Franco Corelli

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Corelli

Messaggioda pbagnoli » dom 17 giu 2007, 21:01

Come avete visto, gli ultimi ascolti recensiti hanno riguardato opere popolarissime nelle quali è protagonista il grandissimo tenore marchigiano.
Ne abbiamo parlato un po' anche nel thread dedicato ai ruoli vocali, ma ritenevo giusto dedicargliene uno a parte.
So che è uno di quei cantanti per cui si scatenano ancora orde di appassionati di ogni età, per cui cerco di muovermi con cautela. Però l'ascolto mi prova al di là di ogni ragionevole dubbio che il suo modo di cantare era già vecchio ai tempi, specialmente se paragonato agli altri due grandissimi tenori italiani che lo avevano leggermente preceduto: Del Monaco e Di Stefano.
So anche che, rispetto agli altri due, è portato sugli scudi dalla critica italiana per la fonazione più ortodossa, ma...
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Re: Corelli

Messaggioda VGobbi » lun 18 giu 2007, 10:05

pbagnoli ha scritto:So anche che, rispetto agli altri due, è portato sugli scudi dalla critica italiana per la fonazione più ortodossa, ma...

Pensavo di essere l'unico a ritenere le interpretazioni di Corelli datate, salvo qualche eccezione (il suo Ernani mi sembra qualcosa di fenomenale, anche per un'aderenza stilistica che non teme paragoni). Purtroppo, a mio modestissimo modo di vedere, Corelli ha fatto del suo atletismo vocale la sua cifra interpretativa, il suo marchio inconfondibile. Un atletismo vocale fine a se stesso e che raramente ha portato risultati storici. Tutto questo senza nulla togliere alla sua splendida voce e men che meno alla sua inarrivabile tecnica vocale. Mi riallaccio, visto che Pietro l'ha appena recensito, quel famoso Trovatore dal Met dove si immortala il debutto di Corelli e Price. Ebbene, il tenore anconetano stravolge la partitura verdiana, complice anche un direttore sottomesso e ligio ai capricci del duo Corelli/Price, tenendo le note come gli pare ed a dismisura, mandando in visibilio il pubblico americano ma altrettanto facendo rivoltare nella tomba il povero Verdi. Continuo a ritenere, in quella storica perfomance, la prova di Sereni semplicemente attuale ed al passo con i tempi, complice un gusto musicale raffinato quanto riservato, donandoci un regalissimo Conte di Luna e forse la sorpresa piu' piacevole di questo cast. Se mi permetti aggiungendo una piccola postila, Pietro, la personalita' di Sereni non la trovo per nulla piccina.
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Messaggioda bergonzi » lun 18 giu 2007, 14:58

Non amavo Corelli: voce caprina, belante, acuti tenuti a dismisura contro ogni rispetto minimo della partitura e, a volte, del buon gusto, finendo per trasformarsi in effettacci strappapplausi. Mi riferisco al Corelli soprattutto degli anni 60 in tale giudizio.
Il Corelli degli anni 50 "corelleggia" di meno, è più aderente al testo, non straborda, ha una linea musicale migliore e meno da fenomeno vocale.
Poi, cominciai a trovarlo piacevole grazie alla Barcaccia e a parecchi "microscopi" lì effettuati.
Credo che Corelli rappresenti un gusto, oggi senz'altro datato, ma figlio di un'epoca ben definita, dove il tenore usava "declamare" più che recitare (Di Stefano forse è l'unica eccezione): si prenda il grande Bergonzi, anch'egli era stentoreo nella dizione, nelle varie frasi, eppure mai una caduta di stile nel suo canto. Certo è che anche Bergonzi appare un po' datato nell'espressione, ma è difficle trovare la modernità, a parte rare eccezioni, nei cantanti anni 50-60-70 (forse Vickers è l'unico meno "impostato", con Di Stefano: ma il primo non ha la voce dell'altro e Pippo quanto a tecnica sgarrava un pochino, anche se con quella voce gli si perdona tutto!). Lo stesso Kraus non era tutta questa modernità di espressività, anche se quando cantava in francese (sarà perchè non conosco la lingua) mi appare meno impostato e veramente moderno.
Di Corelli -penso- vada riconosciuta la grandezza vocale.


