Bicentenario wagneriano discografico

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Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda pbagnoli » sab 16 feb 2013, 16:07

A proposito di bicentenario wagneriano, varrebbe la pena che ci sforzassimo di indicare alcune edizioni solo discografiche (per ora; poi ci occuperemo dei video) dei capolavori del Canone wagneriano che, a nostro gusto, meglio incarnano le caratteristiche di "ideale". So che questo generalmente non è (quasi) mai possibile, e tutte le volte che ci abbiamo provato la discussione è andata in vacca, ma sentirei il bisogno di farlo proprio adesso.
Indicherei quindi le opere in sequenza. Ognuno aggiunga le proprie edizioni preferite e, possibilmente, un "perché". Per il Ring metterei solo le edizioni integrali ma, se vogliamo, possiamo separare le opere in modo che ognuno possa assemblare un Ring pescando il Rheingold da una parte e il Gotterdammerung da un'altra.
Se si vuole, non è strettamente necessario indicare preferenze per tutte le opere; ma vorrei che indicaste solo un'edizione per opera, così è veramente più difficile... :twisted:
Mi piacerebbe che la scelta fosse in "stile Operadisc": non i contenitori - e cioè le voci grosse così, le belle note e il rispetto pedissequo dei segni di espressione - ma i contenuti.
Inizio io; ovviamente senza aspettarmi che i miei due soci mi seguano, tanto sono impegnati in altre cose più importanti... :(

Olandese: qui sono abbastanza sereno nell'indicare Bohm/DGG a Bayreuth, con Thomas Stewart e Gwyneth Jones. Perché? Semplice: è molto più spedita e narrativa di quella di Klemperer; e i due protagonisti sono forti e caratterizzati anche se lei stona mica male. C'è anche una ragione affettiva: è stato il mio primo Olandese, ed ero veramente giovane
Tannhauser: anche qui scelgo un'edizione di Bayreuth, e cioè quella di Sawallisch. Delle due Elisabeth, scelgo la Silja solo perché mi fa sentire il furore represso del suo personaggio che, invece, non percepisco con la pur bravissima De Los Angeles
Lohengrin: qui entriamo in terreno minato, se consideriamo che su Operadisc c'è la bellissima e completissima discografia di Luca Di Girolamo. Diciamo che probabilmente scelgo Kubelik per l'ispiratissima direzione e, ancora una volta, per Dame Gwyneth Jones, indiavolata e irresistibile Ortrud. Resto del cast così così, ma questa è un'edizione che mi comunica forse più di ogni altra il senso di quest'opera
Ring: torno ancora a Bayreuth nel 1953 e mi porto nell'isola deserta il ciclo di Keilberth: è bellissimo. E' sostanzialmente lo stesso di Clemens Krauss, ma con la mia Modl al posto della (grandissima) Varnay, e lo faccio praticamente solo per lei che adoro. Ma la scelta è davvero difficilissima e, probabilmente, cercherei di portarmi dietro anche Karaja, Solti e Horst Stein del 1971...
Tristan und Isolde: ancora una scelta difficilissima. Alla fine il campo si restringe al primo Karajan e a Carlos Kleiber, in una qualunque delle sue registrazioni (o quella in studio, o il live di Bayreuth con Ligendza e Brilioth). Ancora una volta, scelgo la Modl, qui con il grandissimo Vinay: una coppia incredibile, anzi un terzetto se ci mettiamo anche il contributo fondamentale di Karajan. Nessuno è mai stato come loro tre insieme
Meistersinger: qui la scelta è improba. Come ben sanno i frequentatori di questo sito, i Meistersinger sono la mia opera wagneriana preferita, al punto che credo di averne pressoché tutte le edizioni discografiche. Pur rispettando a amando profondamente interpreti grandissimi come Schoeffler, la mia preferenza per Hans Sachs va a Hans Hotter che, come sappiamo, non ne è stato l'interprete ideale. Sto quindi ancora a Bayreuth, questa volta nel 1956, e mi affido a Cluytens e al suo gran bel cast (oltre a Hotter, Windgassen e Gré Brouwenstjin)
Parsifal: scelgo Karajan in studio. E' un'edizione probabilmente perfettibile (tanto per cominciare con la protagonista, anche se la Vejzovic non è così brutta come la si dipinge), ma i Berliner suonano meravigliosamente e Van Dam, con Karajan, è la personificazione integrale di Amfortas

