Joyce DiDonato

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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Luca » dom 07 feb 2010, 13:18

In Youtube c'è la presentazione del disco con intervista alla Di Donato e a Muller (tutto in inglese), inoltre l'esecuzione del celebre e difficilissimo "D'Amor al dolce impero", nonché altri pezzi come il finale della Donna del lago. Da ciò che ho sentito, che dire? Sono d'accordo in linea di massima con il recensore (anche se avrei dato una stella in meno): la Di Donato, mi pare fine, gentle, di bella linea vocale, variazioni eleganti, ma tutto è misurato e direi 'mignon'. Manca la spettacolarità della coloratura rapida (con i conseguenti slanci) e, di conseguenza, anche certi ritmi (come nell'Armida) mi paiono più lenti rispetto ad altre esecuzioni anche in chiave di mezzosoprano (Valentini Terrani docet! Ma anche la von Stade: entrambe nel finale della Donna del lago). Credo che questo sia un difetto non trascurabile in quanto Rossini, per definire l'indole certi personaggi magici (Armida), oppure in stato di esaltazione (Elena) si serve di ritmi e scansioni elettrizzanti, qui di elettrizzante c'è poco. Solo belle, eleganti e buone maniere (che servono molto bene alla dimensione lirica, ma Rossini si ferma solo a questo?) unite anche ad una immagine molto graziosa della Di Donato.
Questo è un pò il mio parere complessivo.

Saluti domenicali.
Luca.
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Bertarido » dom 07 feb 2010, 18:01

Ho letto con grande interesse la recensione di Triboulet e, avendo sentito l'intero CD, mi trovo daccordo con lui parola su parola; per definire nel suo complesso l'incisione mi pare azzeccatissima l''immagine "di una giovane Rosina che ha indossato le scarpe della vecchia zia Colbran"; in effetti al momento il repertorio rossiniano d'elezione della Di Donato rimane quello comico con il ruolo di Angelina in testa; i ruoli Colbran necessiterebbero di una voce dotata di grande ampiezza nel registro centrale in modo da aggredire con cattiveria i passi melismatici; è anche vero che cantanti con tali caratteristiche in anni recenti se ne sono viste poche e quelle che hanno affrontato le varie Semiramidi e Pamire hanno optato per aggiustamenti in direzione sopranile giocando poi sul virtuosismo più mirabolante.
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Tucidide » mer 10 feb 2010, 15:23

Dopo un'attesa beckettiana, oggi mi è finalmente arrivato il CD!
Ho ascoltato alcuni brani, e per ora mi trovo abbastanza d'accordo con la recensione di Trib. Mi sono piaciuti sinora i brani più spianati ed elegiaci, Desdemona soprattutto, ma anche Anna Erisso, mentre ho trovato (e faccio parziale palinodia) un po' fiacca Armida, Semiramide. A metà strada Elisabetta ed Elena (bene nell'entrata, peggio nel rondò). Bisogna tuttavia dare atto alla Joyce di avere un ottimo senso del ritmo nei passi di coloratura, dove non perde quasi mai un colpo, ed una piacevole fantasia nelle variazioni, talvolta però un po' troppo pretenziose.
I problemi nel settore acuto, come suggeriva tempo fa il Marazzo, potrebbero anche costituire un intrigante tratto d'unione con quella che si presume fosse la vocalità della Colbran, ma la simpatica cantante del Kansas è a mio avviso assai lontana dal modello per carattere.
Voglio fare il fisognomico. La DiDonato è proprio come si presenta nella foto di copertina. Bionda, solare, simpatica, un bel po' yankee, ti immagini che tiri fuori da un momento all'altro una Colt da sotto il vestito generosamente scollato, come una Bad Girl. I panni della Musa, ispiratrice dei sensi e dell'arte, come dovette essere la Colbran per Rossini, non le si attagliano del tutto: ci gioca, è brava e può starci, ma non è il suo campo, almeno non del tutto.
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Milady » mer 10 feb 2010, 16:52