Il Trovatore recensito mi trova d'accordo: meglio l'edizione da Salisburgo con Karajan sempre con Corelli e la Price, per ciò che attiene a questi cantanti. E' chiaro che a NY facevano e disfacevano a loro piacere......si prenda Corelli in un'altra registrazione Myto dal vivo, Scala Gavazzeni 62 e si noterà la differenza...........con alcuni direttori, certe cose non le faceva; idem per la Price ad esempio con lo stesso Corelli, diretti da Karajan Salzburg 62.
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Messaggioda pbagnoli » lun 18 giu 2007, 21:17

bergonzi ha scritto: meglio l'edizione da Salisburgo con Karajan sempre con Corelli e la Price, per ciò che attiene a questi cantanti

Dici?
E cosa dici di quell'orrida puntatura acuta sul "Lo giuro a Dio" di Leonora nel duetto col Conte?
Personalmente ho sempre detestato quel Trovatore, trovando inspiegabile il fatto che il direttore permettesse ai cantanti quelle libertà che aveva negato (e giustamente) ai protagonisti dell'edizione Emi.
Ho sempre trovato interessante questa schizofrenia karajaniana che mollava e tirava le redini a seconda dell'estro del momento

bergonzi ha scritto: E' chiaro che a NY facevano e disfacevano a loro piacere......si prenda Corelli in un'altra registrazione Myto dal vivo, Scala Gavazzeni 62 e si noterà la differenza...........con alcuni direttori, certe cose non le faceva

Ho già citato l'aneddoto di Sandro Bolchi che, dovendo fare una regia di Chènier con Corelli, si trovò a sistemare il caffè del secondo atto a destra invece che a sinistra (o viceversa) come previsto dalle note di libretto.
Corelli arrivò in scena per le prove, vide la disposizione dell'allestimento e, rivolgendosi al regista, sussurrò: "Sandrino..." facendo con gli indici il gesto di invertire la posizione.
Corelli, buonanima, faceva esattamente il cavolo che gli passava per la mente: e lo si può notare proprio in quel Trovatore della Scala con Gavazzeni da te citato che, proprio per quello che si ascolta, non è affatto diverso da quello di NY. Anzi, in quest'ultimo se non altro i portamenti e i singhiozzi sono ridotti ad un livello sopportabile rispetto a Milano dove si scatenerà in un'orgia di pianto da far pensare a "Dagli Appennini alle Ande" di Cuore di De Amicis. Senza contare che Leontyne Price è di qualche decina di spanne al di sopra rispetto alla povera Antonietta Stella.
Sai dove teneva la mordacchia ai cavalli della sua sensibilità esasperata? Qualche volta (non sempre) in sala di registrazione: per esempio, nell'Aida con Mehta e la Nilsson
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Messaggioda bergonzi » mar 19 giu 2007, 16:07

ho sempre detestato quel Trovatore, trovando inspiegabile il fatto che il direttore permettesse ai cantanti quelle libertà che aveva negato (e giustamente) ai protagonisti dell'edizione Emi

Si, hai ragione, ma siamo dal vivo: anche i cantanti vogliono farsi notare, con qualche acuto in più e Karajan non era un fesso: sapeva cosa chiedere ai cantanti e cosa concedere loro nelle recite in teatro. In disco, non era -giustamente- accondiscente come in teatro.

quel Trovatore della Scala con Gavazzeni da te citato che, proprio per quello che si ascolta, non è affatto diverso da quello di NY.

Non sono così d'accordo, anche se riconosco che si scatena in lamenti un po' esagerati.....però siamo dal vivo, un minimo ci vuole......si' esagera un po'.

Leontyne Price è di qualche decina di spanne al di sopra rispetto alla povera Antonietta Stella.


E' chiaro!!!! Che grande era la Price, fintantochè cantò veramente dicendo le parole bene in italiano......dopo si caballizzò.
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Messaggioda gianluigi » ven 22 giu 2007, 17:52

