Morir, tremenda cosa

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Morir, tremenda cosa

Messaggioda pbagnoli » dom 06 feb 2011, 19:47

Va bene, proviamo a movimentare un po' questo mortorio.
Ieri, viaggiando in treno (tornavo da Roma) mi sono ascoltato la "Forza del destino" registrata dalla Callas per la Emi. Gran bella registrazione, con un Tucker di notevole presenza; e lo dico come uno che, normalmente, non ama molto Tucker. Ciò che però mi ha un po' deluso è Tagliabue come Carlo di Vargas.
Ok, lo so: adesso tutti si solleveranno come un sol uomo dicendomi "Sei pazzo? L'ultimo esponente della schiatta dei grand seigneur?".
Eppure è così: lo trovo pomposo, artificioso, caricato, privo di umanità e di spontaneità.
Oggi, parlando con il prof. Marazzi l'ho trovato d'accordo con me.
Ecco quindi a voi una carrellata di celeberrimi baritoni che si misurano con questo ruolo celeberrimo; vediamo se, fra tanti, riusciremo a trovare una parvenza di quadratura del cerchio. Cominciamo proprio da Tagliabue:


Adesso facciamo un salto indietro e attraversiamo il San Gottardo: siamo al cospetto di colui che io ritengo il Più Grande di Tutti, Heinrich Schlusnus. Questa è la vera voce del baritono verdiano, ed è davvero straordinaria, ma... siamo sicuri che sia quella giusta per questo ruolo? Non vi sembra troppo posato, serio, preoccupato di rendere rotonda l'emissione? Il Prof. Marazzi sosteneva che Carlo di Vargas è più giovane della sorella e di Alvaro: è irruento, assatanato, violento. Lui nella sua foga distruttrice vorrebbe affidare questo ruolo a un tenore scuro e declamatore, io non sono d'accordo. Comunque Schlusnus è un grande classico:


Ecco un altro che aveva il senso della parola verdiana! Leonard Warren, uno dei più importanti baritoni di tutti i tempi, poteva contare su acuti sfolgoranti e scansione eccezionale della frase. A me piace immensamente. Secondo me, la scuola di baritoni americani, ha prodotto cantanti verdiani di straordinario valore:


Con questo scendiamo di molti gradini. Non ce l'ho pregiudizialmente con Piero Cappuccilli- è stato il mio primo Rigoletto, l'ho visto un sacco di volte alla Scala - ma è proprio la negazione di quello che cerco io in questo personaggio. Certo, c'è l'impeto brado, ma cavoli!, è proprio brado e selvaggio. Mano destra sul cuore, mano sinistra rivolta al pubblico ed ecco inventata la figura del baritono posteggiatore. Non mi piacciono i paragoni, ma certo ascoltare i singhiozzoni di Cappuccilli dopo la nobilissima linea di canto di Warren, sembra proprio di essere proiettati in un altro universo:


Eccone un altro che, decisamente, non è mai stato un fine dicitore. Di voce ne aveva un fiume: potente come lui, a teatro, ho sentito solo Ambrogio Maestri. Anche lui è un Carlo di Vargas che non risponde alla mia definizione, eppure una certa torva grandezza ce l'ha:


Torniamo ad attraversare l'oceano con un altro dei miei beniamini: Sherrill Milnes. Il baritono dell'Illinois è qui colto a margine della sua stagione migliore. Linea di canto sfrontata, il suo Carlo nel recitativo è un uomo aggressivo e profondamente offeso; nel cantabile, però, riesce a rendere benissimo lo smarrimento di chi è ancora in dubbio. Notate come anche in un concerto sappia recitare e comunicare con il pubblico:


Già che siamo in tema americano, eccone il progenitore: Lawrence Tibbett, qui colto in un classico broadcast, introdotto nientemeno che da Lionel Barrymore.
Splendido cantante, Tibbett: in lui c'è già tutto quello che io amo nei grandissimi baritoni americani. Tuttavia mi sembra il più invecchiato, e non solo anagraficamente: è molto classico, ma non è diverso dai grandi baritoni europei. In più ha difficoltà con le prese di fiato di questa difficilissima aria:


