Giuseppe Morino

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Giuseppe Morino

Messaggioda Tucidide » sab 08 nov 2008, 19:09

Ebbene, coraggio, parliamone!

Tenore di scuola cellettiana, aveva debuttato prima di sottoporsi alle "cure" cellettiane, ma la vera carriera la fece dopo. Vibrato caprino, voce poco bella, estrema facilità di canto in tessiture acute ed anche acutissime, voce mista a partire dal passaggio, emissione all'antica, largo uso di dinamiche sfumate, accento aulico e un po' démodé. Morino era tutto questo, direi quasi un tenore d'altri tempi, diciamo d'anteguerra ma forse addirittura d'inizio secolo, catapultato negli anni Ottanta. Non so come il pubblico accogliesse questo tenore.
Posso dire che non ho mai trovato in lui la scintilla del fuoriclasse, e siccome sono di natura allergico al vibratino (la Olivero è un'altra mia bestia nera), l'ho lasciato perdere ben presto. Di recente però, ho riascoltato il suo Nadir inciso a Martina Franca nel 90 (credo) e sono rimasto molto impressionato dalla notevole eleganza che quella voce, seppure sgraziata, riesce a trasmettere alle prese con quella parte, grazie ad un notevole uso della dinamica sfumata e dell'emissione di testa.
Il suo duetto con Zurga "Au fond du temple saint" in coppia con Praticò è ragguardevole davvero (peccato che il baritono sia un po' troppo timido nell'accento), e tempo fa feci inorridire l'amico Orbazzano quando dissi che preferivo questa esecuzione alla famosa versione Bjoerling-Merrill, per me esempio palmare di come NON vada cantato questo brano.

Come si sa, Morino è uno degli exempla cellettiani: chi segue il Sacro Verbo, tende ad indicare sovente le registrazioni di questo cantante come paradigmatiche di uno stile corretto, che pochi praticano. Viceversa, larghe fette di melomani deridono questo tenore.
Io, ripeto, non sono affatto un ammiratore di Morino, anzi spesso lo trovo sgradevole, ma se l'arte canora fosse "concettuale", ossia contassero le intenzioni più dei risultati effettivi, Morino sarebbe uno dei tenori più vari ed interessanti della storia. Dove i suoi tanti difetti non emergono crudamente, la sua arte si fa apprezzare.

A voi la parola! :wink:
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda MatMarazzi » sab 08 nov 2008, 19:31

Dal vivo l'ho sentito poche volte, perché - occorre ricordarlo - la sua carriera fu generalmente confinata a circuiti minori.
Però quando l'ho sentito dal vivo ne ho riportato emozioni fortissime.
Nell'87 l'ho sentito due volte: prima a Pesaro nella famosa Ermione, ma soprattutto nell'Admeto dell'Alceste di Gluck, versione italiana, diretta alla Scala da Riccardo Muti.
Se dovessi citare una prova del valore di Morino, citerei proprio questa Alceste, giacché è opera senza sopracuti e agilità.
Nessuno quindi può dire che, escludendo questi aspetti, Morino non esistesse.
Esisteva eccome: sobrio, solenne, persino maestoso in scena (pur senza essere affatto un vero attore) ricordo che dispiegava queste sonorità argentee e scintillanti, con grande senso della frase e del recitativo.
Erano note talmente scintillanti e sottili che potevano qualche volta dare la sensazione di una non perfetta intonazione (ma è più difficile essere precisi col fioretto che con la sciabola).
Mi colpiva l'onestà di questo artista che, pur alle prese con una tessitura baritonale, non scuriva e non ispessiva, lasciando che la parte si sviluppasse su questi suoni netti, brillanti e trasparenti.

Alcuni anni dopo l'ho risentito a Ferrara in un concerto di cui non ricordo quasi nulla, salvo che era ancora in forma vocale smagliante e che per la prima volta mi permise di ascoltare la cabaletta "Mario" dei Due Foscari con sopracuti da far vibrare i cristalli.

Un limite: credo che il limite fosse il totale disinteresse da lui dimostrato per le ragioni teatrali e musicali dei personaggi che interpretava. Ed era un limite ahimè molto diffuso fra gli "artisti" usciti in quegli anni dalla scuderia di Celletti.
Il grande critico fu infatti un dannoso didatta: l'impeto delle sue battaglie lo aveva convinto che la realizzazione tecnica di un certo tipo di suono (quello che lui riteneva giusto) fosse più importante che usarlo a fini artistici.
...Che costruire emozioni, poesia, teatro fosse del tutto secondario, rispetto all'esibizione del suono "corretto".