l'accusa rivolta a corelli di essere un lagnone e di fare qualsiasi cosa gli passasse per la testa va quanto meno ridimensionata a mio avviso.nel suo miglior periodo (1958-1968) egli rappresentò un tipo di tenore unico. alcuni lo accostarono,per comodità di classificazione, a lauri volpi, ma, a parte il repertorio d'ottocento che ebbe in comune col tenore di lanuvio, le analogie tra i due erano ben poche. corelli aveva un medium da autentico baritenore e saliva sino al re bemolle sopracuto con l'emissione di petto e con una facilità da tenore contraltino. solo questo avrebbe potuto schierarlo tra i fenomeni vocali. ma il discorso non si esaurisce quì. questa voce veramente enorme, in torno al 1957 corelli imparò a governarla grazie all'evoluzione di una tecnica d'emissione di prim'ordine. la critica sobbalzò quando l'ascoltò nel 1958 all'opera di roma in norma e alla scala nel 1960 in poliuto. e a ragione. quella voce era enorme, metallica ma anche acutissima, pieghevole a qualsiasi quota.l'accento poi non era affatto lagnone, ma aulico, altero, nobilissimo, da autentico tenore d'ottocento.ascoltando i dischi del poliuto, della norma del '60 con la callas, della battaglia di legnano del '61, dell'aida del '66,degli ugonotti del '62,voi ditemi quale tenore vocalmente potesse essergli vicino. nessuno, neanche bergonzi perchè non aveva la sua estensione.ora, nel repertorio sopra citato,non si può prescindere dai valori vocali.cioè, un canto corretto, un'emissione ortodossa, una completa governabilità del passaggio di registro sono i requisiti fondamentali per l'approccio a questo tipo di repertorio. è stato accusato di essere generico nell'interpretazione e pbagnoli ha scritto che faceva quel che gli passava per la testa. non sono d'accordo. kozlovsky non faceva anche lui quello che gli passava per la testa? eppure era uno dei più grandi.i tenori di fine ottocento non facevano quello che volevano? non sovvertivano completamente i tempi, inserendo note che non c'entravano? eppure facevano parte della più gloriosa scuola tenorile esistita.d'accordo, corelli è esistito settant'anni dopo di loro, le epoche e i gusti erano cambiati completamente ma i suoi non erano dei semplici atletismi vocali.erano le modulazioni che il cantante riusciva a compiere in una voce di per sè enorme, senza riscontro nel secondo dopoguerra. e scusate se è poco.è vero, a volte gli mancò l'agilità, la fantasia e la spavalderia dei colleghi del cinquantennio precedente, ma per me è rimasto sempre, insieme al primo di stefano e a luciano pavarotti, uno dei tre fenomeni vocali tenorili che l'italia abbia prodotto negli ultimi sessant'anni. del monaco, che interpretava più o meno tutto alla stessa maniera, che non modulava, era forse più interprete di lui? il di stefano seconda maniera, con tutti i problemi vocali venuti fuori da un repertorio sbagliato imposto a una voce meravigliosa come la sua, era più verdiano di lui? questa è una storia fin troppo vecchia...
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Re: Franco Corelli

Messaggioda Saba » mar 16 feb 2010, 16:36

In primis, qualsiasi cantante deve essere padrone di una tecnica sopraffina, e Corelli, assieme a Savastano, Lauri-Volpi, Lemeshev e pochi altri era un maestro. (mai sentito un cantante con la sua tecnica a parte Savastano)
I suoi piani le sue smorzature messe di voce, tutte appoggiate, voce omogenea in ogni registro, il gusto era quello dell'epoca.
A chi diceva che Corelli bela vorrei dire che penso non sappia nemmeno lontanamente cosa significhi cantare sul fiato, Corelli non accentua mai il vibrato e negli acuti passa con una facilità (dovuta alla tecnica eccelsa) disarmante..in una recensione ho sentito parlare di acuti aperti...mah
mai sentito un acuto aperto da parte di Corelli, tutti perfettamente in maschera.
Bergonzi con la sua vocetta non ha mai avuto l'intensità e lo squillo dei nomi di cui sopra, anche se a me piace stilisticamente, ma purtroppo le mie orecchie sono abituate bene e mi disturbano gli acuti che non squillano
poi Bagnoli mi recensisce un disco di un mediocre che in altri tempi avrebbe fatto altro, quale jonas kaufmann in maniera così entusiastica da farmi pensare alla nascita di un fenomeno, invece vado ad ascoltare le sue registrazioni e noto un assenza d'armonici che mi lascia perplesso, (appoggio, canto sul fiato maschera cosa sono questi sconosciuti per kaufmann?)
tende a scurire e gli acuti sono bruttissimi senza squillo e fissi, i piani in falsetto e stimbrati mah
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Re: Franco Corelli

