beckmesser ha scritto:in un contesto simile io l’eseguirei coi recitativi, che per circa metà esistono di mano dello stesso Offenbach. Lui stesso, del resto, durante quasi tutta la composizione era indeciso se destinare l’opera all’opéra-comique di Parigi (coi parlati) o a Vienna (coi recitativi), ed a me sembra che i Contes reggano molto bene entrambe le versioni (a differenza di Carmen, che coi recitativi esce massacrata). Meno d’accordo invece sarei sul Cellini, che non mi sembra abbia nulla a che fare con l’opéra-comique.
Scusami, c'è stato un malinteso.
Ho dato per scontato che tu avessi letto quel che avevo scritto alcuni messaggi fa rispondendo all'ipotesi di Pruun di aprire con "L'amore delle tre melarance".
Non stavo facendo un discorso di genere, ma solo di argomento!
Infatti a mio gusto personale l'inaugurazione dovrebbe avvenire con titoli di argomento "serio" e di tono alto e paludato!

I racconti di Hoffmann è un testo di dirompente vitalità, di ironia caustica, senso del gioco: proprio come il Benvenuto Cellini (che non è un'opera-comique) e l'amore delle 3 Melarance (che lo è ancora meno).
Per me titoli così stanno bene a chiusura di stagione... In apertura un po' meno.
Insomma... per intenderci: apriamo con Guerra e Pace, chiudiamo con le Melarance; apriamo con gli Abencerages e chiudiamo con les Deux Journées; aprimo con la Kovantchina e chiudiamo con la Fiera di Sorochinsky; apriamo con Gloriana e chiudiamo con Il Sogno di una notte di mezz'estate. Apriamo con i Troyens e chiudiamo col Cellini.
Tutto qui... è solo una mia fisima.
Nemmeno Carmen userei come apertura di stagione...
Toby Spence: secondo me è una delle evoluzioni più interessanti del tenorismo anglosassone: lo conosci? Che ne dici?
Sì, l'ho sentito varie volte a Parigi (Kabanowa, Flauto Magico, Tristano).
Lo trovo semplicemente bravissimo.
Sottoscrivo in toto la tua definizione ("una delle evoluzioni più interessanti del tenorismo anglosassone"): ai velluti barocchi e colori "parlanti" ereditati dai suoi predecessori, unisce suoni molto strani, moderni... sussurri e confidenze che a me ricordano certi vocalists celtici o irlandesi. Non so in Hoffmann, ma è certo un cantante magnifico.
Saluti,
Matteo