Tu, Tuc, giustamente osservi che i suoni prodotti da Morino potevano andare bene 120 anni fa, oggi no.
E' vero, però io sono certo che se Morino avesse usato quel suono per costruire qualcosa di rilevante a livello artistico, allora anche il pubblico di oggi si sarebbe lasciato persuadere e il suo "vibratino" che odi tanto sarebbe entrato facilissimamente nel vocabolario operistico.
Negli stessi anni un Blake approdò alla gloria: e quanto a suoni "strani" non era certo secondo a Morino. Eppure il pubblico gli ha creduto, perché Blake utilizzò le sue stramberie per costruire personaggi sconvolgenti!
...Forse la fortuna di Blake fu di non andare a lezione da Celletti! ;)

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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Tucidide » sab 08 nov 2008, 19:59

MatMarazzi ha scritto:Tu, Tuc, giustamente osservi che i suoni prodotti da Morino potevano andare bene 120 anni fa, oggi no.
E' vero, però io sono certo che se Morino avesse usato quel suono per costruire qualcosa di rilevante a livello artistico, allora anche il pubblico di oggi si sarebbe lasciato persuadere e il suo "vibratino" che odi tanto sarebbe entrato facilissimamente nel vocabolario operistico.
Negli stessi anni un Blake approdò alla gloria: e quanto a suoni "strani" non era certo secondo a Morino. Eppure il pubblico gli ha creduto, perché Blake utilizzò le sue stramberie per costruire personaggi sconvolgenti!
...Forse la fortuna di Blake fu di non andare a lezione da Celletti! ;)

Sicuramente. Anzi, ripeto, dove Morino sembra più convinto di quello che sta cantando, come in quei Pescatori di perle, costruisce un bel personaggio.
Poi, non si trovano dietro ad ogni angolo grandi geni dell'interpretazione come Blake, che sanno usare sonorità strambe con tale efficacia ed urgenza espressiva da farle digerire al pubblico...

Sarei curioso di sapere come fosse la reazione del pubblico di fronte alle esibizioni di Morino, che - presumo - anche allora non doveva riscuotere consensi o dissensi unanimi.

Saluti
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda pbagnoli » sab 08 nov 2008, 21:19

Se non ricordo male, lo ascoltai tanti anni fa nella Clemenza alla Scala.
Sarà stata l'opera - sublime, ma pallosa (il Cielo mi perdoni) - ma non ne houn gran ricordo...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Maugham » sab 08 nov 2008, 21:33

Tucidide ha scritto:Ebbene, coraggio, parliamone!


parliamone pure! :)
Io ho sentito Morino parecchie volte.
In Italia lo si ascoltava spesso.
La prima volta che lo ascoltai fu a Martina Franca nei primi anni ottanta.
Semiramide. Con lui Aliberti, Alaimo, Dupuy e un debuttante Paolo Coni.
L'occasione era molto interessante visto che si "dava" per la prima volta quest'opera in versione integrale. Durava più del Parsifal!
Considerato che, tra una cosa e un'altra, prima delle nove e mezza non si andava su, si chiudeva baracca oltre l'una e mezza.
Di quel festival mi rimase impressa (avevo vent'anni o giù di lì) soprattutto l'autoreferenzialità.
Ricordo i capannelli attorno a Celletti che, come l'anziana Cosima a Bayreuth :wink:, arrivava nella piccola platea seguito dalla moglie.
Martina Franca era fuori mano e solo spettatori di provata fede cellettiana all'epoca lo frequentavano.
L'Idreno di Morino fu sensazionale. Sembrava di essere sulle montagne russe. Anche se Idreno ha solo due arie fu la vera star di quelle due repliche di Semiramide.
Tutti rimasero folgorati dalle agilità e dagli acutoni.
A me invece colpì soprattutto la dizione chiarissima. Era un suo tratto distintivo che apprezzai pienamente anni dopo nell'Alceste scaligera di cui parla Matteo.
Purtroppo Morino secondo me fu vittima di quell'autoreferenzialità di cui parlavo sopra.
Una delle tante "vittime" del cellettismo messo in pratica.
In contesti protetti funzionava. Altrove no.
E per contesti protetti non mi riferisco solo al pubblico.
Parlo anche di direttori che dovevano saperlo valorizzare, costruire i tempi sulla base delle sue esigenze...
Insomma, erano troppo le variabili che si dovevano verificare per far in modo che brillasse.
Non era di certo il tenore da platee internazionali nè per indole nè per istinto.
Anche perchè c'era una discrepanza tra le intenzioni del maestro e le sue.
Mentre Celletti pensava a Rubini, lui invece aspirava a Pavarotti che era il suo mito.
Lo ascoltai giocare fuori casa in un Rigoletto periferico in Austria e infatti, da tenorone, non funzionò.
Il pubblico applaudiva stancamente.
In italia (ricordo un suo Gianni di Parigi a Bergamo) invece riscuoteva consensi notevoli.