Qualche considerazione:
:arrow: c'è un po' di passatismo nelle mie scelte. Lo so, lo vedo, però è un passatismo incidentale e non premeditato. Credo che la storia dell'interpretazione wagneriana sia cambiata negli Anni Cinquanta con interpreti che vocalmente non sembravano nati per queste parti (lo abbiamo visto nelle prime due puntate di "Cose di Wagner") ma che vennero guidati da personalità soverchianti come i due nipoti dell'Autore e direttori di enorme carisma
:arrow: la maggior parte delle mie scelte si concentra a Bayreuth. Anche in questo caso, non c'è premeditazione ma - mi rendo conto - una sensazione di inevitabilità. La Storia dell'interpretazione di questi titoli è nata lì, e da lì si è diffusa in tutto il mondo
:arrow: mancano scelte di interpretazioni di prima della Seconda Guerra. Idem come sopra: la Storia ha superato quegli interpreti, con qualche rara eccezione come Frida Leider o Martha Fuchs. Ma la Flagstad appare oggi più che mai totalmente improponibile; Melchior, poi, suona oggi francamente ridicolo in tutto ciò che non ne mette alla frusta il robusto fiato

Rimango in attesa delle vostre opzioni.
Provateci: non sarà affatto facile scegliere un'interpretazione e basta.
Solo una cortesia: non chiedetemi notizie di Matteo Marazzi o di Maugham :(
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda Luca » sab 16 feb 2013, 16:51

Faccio una notazione storica: mercoledì scorso 13 febbraio è stato anche il 130° anniversario della morte di Wagner: uomo preciso anche nel suo vivere e morire 1813-1883!

Faccio un'altra notazione: ma la De los Angeles dove è stata mai "bravissima"...... ? :shock: A me semba bravissima... a perdersi per strada: quando l'espressione è mite e poetica le manca la robustezza in alto ed inoltre: prima o poi si resta nel dolciastro....

Per la mia discografia particolare: per il Ring continuo a preferire Solti, per il Lohengrin resto con l'edizione Volker, Muller, Klose, Prohaska che tra l'altro si sente benissimo, per il Parsifal mi va bene Karajan, ma il cast è quello che è: c'è Van Dam, bravo, ma un pò imbambolato, ma il resto è scadente. Personalmente Knappertsbusch è il mio direttore per quest'opera a forti tinte soprannaturali. Non ho mai ascoltato Solti e spero la mettano sottocosto per acquistarla... Per le altre opere ci devo pensare....

Saluti ormai domenicali, Luca.
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda VGobbi » dom 17 feb 2013, 20:42

Bellissimo thread Pietro e va sviscerato con calma.

Domani sera, dirò la mia.

P.s. : era da parecchio che non scrivevo sul forum e pensavo di trovare qualche contributo dei due "desaperacidos" invece ...
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda Enrico » dom 17 feb 2013, 21:40

VGobbi ha scritto:Bellissimo thread Pietro e va sviscerato con calma.

Domani sera, dirò la mia.

P.s. : era da parecchio che non scrivevo sul forum e pensavo di trovare qualche contributo dei due "desaperacidos" invece ...


E invece trovi i nostri contributi: e sei lo stesso molto contento!
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda VGobbi » dom 17 feb 2013, 22:12

Enrico ha scritto:
VGobbi ha scritto:Bellissimo thread Pietro e va sviscerato con calma.

Domani sera, dirò la mia.

P.s. : era da parecchio che non scrivevo sul forum e pensavo di trovare qualche contributo dei due "desaperacidos" invece ...


E invece trovi i nostri contributi: e sei lo stesso molto contento!

Ma tu qua non l'hai ancora scritto! : Andry :
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda pbagnoli » dom 17 feb 2013, 22:47

Sarà meglio che ti rassegni, Vittorio. I tempi cambiano. Matteo è ormai troppo impegnato per poter tenere i ritmi di una volta, almeno per il momento; poi si vedrà. Maugham è anch'egli incasinato.
Devi provare ad accettare l'idea che anche realtà abbastanza immutabili come il nostro forum possano cambiare; del resto anche su altri forum come per esempio quello di Operaclick i protagonisti sono cambiati nel tempo, no?
Questo non vuol dire che Matteo non scriverà più. Ma non dobbiamo aspettarci sempre che siano i soliti a fare la prima mossa; si può anche provare a scrivere qualcosa per primi
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda Enrico » dom 17 feb 2013, 22:50

VGobbi ha scritto:
Enrico ha scritto:
VGobbi ha scritto:P.s. : era da parecchio che non scrivevo sul forum e pensavo di trovare qualche contributo dei due "desaperacidos" invece ...


