Philippe Jarrousky

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Philippe Jarrousky

Messaggioda pbagnoli » gio 08 ott 2009, 15:34

Ho terminato l'ascolto (attento e meditato) del disco "Opium" del controtenore Philippe Jarrousky; la ragione dell'acquisto è stato il fatto di averne lette peste e corna.
Che dire?
Il disco è assemblato con estremo gusto, le melodie sono bellissime, l'accompagnamento musicale è eccezionale.
L'insieme è godibilissimo all'inizio, ma alla fine risulta un po' stucchevole.
Lui è molto bravo, ma la paletta dei colori di un falsettista è giocoforza un po' limitata, anche se lui è uno dei più bravi in questo campo.
Complessivamente un disco che non mi dispiace affatto di avere, ma la resa complessiva è quel ch'egl'è.

Voi che idea vi fate complessivamente di Jarrousky e dei falsettisti maschili in genere?
E' meglio la Bartoli nel florilegio di arie difficilissime incise per "Sacrificium", o l'ambiguità un po' anodina di un falsettista che si appropria di un repertorio come quello dei castrati?
E che dire se un falsettista va a cantare canzoni che, di solito, sono affidate a voci più classiche?
Ci sono ragioni storiche per un falsettista maschile? E' accettabile oggi la sua presenza nell'esecuzione del repertorio principalmente barocco (ma non solo)?
A parte tutto, mi è piaciuta l'introduzione al disco dello stesso Jarrousky che dice che il controtenore, oggi, non ha un vero e proprio repertorio "suo", per cui egli si sente autorizzato anche ad andare a sfrucugliare in altri repertori.
Trovo che abbia perfettamente ragione!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Philippe Jarrousky

Messaggioda VGobbi » gio 08 ott 2009, 18:39

E' una categoria che non ha motivo di esistere, se poi teniamo conto che cantano la maggior parte in un repertorio a me assai indigesto ... Mi riferisco, sia chiaro, ad un mio esclusivo parere personale.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Philippe Jarrousky

Messaggioda pbagnoli » gio 08 ott 2009, 21:15

Jarrousky mi ha detto di dirti di ringraziarti.
Mi dice anche di chiederti perché lui e i suoi colleghi non dovrebbero esistere...
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Re: Philippe Jarrousky

Messaggioda VGobbi » gio 08 ott 2009, 21:18

pbagnoli ha scritto:Jarrousky mi ha detto di dirti di ringraziarti.
Mi dice anche di chiederti perché lui e i suoi colleghi non dovrebbero esistere...

Perche' sono sordo e non si fa apprezzare. Va bene?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Philippe Jarrousky

Messaggioda pbagnoli » gio 08 ott 2009, 21:24

VGobbi ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Jarrousky mi ha detto di dirti di ringraziarti.
Mi dice anche di chiederti perché lui e i suoi colleghi non dovrebbero esistere...

Perche' sono sordo e non si fa apprezzare. Va bene?

Quanto al primo aspetto, secondo me puoi servirti della tecnologia a tua disposizione come con gli altri cantanti che ascolti abitualmente.
Quanto al secondo aspetto, credo che potresti spiegarcene meglio le ragioni, non credi?
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Re: Philippe Jarrousky

Messaggioda Tucidide » gio 08 ott 2009, 23:32

A me la categoria dei controtenori non dispiace affatto. Posso vantarmi di aver aperto tempo fa una discussione qui su OD che però non è stata sviluppata come meritava... : Fuck You : : Andry :
Su Jaroussky posso dire che l'ho sentito solo in registrazione, senza ricavarne impressioni straordinarie: bravo, per carità, molto preciso e musicale, ma anche un po' pallidino.
Sul fatto che cantino anche repertori non pensati per la loro vocalità, io credo che bisogna operarare dei distinguo.
Da una parte c'è un repertorio operistico pensato in origine per altre voci, castrati o donne, che viene effettivamente interpretato dai falsettisti in modo "abusivo". Io però ritengo che i generi cambino, quindi non mi scandalizzo di questo: sto ad ascoltare e valuto volta per volta. Posso però capire chi insorge contro un falsettista nel melodramma handeliano o, addirittura, in quello rossiniano. Ripeto: non è il mio modo di ragionare, ma è comprensibile ed ha una logica.
Dall'altro lato, non capisco perché prendersela con un falsettista che canta melodie, Lieder, arie da camera o romanze. Si tratta di composizioni vocali scritte per voci di vario tipo, un po' come le canzoni di musica leggera. Allora non c'era Lucio Battisti, non c'era Leonard Cohen, non c'era John Lennon, c'erano Schubert, Wolf, Tosti, Debussy eccetera.
Così come adesso può capitare di sentire "La canzone del sole" cantata da una voce profonda o da una acutissima, con i debiti trasporti di tono, così è possibile secondo me - e del tutto legittimo - sentire romanze da camera cantate da un falsettista, da un tenore, da un soprano, da un baritono, da un basso, insomma da chiunque abbia le capacità tecniche per dire qualcosa in queste pagine.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Philippe Jarrousky

Messaggioda Bertarido » ven 09 ott 2009, 11:50

In gioventù, fiero cellettiano, il mio atteggiamento nei confronti dei controtenori era fortemente critico; concordando con il “maestro” non potevo non convenire che la voce di falsetto nel repertorio barocco costituisse una sorta di ingiustificabile “monstrum”; eppure questa voce, alla fine degli Settanta, era considerata massima espressione della rinascita che stava vivendo, soprattutto nel nord Europa, la musica barocca. Era però in fondo un ben strano paradosso che proprio la filologia musicale mostrasse sì gran favore per la voce del controtenore, tanto distante da quella dei grandi castrati dell’epoca d’oro del belcanto. Ma mettendo per un attimo la filologia nel cassetto, è evidente che la voce di controtenore ebbe in quegli anni, che, non dimentichiamo, erano ancora pervasi da un forte senso di rinnovamento culturale, una indubbia rilevanza ideologica: era infatti considerata uno strumento, certo forse non molto ortodosso ma senza dubbio efficace e spiazzante, per ricondurre l’opera settecentesca nell’ambito che gli era proprio, o quanto meno più vicino all’originale, da cui ogni forma di realismo era bandita. In assenza dei castrati, elementi fondanti e massima espressione di quell’estetica, proprio la voce di controtenore era un mezzo senza dubbio efficace per ricreare quell’atmosfera rerafatta e così lontana dal melodramma borghese e suoi derivati. Ma c’è un altro motivo a mio avviso che rendeva questa tipo di voce così spiazzante e che, anche ora, non bisognerebbe mai mettere in secondo piano, all’origine da parte di molti del rifiuto mostrato verso questo tipo di canto. Mi riferisco alla forte ambiguità sessuale insista nella voce di falsetto: e, torno a dire, non è una caso che essa si sia diffusa proprio in anni in cui anche il movimento omosessuale stava facendo nel mondo i propri primi passi. Tutto questo certo non contribuisce a fare dei controtenori dei prodotti facilmente digeribili, soprattutto in Italia (e sui reali motivi ci sarebbe molto da discutere …). Io credo che ormai essi facciano parte stabilmente, e di diritto, della prassi musicale contemporanea e non ha più senso domandarsi se filologicamente siano giusti o meno. Ogni epoca introduce elementi nuovi nel fare musica: sicuramente un effetto dirompente lo ebbero i castrati nel Settecento. Altro discorso è se i controtenori siano o meno adeguati musicalmente, ma questo può valere per qualsiasi tipo di cantante e concerne le specifiche qualità di un artista. Confesso che la mia riluttanza a questa voce è stata in origine molto forte, dipesa però solo da giudizi prettamente tecnici e/o musicali. E’ indubbio che l’emissione in falsetto riduca la paletta espressiva e non è raro che la voce di controtenore risulti alla lunga noiosa (per me era un incubo la voce di James Bowman, artista che ebbe grande successo negli anni Settanta); ma l’ultima generazione di controtenori credo smentisca quest’assunto. Musicisti come David Daniels hanno infatti raggiunto una pienezza espressiva ammirevole (da ricordare la sua grande interpretazione di Didimo nella “leggendaria” Theodora di Peter Sellars) e non sono pochi i suoi colleghi sulla stessa strada. Tra questi citerei anche il divo francese Jaroussky (perché di divo si tratta con foto, nei negozi di dischi di tutta la Francia, degni di una rock-star). Per cui ben venga se si cimenta in un repertorio “tradizionalmente” precluso ai controtenori. Prima di concludere volevo menzionare il controtenore Yuriy Mynenko, finalista del concorso BBC Cardiff Singer of the World, (lo trovate su you-tube); voce esaltante e veramente fuori dall’ordinario, forse, tra tutte quelle ascoltate finora, per fermezza di suono e volume, soprattutto nel registro acuto, più vicine a quella che doveva essere la vocalità dei castrati (ho ascoltato anch’io il CD della Bartoli: pur essendo un suo fan, devo dire che non mi ha convinto del tutto: magari se ne riparla nel thread destinato).
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Re: Philippe Jarrousky

Messaggioda Tucidide » ven 09 ott 2009, 15:52

Bertarido ha scritto:Ma c’è un altro motivo a mio avviso che rendeva questa tipo di voce così spiazzante e che, anche ora, non bisognerebbe mai mettere in secondo piano, all’origine da parte di molti del rifiuto mostrato verso questo tipo di canto. Mi riferisco alla forte ambiguità sessuale insista nella voce di falsetto: e, torno a dire, non è una caso che essa si sia diffusa proprio in anni in cui anche il movimento omosessuale stava facendo nel mondo i propri primi passi.

Questa è una notazione che mi pare interessante, e che interpreta la diffusione dei controtenori anche alla luce dell'evoluzione della società.

Prima di concludere volevo menzionare il controtenore Yuriy Mynenko, finalista del concorso BBC Cardiff Singer of the World, (lo trovate su you-tube); voce esaltante e veramente fuori dall’ordinario, forse, tra tutte quelle ascoltate finora, per fermezza di suono e volume, soprattutto nel registro acuto, più vicine a quella che doveva essere la vocalità dei castrati

Sì!!! E' veramente bravo! :shock:
Se ne è parlato anche qui, poco dopo la sua partecipazione al concorso BBC.

(ho ascoltato anch’io il CD della Bartoli: pur essendo un suo fan, devo dire che non mi ha convinto del tutto: magari se ne riparla nel thread destinato).

Sì, volentieri! Si tratta di un disco sicuramente interessante, e mi interessa sentire tanti pareri.
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