Grigolo riprende l’ “archetipo antropologico” (!) del tenoreitaliano-canzonettaro-core-in-mano. Se l’opera viene definita da chi la fa, allora se ne deve necessariamente concludere che l’opera è un genere kitsch, ammuffito, “una cosa un po' demodé con le grandi scenografie, il soprano ciccione e il tenore amoroso”? La domanda è: Queste cose piacciono a qualcuno? A quanto pare sì. Perché vengono fatte? Aiutano a vendere di più? Forse… Ma penso che Kaufmann venda mooooooolto di più!
Perché un tenore giovane e dotato fa così? Andiamo, non mi si venga a dire che è una cosa sulla quale non vale la pena farsi qualche domanda! E' come se un'attrice del talento di Susan Sarandon accettasse il ruolo della casalinga discinta e sessualmente frustrata in un cinepanettone di Vanzina! Vi pare possibile? Mattioli in quanto esperto del fenomeno Pavarotti una qualche spiegazione se la sarà pur data…
Mi domando anche se e quali effetti abbiano questi fenomeni sul modo di recepire/pianificare/programmare l’opera (in Italia e altrove). Siamo sicuri che sia un fenomeno assolutamente innocuo? E’ l’italianissimo prodotto di un paese conosciuto nel mondo solo come “Italia-Berlusconi-Mafia-Pizza-Mandolino-Pavarotti (e ora Grigolo o Bocelli) e nulla più? O non piuttosto un’espressione di superficialità, pressapochismo, volgarità, improvvisazione? Forse anche grazie a questi "fenomeni" i nostri beneamati teatri d'opera sono diventati gerontocomi in libera uscita...
Ciao,
DM
P.S.: Alberto, la piccola Miriam si è davvero moooolto rattristata

Bau!