Carissimi,
ho esitato ,come le gru di Chichibio, prima di dare il mio parere sino a quando non ho visto che intenditori come Bertarido , Luca e Tuc ( ed altri) avanzavano sostanzialmente le stesse riserve che mi covavano in mente.
La definizione fornita da Triboulet e giustamente lodata da Bertarido è appropriatissima.
Le scarpe della Colbran stanno ora un po' troppo larghe a questa giovane e bella Rosina yankee.
Il CD in questione appartiene ad una mia amica che l'ha acquistato in America.
Me lo sono ascoltato e riascoltato per una mattina intera .
La Di Donato ha scelto romanze ormai note a tutti noi:una scelta rischiosa.
Infatti, io per prima ,ho certe interpretazioni storiche letteralmente scolpite nella mente.
La Di Donato canta benissimo,è duttile nelle agilità,è bella, simpatica, coinvolgente ,le note ci sono tutte ,come è stato notato da Triboulet,- e non starei troppo a sottilizzare su certe minime mende vocali- ma- ed è un ma grosso come una casa -,non ha l'unghiata della leonessa,dell'interprete geniale , ossia della cantante storica di grandissima personalità,come dicevo.
La grande Greca e la gran Sultana ce l'avevano, indipendentemente dallo stato di salute della loro voce : il loro carisma è ancor poggi ben percepibile.
Quando la Callas, dopo un secolo e mezzo, intonò "D'amor al doce impero", se la sua figura scenica ,per la regale autorità e gestualità,risultava assolutamente credibile nel ruolo della maga incantatrice,in barba ai molti kg in più e in barba ad una orribile parrucca che pareva di stoppa ed un lunghissimo trascico .ingombrante a dir poco - la voce che si irradiava dal palcoscenico non era quella di una creatura terrena , bensì quella di una creatura appartenente ad mondo superiore al nostro e totalmente diverso.
Cantò superando con superba "sprezzatura" le trascendentali difficoltà della pagina.
Tutti l'ascoltavamo totalmente catturati dalle sue magie vocali.
( Tra parentesi , tanti avevavo storto il naso: Ma che è quest'opera , quest'Armida? Roba da antiquariato . La metteranno in scena una o due volte e poi non se ne parla più , come tante altre anticaglie del Maggio.
Che mlirabile ungimiranza !)
Riascoltando alla radio la successiva interpretazione , fornita in occasione di un concerto Martini e Rossi, notai che la voce della Callas, secondo me, aveva una sorta di timbro tutto suo tutto ,particolare , simile a quello di uno strumento antico di secoli , che varcava le soglie del tempo per giungere sino a noi.
La Gran Sultana , regina per antonomasia, sfruttava con genialità le cosiddette pecche della sua voce . E il personaggio c'era tutto : lei era quel personaggio regale che era suo e solo suo.
La voce della Di Donato è un bellissima voce che sprizza salute da tutti i pori, come il suo bel volto freschissimo di seducente Calamity Jane : non possiede né magia , né regalità.
Col tempo , con quei mezzi vocali ,quella tecnica e l'esperienza, potrà cimentarsi con successo in questi ruoli su cui pesa l'ipoteca di interpreti dalla personalità travolgente.
Questo è tutto, secondo me.
Buon pomeriggio a tutti
da Milady
Milady
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Triboulet » mer 10 feb 2010, 17:48

Mi dispiace scrivere poco sul forum, non è un gran periodo...
Comunque, visti i pareri più o meno vicini al mio, sono curiosissimo di sentire le argomentazioni di Mat che, come già preannunciato, trova il disco non solo valido ma, per quel che ho inteso, rivoluzionario.
Ho detto altrove e più volte che non mi ritengo un nostalgico, spesso scarto interpretazioni unanimamente giudicate di riferimento solo perchè la MIA idea di quell'opera o di quel personaggio non si rispecchia nell'interpretazione del cantante.
Che la via "confidenziale" (non saprei come definirla) di alcuni ruoli Colbran sia una novità beh sì, ci può stare, ma secondo me non è una novità convincente. L'Armida della Fleming è, a mio avviso, un esempio di alternativa convincente, che ritengo grandiosa tanto quanto quella callasiana, per motivi differenti ovviamente, che sicuramente tengono in secondo conto l'opulenza vocale (dove la Maria ovviamente regna incontrastata). Eppure non la trovo stentorea, semmai torbidamente dominante. Da uomo, non riuscirei ad essere "schiavo" di una DiDonato... e qui mi riallaccio a quanto a detto Tuc:

