Maugham ha scritto: Forse mi sono espresso male, ma quando mi riferivo alla "giovinezza" di Pinkerton mi riferivo a una giovinezza vera, autentica, intatta sia sotto il profilo anagrafico che emotivo.
La giovinezza di Romeo, Billy Budd, Rodolfo, Dimitri, Lensky...
Prospettiva interessante, non ci avevo mai riflettuto.
Anche perché tutto il monologo di "Ovunque al mondo" mi evoca l'idea di uno che ha le idee ben chiare sul dipanarsi della sua vita prossima ventura; il che a me, per esempio, non evoca l'idea di un giovanotto.
Tra l'altro, nella prima versione del 1904, Francis Blummy Pinkerton è - se possibile - ancora più cinico e pragmatico di quanto non appaia nelle versioni successive. Pensa solo che, al posto della mielosa ed a me insopportabile "Addio fiorito asil", dà quattro soldi a Sharpless per pagare Butterfly concludendo il tutto con un bel "Addio, mi passerà" di un egoismo agghiacciante ma, soprattutto, di una lucidità che lascia un po' di stucco in un giovane.
Che ne dici?