Teo ha scritto:Quello che volevo esprimere, è la mia ferma convinzione che si possa avere una maggiore considerazione delle posizioni altrui senza per forza di cose pensare che siamo tutti pieni di preconcetti o che i nostri meri "gusti" personali siano improntati essenzialmente su questioni emotive - sensitive, escludendo di fatto che nella formazione di un gusto ci sia anche una ricerca, la quale per definizione dovrebbe essere sempre confutata e confrontata con altre esperienze e modi di sentire. In sostanza mi ripeto: avere un idea di canto lirico non è uguale a negarsi l'approcio ad altre idee o esperienze ...
Ma l'argomento che state discettando e' leggermente OT, nevvero?
Di conseguenza cerchero' di portare il thread sui giusti binari, ad esempio mi preme soffermarmi su quanto scritto da Matteo :
MatMarazzi ha scritto:Una declamatrice di decennali esperienze wagneriane e straussiane, come la Silja, possiede SEMPLICEMENTE LA TECNICA GIUSTA per quel ruolo ...
Ne siamo proprio sicuri? Io ti potrei citare un'altra grandissima e non meno famosa Kostelnicka, Kniplova (la quale per fortuna nostra ci ha lasciato testimonianza discografica). Anzi tutto essendo ceca, il problema della dizione in lei non si pone nemmeno. Non solo, ma il ruolo lo canta dall'inizio alla fine, senza mai ricorrere allo stile declamatorio. Come cio' si spiega? Entrambi grandissime, imho, capaci di trasmettere le emozioni allo stato puro. Torno quindi al problema principale di chi si appresta ad ascoltare l'opera lirica, in particolare i melomani. Non conta e credo che non interessi piu' di tanto lo stile o la tecnica vocale per cui un cantante utilizza per affrontare il ruolo che sta interpretando, quanto la sua capacita' di farci emozionare, di trasmettere autentici brividi per la schiena, di aprirci gli occhi sulla psicologia del personaggio. Le emozioni, le semplici emozioni sono in grado di catalogare se un cantante e' straordinario, coinvolgente o meno. Lo ritenete fin troppo riduttivo?