Capolavoro di Agustin Perez Soriano, la Zarzuela "El Guitarrico" gode da più di un secolo di fama riflessa, grazie alla sua romanza principale (la Jota de Perrico) che ogni tenore latino deve incidere fin dai tempi del disco acustico.
Personalmente trovo inarrivabile, ma proprio inarrivabile, Fleta, che gioca con i mille chiaroscuri del suo debordante timbro baritonale.
Per me il più grnade cantante di zarzuelas che si possa sentire. Da notare in particolare le sfumature dinamiche che riesce a inserire negli ossessivi gruppetti; per non parlare della lievissima accentazione (e altrettanto lievissimo rubato) sulla seconda nota del gruppetto: è grazie a questi accorgimenti che essi hanno un sapore "spagnolo" che ti conquista immediatamente, da antica e solitaria hidalgia.
Florez la canta in tono e decisamente bene. Certo che dopo l'exploit michelangiolesco di Fleta, Florez pare mancare di fantasia tanto nei ritmi, quanto negli accenti. Per lui i gruppetti sono solo gruppetti.
Chi però fa prioprio una magra figura è il "divino" Kraus, che peraltro procede a un ritmo lentissimo (tanto per rendersi meno problematici i passaggi agili).
Insopportabile è il tono piagnucoloso, tipico di chi vuole essere più espressivo di quanto non sia in realtà, con tanto di singhiozzetti e falsettini (che nulla hanno a che spartire con le mezze voci di Fleta). Una colata di melassa da Natale madrileno. Peccato
Tecnicamente e interpretativamente superbo è invece Villazon, semplicemente grandioso di idee e colori vocali (oltre che sgranatissimo in mordenti e gruppetti). Secondo me, l'unico in un secolo a poter guardare Fleta diritto negli occhi.
Salutoni,
Mat