarò un babbione ma secondo me dovresti riascoltare bene quell'Aida. E' un punto fermo nella discografia dell'opera, una microstoria di tutto il teatro d'opera dell'epoca di cui Verdi aveva assorbito o addirittura anticipato gli umori e le sensazioni. Favoletta egiziana la attribuirei piuttosto al Metha della Emi o al Leinsdorf della Rca, bombastici e sentimentaloni quanto certe epiche di De Mille.
La seconda Freni, quella degli 80, è spinta un po' dalla maturità e dalle mutate condizioni vocali, un po' dall'esigenza di rimanere artisticamente a galla, un po' dalla mancanza del suo vecchio padre artistico e dalla presenza del suo nuovo demiurgo Sinopoli (una sorta di anti-Karajan) a intraprendere nuove strade, ma anche quì sembra che la sua capacità espressiva dipenda solo dal contesto.
Anche qui andrei cauto. Negli anni Ottanta (te lo posso dire perchè li ho vissuti) la Freni era in forma smagliante e in piena maturità vocale. Non aveva certo bisogno di rimanere artisticamente a galla. Riguardo a Sinopoli (che poi tanto anti-Karajan non era), ebbene, con lui ha solo registrato tre opere e un disco di arie e non mi risulta abbia mai fatto qualcosa con lui dal vivo. Quindi chiamarlo nuovo demiurgo mi sembra eccessivo. Tra l'altro i successoni della Freni in quel periodo, quelli per cui il pubblico non discografico la individuava, ovvero i russi e Adriana e Fedora, Manon e l'ennesime Mimì, li ha fatte tutte senza Sinopoli.
Arrivo a dire che la Freni è proprio una cantante che non ha bisogno del "contesto" per emergere. In questo, secondo me, sta il suo limite. Dirò una bestialità che farà arrabbiare i frenologi, ma per me è quasi sempre uguale a se stessa proprio a prescindere dal contesto.
(il buon Herbert dopo i 70 la rimpiazzò senza tanti rimpianti).
Guarda un po', mi trovo a difendere la Freni.
Karajan le chiese diversi ruoli a cui lei oppose un secco rifiuto.
La voleva nella Tosca (ma lei aveva appena registrato il ruolo per la Decca e presumo non potesse per contratto), la voleva in Melisande, in Turandot, nel Trovatore. Dicono volesse darle anche Norma.
Lei fece lo stesso con Sinopoli che, di nuovo, le propose Turandot e Minnie.
Forse fu lei a rimpiazzare Karajan senza tanti rimpianti.
Triboulet ha scritto:Non metto molto becco quando si parla di Wagner, però perchè non si può accettare l'opzione vocalista su Wagner o Strauss (penso anche alla Caballè in Salome o alla Price in Isotta) come qualcosa di diverso come si accetta ad esempio l'opzione declamatoria su Lady Macbeth o Otello? Tu mi dirai "infatti non sono daccordo neanche su quello" mi rendo conto che si va contro natura, o meglio "contro scrittura", però magari possono emergere da queste contraddizioni punti di vista altrettanto convincenti. Sempre a patto che i cantanti in questione riescano a destreggiarsi in qualche modo in una scrittura per loro innaturale.
Triboulet ha scritto:
La riascolterò promesso... se riesco a distinguere le voci in mezzo a tutti quegli archi
Non metto in dubbio la portata storica dell'operazione, solo che mi sento più vicino ad Harnoncourt, per dire.
Beh non sapevo, non si finisce mai di imparare
Sei sicuro però che si trattasse di "demonumentalizzazione" e non di estetizzazione sfrenata?
A noi la Turandot/Ricciarelli pare una operazione geniale, eppure non penso che lui l'avesse concepita in questi termini di "piedistallo sì, piedistallo no", lui sceglieva il marmo, e se il marmo era bello con quello pretendeva di poter costruire tutto, non curandosi delle possibilità non solo tecniche ma anche drammaturgiche dei suoi cantanti.
La cura del suono, del paesaggio, della bellezza ambientale lo portava a queste visioni favolistico-narrative.
Poi siamo noi che ci inventiamo che il Trovatore è notturno, Turandot, Butterfly e Aida sono esotiche, in Tosca c'è l'aria di Roma...
a me sembra sempre e solo Karajan che dirige tutto alla sua maniera.
e dire che per anni ho ascoltato quasi solo lui!! si cambia nella vita...
Maugham ha scritto:e la metti così senza dubbio Harnoncourt spinge meno sugli archi... è vero. E' anche meno egizio.
Boh, non riesco a capire cosa sia l'estetizzazione sfrenata. So solo che questa storia del direttore edonista hanno cominciato a appicicarla a Karajan dai tempi delle sue prime Nozze su disco del 50 o giù di lì. In contrapposizione al Toscanini rigoroso alfiere del ritmo
Maugham ha scritto:E invece io penso proprio di sì. E massimamente in Turandot. Tra l'altro il marmo della Ricciarelli, all'epoca, non era particolarmente bello. Se voleva un bel marmone da Turandot poteva chiamare la Behrens. Oppure la Dimitrova. Ambedue attive all'epoca. E invece prima chiese alla Freni poi alla Ricciarelli. Come mai?
