Damiano Michieletto

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Damiano Michieletto

Messaggioda Pruun » gio 20 ago 2009, 16:28

A chi piace?
A me moltissimo. Dopo la Gazza, Entfuhrung, stralci del Roméo (l'unico che non ho visto dal vivo) e Scala di Seta a me pare il più promettente nome italiano di oggi. Voi che ne pensate?
Appena torno dal lavoro vi posto un po' di mie impressioni...
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda Tucidide » gio 20 ago 2009, 16:45

Pruun ha scritto:A chi piace?
A me moltissimo. Dopo la Gazza, Entfuhrung, stralci del Roméo (l'unico che non ho visto dal vivo) e Scala di Seta a me pare il più promettente nome italiano di oggi. Voi che ne pensate?
Appena torno dal lavoro vi posto un po' di mie impressioni...

Io ho visto solo i due spettacoli pesaresi, ma secondo me Michieletto è un grande!
La Scala di Seta è stata portentosa! Ho riso come un deficiente. :mrgreen: :oops:
A mio modo di vedere non si tratta di un regista sconvolgente e davvero innovativo, ma ha pregi fondamentali per uno che fa il suo mestiere.
Innanzitutto, sa narrare in maniera sicurissima, cosicché non annoia mai.
In secondo luogo, anche quando rimesta idee non originali o già viste, sa sempre come inserirle in modo che diano colore o semplicemente servano alla narrazione.
Nella Scala di seta pesarese si è servito di idee che non erano del tutto farina del suo sacco, al punto che anche un barbaro ignorante come una capra come me in materia di regia d'opera è riuscito ad accorgersene.
Quando Bordogna (che idea vestirlo come l'Ariel di Marco Marzocca "da giovidì a giovidì, una settimana da signò"!!!) cantava la sua aria stirando i panni, mi è venuta in mente la Dessay che sbuccia le patate nella Fille di Pelly.
Giulia (che gran tocco di... la Peretyatko :shock: :mrgreen: ) in versione "ragazza moderna" con l'iPod è idea simile a tante altre (non ultima la Norina del recente Don Pasquale di Antoniozzi a Bologna).
Le gag mimate "a parte", durate le arie o gli assieme possono essere un debito nei confronti di Dario Fo e delle sue regie rossiniane, specialmente l'Italiana.
Però, il tutto funziona, e funziona meravigliosamente bene, tanto che il pubblico, me compreso, rideva di gusto.
Poi si potranno dire tante cose: il canto non era eccezionale, anzi in più casi mediocre, ma alla fine quasi non te ne accorgevi, tanto l'attenzione era calamitata dalla regia.
Sì, Pruun, hai proprio ragione. Anzi, Michieletto è ben più di una promessa. E' una realtà! :wink:
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda Pruun » ven 21 ago 2009, 8:39

Tucidide ha colto il punto: non è la novità delle idee il punto di forza di Michieletto, ma come sa organizzarle in spettacoli sempre coinvolgenti.
GAZZA LADRA--> qui mi conquistò. Ho sempre reputato l'opera semiseria come difficilissima da allestire, perché corre il rischio di essere o troppo 'seriosa', appunto, o troppo incline alla buffoneria. Michieletto immaginava la trama come il sogno di una bambina, trasportata nel mondo dei suoi giochi. Allora la levità e lapesantezza con cui si raccontavano la gioia e il dolore assumevano tutto un altro significato: non so spiegarmi. Quando nel I atto la gazza ruba la posata è la bimba a farlo, presumibilmente inconsapevole delle conseguenze del suo atto: durante il grande largo del Finale I tenterà invano di riportarlo al suo posto, capendo come, se si fa un'azione sbagliata, non basta rimettere tutto a posto ma sarà necessario assumersi le proprie responsabilità. E l'apertura del secondo atto, con il palcoscenico invaso dall'acqua, richiamava veramente l'idea che, quando un bimbo sta male, sembra che tutto il mondo pianga con lui... boh, forse son stato retorico, non so se mi son fatto capire.
ROMEO ET JULIETTE--> Non l'ho visto a teatro, ma dagli spezzoni su youtube mi pare notevole nell'ambientazione anni'80. Poi l'aambientazione serve per creare una storia densa di icone giovanilistiche e colorate e, devo dire, mi sta bene, ma vorrei vederlo, però.
ENTFUHRUNG--> Ambientato su uno yacht perso nel Mediterraneo... e già l'idea di una 'prigione' da cui non si può fuggire viene data con molta forza. In alcuni momenti mi pare che Michielietto si sia ispirato all'iconografia di certe telenovele glamour... penso all'aria di Konstanze, con la Archibald che, malinconicissima e bellissima, passeggiava sullo yacht stagliato nel tramonto; in altri al cinema d'azione: Marten allen Arten veniva spostata al III atto e trasformata in una crudele roulette russa di Selim con i suoi prigionieri... musicalmente sono sempre un po' contrario a questi interventi, ma teatralmente la scena era di grande forza.
SCALA DI SETA--> Se Carsen ha reso la Poppea un blockbuster Michieletto ha reso la farsa rossiniana una sit-com delle più divertenti. Senza ripetere quello che ha benissimo detto Tuc aggiungo che lo spettacolo era talmente coinvolgente da assorbire molte falle musicali, senza contare che la Sinfonia, con i mobili portati in scena e messi nel posto sbagliato, mi sembrava rappresentare meravigliosamente bene il senso della 'follia organizzata' rossiniana.