Il suo duetto con Zurga "Au fond du temple saint" in coppia con Praticò è ragguardevole davvero


Io vado oltre. Per me è la più bella esecuzione del duetto che abbia ascoltato. So di essere in odore d'eresia ma prima di mettermi sul rogo inviterei gli eventuali inquisitori a testarlo. :D
Sono sensazionali sia Morino che Praticò.
Nel resto dell'opera invece -ero a Martina- mi annoiai.
Anche l'aria non mi fece una grande impressione.
C'era quel senso di, non so come dire, di "imparaticcio" che ne ledeva la fluidità.
Sento come una presenza che, dietro le spalle, dice "adesso fai così", "adesso rallenta", "adesso smorza più che puoi"...
E mi annoia riascoltare il cd di quelle recite che furono date in forma di concerto.
A proposito del repertorio francese: Morino aveva in repertorio anche una splendida aria di Mylio da Le Roi d'Ys. E Raul degli Ugonotti.

Ciao
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Tucidide » sab 08 nov 2008, 22:24

Maugham ha scritto:
Il suo duetto con Zurga "Au fond du temple saint" in coppia con Praticò è ragguardevole davvero


Io vado oltre. Per me è la più bella esecuzione del duetto che abbia ascoltato. So di essere in odore d'eresia ma prima di mettermi sul rogo inviterei gli eventuali inquisitori a testarlo. :D
Sono sensazionali sia Morino che Praticò.

:D
Allora non sono il solo a pensarla così: ciò mi conforta. :)
Per altro trovo Praticò, che pure è un cantante che in certe cose mi piace molto, un po' statico, molto sfumato, certo, ma forse non convinto del personaggio. Morino invece è eccellente.

Altra domanda: dopo gli anni '80, come si è evoluta la sua carriera? Che repertorio ha cantato, e che teatri ha frequentato?
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Morino sul forum di Operadisc

Messaggioda MatMarazzi » dom 09 nov 2008, 12:00

Carissimi,
per dimostrarvi l'efficienza del nuovo sistema di ricerca, ho verificato tutte le volte che abbiamo parlato di Morino su Operadisc.
Ve le sottopongo anche perché vi sono interessanti considerazioni.

http://www.operadisc.com/forum/viewtopic.php?f=9&t=411&p=768&hilit=+morino#p768
La prima volta che se ne è parlato è stato in occasione di un bel dibattito fra Gianlugi (a proposito, che fine hai fatto?) e il dottor Cajus. Il primo difendeva Morino e Matteuzzi come esempi di ottima vocalità da tenore leggero dei tempi moderni; il secondo invece lo inseriva tra le "microvoci" che hanno un po' compromesso - a suo parere - l'attuale panorama operistico.
Poiché il thread allora (come spesso accade... ) partì per la tangente e ci si staccò presto dal topic, successivamente abbiamo dovuto dividere in due il thread.
Così l'ultima risposta di Gianluigi sulla questione Morino la trovate qui.
http://www.operadisc.com/forum/viewtopic.php?f=5&t=410&hilit=+morino

A parte il punto di vista degli interlocutori, che avevano entrambi visto e sentito Morino dal vivo in importanti occasioni, per me è interessantissimo il collegamento operato da Gianluigi tra Morino e De Lucia (collegamento che ha poi dato il via a una bella discussione sul tenore napoletano).
In questo collegamento, infatti, si svela la simpatica impostura di Celletti.
Questi spacciava il "suo" Morino come una rinascita del tenore proto-romantico alla Nourrit e soprattutto alla Rubini, e - come tale - lo proponeva proprio in questo repertorio. Ma in realtà - a livello tecnico - non lo plasmò affatto secondo questo modello, perché questo l'avrebbe costretto ad adottare il falsetto; come è noto, però, Celletti stava combattendo proprio in quegli anni la sua battaglia contro l'uso del falsetto nei contraltisti e quindi... orientò Morino verso i modelli tardo-ottocenteschi (De Lucia appunto) salvo spacciarlo come nuovo Rubini.
Stessa impostura a proposito di Raffanti, che veniva invece spacciato come la reincarnazione dei baritenori antichi alla Garcia.

