Enrico Caruso

[Manrico]

Volevo inserire un documento raro della mia collezione su Enrico Caruso e mi sono accorto che Caruso non risulta citato tra i tenori, che strano, vero è che è stato il primo tenore illustre del '900 e sono passati un centinaio di anni e più da quando cantava.....comunque ecco questo documento che ho inserito sul "tubo" da un paio di giorni, dovrebbe essere interessante per tutti:

[Manrico]

Dimenticavo......

Negli ultimi anni un bravo direttore d'orchestra, tale: Gottfried Rabl, ha fatto un "miracolo"

Dopo aver fatto ripulire per benino la voce del grande Caruso, da tecnici molto bravi, ha avuto una brillantissima idea, sostituire le vecchie orchestrazioni che accompagnavano il nostro nei primi del '900, con una moderna orchestra.

Questa orchestra accompagna Caruso in molte sue celebri interpretazioni e, secondo me, il risultato è veramente straordinario, ho acquistato tutti i CD pubblicati con questa NUOVA orchestrazione che, ascoltati su un buon impianto stereo rendono veramente un gran bell'omaggio al nostro grande tenore.

Su YT ci sono alcune di queste "rimasterizzazioni", ovviamente sull'impianto stereo di casa è molto meglio, comunque sentite che bella questa:

[Manrico]

Qui se non fosse per il singhiozzo finale, sembra di ascoltare una registrazione dei giorni nostri.......ma più di cento anni fa andava molto bene anche così.



Ragazzi, che bella interpretazione eh!!

[pbagnoli]

Mah, non so: rimango un po' perplesso e freddino, un po' come davanti ai vecchi film di Stanlio e Ollio colorati con tinte talmente farlocche da risultare false...
Comunque hai ragione: dovremmo parlare un po' di più di Caruso...

[roberto]

Tutti sappiamo che Enrico Caruso è stato il padre dei tenori soprattutto per la tecnica vocale. Tuttavia alcuni critici osservanon che Caruso aveva una grande ampiezza nella zona centrale mentre nelle note alte era piuttosto "corto" mentre il suo contemporaneo Giovanni Martinelli aveva un'estensione vocale superiore. Qualcuno può dirmi qualcosa in merito?. Grazie.

[Enrico]

Sicuramente aveva qualche difficoltà con gli acuti nella fase iniziale della carriera, ma nelle maggior parte delle registrazioni gli acuti ci sono,forti e solidissimi, di regola fino al si naturale, qualche volta anche oltre. Diceva di essere riuscito, dopo i primi anno, a raggiungere con sicurezza anche il do, ma ne abbiamo pochi esempi: se non ricordo male è un do la nota che conclude il duetto della Butterfly:

Un do preso piano e rinforzato lo trovi nella registrazione di Spirto gentil, dove il "do di petto" sarebbe stato stilisticamente inopportuno [minuto 2 28''].

Un suono altissimo (mi pare un re bemolle), anch'esso non "di petto" ma di notevole sonorità, lo trovi nella cadenza verso la fine del "Cuius animam" di Rossini.

Non ho a portata di mano le registrazioni di Martinelli, ma direi che la differenza non è così grande: alcune sue registrazioni (Di quella pira, per esempio, e mi pare anche Che gelida manina) sono abbassate di tonalità esattamente come quelle di Caruso, e sono abbassati credo anche i brani del Guglielmo Tell: era prassi comune dell'epoca, si preferiva in alcune opere considerate più "drammatiche" che la nota fosse "forte", "grossa", più che semplicemente alta; e si permetteva ai cantanti di eseguire i pezzi nella maniera che a loro risultava più comoda. Non ricordo se nei dischi di Martinelli ci siano testimonianze di do acuti: mi sembra che anche lui tendesse, in disco, a non oltrepassare il si naturale. Certamente Caruso e Martinelli erano meno "corti" dei loro contemporanei De Lucia e Pertile, per citare solo due dei nomi più famosi. Ma come dicevo a molti tenori della loro epoca, anche in base alle esigenze del repertorio affrontato, gli estremi acuti non interessavano, indipendentemente da quanto fossero capaci di produrli.

Puoi trovare alcune considerazioni sulle registrazioni di Caruso in questo thread a partire dai post del 27 settembre 2012:
viewtopic.php?f=5&t=1022&hilit=enrico+caruso&start=30

In quest'altro thread ti consiglio di leggere il mio post del 19 febbraio 2011 e la risposta di Matteo Marazzi:
viewtopic.php?f=6&t=1046&p=15641&hilit=caruso+celeste+aida#p15641

[pbagnoli]

Credo anch'io che quello del "Cuius animam" sia un reb. Comunque è vero: la critica sugli acuti di Caruso è un punto forte dei suoi detrattori, ma io non l'ho mai trovata particolarmente fondata.
Martinelli aveva quella particolare fonazione a trombetta che è sempre stata la sua caratteristica; altri tenori, come D'Arkor o Escalais suonavano molto più "alti".
Caruso si è sempre giocato i suoi atouts in altre zone della voce.

Torniamo al "Cuius animam", qui proposto tagliatissimo (forse per esigenze di spazio sulla facciata del 78 giri):

Credo che la nota in cadenza sia proprio un re bemolle; nota bastardissima, tant'è vero che la fa maluccio.
Gigli, invece, se ne fotte e la omette:

Bjoerling invece non la omette: