Siegfried Jerusalem

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Siegfried Jerusalem

Messaggioda pbagnoli » mer 05 ott 2011, 16:46

In questi giorni un po' convulsi mi sto riascoltando il Tristan di Barenboim (Teldec) con un cast di tutto rispetto e fra i più omogenei della storia recente del disco non solo wagneriano: Waltraud Meier, Siegfried Jerusalem, Falck Struckmann, Matti Salminen e Marjana Lipovsek.
E' proprio di Jerusalem che vorrei parlarvi, perché è un argomento che abbiamo toccato varie volte nelle nostre disquisizioni wagneriane e mi sembra interessante.
Un bel declamatore ma con formazione vocalistica: in gioventù era stato anche Tamino.
L'impasto vocale è molto virile senza essere gutturale e monocorde; inoltre è ricco di armonici e di una bella smaltatura nel settore acuto.
L'interprete non è mai banale; direi anzi che nel panorama degli heldentenor wagneriani degli ultimi trent'anni si staglia nettamente per il modo in cui ha affrontato e diversificato i vari personaggi. Come Siegfried è stato addirittura probabilmente l'ultimo degno di tal nome a Bayreuth.
Come Tristan è semplicemente perfetto: sereno e virile, e allo stesso tempo ricco di affettuosa e calda umanità. Oltre a tutto non è messo in difficoltà nemmeno dal terribile terzo atto, affrontanto con nobile e pensosa malinconia.
Vi propongo adesso una carrellata di ascolti tratti dal celeberrimo allestimento di Bayreuth di Heiner Muller; la direzione è quella di Barenboim che accompagna quasi con amore i due protagonisti:



"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Siegfried Jerusalem

Messaggioda VGobbi » gio 06 ott 2011, 22:47

Sai ... Jerusalem non l'ho mai amato come Araiza. Entrambi tenori sui generis, dalla vocalità non dico banale ma sicuramente non spiccata o perfettamente riconoscibile, oltre che interpreti decisamente non magnetici.

Ma se per Araiza il mio giudizio mai e' cambiato, discorso diverso per Jerusalem ... il colpo di fulmine e' stato sopra tutto il suo Siegfried (incisione Teldec con la direzione di Barenboim). Dizione eccellente, ruolo affrontato con baldanza nella scena della forgiatura della spada, ma con altrettanta serena pensosità nei bellissimi monologhi e nel finale d'opera, il temibilissimo duetto con la Brunhilde, Jerusalem e' uno dei pochissimi Siegfried che non soccombe per stanchezza od inadeguatezza dei mezzi vocali. Certo, una cosa non si può negare. Se la sua voce e' sottoposta a sforzi, e' percebile il vibrato nelle zone acute, mostrando una saldezza sempre meno ferma con il passare degli anni, ma sicuramente e' stato uno degli ultimi heldentenor che ha lasciato il segno.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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