Maugham ha scritto:Veramente che il Trovatore sia notturano se lo sono inventati Cammarano e Verdi visto che non c'è una sola scena di giorno. Turandot e Butterfly sono esotiche perchè se lìè inventato Puccini visto che lavora quasi solo con la pentatonica (tanto per dire la prima cosa che mi viene in mente.)In Tosca l'aria romana l'ha voluta Puccini visto che, tra le tante, ha passato un lungo periodo a Roma in giro all'alba per fotografare l'esatto suono delle campane e cogliere, sono sue parole, "la tinta romana".Poi, che ti devo dire, siamo tutti un po' fantasiosi, non sentiamo forse il fato nel canto della Callas nella Forza?
Maugham ha scritto:Ci mancherebbe! Le propensioni possono cambiare. Quella che deve rimanere costante è la capacità di ascoltare.
Triboulet ha scritto:Beh questo lo dici tu, io l'egitto mica ce lo sento in Karajan... forse perchè non ce lo sento neanche in Verdi! (e mi riserbo di spiegarmi più avanti..)
Bah francamente non uso mutuare preconcetti dalla critica senza farmi una idea mia (mi scoccia anche che tu lo pensi, ma se fosse così non farei le scelte di ascolto che faccio, nè proporrei il Rigoletto di Solti o la Tosca di Pappano come edizioni di riferimento), poi può capitare che io sia daccordo con quel che si dice in giro, ma ti assicuro che è un caso
nella fattispecie ci sono arrivato da solo all'appiccicume di Karajan, quando ho cominciato a guardarmi più attorno e a fare più confronti.
Del resto non ci vuole poi molto, è così evidente.
Che poi contrapposto a Toscanini può essere per l'aspetto timbrico (Toscanini era bello asciutto), ma i tempi di Karajan sono molto più serrati di molti suoi colleghi dell'area tedesca.
:lol: Questa Maugham è una provocazione!
Non voglio sminuire il lavoro di un grande direttore, la sua visione può anche piacere, ma bisogna prenderla per quella che è senza mistificarla
Maugham ha scritto:i tempi di Karajan sono molto più serrati di molti suoi colleghi dell'area tedesca.
Ma sai, tutto dipende su che taglio vogliamo dare alla nostra conversazione. Per avvalorare la tua tesi dovresti indicare in quali opera Karajan è più spedito di altri, dove non lo è, dovresti indicare al Karajan di quale periodo ti riferisci ad es. tra il terzo atto di Walkiria a Bayreuth, quello Viennese e quello Salisburghese ci sono molte differenze. E ti assicuro che quello di Bayreuth non è, per usare un tuo termine, poi così tanto rassicurante. Anche tra i suoi tre Trovatori ci sono profonde differenze sia timbriche che ritmiche. Altrimenti, perdonami, parlare di Toscanini "bello asciutto" e di Karajan sbrodolone non ci porta da nessuna parte.
Maugham ha scritto:I luoghi comuni secondo me saranno diventati "comuni" per qualche motivo, no?
Triboulet ha scritto:Ragazzi (ok siete più vecchi di me ma "signori" mi suona troppo formale ), non è mia intenzione sembrare depositario di alcuna verità, sembra che alcune mie frasi siano definitive o che vogliano lasciare intendere che ne sappia più di voi.
Poi ve ne uscite pure con Wagner... e io la davvero non so che dirvi (chissà quando troverò tempo e voglia per avvicinarmici).
Però insomma, va bene, Karajan demonumentalizza l'Aida e ne fa un poema sinfonico-descrittivo dandolo ad interpreti a cui mai nessuno l'avrebbe data... ma che cosa esce fuori? Un lavoro affascinante ma che io sento appiccicoso (scusami Maugham, ho notato un piccolo trasalimento prima, ma non mi veniva altro termine ) e ancora una volta, in maniera diversa, non persuasivo. Forse con interpreti diversi (un lirico che non fosse la Freni, un tenore aperto che non fosse Carreras), forse con qualche suono meno felpato e avvolgente, più "torrido", più realmente (pseudo)egiziano - visto che ci teneva ai fondali, forse se avesse mixato il disco in maniera diversa (e non con le voci che annegano), forse sarebbe stato - aggiungo sempre secondo me - più convincente. Ma capite bene che ho cambiato praticamente tutto!
Che poi mi chiedo, Aida e Turandot ok, ma Butterfly era da demonumentalizzare?
PS: @ Maugham: ero scherzoso quando ti ho scritto "è una provocazione"... sono io che mi scuso con te per aver frainteso e pensato male.
Maugham ha scritto:Guarda che "uscirsene con Wagner" parlando di Karajan è fondamentale. Non puoi tirare sintesi così pesanti come fai tu per poi ammettere... che, in realtà, ti mancano pezzi interi (e che pezzi) di ascolto.Cioè, lo puoi fare benissimo, ma troverai qualcuno che ti mette in discussione. Siamo su un forum, no?Prescindere da Wagner o da Strauss parlando di Karajan è come prescindere da Donizetti parlando della Gencer.O dal Falstaff e dall'Otello parlando di Verdi.Cosa diresti a uno che affermasse che: "Verdi è solo accompagnamenti schitarranti" e, chiamato in causa l'Otello, ti rispondesse "poi ve ne uscite pure con l'Otello chissà quando troverò il tempo e la voglia di avvicinarmici". Lo prenderesti per matto, no?
Maugham ha scritto:Cosa diresti a uno che affermasse che: "Verdi è solo accompagnamenti schitarranti" e, chiamato in causa l'Otello, ti rispondesse "poi ve ne uscite pure con l'Otello chissà quando troverò il tempo e la voglia di avvicinarmici". Lo prenderesti per matto, no?
Triboulet ha scritto:Rettifico, Karajan è geniale in Wagner (mi fido di te), però non può dirigere tutto così
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