Salutoni e scusate se è un po' confuso il tutto :shock:
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda pbagnoli » sab 22 ago 2009, 14:03

Io non ho mai visto suoi spettacoli.
Aspettiamo che torni quello là da Bregenz: magari lui ha visto qualcosa...
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda Tucidide » dom 23 ago 2009, 20:36

pbagnoli ha scritto:Io non ho mai visto suoi spettacoli.

Non hai veduto qualche cosa di bello, caro il mio Leporello. :mrgreen:
Trovo molto puntuale e condivido la disamina di Pruun della sua bellissima Gazza ladra (che ho visto dal vivo due volte, e tre o quattro volte in DVD).
Dovrebbe essergli affidato il Sigismondo al prossimo ROF. Sono proprio curioso di vederlo alle prese con l'opera seria. :wink:
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda beckmesser » gio 27 ago 2009, 13:40

Pruun ha scritto:a me pare il più promettente nome italiano di oggi


Concordo che, probabilmente, è uno dei più dotati fra gli italiani. Il problema è che… non è un gran complimento, dato l’orizzonte.

Io ho visto solo (in teatro e in dvd) la Gazza pesarese, per cui può darsi che le cose siano migliorate, ma quello spettacolo a me fatto in…nervosire parecchio. È il solito problema: una bellissima idea di fondo, che consente una bella, bellissima cornice, ma il quadro manca completamente. L’idea dell’opera vista come sogno della bambina è notevole e particolarmente adatta ad un’opera come la Gazza, ma il tutto a quell’idea si limita: gli altri si limitano a fare una normalissima Gazza ladra (anzi, una normalissima qualsiasi opera italiana dell’800). Durante le arie, tutti faccia al pubblico e braccia stese, salvo le solite passeggiate verso una quinta (o verso il fondale) durante i passaggi orchestrali a metà di una cabaletta. Durante i concertati, tutti fermi immobili, salvo qualche mimo a fare un po’ di casino. Non c’è nulla che leghi l’idea di fondo alle azioni dei personaggi, se non in qualche momento sporadico. Secondo me: è troppo comodo. Se fornisci una chiave di lettura originale, poi devi essere in grado di far tornare i conti durante tutta l’opera, non solo in qualche momento dove la gag viene più facile. Ogni movimento deve far parte di un tutto organico e coerente, deve nascere da e integrarsi con ogni singolo inciso melodico e ritmico. Il regista deve saper gestire tutti gli snodi drammatici della vicenda, non solo quelli che si prestano alla sua idea di fondo (in quella Gazza il citato finale primo, con la bambina che cerca di restituire il cucchiaio, funziona bene, ma, ad esempio, tutta la scena del tribunale è uno strazio).

In fondo, è lo stesso problema che è stato evidenziato con la Zelmira di Corsetti (salvo che lì non c’era nemmeno la cornice interessante: non c’era proprio nulla…) e che, purtroppo, vale per gran parte dei registi italiani: l’idea che mettere in piedi uno spettacolo significhi solo trovare un’idea di fondo (scenografica, interpretativa, simbolica o vattelappesca), e poi i cantanti facciano un po’quel che pare loro…

Poi, sono d’accordo: quella Gazza è uno spettacolo piacevole, ma qualsiasi paragone con qualcuno dei veri giganti della regia attuale non credo si ponga neppure in fotografia. Purtroppo.