Messaggioda Milady » mer 17 feb 2010, 22:39

Saba carissimo ,
hai ragione da vendere.
Corelli possedeva davvero una tecnica di primordine . E questo va detto e ridetto.
E per un brevissimo periodo era stato "allievo " di Lauri Volpi - a colpi d'acuto, lo sentii dire in un documentario Tv . tanti anni fa , ospite del grande tenore di Lanuvio.
I tanto deprecati - da Giudici-colpi di glottide dal vivo non si sentivano.
Certamente teneva note e acuti molto a lungo per fare mostra di fiati strepitosi : ma questo faceva parte dell'aspetto circense delle prestazioni tenorili.
Al calor bianco di una esibizione dal vivo questi sconfinamenti facevano solo infiammare la platea.
Era anche un interprete appassionato, magari di gusto un po' rétro, ma la sua presenza scenica era sensazionale.
Soffriva di un grandissimo timor panico del palcoscenico .
L'ho visto alto e bellissimo. con un costume sfarzoso , bianco come un lenzuolo e tutto tremante.
Poi entrò , la sua voce imperiosa risuonò e, alla fine della romanza -un acuto liucente tenuto tantissimo :una goduria - il pubblico si spellava le mani.
Con simpatia
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Re: Franco Corelli

Messaggioda Saba » gio 18 feb 2010, 5:36

finalmente trovo soddisfazione, io lo apprezzo sia come uomo che come cantante, è un esempio da seguire per ogni giovane che decida di seguire quest'arte
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Re: Franco Corelli

Messaggioda FRITZ KOBUS » gio 18 feb 2010, 22:36

Le opinioni di Saba, Milady e Gianluigi sono inappuntabili. Spigolando qua e là nel forum avevo già letto, devo dire con una sorpresa parente stretta dell'incredulità, critiche assolutamente prive di senso all'arte di Franco Corelli. Naturalmente si può pensare ciò che si vuole, ci mancherbbe altro, ma con quale orecchio si ascolta se si critca lo strumento e la tecnica di Franco Corelli? Un tenore che, al di là dei mezzi talmente unici da farne un altro pianeta, riusciva a governare con una solidità ferrea ogni aspetto della vocalità, è possibile lo si paragoni a qualche "vero" barcarolo di oggi spacciato per fenomeno? Senza contare la potenza unica e inarrivabile, l'estensione era prodigiosa, i centri amplissimi e sonori, gli acuti assolutamente adamantini (e qui senza alcuna discussione: ciò che è, è!), il passaggio di registro impeccabile, le mezzevoci (con QUELLA voce) sensazionali e e le filature eccellenti. L'interprete era già vecchio ai suoi tempi? Ma siete fuori di testa? Pensare a di Stefano moderno e Corelli ammuffito significa non sapere quel che si dice. Di Stefano, povero Pippo, era semplicemente all'oscuro di cosa significasse cantare. La sua voce semplicemente "non passa", si spappola già prima del famoso fa - fa diesis - sol su cui si trghetta dal registro centrale a quello acuto e qui non c'è modernità o bella voce che tenga. Come si può indicare nella caprinità di Corelli un limite assoluto di fronte ai prodigi di quella voce Dio solo lo sa. Corelli era psicologicamente debole (motivo per cui non ha cantato Otello ad es.) e spesso era affetto da problemi incredibili proprio per quella ragione: gli acuti caprini si affacciavano talvolta (e comunque, benché caprini, rimanevano fantastici). Erano caprini nella famosa Forza con Bastianini e la Tebaldi di Napoli. Nessuno ha parlato della "lisca". Ha inciso l'Aida con Metha inficiando con questo difetto evidentissimo una prova per altro maiuscola. Cosa facciamo? Per tali mende, che avevano origine in una emotività al limite della patologia, buttiamo a mare il Polliuto? Ernani? Norma? Aida? Tosca? Ugonotti? Turandot? Fanciulla del West? Ma scherziamo? Vorrei vedere chi, oggi, tra due recite contemporanee di quel che vi pare, con Corelli da una parte e Kaufmann dall'altra, andrebbe a sentire il secondo e non il primo.
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Re: Franco Corelli