E invece trovi i nostri contributi: e sei lo stesso molto contento!

Ma tu qua non l'hai ancora scritto! : Andry :


No, non ho scritto nulla qua, non solo perché in questi giorni mi sono occupato soprattutto di fumetti "operistici" (dopo gli ascolti comparati toscaniniani), e perché, trovando un po' di tempo, vorrei un giorno riprendere il "trattato sul vibrato", o la questione degli interpreti "toscaniniani", ma anche perché in campo wagneriano sono un principiante inesperto, e lascio la parola a chi ne sa più di me. Il mio unico Lohengrin è quello di Kaufmann, per esempio (più con Guth che con Jones: perchè? perché è giovane e bello, recita benissimo, e dà sempre un senso "umano" a ciò che canta). L'unico Parsifal che conosco è il video del Met con Levine (affronterò le cinque ore di proiezione al cinema per l'adorato Kaufmann? non so...). La mia Isolde sarebbe la Meier (perché? perché non è una gigantessa marmorea e perché non urla tutto il tempo: le poche altre che ho visto in video mi sono sembrate orribili, a partire dalla Nilsson). Il Tristan del pur ottimo Vickers mi piace poco, ma gli altri (pochi) che ho ascoltato mi sono sembrati ancor meno adeguati. Sulla Tetralogia ho conoscenze limitate e idee molto confuse. Dei Meistersinger mi spaventa già la mole del libretto. Se oggi dovessi scegliere, per la solita isola deserta, tra Wagner e Don Rosa (l'autore della grandiosa saga sulla vita e le imprese di Scrooge McDuck, alias Paperon de'Paperoni), sceglierei Don Rosa...
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda Tucidide » lun 18 feb 2013, 1:13

Olandese: dico Klemperer.
Tannhauser: io dico Solti, ma devo dire che è un'opera a cui non sono molto legato e che conosco poco. :oops:
Lohengrin: solo disco, vero? Ce n'è comunque un sacco e una sporta di belli. Dico Kempe.
Ring: eh... è dura qui! Per motivi storici subisco il fascino dell'edizione scaligera del '50, ma se devo proprio sceglierne uno dico Karajan DGG (ma vado a periodi: niente di più facile che, fra un mese, dica Solti, oppure Boehm).
Tristan und Isolde: anche io adoro Karajan I e C. Kleiber DGG o live (io però conosco solo quello della Scala con la Ligendza e Wenkoff), oltre che la storica incisione di Furt; tuttavia, per mettere sul piatto un'edizione outsider dico il live di Rodzinsky di Firenze (con un bravo Windgassen e la miglior Isolde della Nilsson, secondo me).
Meistersinger: qui passo la mano: è un'opera che ancora non ho digerito
Parsifal: Karajan in disco, sì, assolutamente!
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda teo.emme » lun 18 feb 2013, 13:10

Partecipo anche io al gioco, ma lo estendo anche ai lavori extra canone perché li ritengo fondamentali per cogliere appieno l'evoluzione della poetica wagneriana e, almeno in un caso (Rienzi) importanti per comprendere la recezione del mito di Wagner.

Die Feen: non sono molte le edizioni disponibili per questa splendida opera prima (che spiace non veder rappresentata più spesso), ma tra le quattro esistenti scelgo senza alcun dubbio quella diretta da Wolfgang Sawallisch nell'83 in occasione delle celebrazioni per il primo centenario della morte dell'autore. La scelgo per la ricchezza dell'esecuzione e la sua omogeneità (con un cast nel complesso ottimo), per il clima romantico e weberiano che Sawallisch riesce ad evocare molto bene, per l'atmosfera magica e fiabesca, per i sottolineati riferimenti al mondo di Mendelssohn (più tardi rinnegato). Il direttore interviene sul testo alleggerendolo: solitamente sono allergico ai tagli, tuttavia in questo caso anche dopo l'ascolto dell'edizione integrale incisa da Downes) non posso che ritenere saggia la scelta editoriale di Sawallisch, volta ad esaltare le qualità musicali dell'opera (e sono molte) limandone le inevitabili ingenuità.

