Teo ha scritto:Senza offesa per nessuno sia chiaro, ma De Palma ora lo facciamo passare per la bibbia del canto lirico?
E' evidente che non so più spiegarmi bene, tanto più se vado a toccare punti nevralgici...
Teo, certo che no! Non è la Bibbia del canto, ma solo un serio, onesto professionista che - guarda caso - ha rappresentato una parte importante del canto lirico.
E' un amabile signore che chiacchiera ancora molto bene (nonostante la non più verdissima età) e che - guarda caso - è andato a parlare di un cantante che, teoricamente, dovrebbe essere lontanissimo dalla sua sensibilità. E non perché Kaufmann canti in ostrogoto mentre lui cantava in italiano, ma semplicemente perché essendo Kaufmann un declamatore della più bell'acqua in astratto avrebbe ben poco da spartire con la sensibilità artistica di De Palma.
Ora invece, guarda caso, De Palma - che, lo ribadisco, NON E' la Bibbia del canto lirico - invece lo stima e per questo viene dileggiato da amici, conoscenti, addetti ai lavori.
Punto.
Nessuno parla di verità, tanto più in questioni come queste che sono filtrate dalla sensibilità personale e dal relativismo più totale.
Non è certo su questo sito che poniamo questioni di scuola che dovrebbero essere il perno intorno cui far girare qualunque discorso.
E - guarda caso - sono sempre queste questioni di scuola e di impostazione che saltano fuori allorquando qualcuno timidamente tira fuori il nome di Kaufmann.
Sì, ma è troppo affondato.
Sì, ma non gira la voce.
Sì, ma non ha tecnica (quale?).
Sì, ma i pianissimi sono falsettini smunti.
Queste sono solo alcune delle obiezioni che i geovisti della tecnica (quale?) tirano fuori allorquando qualcuno fa il nome di Kaufmann.
E se - guarda caso - per una volta una vecchia gloria del nostro canto nazionale azzarda timidamente di gradire la voce di Kaufmann, ecco che...
...con tutto il rispetto per ciò che il grande De Palma ha fatto, per la sua splendida carriera artistica e per la serietà e professionalità dimostrata, e che per questo gli si debba certamente attribuire una certa competenza, credo che nemmeno lui, nell'esprimere la sua opinione su Kaufmann, consideri il proprio punto di vista come "la verità".
E infatti: lui non ha parlato di Verità, ha solo espresso un gusto, un parere personale.
Parere per cui - guarda caso - viene dileggiato da chi invece pensa detta Verità di averla in tasca.
E' questo ciò di cui si è lamentato con me; è questo ciò che ho riportato qui sopra.
Teo ha scritto:Se dovessimo considerare "verità", le diverse opinioni espresse da chi è stato considerato un grande del passato, staremmo freschi.
Credi forse che la maggior parte degli artisti al pari di De Palma la vedano (o meglio, la sentano) alla stessa maniera circa gli attuali interpreti d'opera di oggi?
Pensi che i vari Gedda, Carreras, Domingo, Vickers, Blake, ecc. ecc. ecc. abbiano la stessa opinione in merito alla tecnica di Kaufmann? e ti dirò di più, pensi che tutti questi grandi del passato considerino Kaufmann un grande tenore?
Non lo so.
Intanto io so quello che pensa De Palma: non è la Verità né io la considero tale, ma solo un'opinione di uno che, nella sua vita - grande professionista - ha fatto un percorso molto diverso da quello di Kaufmann.
Di fare statistiche non mi importa granché.
E poi, come ho già detto qualche post fa: non sono pagato da Kaufmann, né mai abbiamo mangiato allo stesso desco.
Se faccio queste considerazioni è perché mi sono rotto le palle di sentir parlare di giustezza della tecnica (quale?), questo Verbo di fronte a cui tutti dovremmo inchinarci perché è lo spartiacque per definire il Buono, il Brutto e il Cattivo.
E questo ci porta dritti al punto seguente.
Tralascio per un attimo l'accusa di scarsa onestà intellettuale che mi fai:
Siamo onesti Pietro, un conto è citare il pensiero di un grande e riportarlo pari pari, un altro e ricamarci sopra una "scuola di pensiero".
Non l'accetto e mi offende, ma faccio finta che tu l'abbia scritto senza pensarci. Ci conosciamo da molti anni, per cui si passo sopra.
E' invece interessante quello che scrivi dopo:
Teo ha scritto:Semplificando quello che ha detto Tucidide, sovente, lo stesso pubblico che ha applaudito il Werther di Kaufmann, è quello che qualche sera dopo si è spellato le mani di fronte al Radames di Alvarez...e allora? i primi li premiamo e i secondi li consideriamo beoti?
