Vittorio Grigolo

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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Maugham » lun 27 giu 2011, 18:30

beckmesser ha scritto:Io non vedo molto in comunie con Licitra, Alvarez e compagnia bella (o brutta, dipende dai punti di vista...). Questi sì sono veramente tenori vecchio stampo, di quelli che pensano solo ad emettere in un qualche modo la voce, disinteressati a tutto ciò che accade intorno a loro se non per quel tanto che possa servire a glorificare la loro tenorilità. Grigolo, da quel che ho visto, non è così: sarà elementare, ruspante, facile nell'approccio, ma ha una concezione del teatro d'opera un filo più evoluta... È interessato all'aspetto teatrale (persino troppo a volte, andando spesso sopra le righe), è interessato al contesto dello spettacolo, si mette in gioco: poi è chiaro, non ci si può aspettare da lui consapevolezza delle scelte, profondità e originalità, però almeno ci prova... Fermo restando mezzi (sia naturali che tecnici) che, seppure non fuori dal comune, sono comunque notevoli.



Non riesco ad essere d'accordo con te. Premetto però che Grigolo l'ho visto/sentito dal vivo solo nel Roméo scaligero. A me è sembrato proprio un tenore vecchio stampo, con un fisico più prestante di Alvarez ma con la stessa genericità buona un po' per tutti gli usi. Un tenore da centro commerciale però con mezzi ottimi e ancora integri e quindi giustamente (sottolineo giustamente per lui) salutato da ovazioni circensi. Magari fosse andato sopra le righe come hai visto a Londra! Il fraseggio era di una monotonia sconcertante, i colori pochi e gli acuti presi con la rincorsa così come fanno ed hanno sempre fatto tutti i tenori scavalcamontagne.
Però forse sbaglio e magari verrò tacciato di snobismo.
Comunque sostengo che Grigolo fa benissimo a fare quello che fa e che se fossi in lui ma ne fregherei di non essere un tenore per palati fini finchè ho mezzo mondo ai miei piedi. Io personalemnte non me ne occuperò più di tanto ma penso che non sarà un problema. :)
Quello che mi ha sorpreso è stato l'atteggiamento del pubblico.
Di quel pubblico che ha fatto le bucce a Kaufmann e fischia i divi d'Oltralpe (al punto che questi sono terrorizzati, così dicono, a debuttare alla Scala), ma che poi, di fronte a un bel faccino che spara qualche cannonata si inchina felice e commosso. Forse la Scala in realtà è più facile di quel che si crede.
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda beckmesser » lun 27 giu 2011, 19:39

Maugham ha scritto:Quello che mi ha sorpreso è stato l'atteggiamento del pubblico.
Di quel pubblico che ha fatto le bucce a Kaufmann e fischia i divi d'Oltralpe (al punto che questi sono terrorizzati, così dicono, a debuttare alla Scala), ma che poi, di fronte a un bel faccino che spara qualche cannonata si inchina felice e commosso. Forse la Scala in realtà è più facile di quel che si crede.


Io avevo avuto la stessa reazione a Londra per Manon. Quel pubblico, che pure sembra aver capito Kaufmann senza troppi problemi, avendo sentito per un paio d'ore una Netrebko stratosferica, decide di concederle un buon successo ma di riservare un trionfo ben superiore ad un non più che discreto Des Grieux. Perché?

Sinceramente non me lo spiego razionalmente, se non avanzando la mia personale reazione: io, come tutto quel pubblico, gli ho creduto. Sul momento ti convince, perché parla un linguaggio che ho riconosciuto contemporaneo, al contrario di quel che avviene con Alvarez. Magari la versione più semplice, banale, esteriore di "contemporaneità", ma comunque non l'imitazione di un vecchio stile. A me il Grande Fratello interessa poco o niente, ma meglio comunque il Grande Fratello delle stanche imitazioni attuali di certi show del sabato sera anni '60...

Ma forse, come tu giudichi solo da un Roméo che (registicamente) mi par di capire mediocre, io lo giudico da uno spettacolo che (pur se sottotono) era pur sempre di Pelly, e questo può aver influito...

Saluti,

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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Maugham » lun 27 giu 2011, 20:31

beckmesser ha scritto:Sinceramente non me lo spiego razionalmente, se non avanzando la mia personale reazione: io, come tutto quel pubblico, gli ho creduto. Sul momento ti convince, perché parla un linguaggio che ho riconosciuto contemporaneo, al contrario di quel che avviene con Alvarez. Magari la versione più semplice, banale, esteriore di "contemporaneità", ma comunque non l'imitazione di un vecchio stile. A me il Grande Fratello interessa poco o niente, ma meglio comunque il Grande Fratello delle stanche imitazioni attuali di certi show del sabato sera anni '60...


Okay, ci sto.
Fermo restando la soggettività del coinvolgimento. Per certuni Grigolo è l'emblema della verità (in senso teatrale, ovviamente) mentre per altri no.
Io penso che il sorpasso londinese sulla Netrebko (testimoniato anche da marco) sia da cercare anche in questo:
ora abbiamo un versante femminile molto nutrito che parla e si esprime - a diversi livelli- secondo i codici della contemporaneità.
Dessay, Netrebko, Damrau, Ernman, Westbroek, Stemme, Kasarova, Opolais...
Tra gli uomini la situazione è più grama. Parlo di cantanti che battano il grande repertorio e siano presenti in tutti i grandi teatri.
Pochi, vero, rispetto alle donne?
Forse l'arrivo di Grigolo- con quel quid che tu descrivi così bene, di verità da soap-opera- è stato come una folgore.
Il tenore che in molti aspettavano.
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda pbagnoli » lun 27 giu 2011, 21:24