Messaggioda MatMarazzi » gio 18 feb 2010, 22:51

FRITZ KOBUS ha scritto:Le opinioni di Saba, Milady e Gianluigi sono inappuntabili. Spigolando qua e là nel forum avevo già letto, devo dire con una sorpresa parente stretta dell'incredulità, critiche assolutamente prive di senso all'arte di Franco Corelli. Naturalmente si può pensare ciò che si vuole, ci mancherbbe altro, ma con quale orecchio si ascolta se si critca lo strumento e la tecnica di Franco Corelli? Un tenore che, al di là dei mezzi talmente unici da farne un altro pianeta, riusciva a governare con una solidità ferrea ogni aspetto della vocalità, è possibile lo si paragoni a qualche "vero" barcarolo di oggi spacciato per fenomeno? Senza contare la potenza unica e inarrivabile, l'estensione era prodigiosa, i centri amplissimi e sonori, gli acuti assolutamente adamantini (e qui senza alcuna discussione: ciò che è, è!), il passaggio di registro impeccabile, le mezzevoci (con QUELLA voce) sensazionali e e le filature eccellenti. L'interprete era già vecchio ai suoi tempi? Ma siete fuori di testa? Pensare a di Stefano moderno e Corelli ammuffito significa non sapere quel che si dice. Di Stefano, povero Pippo, era semplicemente all'oscuro di cosa significasse cantare. La sua voce semplicemente "non passa", si spappola già prima del famoso fa - fa diesis - sol su cui si trghetta dal registro centrale a quello acuto e qui non c'è modernità o bella voce che tenga. Come si può indicare nella caprinità di Corelli un limite assoluto di fronte ai prodigi di quella voce Dio solo lo sa. Corelli era psicologicamente debole (motivo per cui non ha cantato Otello ad es.) e spesso era affetto da problemi incredibili proprio per quella ragione: gli acuti caprini si affacciavano talvolta (e comunque, benché caprini, rimanevano fantastici). Erano caprini nella famosa Forza con Bastianini e la Tebaldi di Napoli. Nessuno ha parlato della "lisca". Ha inciso l'Aida con Metha inficiando con questo difetto evidentissimo una prova per altro maiuscola. Cosa facciamo? Per tali mende, che avevano origine in una emotività al limite della patologia, buttiamo a mare il Polliuto? Ernani? Norma? Aida? Tosca? Ugonotti? Turandot? Fanciulla del West? Ma scherziamo? Vorrei vedere chi, oggi, tra due recite contemporanee di quel che vi pare, con Corelli da una parte e Kaufmann dall'altra, andrebbe a sentire il secondo e non il primo.


Caro Fritz Kobus,
non ho ora il tempo di intervenire nella discussione.
però ti avverto che, in qualità di moderatore, la prossima volta che leggerò simili giudizi sulle opinioni altrui ("critiche prive di senso" "con quale orecchio si ascolta" "siete fuori di testa" e potrei proseguire) sarò costretto a censurarti.
A parte i toni, in questo forum nessuno ha la verità in tasca. E a nessuno interessano le "verità"... Almeno qui.
Qui si scambiano opinioni, più o meno documentate ma in in tutti i casi personali, che saranno sempre molto gradite, purché espresse nel pieno rispetto di quelle degli interlocutori.
Salutoni
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Re: Franco Corelli

Messaggioda FRITZ KOBUS » ven 19 feb 2010, 1:33

Non ho parole di fronte alla minaccia di censura. Ci posso solo ridere.
Quando per la prima volta ho incontrato questo forum fui contentissimo di vedere che era stata aperta una discussione sull'Amico Fritz. Ma, haimé, le prime parole che trovai, a firma Paolo Bagnoli, furono, per l'opera di Mascagni, le seguenti:

Nutro un profondo disprezzo per quest'opera che giudico di un'idiozia agghiacciante e che mi dà i nervi subito al primo ascoltare anche di sole due note. Piuttosto che sorbirmi il duetto delle ciliege, preferirei vedermi in piedi in mezzo ad una folla di tamarri un intero concerto dei Kiss.

Non sono forse "un filo offensive" per chi invece pensa altrimenti del Fritz? La cosa infatti non mi piacque e scrissi, risentito, che mi pareva eccessivo sparare a zero e non giustificare. Cercai di sollecitare una discusssione ma Bagnoli mi fece solo intendere che aria tirava e mi spiegò anche, bontà sua, che quanto aveva scritto ero IO a non capirlo, perché era CHIARO COME IL SOLE che lui IRONIZZAVA.
Sulla questione Corelli sostengo quanto hanno sostenuto prima di me molti altri, ed esistono fiumi di documenti ed analisi a sostegno di quanto, non solo io, ho sottolineato nell'intervento che ho condito un po' con frasi di stampo colloquiale, sulla base, mi pare, delle argomentazioni che conducevo.

Se si è così intolleranti da pensare di poter dire ciò che si desidera ma non reggere nulla di quanto non si vuol sentir dire che cosa ci posso fare? Censura pure. Vedi però di fare un corso di ironia. Il docente lo conosci.
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Re: Franco Corelli

Messaggioda Saba » ven 19 feb 2010, 5:52

quoto alla grande chi mi precede...anzi, penso che se ci fosse una voce come quella di Corelli e dessimo 100 euro a chiunque per andare a vedere Kaufmann, penso che il teatro sarebbe vuoto
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Re: Franco Corelli

Messaggioda Milady » ven 19 feb 2010, 9:14

Carissimi Kobus e Saba,
capisco che amate Corelli- ed anche io lo amo ,se rileggete a mente fredda quello che ho scritto su di lui- ma, per favore, non andate sopra le righe!Il bello di questo forum è che discutiamo, magari accesamente, ma senza mai trascendere.
Nessuno di noi possiede la verità rivelata, in un campo come l'opera lirica, in cui non essite la certezza assoluta.
Se Mat agita lo spettro della censura , lo fa unicamente per riportare la discussione a toni meno accesi.
E il Bagnolissimo sull'Amico Fritz fu solo volutamente provocatorio , e lo disse.
Sarà che sono stata trai primi fan della Callas , che fu stroncata letteralmente nelle sue prime performances , ora considerate storiche , quindi ,sono abituata a ricevere colpi, che , lo dico in tutta sincerità, lì per lì, mi facevano vedere rosso , senza peraltro smuovermi di un millimetro.Certo rispondevo con frasi al vetriolo: cosa dovevo fare?
Io ho amato ed amo Corelli.
Ed è vero che avesse un sistema nervoso fragile unito ad un perfezionismo capillare, che mi affascinava.
Ti racconterò questo episodio.
Ero ospite al mare a Riccione di una mia amica di classe, più di 50 anni fa.
Corelli, bellissimo, veniva sulla spiaggia vestito di tutto punto - mai vedemmo dal vivo le sue magnifiche gambe da centurione romano- e con una perenne sciarpa bianca al collo.
Gli comunicarono la notizia che aveva vinto un premio e che avrebbe dovuto cantare una canzone o una romanza al momento della consegna : un momento di gioia apparve sul suo, viso, che ,immediatamente divenne ansioso e visibilmente preoccupato.
Cosa cantare ? Si consultò a lungo con la moglie. Scelse una canzone o una romanza- non ricordo più- e cominciò a provarla e riprovarla a piena voce al pianoforte..
Secondo gli ascoltatori , bene la prima! Anzi benissimo! E invece provava e riprovava ogni passaggio scrupolosamente , sempre scontento, correggendo di continuo quelli che a lui parevano errori , ma che nessuno di noi percepiva come tali .
Lo sentii dire che riteneva la sua migliore incisione il Requiem verdiano con Toscanini, anche se , indubbiamente, avrebbe potuto fare meglio in taluni momenti...E tutti sappiamo che dinanzi a quella esecuzione si può solo restare ammirati.
Provò fino a poco prima della consegna del premio.
Elegantissimo e bellissimo , cantò , quasi tremante per il panico,con una voce ed una tecnica che erano una benedizione di Dio.( Lui , successivamente, ascoltando il nastro del suo registratore, scuoteva la testa, scontento).
Io credo che solo certi portamenti e certe note tenute allo spasimo rientrino nel gusto e nella prassi dell'epoca, anche se ti fanno capire che la sua voce e la sua tecnica era veri doni del cielo.
Da tempo non sentiamo più prodezze del genere: facendo di necessità virtù - ne sono convinta-lo stile moderno è più sobrio.C'è stata una evoluzione , ma di voci così non ce ne sono più.
Ed io rimpiango quelle esibizioni di Corelli , dove restavo senza fiato -ce la farà? - per poi applaudire, come tutti, fino a spellarmi le mani.
Ma mi piace anche Kaufmann. E tutti possono dire quelo che vogliono , ma "a me mi " piace.
E , ripeto, sono ancora una fan di Corelli.
Con simpatia e amici come prima
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Re: Franco Corelli

Messaggioda Saba » ven 19 feb 2010, 12:11

Si stanno solo confrontando punti di vista...e ciò aiuta molto nel riascolto dei cantanti...sono circa 3 giorni che ascolto ripetutamente kaufmann..per capire il vostro punto di vista..non mi sognerei mai di imporre i miei gusti e di trascendere nel linguaggio..ho il massimo rispetto per ognuno in questo sito anche perché non giudico chi non conosco bene
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