viewtopic.php?f=2&t=825&p=6257&hilit=+morino#p6257
Un anno dopo (nel giugno 2008) si è tornato a parlare di Morino, nel thread dei cantanti-meteora. Milady chiedeva informazioni su di lui e altri tenori di quegli anni. Ciò che ha dato la possibilità a diversi amici forensi di ricordare le loro esperienze teatrali e discografiche. Interessante - anche se per quanto mi riguarda discutbile ;) - la tesi di Tucidide per cui il tipo di "suono" moriniano (attentamente ricalcato su modelli lontanissimi) fosse destinato a non interagire col nostro tempo.
Su questo punto siamo poi tornati nel presente thread.

Vi sono poi altre citazioni, ma di sfuggita e poco significative in questo contesto.
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Re: Morino sul forum di Operadisc

Messaggioda Tucidide » dom 09 nov 2008, 12:53

MatMarazzi ha scritto:Questi spacciava il "suo" Morino come una rinascita del tenore proto-romantico alla Nourrit e soprattutto alla Rubini, e - come tale - lo proponeva proprio in questo repertorio. Ma in realtà - a livello tecnico - non lo plasmò affatto secondo questo modello, perché questo l'avrebbe costretto ad adottare il falsetto; come è noto, però, Celletti stava combattendo proprio in quegli anni la sua battaglia contro l'uso del falsetto nei contraltisti e quindi... orientò Morino verso i modelli tardo-ottocenteschi (De Lucia appunto) salvo spacciarlo come nuovo Rubini.
Stessa impostura a proposito di Raffanti, che veniva invece spacciato come la reincarnazione dei baritenori antichi alla Garcia.

E' giusta questa considerazione: infatti io non immagino che Rubini o Nourrit cantassero come Morino: invece, proprio quell'idea di suono "largo", del tutto privo di naso e gola, ricorda i cantanti di inizio secolo scorso. Credo che se un buontempone invecchiasse artificialmente un'incisione di Morino e la spacciasse come appartente ad un tenore degli anni 10-20, in molti ci cascherebbero. Oltre all'emissione, Morino imitava anche lo stile, i vezzi.

Interessante - anche se per quanto mi riguarda discutbile ;) - la tesi di Tucidide per cui il tipo di "suono" moriniano (attentamente ricalcato su modelli lontanissimi) fosse destinato a non interagire col nostro tempo.

Dirò meglio: credo che per apprezzare Morino, occorra dimenticare il tenorismo da Di Stefano a Pavarotti (prendo due esempi famosi, ma potrei dire anche Del Monaco e Alvarez). Questi tenori, per quanti diversissimi fra loro per tecnica, stile, gusto, emissione, repertorio, temperamento e via discorrendo, hanno tutti la caretteristica di seguire un'impostazione "moderna", e fra le altre cose è assente il vibrato. Come tutte le caratteristiche d'emissione, cneh il vibrato deve passare il giudizio del pubblico.
Molti melomani storcono il naso ascoltando De Lucia e Bonci, Battistini e la Olivero, perché non sono abituati a questa caratteristica: persino Florez, che ha un lieve vibrato, molto meno pronunciato di quello di Morino, già sembra chevrotante (curiosamente anche ai cellettiani, che evidentemente non sentono il vibrato di Morino e dell'Olivero, ma avvertono quello di JDF - è un po' il discorso della pagliuzza e della trave :D ). Un tempo, invece, esso non disturbava, se è vero che ci sono esempi discografici di cantanti di tutte le corde dal vibrato più o meno pronunciato.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 09 nov 2008, 13:36

Tucidide ha scritto:Come tutte le caratteristiche d'emissione, anche il vibrato deve passare il giudizio del pubblico.
Molti melomani storcono il naso ascoltando De Lucia e Bonci, Battistini e la Olivero, perché non sono abituati a questa caratteristica: persino Florez, che ha un lieve vibrato, molto meno pronunciato di quello di Morino, già sembra chevrotante (curiosamente anche ai cellettiani, che evidentemente non sentono il vibrato di Morino e dell'Olivero, ma avvertono quello di JDF - è un po' il discorso della pagliuzza e della trave :D ). Un tempo, invece, esso non disturbava, se è vero che ci sono esempi discografici di cantanti di tutte le corde dal vibrato più o meno pronunciato.


