Giovedì, 01 Maggio 2025

Lohengrin

Aggiunto il 27 Gennaio, 2007


Richard Wagner
LOHENGRIN

Personaggi e interpreti:
• Lohengrin JESS THOMAS
• Elsa von Brabant ELISABETH GRŰMMER
• Ortrud CHRISTA LUDWIG
• Friedrich von Telramund DIETRICH FISCHER-DIESKAU
• König Heinrich der Vogler GOTTLOB FRICK
• Der Heerrufer des König OTTO WIENER

Chor der Wiener Staatsoper
(Chorus Master: Richard Rossmayer)

Wiener Philharmoniker
RUDOLF KEMPE

Data e luogo di registrazione: Theater an Der Wien, 23-30/11, 1-5/12/1962 e 1-3/4/1963
Registrazione in studio

Edizione discografica: Emi, collana Great Recordings of the Century
3 CD a prezzo medio

Note tecniche: ottima rimasterizzazione, suono brillante
Pro: splendida direzione, protagonista ispirato
Contro: soprano
Valutazione complessiva: images/giudizi/buono.png

La discografia di Lohengrin è particolarmente ricca di belle direzioni, quasi che la partitura stimolasse gli interpreti a scoprire dettagli e preziosismi. Pure, indiscutibilmente questa è una delle più belle, grazie anche ad una scelta azzeccatissima delle dinamiche e delle agogiche: l’accompagnamento al canto è solare – ci sembra il termine più pertinente – mai soverchiante, squisitamente lirico; gli episodi orchestrali sono splendidamente sottolineati come ci si attende da un grande direttore sinfonico. Se proprio si vuole, l’unica menda che si può trovare in un contesto del genere è la mancanza di sottolineatura dei momenti più “neri”, in particolare il duetto fra Ortud e Telramund, ma forse è una scelta dettata anche dalla caratura degli interpreti scelti. Peccato, però, perché le geniali intuizioni wagneriane del secondo atto vengono ad essere un po’ annacquate in un medium globalmente gradevole ma un po’ inappropriato.
Ma, per bella e luminosa che possa essere la direzione, è proprio l’aspetto vocale quello che caratterizza maggiormente quest’incisione, relegandola – ahinoi – in un ambito che ai nostri tempi profuma un po’ di stantio, a cominciare dalla scelta del soprano che, pure, certe critiche gradiscono incondizionatamente. Stiamo parlando, ovviamente, di Elisabeth Grümmer. Tedesca, nata a Niederjeutz nell’Alsazia-Lorena il 31 Marzo 1911, all’epoca della registrazione era già cinquantadueenne, e questo lo si riscontra inevitabilmente non solo in una certa durezza del registro acuto, ma anche in un modo di porgere, di articolare la frase che sembra proprio rimandare a modelli angelicati (soprattutto, ovviamente, Maria Müller e Tiana Lemnitz) decisamente superati dalla prassi esecutiva già dell’epoca, ove si consideri che erano già passate sul personaggio cantanti come la Rysanek o la Steber. Come vedremo, questo stile esecutivo (dovremmo più realisticamente definirlo “delitto”?...) che potremmo definire icasticamente quello “delle Else lobotomizzate” sarà perpetrato attraverso i decenni da interpreti come Lucine Amara, Gundula Janowitz e tante altre, certamente a pieno titolo storico, ma con un notevole calo nella tensione drammatica e, oseremmo dire, sensuale. Bisognerà aspettare – nella discografia ufficiale – le prove di Anja Silja e di Jessie Norman (due cantanti peraltro diversissime) per poter avere qualcosa che esca da questi schemi riprendendo modelli esecutivi non meno autorevoli anche per l’esegesi che ne hanno fornito altre grandissime artiste. Detto questo, non si può onestamente dire che quello che viene fatto sentire dalla Grümmer sia particolarmente bello, e non potrebbe essere altrimenti – dicevamo – proprio per questioni anagrafiche: gli estremi acuti sono sforzati, al limite del grido e ledono lo smalto di una delle voci più “belle” (stiamo parlando, ovviamente, di pura qualità timbrica) che il Novecento abbia conosciuto ma che, a quel punto, era oggettivamente oltre i limiti per una parte del genere. Gli sprazzi di fraseggio più interessanti arrivano – e non è un caso – dall’ultimo atto, nella scena della camera da letto, in cui il contesto stimola evidentemente all’interprete qualche espressione più lanciata oltre l’ostacolo e più...espressionista (se ci si passa il concetto forse maldestramente espresso), ma siamo comunque molto lontani da quella passione che sta a metà strada fra il seduttivo e l’angosciato e che dovrebbe essere la cifra essenziale di una grande Elsa, almeno per come ce l’hanno fatta ascoltare le grandi interpreti.
Un’Elsa così, purtroppo, abbassa notevolmente la temperie emotiva di una registrazione che nasceva col chiaro intento di porsi come termine esecutivo definitivo. C’è però da dire, per onestà, che non è l’unico fronte a lasciare un po’ perplessi. La coppia “nera” è cantata divinamente – quanto alle note – da Christa Ludwig e Dietrich Fischer-Dieskau. La caratura vocale è nettamente ridotta rispetto ad altri precedenti illustri, sicché il lavoro viene svolto tutto col bulino cercando l’inflessione raffinata, l’esatto peso della parola da dire (giammai urlare), l’espressione sapientemente manipolata. Ora, se questo lavorare di cesello ha una sua logica in bocca a Ortrud che deve pur sempre circuire il prossimo (Elsa o Telramund che sia) col sorriso sulle labbra, con i tormenti sempre piuttosto esteriori ed infantili di Telramund c’entra assai poco e suona alquanto inappropriato.
Si nota poco il Re di Gottlob Frick e l’Araldo di Otto Wiener suona molto “cameristico”.
Il migliore in campo risulta quindi essere il protagonista, un ben centrato Jess Thomas, dal timbro fresco e luminoso che canta splendidamente la sua parte con accento helden che giustifica in pieno la scelta di Karajan che lo vorrà – di lì a qualche anno – nel progetto del Ring per la parte di Siegfried nell’opera eponimo. L’ottima cantabilità e la buona propulsione ne fanno un protagonista ideale, di discreto (pur se non insuperabile) carisma e di non banale personalità, pur in un parterre come quello di quest’opera che presenta un plot di protagonisti non da poco conto. Crediamo che sia appropriato metterlo nel lotto dei migliori assieme a King e Domingo.
Complessivamente un’incisione tuttora di gradevole ascolto, ma che ci sembra nettamente superata negli intenti esecutivi dalla Storia esecutiva che ha proposto modelli di ben altro riferimento

Categoria: Dischi

 

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