Premetto che non credo che chi si è spellato le mani per il Werther di Kaufmann si sia entusiasmato la sera successiva per il Radames di Alvarez. Io stesso - che sono parte del pubblico - non l'ho fatto, e non per inconciliabilità delle due posizioni, ma semplicemente perché il Radames di Alvarez
nun se po' sentì.
Teo ha scritto:Sono d'accordo che tra i due ci sia una grande diversità di personalità, di musicalità, di tecnica, ecc., ma allo stesso modo, anche se domani arrivassimo a riconoscere che tra i due Kaufmann è quello che ha avuto una maggiore rilevanza storica, non per questo lo si debba considerare un grande sotto tutti gli aspetti.
Teo, continui a non capire quello che voglio dire.
Non mi interessa la tautologia musicale che tanto manda in orgasmo i fanatici della Tecnica Unica e Indivisibile.
Non amo Kaufmann in tutto quello che fa: la recensione (pessima) del disco di arie veriste di Kaufmann esce dalla mia mano, e questo ti chiarisce l'onestà intellettuale che mi anima nei confronti del suddetto: quel disco è secondo me una schifezza e l'ho scritto apertis verbis.
Non mi interessa quindi nemmeno, propter hoc, la proiezione posteriore sulla grandezza effettiva di qui a 20 anni.
E' l'
ADESSO che mi interessa, oh piffero!!!
Mi interessa capire perché ADESSO Kaufmann ha una rilevanza così importante nel panorama artistico attuale.
Per quale motivo?
Perché l'evoluzione dell'interpretazione ci ha portato a avere un Kaufmann sugli scudi e non, invece, un altro cantante più ortodosso al posto suo?
E' questione di gusti del pubblico che - in modo darwiniano - selezionano cantanti di un certo tipo? Se è vero un assunto del genere, perdonami, tutti i discorsi sulla giustezza della Tecnica Una e Indivisibile (quale?) sono solo delle seghe mentali e come tali devono essere trattati!
E' questione di un'evoluzione della Tecnica (guarda caso, non più Una e Indivisibile)? Se la risposta è sì, allora la conseguenza è che tutti i discorsi sulla giustezza della Tecnica Una e Indivisibile sono seghe mentali e come tali devono essere trattati!
Fra 20 anni nessuno si ricorderà più di Kaufmann? Se saremo ancora qui, ne riparleremo
Teo ha scritto:Anche il discorso che Vittorio ha posto in evidenza mi pare debba essere sottolineato.
IMHO, e lo sottolineo perché tale è, e tale deve essere considerato, dare peso alle critiche mosse su altre pagine di altri forum, sottolineando quelle 18 pagine a mio avviso non serve a nulla, tanto meno a dimostrare la propria posizione o il proprio punto di vista in merito a quello che si considera essere la propria linea di pensiero.
Eh no, Teo! Mi spiace!
Il forum - analogamente a una pagina di giornale - è un luogo PUBBLICO.
Ergo, tutto quello che scrivi su un luogo PUBBLICO, assume valenza PUBBLICA.
Se scrivi 18 pagine per alimentare una discussione su un argomento, ti devi aspettare che quelle pagine possano avere una rilevanza anche al di fuori dei ristretti confini della tua cameretta.
Io sono nel mio pieno diritto di criticare quello che viene scritto DA ALTRI, esattamente come gli altri sono nel loro pieno diritto di criticare quello che scrivo IO.
Ma stiamo scherzando?!?
Teo ha scritto:Se chi scrive in altri lidi, parte da concetti prevenuti e dileggia un artista considerandolo un bluff e sopratutto lo fa con motivazioni per nulla circostanziate e credibili, per quale ragione dovrei pensare di fare una campagna mediatica per rispondere a queste idiozie?
Perché è logico che sia così.
Perché succede così in tutto il mondo.
Perché chiunque si deve assumere la responsabilità delle cose che scrive.
Teo ha scritto:A volte ho l'impressione che ci sia un interesse eccessivo nel porre attenzione alle maldicenze scritte in altri siti, come se ci fosse la necessità di controbattere a queste, per poter rendere credibile il proprio pensiero.
La nostra politica, ci ha purtroppo da tempo insegnato, dove si va a parere con la famosa regola di costruire le proprie idee, sulla denigrazione delle altre posizioni...

No, Teo, scusami ma ti contesto.
Un conto è la denigrazione tout court; guarda caso, quella di cui siamo per lo più oggetto da parte di chi non accetta il nostro punto di vista.
Un conto è la contestazione circostanziata, quella di cui è maestro - sino allo sfinimento - il mio grasso socio.
Buona giornata!