Maugham ha scritto:
Forse l'arrivo di Grigolo- con quel quid che tu descrivi così bene, di verità da soap-opera- è stato come una folgore.
Il tenore che in molti aspettavano.
WSM

Ma sì, in fondo perché no?
Non è che Kaufmann si possa far carico di tutto.
C'è spazio per i dolori del giovane Kaufmann e per l'estroversione estetizzante di Grigolo.
Il problema è che - a prescindere dagli àmbiti - Grigolo non vale Kaufmann: e quindi sì, è vero, hai ragione: c'è una netta dicotomia fra la varietà offerta dalle donne e gli uomini
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Tucidide » lun 27 giu 2011, 22:50

beckmesser ha scritto:A me il Grande Fratello interessa poco o niente, ma meglio comunque il Grande Fratello delle stanche imitazioni attuali di certi show del sabato sera anni '60...

Posso dirlo? Uno dei motivi per cui leggo e frequento OD è perché solo qui leggo affermazioni così coraggiosamente fuori dalla grigia intellettualitaglia (bello il neologismo, eh? :mrgreen: ) che si sente in giro. : Thumbup :

Per il resto, mi pare che il discorso non sia impostato sul versante musicale.
Grigolo, da quel che ho capito, vale per doti timbriche, sceniche ed estetiche. Ha un'ottima voce, è credibile, è il bravo ragazzo con i bermuda e la maglietta, che non disdegna di mostrare la tartaruga per la gioia delle girls, è spigliato e agile in scena. Però canta in modo generico, strappacore, alterna sparate cannonare a falsettini da crooner, il tutto seguendo uno schema trito e ritrito.
Se è così, al momento NON mi interessa. Anche da una stragnocca (una a caso: la Machaidze :mrgreen: ) io pretendo comunque un talento espressivo VOCALE e MUSICALE, che nel suo caso non è purtroppo espresso al massimo per questioni tecniche irrisolte, ma è anni luce superiore a Grigolo (o forse è uguale, ma io apprezzo di più il genere Machaidze :mrgreen: ).
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda MatMarazzi » mar 28 giu 2011, 15:32

Maugham ha scritto:Okay, ci sto.
Fermo restando la soggettività del coinvolgimento. Per certuni Grigolo è l'emblema della verità (in senso teatrale, ovviamente) mentre per altri no.
Io penso che il sorpasso londinese sulla Netrebko (testimoniato anche da marco) sia da cercare anche in questo:
ora abbiamo un versante femminile molto nutrito che parla e si esprime - a diversi livelli- secondo i codici della contemporaneità.
Dessay, Netrebko, Damrau, Ernman, Westbroek, Stemme, Kasarova, Opolais...
Tra gli uomini la situazione è più grama. Parlo di cantanti che battano il grande repertorio e siano presenti in tutti i grandi teatri.
Pochi, vero, rispetto alle donne?
Forse l'arrivo di Grigolo- con quel quid che tu descrivi così bene, di verità da soap-opera- è stato come una folgore.
Il tenore che in molti aspettavano.
WSM


Io non parlerei di folgore, nè di innovazione "linguistica" (sia pure da soap opera), quanto dell'efficace risposta aelle aspettative del grande pubblico.
Ci sono persone che studiano, investigano, prevedono le aspettative del pubblico; è il loro mestiere (vale anche per i sondaggisti dei politici).
Poi, raccolti gli elementi, si mettono a tavolino, sintetizzano i dati, fanno le loro belle selezioni e... voilà... ecco il prodotto!

Come credi che nascano le grandi modelle o i divi di holliwood? O come vengono selezionati i partecipanti dei reality?
Per il loro genio? L'espressività? No... nascono dal fatto di possedere un certo numero di caratteristiche che gli operatori del marketing hanno giudicato in sintonia con le aspettative del grande pubblico.
Non è un mestiere da disprezzare, tutt'altro! E' un mestiere importante, perché poi saranno loro, queste modelle, questi divi di Holliwood, questi partecipanti dei reality a muovere gigantesche somme di denaro, che a loro volta daranno lavoro a tanta, tanta gente.

NOn perderei troppo tempo a domandarmi quali siano i segreti dell'espressività di Grigolo: la faccia è (da sondaggi) giusta, il timbro pure, il repertorio pure, la gestualità pure...
Se avessero potuto farlo al Computer l'avrebbero fatto così (e senza alcun bisogno di scannarsi per metterci dentro i cromatismi di Kaufmann, la personalità di Cutler, la musicalità di Letiphuu, le agilità di Florez; allo stesso modo nessuno metterebbe l'espressività di De Niro in un candidato del Grande Fratello).

Per quanto riguarda noi appassionati (che non siamo il "grande pubblico" ma una sua ristretta frazione) è inutile lanciare anatemi - tutt'al più lamentare cattive scelte di repertorio. Ci basta saper distinguere fra un prodotto di questo tipo e il vero "artista", che non si valuta per come "è", ma per cosa "fa".

Nell'Opera, come nel cinema, c'è bisogno di tutti: dei veri artisti come dei "calamita-masse".

Salutoni,
Mat

PS: per altro non è escluso che qualcuno divenuto celebre in quanto "calamita-masse" possa divenire un artista! IL mondo del cinema ce ne offre la prova quotidianamente.
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Tucidide » mar 28 giu 2011, 17:41

MatMarazzi ha scritto:PS: per altro non è escluso che qualcuno divenuto celebre in quanto "calamita-masse" possa divenire un artista! IL mondo del cinema ce ne offre la prova quotidianamente.

E noi ce l'auguriamo!
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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