Torniamo in Italia con un altro grandissimo: Giuseppe Valdengo. Fa un piccolo erroruccio testuale nel recitativo, ma la linea di canto è di notevole prestanza. L'unico problema è che era alla vigilia del ritiro, e quindi la voce non poteva essere al top. Devo dire che complessivamente mi convince molto. Una piccola nota di colore: nella foto proposta non vi ricorda un po' Stan Laurel? A parte gli scherzi, eccolo qui:


Boh, provate a sentire e, eventualmente, integrate!
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda Teo » lun 07 feb 2011, 12:52

Bell'argomento Pietro.
Provo a mettere qualcosa sul tavolo della discussione.

pbagnoli ha scritto: Il Prof. Marazzi sosteneva che Carlo di Vargas è più giovane della sorella ...........


A prescindere dal fatto a chi debba essere attribuita la parte di Don Carlo di Vargas (ovvero se a questo o quel baritono, o ad un tenore scuro e declamatore), so per certo che nel dramma romantico di Angel de Saavedra, Duque de Rivas, ovvero Don Alvaro o la fuerza del sino (dramma da cui è tratto il libretto di Francesco Maria Piave), Don Carlo di Vargas è il primogenito del Marchese di Calatrava; Don Carlo ha infatti 22 anni mentre Leonora ne ha 20.
Certo, oggi come oggi un ventiduenne irruento, assatanato e violento, potrebbe far pensare ad un adolescente, tutto passione e vendetta; ma se lo contestualizziamo al periodo storico del dramma scritto dal Duque de Rivas (periodo storico cui mi pare che il Francesco Maria Piave rispetti completamente), la prospettiva del giovine ventiduenne precedentemente citata, forse non coincide con quella presente nel ruolo verdiano del nostro Don Carlo di Vargas.
Questo solo per dire che i tratti caratteriali del personaggio presentatoci da Verdi e Maria Piave, a mio avviso potrebbero benissimo essere associati sia ad un baritono di questa o quell'altra connotazione vocale, a patto che l'interprete sia ovviamente in grado di farli emergere.
Personalmente, più che concentrarci sull'interprete, si potrebbe cercare di elencare i tratti caratteriali e quindi il profilo di questo personaggio, partendo come sempre dal libretto e dalla partitura.
Ho sempre pensato che Don Carlo raffiguri a pieno uno dei principi esistenti nella società spagnola di quel periodo, ovvero: el principio de morir para vengar la honra escarnecida (morire per vendicare l'onore deriso).
Ottenere vendetta per l'onore deriso quindi come valore "assoluto", sopra altri valori come l'amicizia e il legame tra fratello e sorella.
L'onore, prima di tutto (Ora egli viva, e di mia man poi muoia.......Egli è salvo! Gioia immensa, Che m'innondi il cor ti sento! Potrò alfine il tradimento Sull'infame vendicar.).

Proverò a riascoltare gli interpreti proposti da Pietro ed eventualmente a proporne altri che possano essere di mio interesse.

Salutissimi.

Teo
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda VGobbi » lun 07 feb 2011, 21:05

Bellissima iniziativa. Ottimo spunto, ma non posso dire la mia causa cuffie non funzionanti (ho ancora diversi problemi). Appena me le ripareranno, diro' sicuramente il mio pensiero ... Ora come ora, basandomi sui ricordi, non posso assolutamente sottovalutare la prova di Tagliabue (bellissima Forza del Destino, sia con Marinuzzi che con Serafin).

M'attizza moltissimo, anche se non li ho mai sentiti, il Don Carlo di Vargas del trio Tibbett-Warren-Valdengo.

Schlusnus in tedesco ... beh ... mi ci devo abituare e lo sentiro' ... Cappuccilli troppo esteriore per i miei gusti, cosi' come non mi ha mai fatto impazzire Milnes (e sulla stessa falsariga Merrill). Quanto a Carroli ... beh, mai avrei immaginato che fosse proposto come esempio di ascolto.
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda Rodrigo » lun 07 feb 2011, 22:01

Io aggiungo un baritono che ha lavorato (e inciso) parecchio di cui oggi non si parla quasi più:

http://www.youtube.com/watch?v=zpN4o3GXjvQ
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda Manrico » mar 08 feb 2011, 12:14

Beh! non direi che oggi nessuno lo ricorda più il grande Aldo Protti, i grandi non si dimenticano mai.