Tucidide ha scritto:Voglio fare il fisognomico. La DiDonato è proprio come si presenta nella foto di copertina. Bionda, solare, simpatica, un bel po' yankee, ti immagini che tiri fuori da un momento all'altro una Colt da sotto il vestito generosamente scollato, come una Bad Girl. I panni della Musa, ispiratrice dei sensi e dell'arte, come dovette essere la Colbran per Rossini, non le si attagliano del tutto: ci gioca, è brava e può starci, ma non è il suo campo, almeno non del tutto.


Sai quel che penso? la storia della musa, dell'arte ecc. è la solita menata "idealizzatrice" che fa molto "Dante, Petrarca & co." : Chessygrin : Penso che la Colbran fosse semplicemente cantante carismatica con una certa carica di sensualità femminile (leggi: "che con l'arte non c'entra nulla") che non lasciò certo indifferente il Maestro... pensarla come una DiDonato dell'800 fa sorridere anche me, ma l'idea, e dico l'idea, di fare della DiDonato una versione della Colbran del nuovo millennio questo lo trovo azzeccato (e si badi bene che NON è la stessa cosa!). Il fatto è invece che la Joyce è una bella ragazzona stile "La Casa nella Prateria", allegra e solare col sorriso stampato a 45 denti e quindi, come hai detto tu, in quella foto di copertina (come pure nel disco) recita, e la cosa si vede.
Pensa invece alla Netrebko!! pensa alle sue foto... secondo me è quello il genere di "Musa dei giorni nostri", che pure doveva essere distante dal modello Colbran originale... non so se sono riuscito a spiegarmi.
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Tucidide » gio 11 feb 2010, 1:44

Triboulet ha scritto:Che la via "confidenziale" (non saprei come definirla) di alcuni ruoli Colbran sia una novità beh sì, ci può stare, ma secondo me non è una novità convincente. L'Armida della Fleming è, a mio avviso, un esempio di alternativa convincente, che ritengo grandiosa tanto quanto quella callasiana, per motivi differenti ovviamente, che sicuramente tengono in secondo conto l'opulenza vocale (dove la Maria ovviamente regna incontrastata). Eppure non la trovo stentorea, semmai torbidamente dominante.

Mmh... l'idea di una Fleming dominatrix non mi aveva mai sfiorato... : Chessygrin :
Trib, sei peggio di me! :D : Chessygrin :
Ad ogni modo, mi sembra che tu abbia perfettamente centrato il punto ed enucleato le peculiarità che rendono l'Armida della Fleming così singolare. Per altro, la signora ricanterà il ruolo fra un paio di mesi al Met, dopo quattordici anni dal suo ultimo incontro con la maga rossiniana. Già tremo... : Blink :

l'idea, e dico l'idea, di fare della DiDonato una versione della Colbran del nuovo millennio questo lo trovo azzeccato (e si badi bene che NON è la stessa cosa!). Il fatto è invece che la Joyce è una bella ragazzona stile "La Casa nella Prateria", allegra e solare col sorriso stampato a 45 denti e quindi, come hai detto tu, in quella foto di copertina (come pure nel disco) recita, e la cosa si vede.
Pensa invece alla Netrebko!! pensa alle sue foto... secondo me è quello il genere di "Musa dei giorni nostri", che pure doveva essere distante dal modello Colbran originale... non so se sono riuscito a spiegarmi.