Das Liebesverbot: opera certamente meno riuscita della precedente, prolissa e musicalmente carente di ispirazione, eppure con alcuni spunti interessanti. Anche in questo caso la discografia è scarsa (scarsa rispetto agli altri lavori del compositore, s'intende, giacché opere più importanti - si pensi a certo Rossini tragico - godono di un trattamento discografico largamente inferiore) e tra le cinque edizioni disponibili scelgo nuovamente il Sawallisch dell'83 che, grazie anche ad un salutare alleggerimento, dona vitalità e freschezza a questa mal riuscita opera giovanile.

Rienzi: qui il discorso si fa necessariamente più ampio. Opera importantissima: innanzitutto perché segna un punto di svolta nella carriera wagneriana e perché, successivamente, avrà un ruolo fondamentale nella recezione del suo mito (non è un mistero che fosse la preferita del Fuhrer e che il suo ascolto contribuì alla formazione del proprio pensiero politico, riversandosi in una certa mitologia nazionalsocialista). Due versioni d'autore (un primo e sterminato grand-opera "romantico" in salsa tedesca; e una riduzione a proporzioni più umane e rappresentabili) e almeno una decina di incisioni che testimoniano una certa disinvoltura con l'integrità del testo. Tra l'incisione completa della prima versione - almeno per quel che si può ricostruire: il manoscritto e i materiali della prima rappresentazioni andarono dispersi nel '45, il primo a Berlino, nel Bunker, i secondi durante la criminale distruzione di Dresda - diretta da Downes nel '76 (oltre cinque ore, pur con qualche da capo omesso nelle marce e nelle danze) e quella di Hollreiser in studio, nello stesso anno, e che riporta il testo rivisto da Wagner (pur recuperando qualche brano espunto), scelgo la seconda senza alcun dubbio: anche se il cast presenta qualche debolezza, infatti, il virtuosismo della Staatskapelle di Dresda lascia impressionati (basta sentire la splendida ouverture, uno dei brani più belli dal compositore, che spinse Liszt a scriverne una trascrizione/parafrasi per pianoforte). Consiglio anche il recente video (2010) delle esecuzioni berlinesi dirette da Lang: anche se il testo è più che dimezzato, la messa in scena è molto suggestiva (nel sovrapporre la storia del tribuno a quella di Hitler, con tanto di apocalisse finale in un bunker: peraltro, come anticipato, il manoscritto dell'opera - donato da Winifred a Hitler - è andato disperso proprio nel Bunker sotto la Cancelleria del Reich nel maggio del '45).

Der fliegende Hollander: si entra nel canone vero e proprio e le edizioni disponibili si moltiplicano. Tra tutte ne scelgo due: Franz Konwitschny (1960) con la Staatskapelle di Berlino e Klemperer nel '68 (per l'atmosfera di ballata gotica).

Tannhauser: anche qui la scelta è difficile. Senza distinguere tra le varie versioni (Dresda, che pure prediligo, e Parigi), scelgo Solti, ormai un classico (forse la sua migliore incisione wagneriana).

Lohengrin: discografia sterminata. La mia scelta, però, va su due edizioni: Kempe e Bychkov.

Der Ring des Nibelungen: scelta ardua per la presenza di veri "mostri sacri". Due edizioni però: Boulez (perché il suo Wagner è diverso da tutti gli altri e, spogliato delle sovrastrutture retoriche e mitiche, è umano e terribile) e Janowski (per quello strumento meraviglioso che è la Staatskapelle di Dresda). Ci sarebbe anche Karajan, Moralt e Krauss

Tristan und Isolde: giustamente di è fatto il nome di Kleiber (Carlos) grandissimo interprete dell'opera, ma la mia scelta va a Bernstein pur se molto criticato. Trovo sia una lettura straordinaria. Da isola deserta.

Die Meistersinger von Nurnberg: una delle mie opere preferite. Scelgo senza dubbio l'edizione diretta da Kubelik.

Parsifal: anche in questo caso non ho dubbi e scelgo due edizioni, Boulez e Kegel, con una preferenza per il secondo (lettura ancora oggi rivoluzionaria).
Matteo Mantica
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda VGobbi » lun 18 feb 2013, 21:55

Dico la mia :

Olandese: il mio Olandese e' sicuramente quello di Keilberth con Uhde protagonista. Perche'? Un Olandese cosi' sviscerato, sfacettato, umanamente lacerato ed altrettanto immenso, non l'avevo mai sentito ... e poi c'e' la Varnay nel suo splendore vocale.