Ho asoltato Protti in teatro nel Rigoletto, rimasi stupefatto da questo grande baritono, grande in tutti i sensi, padrone della scena aveva una voce possente che solo in teatro si poteva capire al meglio, quelle voci che i microfoni non riescono a captare al meglio, carica di armonici, un vero spettacolo!!

Pietro ha "dimenticato" di citare la più bella voce di baritono del secolo scorso, allora lo propongo in questi video storici:







Saluti e salute :)
Roberto
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda Luca » mar 08 feb 2011, 19:15

Bastianini, sì voce anche gradevole, però specie in "Son Pereda" è piuttosto monotono nel timbo e nell'espressione. Molto meglio restano: Warren, Schlusnus, Tibbett, lo stesso Protti e Tagliabue.
Però mancano all'appello Bruson e, tornando molto indietro, Galeffi.

Saluti, Luca.
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda pbagnoli » mar 08 feb 2011, 22:32

Rispondo a entrambi:
:arrow: Roberto: non mi sono "dimenticato" né di Protti né di Bastianini, che ho in diverse incisioni in studio e live. Semplicemente, pur rispettandoli, non amo nessuno dei due in questa parte. Grandissimi, splendidi suoni, ampiezza di cavata, tutto quello che volete: sono d'accordo, ma non è quello che cerco in questa parte. Quindi non è una dimenticanza: è una vera e propria esclusione. Sono grandissimi, meravigliosi, ma qui non mi piace nessuno dei due
:arrow: Luca: stesso discorso per Bruson. Sentire questo nobile signore che porge le frasi di "Urna fatale" mi fa un po' sorridere, e per gli stessi motivi di Tagliabue

Ragazzi, sia chiaro: non si discute il magistero dei grandissimi interpreti storici. Ecchecavolo, non siamo matti! E' solo, come spesso capita, la volontà di trovare qualcosa di un po' diverso su cui ragionare, altrimenti attacchiamo il grammofono e non se ne parla più! :D
Oggi a chi farei fare un Don Carlo di Vargas? Non c'è dubbio, a un declamatore dal fraseggio rovente.
Io, però, sicuramente non a un tenore di voce sCura, ma proprio a un baritono; un Maltman, per esempio, se proprio non si vuole ricorrere al solito Keenlyside
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda Tucidide » gio 10 feb 2011, 0:24

Beh, Pietro, certamente Bastainini e Protti non saranno stati il massimo dell'introspezione, ma meglio di Carroli erano, mi pare... :D
Una cosa su Tagliabue. Hai parlato dell'edizione con la Callas, che è del 1954, quando il baritono si era oramai pressoché ritirato, ed in effetti il suo Carlo è proprio brutto, interpretativamente, ma soprattutto vocalmente. Quella che hai postato invece è l'incisione del 1941 diretta da Marinuzzi, e se le riserve sul personaggio possono essere comunque valide, vocalmente mi sembra un bel sentire.
La mia preferenza personalmente va a Warren, insinuante in modo anche inquietante. Milnes, considerato suo epigono, non gli è di molto inferiore. Anch'io lo ammiro molto, in questo tipo di personaggi, in cui può far valere la sua sfrontatezza yankee. Diciamo che di tutti è quello che maggiormente si avvicina all'idea marazziana di un tenore baritonale. Di fatto, Sherrill era un tenore che faceva il baritono. :) Restando in ambito USA, Tibbett è molto deludente. : Blink :
Schlusnus è strepitoso, ma forse un po' troppo cerebrale.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda VGobbi » sab 12 feb 2011, 12:49

Allora con calma, grazie al fatto che avevo le mie "cuffiette speciali" (anche se mi accorgo, onestamente, che piu' passa il tempo e meno riesco a sentire meglio, ad apprezzare i vari crismi di un'interpretazione), dicevo ... mi sono ascoltato i vostri esempi proposti. Andiamo per ordine :