Sì, ti sei spiegato benissimo. Però le affinità fra Colbran e Netrebko si fermano al lato "mondano". Vocalmente, la bella russa sarebbe del tutto inadeguata alle esigenze di questi ruoli, e anche intrepretativamente non mi sembra che possa esprimere i dissidi interiori di tali personaggi. La Netrebko è molto sana, molto pulita. In questo è come la DiDonato.
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Triboulet » gio 11 feb 2010, 16:19

Tucidide ha scritto:le affinità fra Colbran e Netrebko si fermano al lato "mondano". Vocalmente, la bella russa sarebbe del tutto inadeguata alle esigenze di questi ruoli, e anche intrepretativamente non mi sembra che possa esprimere i dissidi interiori di tali personaggi. La Netrebko è molto sana, molto pulita. In questo è come la DiDonato.


Ovviamente parlavo solo di estetica/presenza/magnetismo/tipo di femminilità, che secondo me è diversa da quella della DiDonato... per il resto non sono mica così "avanti" : Chessygrin :
La Netrebko deve lasciar perdere non solo Rossini ma pure tutto il belcanto romantico italiano... non è roba per lei, secondo me, quantomeno non è qualcosa che la valorizza, tutt'altro...

Tucidide ha scritto:Per altro, la signora ricanterà il ruolo fra un paio di mesi al Met, dopo quattordici anni dal suo ultimo incontro con la maga rossiniana. Già tremo... : Blink :


Io non vedo l'ora... : CoolGun :
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Riccardo » mar 24 ago 2010, 17:57

Il suo debutto in Adalgisa a Salisburgo è stato sensazionale, quasi da rubar la scena alla Gruberova...
Freschezza giovanile, facilità all'acuto, morbidezza di emissione. C'era tutto quanto volevamo sentire!

E' il secondo suo debutto che trovo veramente centrato, dopo la storica Donna del Lago di Ginevra.

Spero tanto continui così! Trovo sia una delle artiste più intelligenti di oggi.
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda Maugham » mer 25 ago 2010, 20:57

Riccardo ha scritto:Il suo debutto in Adalgisa a Salisburgo è stato sensazionale, quasi da rubar la scena alla Gruberova...


Adalgisa? :shock:
Certe volte ha ragione mia moglie... vivo nel mondo di Oz. :oops:
Da una letta veloce del programma del Festival pensavo debuttasse in Norma.
Sulla scia della Bartoli..... :roll:
Raccontaci
WSM
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Ivan: What do you mean?
Mae West: I'm intellectual and you are the opposite.
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda pbagnoli » sab 05 mar 2011, 15:39

Sto finendo l'ascolto del nuovo disco. Questa è la copertina:
Immagine
E questo è il programma:

1. Chérubin: Je suis gris! Je suis ivre!
2. Le Nozze di Figaro: Giunse alfin il omento...
3. Le Nozze di Figaro: Deh, vieni, non tardar
4. La Clemenza di Tito: Se mai senti spirarti sul volto
5. La Clemenza di Tito: Ecco il punto, o Vitellia
6. La Clemenza di Tito: Non più di fiori
7. Le Nozze di Figaro: Voi che sapete
8. Il Barbiere di Siviglia, '(The) Barber of Seville': Il barbiere di Siviglia: Contro un cor
9. Faust: Faites-lui mes aveux
10. La Damnation de Faust Op. 24: La Damnation de Faust: D'amour l'ardente flamme
11. Roméo et Juliette: Premiers transports que nul n'oublie
12. I Capuleti e i Montecchi: Ascolta! Se Romeo t'uccise un figlio.... - La tremenda ultrice spada
13. Cendrillon: Allez, laissez-moi seul.... Coeur sans amour, printemps sans roses
14. La Cenerentola: Nacqui all'affanno
15. Ariane: Ô frêle corps.... Chère Cypris
16. Ariadne auf Naxos: Seien wir wieder gut!

