Giovedì, 18 Aprile 2024

Simon Boccanegra

Aggiunto il 20 Febbraio, 2016


Giuseppe VERDI
SIMON BOCCANEGRA

• Simon Boccanegra DMITRI HVOROSTOVSKY
• Maria Boccanegra (Amelia Grimaldi) BARBARA FRITTOLI
• Jacopo Fiesco ILDAR ADBRAZAKOV
• Gabriele Adorno STEFANO SECCO
• Pietro KOSTAS SMORIGINAS
• Paolo Albiani MARCO CARIA
• Ancella di Amelia EGLĖ ŠIDLAUSKAITĖ
• Capitano KĘSTUTIS ALČAUSKIS

Kaunas State Choir
Kaunas City Symphony Orchestra
CONSTANTINE ORBELIAN
Luogo e data di registrazione: Kaunas Philharmonic, 2013
Ed. discografica: DELOS– 2CD (65’50” + 64’05”)
Note tecniche sulla registrazione: registrazione ben spaziata
Pregi: i cantanti “russi” e un direttore “cameristico”
Difetti: i cantanti “italiani”
Valutazione finale: images/giudizi/buono-ottimo.png


L’amore smisurato per un’opera a volte porta a scoprire piccoli tesori nascosti, quasi per caso. E’ così che – acquistato per puro folle collezionismo e per non farsi mancare una nuova registrazione di un’opera da me amatissima – questo cofanetto DELOS si rivela ricco di grandi sorprese. A cominciare dal direttore d’orchestra, Constantine Orbelian. Vale la pena spendere due parole in più su di lui. Americano di San Francisco ma di chiare origine russo/armene, grande pianista, nel 1991 diviene il primo direttore non russo a capo della prestigiosa Moscow Chamber Orchestra. Prima di questo Simone lo conoscevo solo come “accompagnatore” di recital operistici di grandi divi russi. Orbelian invece si dimostra un grandissimo concertatore, la cui formazione cameristica è evidente nella creazione di un suono tondo, chiaro, pulito – forse poco cupo e angosciante rispetto ad altre interpretazioni – ma sempre terso e lineare, con un colore del mare protagonista in ogni scena, liquido, scandito, definitissimo. Una interpretazione molto vicina alla splendida visione di Gavazzeni nelle recite salisburghesi. Brava l’orchestra lituana nel seguire le indicazioni del maestro. Ottimo il coro per colore, precisione nella scansione ritmica e pronuncia. La maledizione alla fine del primo atto assume contorni inquietanti grazie anche alla prestazione corale.



I protagonisti veri del Simone sono baritono e basso. Tenore e soprano ovviamente si amano, vivono la loro storia più o meno in pace e amen.
E proprio da baritono e basso, entrambi russi, arrivano le prove migliori a livello vocale.
Mai avrei creduto Hvorostovsky capace di una simile prestazione. La voce è naturalmente bella come sempre, la dizione correttissima, gli acuti ancora sfolgoranti. Le ombre della terribile malattia – dalla quale sembra si sia ripreso con sufficiente tranquillità - sono ancora lontane. Quello che stupisce però è l’approccio interpretativo: il baritono di Krasnojarsk ci presenta un Simone sofferto ma misurato. La parte “politica” del ruolo è giocata tutta sulla autorevolezza più che sulla forza. “E vo’ gridando pace….. e vo’ gridando amor….” è appassionato, intenso, commosso e commovente. Interessante lo sviluppo della presa di coscienza dell’identità di Maria: un Simone prima titubante, poi spaventato, poi incredulo e poi al culmine della felicità.
Sublime nell’invocazione al mare, così sofferta e così partecipe grazie anche ad un accompagnamento orchestrale (e alla meravigliosa scrittura verdiana) che “dipinge” il mare sotto le parole di Simone. Struggente il finale, composto, dolente, senza alcune tipiche esagitazioni cui il Siberiano ci ha abituato anche in Verdi. Insomma una prova maiuscola da parte di un baritono poco amato in Italia, inspiegabilmente.

Molto presente e molto amato in Italia invece Ildar Abdrazakov, l’altro grande elemento di questa registrazione. Dotato di voce ampia, bellissima, scura ma non cupa, ricca e screziata di ombreggiature seducenti. Affronta qui uno dei più grandi ruoli di basso verdiano e ne esce vincitore, sia vocalmente che dal lato dell’interpretazione, intima, sofferta, perfettamente fusa con la visione di Hvorovstovsky e di Orbelian. Abdrazakov poi non “slaveggia” cercando anzi di ammorbidire e arrotondare i suoi e di avvolgerli sontuosamente. Anche in questo caso, davvero una grande prestazione coronata con un eccezionale duetto Jacopo / Simone.

Deludono invece i cantanti italiani. Barbara Frittoli conosce benissimo il ruolo di Maria/Amelia e ne coglie bene le sfumature e la presa di coscienza degli eventi momento dopo momento. La voce però, onestamente, non è più così smaltata come un tempo. Anzi si nota una preoccupante frattura in tre tronconi: quello centrale, ancora cremoso, di belle sonorità, fluido come un tempo. E due tronconi estremi, quello grave ormai secco e intubato e quello acuto che ormai ha perso il suo nitore. Resta una buona musicalità, una bella aderenza al testo e le due arie centrate con gusto e pulizia. Peccato davvero, dieci anni fa sarebbe stata una Maria perfetta da conservare in disco.
Stefano Secco non ha propriamente una voce fonogenica ed è anche piuttosto rigido nel lasciarsi andare sia nelle parti eroiche sia in quelle amorose. Onesto, corretto, musicale ma nulla più.
Bravo Marco Caria, Paolo dalla voce un po’ secca ma importante e bravissimo Smorginas nel ruolo di Pietro, voce scurissima, potente e dal forte taglio drammatico.

In poco tempo abbiamo scoperto sul mercato due nuove registrazioni di quest’opera verdiana, il cu valore finalmente viene compreso e affermato da tutti. A mio avviso l’edizione DELOS supera di intere spanne la recente registrazione Decca, soprattutto nelle parti maschili e nella direzione. Hvorovstosky annulla l’interpretazione così inutilmente manierata di Hampson, sia sotto il profilo vocale sia interpretativo. Orbelian cerca e trova un “suo” suono a differenza di Zanetti che, a capo di una orchestra di ben diversa levatura, si limita ad una generica e corretta pulizia. Per non parlare della delusione della Opolais.
Insomma una versione gelidamente corretta contro una versione emozionante, meditata, sorprendente in molte sue componenti. Ecco il bello della musica, quando una edizione in apparenza più modesta e con meno pretese si prende la rivincita su una montagna che invece ha partorito il classico topolino.

Flip

Categoria: Dischi

 

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