In questi termini le nostre tesi sono vicinissime! :)
Il suono "nuovo" (e dico nuovo solo in rapporto alle consuetudini in vigore al momento; un suono di cento anni fa è nuovo oggi se, nel frattempo, è uscito dal vocabolario adottato), il suono nuovo, dicevo, è sempre un trauma per il pubblico.
La tendenza immediata sarà quella di non accettarlo, salvo poi ...cedere solo nel caso che qualche grande artista lo faccia proprio e ne dimostri l'efficienza.

Ecco perché io alzo un po' il sopracciglio quando sento dire "quel tipo di suono non mi piace" o "è superato"...
Vent'anni fu uno mi disse che la moda dei falsettisti era destinata a sparire, perché il pubblico dell'opera non li avrebbe mai accettati. Oggi, ascoltando i falsettisti, non c'è più nessuno che urli di disperazione... (be' forse i soliti che non sanno interagire coll'evoluzione del tempo).
Chissà... forse proprio il successo planetario di Florez spingerà il pubblico di oggi a riammettere il vibrato stretto tra i suoni accettati dalla modernità (e allora, fra vent'anni, ci sarà qualcuno che affermerà che Bonci e la Olivero erano "moderni" proprio in virtù di quel vibrato) ;)

Salutoni e scusate l'OT
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Calaf » dom 09 nov 2008, 18:44

Maugham ha scritto:La prima volta che lo ascoltai fu a Martina Franca nei primi anni ottanta.
Semiramide. Con lui Aliberti, Alaimo, Dupuy e un debuttante Paolo Coni.
L'occasione era molto interessante visto che si "dava" per la prima volta quest'opera in versione integrale. Durava più del Parsifal!
Considerato che, tra una cosa e un'altra, prima delle nove e mezza non si andava su, si chiudeva baracca oltre l'una e mezza.
Di quel festival mi rimase impressa (avevo vent'anni o giù di lì) soprattutto l'autoreferenzialità.
Ricordo i capannelli attorno a Celletti che, come l'anziana Cosima a Bayreuth :wink:, arrivava nella piccola platea seguito dalla moglie.
Martina Franca era fuori mano e solo spettatori di provata fede cellettiana all'epoca lo frequentavano.
L'Idreno di Morino fu sensazionale. Sembrava di essere sulle montagne russe. Anche se Idreno ha solo due arie fu la vera star di quelle due repliche di Semiramide.
Tutti rimasero folgorati dalle agilità e dagli acutoni.
A me invece colpì soprattutto la dizione chiarissima.


C'ero anch'io a quella Semiramide, così come ai Pescatori e alla successiva Lakmé, sempre in forma di concerto. Vero che gli acuti, almeno nei primi anni erano piuttosto luminosi (il disco li mortifica un po'), ma io non ho davvero un gran ricordo del suo Idreno. Intorno a me un pubblico osannante, ma io rimasi invece molto perplesso dai difetti di intonazione e dalle agilità abborracciate. Mi piacque molto di più come Nadir e sono d'accordo che il duetto con Praticò fosse un momento molto bello. In Lakmé e nelle successive occasioni che ebbi di sentirlo (poche) mi deluse quasi sempre. Il timbro perse progressivamente smalto e il vibrato divenne la sua caratteristica più evidente. Gli fece sempre difetto la musicalità, non certo aiutato dai modesti (nella maggior parte dei casi) complessi e direttori presenti a Martina Franca, luogo dei suoi maggiori successi. Quanto alla costruzione del personaggio sembrava proprio non interessarlo, tutto era risolto (o meglio avrebbe voluto essere risolto) nel canto.
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Maugham » mar 11 nov 2008, 23:21

Calaf ha scritto:Quanto alla costruzione del personaggio sembrava proprio non interessarlo, tutto era risolto (o meglio avrebbe voluto essere risolto) nel canto.