Che dire?
Il disco è entusiasmante.
Lei è assolutamente geniale, trascinante, vorticosa sin dal primo brano tratto dal Chérubin di Massenet.
Se proprio le devo fare un appunto, è su certe risonanze un po' troppo poitrinées allorquando scende troppo; forse per questo le si potrebbe preferire la Stignani :D . In compenso in alto il registro acuto è radioso, luminoso, una vera meraviglia.
Il dominio tecnico è superlativo, come si addice a una vocalista di rango superiore.
Presto farò un'analisi un po' più dettagliata del prodotto, ma intanto mi piacerebbe sapere se qualcuno l'ha ascoltato...
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda VGobbi » sab 05 mar 2011, 17:28

Ed a dirigere c'e' Kazushi Ono!!! E' vero che l'ho ascoltato una sola volta, precisamente nel Macbeth alla Scala ... ma mi sembrava di ascoltare questo lavoro la prima volta, talmente infinite erano le sue intuizioni musicali di bellezza indimenticabile.

Un disco che merita non solo per la Di Donato, ma anche per la presenza di uno dei direttori piu' sorprendenti che mi siano capitati di sentire, nella mia limitatissima esperienza di ascolti dal vivo.

Vedo che sto andando leggermente OT ... :oops:
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda pbagnoli » mer 09 mar 2011, 19:58

VGobbi ha scritto:
Vedo che sto andando leggermente OT ... :oops:

Sì, un'ideina, anche se hai ragione: l'accompagnamento di Ono è veramente di livello elevatissimo.

A parte Ono, sto ascoltando ancora questo disco.
E' molto interessante e se ne cava qualche idea importante:
:arrow: se cercate una voce da vero mezzosoprano, piena di armonici nel registro inferiore, la DiDonato non è la cantante che fa per voi. Da un certo punto di vista aveva ragione un pistola che avevo conosciuto all'Alcina di qualche anno fa al Conservatorio, il quale pistola aveva sentenziato che la DiDonato è un soprano. Sì, lo è, ma con quella anfotericità che era tipica della Jurinac, per esempio. Allorquando scende nel registro grave (per esempio nel Romeo dei Capuleti) deve inventare un tono farlocco che a me, personalmente, non piace nemmeno un po'. Lo stesso nel Non più di fiori
:arrow: nel repertorio francese è straordinaria e, fra un po', tutti dovranno fare i conti con questa cantante
:arrow: il suo Komponist dell'Arianna a Nasso è assolutamente outstanding!
:arrow: nel canto d'agilità (Rondò della Cenerentola, per esempio) è ancora un fenomeno

In conclusione, un gran bel disco che - secondo me - mette i paletti sulla vocalità della DiDonato fissandone il raggio d'azione per i prossimi anni. Il repertorio sopranile potenzialmente non mi sembra un problema; bisogna vedere cosa, però!
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda pbagnoli » sab 12 mar 2011, 19:44

Eccovi in home lo speciale che abbiamo dedicato a questo importante evento discografico!
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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda DottorMalatesta » gio 11 set 2014, 10:42

Ieri sera ho ascoltato, anche se un po´ distrattamente, l´ultimo CD di Joyce DiDonato intitolato “Stella di Napoli”. L´album contiene una serie di arie tratte da opere di compositori che gravitavano attorno alla città partenopea verso la metà dell´Ottocento (Pacini, Bellini, Carafa, Rossini, Mercadante, Donizetti, Valentini). Interessante pout-pourri (sebbene non sia particolarmente amante del genere), molto Bartoli-style (vi rimando alle mie considerazioni sull´influenza del fenomeno Bartoli nel marketing discografico nel thread dedicato alla cantante italiana), gradevole, molto ben cantato, molto ben interpretato.

http://joycedidonato.com/2014/09/01/stella-di-napoli-2/

L´avete ascoltato? Che ve ne pare?

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Re: Joyce DiDonato

Messaggioda pbagnoli » gio 11 set 2014, 16:15

Ancora no; se devo dire, vedendo il programma non mi attira particolarmente proprio per il suo apparente bartolismo.
Non escludo di ascoltarlo, prossimamente
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