Saluti,

Beck
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda Tucidide » gio 27 ago 2009, 23:52

beckmesser ha scritto:Io ho visto solo (in teatro e in dvd) la Gazza pesarese, per cui può darsi che le cose siano migliorate, ma quello spettacolo a me fatto in…nervosire parecchio. È il solito problema: una bellissima idea di fondo, che consente una bella, bellissima cornice, ma il quadro manca completamente. L’idea dell’opera vista come sogno della bambina è notevole e particolarmente adatta ad un’opera come la Gazza, ma il tutto a quell’idea si limita: gli altri si limitano a fare una normalissima Gazza ladra (anzi, una normalissima qualsiasi opera italiana dell’800). Durante le arie, tutti faccia al pubblico e braccia stese, salvo le solite passeggiate verso una quinta (o verso il fondale) durante i passaggi orchestrali a metà di una cabaletta. Durante i concertati, tutti fermi immobili, salvo qualche mimo a fare un po’ di casino. Non c’è nulla che leghi l’idea di fondo alle azioni dei personaggi, se non in qualche momento sporadico. Secondo me: è troppo comodo. Se fornisci una chiave di lettura originale, poi devi essere in grado di far tornare i conti durante tutta l’opera, non solo in qualche momento dove la gag viene più facile. Ogni movimento deve far parte di un tutto organico e coerente, deve nascere da e integrarsi con ogni singolo inciso melodico e ritmico. Il regista deve saper gestire tutti gli snodi drammatici della vicenda, non solo quelli che si prestano alla sua idea di fondo (in quella Gazza il citato finale primo, con la bambina che cerca di restituire il cucchiaio, funziona bene, ma, ad esempio, tutta la scena del tribunale è uno strazio).

In fondo, è lo stesso problema che è stato evidenziato con la Zelmira di Corsetti (salvo che lì non c’era nemmeno la cornice interessante: non c’era proprio nulla…) e che, purtroppo, vale per gran parte dei registi italiani: l’idea che mettere in piedi uno spettacolo significhi solo trovare un’idea di fondo (scenografica, interpretativa, simbolica o vattelappesca), e poi i cantanti facciano un po’quel che pare loro…

Sulla Gazza pesarese, di cui è in commercio il DVD, io farei qualche distinguo. Pertusi ed Esposito, a mio modo di vedere, riescono a far "passare" i loro personaggi in modo molto pregnante e personale. L'idea di un Podestà giovanile ed energico, vestito come il Morpheus di Matrix è molto divertente.
Korchak e la Cantarero, in effetti, sono convenzionali e assai poco significativi (e il loro canto era forse il più debole).
Ad ogni modo, nella recente Scala di seta, Michieletto mi è paro migliorato da questo punto di vista. E' riuscito anche nell'impresa di far dimenticare la stazza tutt'altro che trascurabile di Zapata (purtroppo non la sua imbarazzante prova vocale :( ) e gli ha estorto anche una recitazione spigliata, credibile e gradevole.
E' vero che una farsa rossiniana di un'ora e mezza è più facile da gestire di un'opera semiseria di tre ore come la Gazza, dove occorre trovare l'equilibrio fra le scene drammatiche, quelle comiche e quelle patetiche; tuttavia, io ho trovato il lavoro registico di Michieletto nella Scala decisamente più convincente che nella Gazza. L'idea di fondo era forse meno originale, e si limitava ad una giustapposizione di "tipi", ma l'affiatamento degli attori-cantanti era notevolissimo.
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda Tucidide » dom 10 gen 2010, 1:51

Di ritorno dal Barbiere di SIviglia di Ravenna, devo dire che la regia di Michieletto mi ha molto, ma molto deluso. Non ho trovato quasi nessuna delle scene divertenti e spiritose delle due precedenti regie rossiniane da me viste; ho viceversa percepito una mancanza di idee abbastanza pronunciata, specialmente nel I atto, davvero di una noia mortifera. La Sinfonia poi, che sia nella Gazza sia nella Scala era stata gestita in modo strepitoso e perfettamente coerente con l'azione teatrale successiva, in questo Barbiere sembrava davvero buttata lì senza una ragione.
Meglio il II atto, con qualche scena divertente, qualcuna persino al livello del miglior Michieletto (la scena della lezione e "Buona sera, mio signore"). La resa dei personaggi è stata molto, troppo anonima: conte ben vestito ed elegante, Rosina carina e spigliata, Figaro grezzo e simpaticone, Bartolo panzone; simpatica l'idea di fare un Don Basili(sc)o truccato e vestito da viscido rettile verde.
Ma in complesso, una regia molto anonima, qua e là raccogliticcia come nella Scala di seta, ma senza quel qualcosa che rendeva quest'ultima teatralissima. Sull'esecuzione musicale e vocale, il tacere è bello.
Ho intravisto, prima dello spettacolo, Maugham. Aspetto da lui il resto degli strali... : Cowboy :
Staremo a vedere il Sigismondo di Pesaro.
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda Maugham » dom 10 gen 2010, 10:51

Tucidide ha scritto:Ho intravisto, prima dello spettacolo, Maugham. Aspetto da lui il resto degli strali... : Cowboy :
Staremo a vedere il Sigismondo di Pesaro.