Tannhauser: qui opto per l'edizione diretta da Konwitschny ed un cast all-stars, sopra tutto sugli scudi il solidissimo ed incisivo Hopf, la lunare Grummer ed un irriconoscibile quanto seducente Fischer-Dieskau. Peccato per la presenza calamitosa della Schech nei panni di Venus. Perche'? La direzione sa il fatto suo, Hopf canta e si capisce tutto quello che canta, la Grummer e' di per se' spettacolare ... e poi sentire l'aria di Wolfram come la canta Dieskau ... : Love :

Lohengrin: davvero infida la scelta. La mia preferenza va per il live bayreuthiano, ancora con l'ottimo Keilberth, coadiuvato da un cast omogeneo e partecipe. Windgassen, Steber, Varnay, Uhde, Greindl e la presenza nelle parti minori addirittura di Stolze ed Adam. Perche'? Cosa chiedere di piu', in un'edizione che raccoglie pressoche' il gotha degli ani '50/'60?

Ring: se dovessi scegliere il Ring per eccellenza, sceglierei ancora Keilberth ... Perche'? E' un Ring che presenta, per certi versi, un cast innovativo, permettendo di ascoltare il Wotan di Uhde nel Prologo (oltre che nei panni, invero stretti per la debordante personalita', di Gunther), la Borkh quale lussuosissima Siegliende ed inusitata Freia, lo spettacolare Loge di Witte (che anticipa il "canto" di un Kuen o di un Clark), lo stesso Kuen nei panni di Mime (il mio Mime per eccellenza) ed il rarissmo Lorenz quale Siegfried del Crepuscolo. Insomma, un Ring con non pochi nomi nuovi nei ruoli piu' battuti della storia interpretativa wagneriana.

Tristan und Isolde: qui senza il minimo dubbio l'incisione Emi diretta da Karajan con il trio delle meraviglie, Vickers, Dernesch e Ridderbusch. Perche'? E' un inno allla bellezza sonora quanto a direzione musicale ed al Re Marke di Ridderbusch. Vickers e' Tristan per eccellenza e la Dernesch non sfigura per niente.

Meistersinger: qui e' una bellissima lotta. Indeciso tra Kempe con Frantz o Von Dohnany con Ridderbusch. Perche'? Alla fine opto per Von Dohnany, grazie ad una direzione che non fa rimpiangere Kempe (massima espressione di questo capolavoro), ma e' molto aiutato dalla forma vocale strepitosa di un inspiratissimo Ridderbusch. I suoi monologhi sono autentici mini capolavori.

Parsifal: anche in quest'opera nessuna indecisione. Voto il live del '51 di Kna con Windgassen, Modl, Weber, London ed Uhde. Perche'? Semplice ... e' il Parsifal!
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda DottorMalatesta » mar 19 feb 2013, 10:15

Particolarmente difficile il gioco dell´isola deserta quando si parla di Wagner.

Comunque…

1. Fliegende Holländer: qui scelgo un´edizione video: Bayreuth regia di Harry Kupfer. Una delle massime realizzazioni wagneriane, con una regia che, nel sottolineare gli aspetti di allucinata, delirante visionarietà di Senta penso sarebbe molto piaciuta all´autore. Poi la Belslav è attrice fenomenale, e anche Estes non è male. Direzione un po´ fracassona, ma non si puó volere tutto…
2. Tannhäuser: scelgo Sinopoli (nonostante la solita polenta wagneriana propinata da Domingo) perché pur non rinunciando all´opulenza del suono, ne dá una lettura febbricitante, nervosa, modernissima.
3. Lohengrin: anche qui scelgo il video del recente allestimento scaligero, con una regia zeppa di idee di Guth (che, spero Mat non mi uccida, preferisco persino alla splendida regia di Jones a Monaco, forse un po´ troppo didascalica) e con il massimo Lohengrin del presente e del passato recente.
4. Tristan und Isolde. Davvero scelta difficile. Opterei comunque per Karajan I, bruciante, tesissima, con una Mödl strepitosa.
5. Meistersinger: no idea at all!!!
6. Ring: probabilmente il Ring di Solti (incisione mitica, dal suono tuttora strabiliante, e con interpreti tutti eccellentissimi), ma come rinunciare al Ring di Krauss, la prima vera lettura moderna della tetralogia?
7. Parsifal, l´opera bayreuthiana per antonomasia, deve provenire per forza da Bayreuth. Quindi, pur dolorosamente, scelgo di rinunciare alle alchimie di Karajan, optando per Boulez: grande narratore, passo spedito, grande trasparenza e luminosità, e cast nel complesso niente male (e una straordinaria G. Jones). Cero che anche rinunciare al Parsifal di Kna (1951), forse il Parsifal per antonomasia (concordo con Vittorio) è dura, ma forse è un´incisione un po´ troppo ieratico e monumentale… Peró non conosco (ancora, ma l´ho ordinato su amazon) il Parsifal di Krauss e non ho ancora visto il video dello spettacolo di Herheim, quindi sospendo il giudizio…