E' vero quello che dici.
Vedi, però non riesco a fargliene una colpa.
Morino non era di certo quello che lo stesso Celletti definisce nel suo libro "Voce di tenore", un cantante "intellettuale".
E penso che il suo Maestro non lo solleticasse poi molto in tal senso.
Per Celletti (l'ha scritto lui stesso) il cantante era sostanzialmente un muscolare.
E il maestro di canto una sorta di allenatore.
Morino non aveva di certo la tempra per invertire la rotta.
Nè gli interessava.
Del resto ci sono stati -e ci saranno- miriadi di cantanti disinteressati (vuoi per scelta o per incapacità speculativa) alla costruzione, come dici tu, del personaggio.
E sono superstar! :)
Come ci sono stati -e ci saranno- appassionati e critici, anche loro per scelta o per incapacita, restii a elaborare qualcosa che vada oltre a un giudizio su una più o meno corretta emissione di suoni.
Anche loro hanno un gran seguito! :)
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda MatMarazzi » mer 12 nov 2008, 2:52

Maugham ha scritto:Del resto ci sono stati -e ci saranno- miriadi di cantanti disinteressati (vuoi per scelta o per incapacità speculativa) alla costruzione, come dici tu, del personaggio.
E sono superstar! :)


Hai assolutamente ragione, ma un cantate come Morino partiva svantaggiato, perché dal punto di visto "fonico" si proponeva con suoni talmente originali da disorientare il pubblico dei suoi anni.
Il problema è qui...
Se coccoli il pubblico con sonorità "tranquillizzanti" - come le superstar a cui giustamente fai riferimento - puoi anche adagiarti in letture drammatico-musicali semplici e banali. Non piacerai a tutti, ma farai comunque carriera.
Se invece devi convincere il pubblico ad accettare suoni "sospetti" allora ti converrà rimboccarti le maniche e far qualcosa di serio... Cosa che Morino non ha fatto! E le conseguenze le conosciamo! :(

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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Maugham » gio 13 nov 2008, 22:49

Calaf ha scritto: Mi piacque molto di più come Nadir e sono d'accordo che il duetto con Praticò fosse un momento molto bello.


Eccoli qua.
Morino e Praticò

pescatori di perle.mp3

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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Saba » mer 17 feb 2010, 4:00

Celletti altro esempio del fatto che il canto non si possa insegnare parole
Morino ha avuto una carriera difficile anche perchè è stato confinato a causa degli arresti domiciliari
Ho ascoltato una sua interpretazione pre Celletti, era spettacolare
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Re: Giuseppe Morino

Messaggioda Milady » mer 17 feb 2010, 23:13

Amici carissimi,
torno a ribadire testardamente la mia ammirazione per Giuseppe Morino.
(Ho acquistato , mercanteggiando come in un suk , il Cd della "Favorita" e non cambio di una virgola il mio parere, anche se, come interprete, latitava assai).
Bravo e sfortunato: nel "PIrata " fu di un'eleganza assoluta.
Piuttosto ,merita una chiosa Celletti maestro di canto.
Celletti , lo sapete meglio di me, godeva di un grandissimo prestigio.
Un'aura oracolare lo circondava.
E lo circondava anche una numerosa corte di tirapiedi, ligi all'ipse dixit del Maestro.
So che Celletti "consigliava" caldamente a certi cantanti alle prime armi determinati maestri, tra l'altro anche costosi.
Chi sgarrava era o stroncato o cancellato.
Si beccò i suoi fulmini perfino Kraus , reo di fare anche il maestro di canto e di divulgare regole, che , almeno con lui, avevano funzionato a meraviglia.
Di conseguenza anche su Kraus cantante piovvero subito critiche al vetriolo.
Alcune creature-meteora cellettiane caddero presto nel dimenticatoio o furono bruciate in breve tempo.
Morino, dotato di mezzi enormi, non fu seguito sul piano della tecnica vocale con adeguati accorgimenti : quella di Morino era una voce delicata, con una facilità straordinaria a negli acuti e nei sopracuti (a parte o forse, fragile proprio a causa di questa sua peculiarità).
Celletti , maestro sopraffino di canto sulla carta , avrebbe dovuto fare sì che il registro centrale di Morino acquistasse maggiore saldezza , mantenendo la lucentezza nel registro acuto e sopracuto ( e magari rinunciando a qualche nota).
Non mi dà noia il vibrato di Morino.
Lo ripeto : quel timbro antico mi piaceva molto per la sua eccezionalità.
Il pubblico era diviso in due fazioni : conpletamente contro o pro.
Io ero e sono pro Morino.
Con simpatia
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