Hai già detto bene. Non aggiungo altro. Se non l'irritazione derivata dal vedere la lezione Carsen così malamente digerita.
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Re: Damiano Michieletto

Messaggioda Pruun » lun 11 gen 2010, 17:09

Però questo Barbiere è vecchio, di qualche annetto fa se non sbaglio
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"Il corsaro" di Michieletto

Messaggioda mirko » sab 23 gen 2010, 22:55

Si quel Barbiere è uno spettacolo del 2005....
Chi ha visto invece l'ultima regia di Michieletto, "Il corsaro" a Zurigo? Ne ho sentito parlare molto bene e qui c'è un link spettacolare...
http://www.youtube.com/watch?v=cajLoFaTexA
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Re: "Il corsaro" di Michieletto

Messaggioda MatMarazzi » lun 01 feb 2010, 0:52

mirko ha scritto:Si quel Barbiere è uno spettacolo del 2005....
Chi ha visto invece l'ultima regia di Michieletto, "Il corsaro" a Zurigo? Ne ho sentito parlare molto bene e qui c'è un link spettacolare...
http://www.youtube.com/watch?v=cajLoFaTexA


Veramente non ne ho ancora avuto notizie.
Certo... dal link si vedono letti onnipresenti, acqua, fiamme... insomma l'ormai noto armamentario carseniano.
Lo aspettiamo nel Don Giovanni, questo Michieletto... dato che la Fenice, in modo abbastanza audace per me, ha voluto affidargli.

Salutoni a Mirko e grazie del link.
Mat
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Re: Damiano Michieletto - Butterfly

Messaggioda Riccardo » mer 10 nov 2010, 15:50

Un thread su probabilmente l'unico registra nostrano di un certo interesse, e che opera attivamente anche oltralpe, penso meriti di essere ravvivato.

Si è già parlato in altri thread dei meriti di Michieletto nel dare vita nell'oggi ai meccanismi della comicità rossiniana (penso in particolare alla Scala di seta a Pesaro, al Barbiere di Ginevra).

Il Sigismondo è stata invece una riuscita molto parziale, simile secondo me in questo alla pur decantata Gazza ladra. E vale perfettamente l'osservazione di Beckmesser: le belle idee devono funzionare dall'inizio alla fine con coerenza e pertinenza. Il manicomio nel Sigismondo funzionava come soluzione iniziale d'impatto, ma poi perdeva smalto e semplicemente non reggeva il tempo dell'opera. Tant'è che per tutto il secondo atto Michieletto di manicomio e pazzie realistiche se n'è del tutto infischiato.

Don Giovanni non l'ho visto ma ne ho sentito dire bene.

In questi giorni è in scena a Torino la sua Butterfly, che secondo me si annuncia interessante.

I meriti di questo regista secondo me si concentrano nella capacità di creare un impianto scenico sempre essenziale ma ricco, rifinito, chiaro, secondo strutture che gratificano in ogni gesto il pulsare della musica. Quando questo avviene sulla base di un testo comico che scruta nell'immediato le pieghe più sottili dell'umano, magari intuendo e sfruttando al meglio le doti dei cantanti disponibili, allora il capolavoro è fatto.
Questo almeno è quanto è successo nella Scala di seta e nel Barbiere, indipendentemente dalle risorse economiche disponibili (il primo era un cosiddetto spettacolo low-cost).

Con Butterfly il discorso è in buona parte diverso... La mia paura è che Michieletto possa risultare inadeguato di fronte ad un tipo di teatro che per natura sta agli antipodi del comico primottocentesco (l'ombra della caricatura si avvertiva già nel Sigismondo).
Saprà dunque gestirne le forme? Saprà declinare il proprio talento - fondato sull'immediatezza, la velocità, su un vignettismo quasi disneyano - al testo pucciniano senza che per questo ne venga minata la verità drammatica?
Lui che sa così bene sondare l'umano dietro le maschere buffe di Rossini saprà fare altrettanto con questo Puccini?

Chi per primo avrà modo di vedere questa Butterfly ci faccia sapere! : Sailor :

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