Ciao!
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda flipperinodoc » mar 19 mar 2013, 22:57

mi piace questo giochino da isola deserta
premettendo che quello che penso stasera potrebbe non coincidere con quello che penserò domani io sceglierei.....
Fliegende Holländer: Antal Dorati con London: versione che mi sorprende sempre ad ogni ascolto per la particolare visione di Dorati e per un cast per certi versi magnifico. certo... il coro della ROHCG lascia un po' perplessi ma nel complesso è sempre una edizione elettrizzante.
Tannhauser: Andrè Cluytens a Bayreuth. Windgassen e Fischer-Dieskau sono magnifici. La Bro è una rivelazione rispetto alle sue prove verdiane. E Cluytens è magnifico!
Lohengrin: qui si fa difficile..... Cluytens con Konya e Kempe per le voci e per due direzioni sempre perfette: tempi giusti, clima giusto, c'è proprio tutto dove deve essere! ma come dimenticare il suono di Karajan in studio?
Tristan: Bernstein perchè è il più "teatrale" di tutti e poi riesce nel miracolo di fare un eccezionale Tristan con un cast davvero misero.... Poi c'è Bohm a Bayreuth: ho già confessato il mio amore incondizionato per il grande direttore austriaco e quindi magari non sono obiettivo ma in questo Tristano c'è praticamente tutto: passo teatrale, musicalità eccellente, il giusto calore e poi IL cast perfetto, di quelli che trovi una sera sola, dal vivo e rende tutto indimenticabile
Meistersinger: passo....scusate non ce la faccio proprio. già sono su un'isola deserta..... non infliggetemi altra punizione
Ring: L'Oro di Solti, Walkure di Krauss, Siegfried di Karajan e la folle Gotterdammerung di Keilberth. è difficile scegliere l'edizione di riferimento completa e per non andare sul "solito" capolavoro creato da Solti opto per quattro versioni diverse
Parsifal: Kna a Bayreuth con la Dalis perchè semplicemente è IL Parsifal! oppure il Karajan in studio: qui la musica non mi è mai apparsa così bella e così evocativa.

ma domani la penserò sicuramente in modo diverso
8)
Ultima modifica di flipperinodoc il gio 21 mar 2013, 17:33, modificato 1 volta in totale.
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda DottorMalatesta » mar 19 mar 2013, 23:03

flipperinodoc ha scritto:
ma domani la penserò sicuramente in modo diverso
8)


Certo che è un un problema serio avere dei ripensamenti sull'isola deserta...
;-)

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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda flipperinodoc » gio 21 mar 2013, 13:21

[/quote]

Certo che è un un problema serio avere dei ripensamenti sull'isola deserta...
;-)

DM[/quote]

eh sì.... poi chi mi porta i cd?
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Re: Bicentenario wagneriano discografico

Messaggioda Enrico » gio 21 mar 2013, 14:19

flipperinodoc ha scritto:mi piace questo giochino da isola deserta


Caro Flipperinodoc, non hai pensato che sull'isola deserta non potrete ricaricare le batterie per tante ore di ascolti wagneriani: consiglio un grammofono a manovella, e qualche vecchio 78 giri. Sarete costretti ad ascoltare De Lucia che canta "Mai devi domandarmi!", e "Mercè cigno gentil" di Gigli!
Piuttosto, tornando in tema, un non-wagneriano ignorante come me potrebbe chiederti di motivare le tue scelte con qualche osservazione sui motivi che renderebbero le incisioni da te indicate più interessanti rispetto ad altre, ferma restando la tua piena libertà di cambiare idea in qualunque momento del giorno e della notte.
Enrico B.
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