- Tagliabue non si tocca. Non e' tanto la sua impostazione vocale, in cui la sua estensione per certi versi ricorda quelli di un tenore, talmente risulta di ampia facilita' le sue salite nelle zone acute. Sentire, tanto per fare un esempio, cos'e' il suo "Pescator, affonda l'esca ..." (tratto dalla Gioconda di Ponchielli). Qui apprezzo il suo stile inappuntabile, forse anche fin troppo distaccato e non virulento, come potrebbe essere in effetti il personaggio tratteggiato da Verdi. Pero', capperi, sembra che sia riunita in un ascolto solo, la civilta' musicale e di cui sarebbe grave sbaglio disperderla, dimenticarla.

- Schlusnus. Ma sto' baritono ha cantato qualcosa in lingua originale di Verdi? A me pero' non mi e' piaciuto, piu' che altro per una scelta dei tempi errata per i miei gusti. Troppo veloce l'esecuzione della romanza, che mi dava l'impressione che sbagliasse pure i tempi. :oops:

- tra i baritoni americani, Warrenn e Tibbett rientrano tra i miei preferiti. E qui Warren canta da par suo, sia come bellezza timbrica, sia come accento ... che per certi versi mi ricorda molto Gobbi. :oops:

- beh Cappuccilli, al di la' delle pose anni '20, se ci limitiamo solo all'ascolto ha il suo perche'. Liquidarlo in quattro quattrotto mi sembra francamente ingiusto.

- Carroli in certo Verdi, a mio parere, c'entra come i cavoli a merenda. Gusto, non dico brado, ma sui quei livelli ... e poi si critica Gobbi per il suo allusivo "sguardo truce". Mah ...

- Milnes, vocalmente mi ha sempre lasciato ondivago. Secondo me, l'aiuto del video, integra e rende meglio le qualita' di un artista comunque non indifferente. Ed il filmato visionato ne e' una prova evidente, davvero ottimo.

La seconda parte, piu' avanti.
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda VGobbi » sab 12 feb 2011, 13:33

Riprendo il discorso, momentanemente interrotto :

- Tibbett, artista di levatura immensa, sicuramente il capostipite della numerosa e folta generazione di baritoni americani, in questo ascolto, in effetti delude e non poco. Non e' che avete fatto apposta per metterlo in cattiva luce? :twisted:

- Valdengo, il baritono di Toscanini, di cui per fortuna nostra ci ha lasciato un testamento discografico di inestimabile valore (Aida, Otello e Falstaff). Ancora non son riuscito a capire, come non abbia avuto una carriera, una fama pari alla sua bravura ... anzi sembra che sia stato ostacolato nel suo lungo percorso artistico. Ritornando all'esempio audio, beh a me garba parecchio (basti pensare, per l'immensa stima che ho di questo baritono, che preferisco mille volte il suo Falstaff a quello di Gobbi). Una via di mezzo, tra la civilta' musicale di un Tagliabue e l'espressione diretta, quasi colloquiale che sapeva trasmettere un Milnes. Insomma ... un grande Don Carlo di Vargas, tra quelli proposti.

- infine Bastianini. Ringrazio Tucidide per averlo postato. Di lui, lo dissi tempo fa (visto che ebbi modo di vedere la Forza integrale), mi colpi' sopra tutto la sua recitazione. Sobria, pacata, per nulla banalizzante, anzi molto attuale ... unita ad un canto altrettanto convincente. Sicuramente, fu il migliore della serata ... piu' del debuttante e terrorizzante Corelli, della matrona Tebaldi (pero' che voce capperi), piu' del tonitruante e rozzo Christoff (non l'avrei mai immaginato cosi' duro, monotono, noioso, insensibile alle sfumature). Insomma, Bastianini non lo metterei in cantina a prender polvere.
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda vitus » sab 26 mar 2011, 15:26

Carlo di Vargas uno dei ruoli verdiani da me preferiti. Nella galleria degli interpreti mi pare sia stato omesso Taddei che offre una lettura ragguardevole. Ho un live con la Cavalli (non mi piace) e Tucker(mi piace!!!). Taddei scolpisce la parola verdiana come pochi ma mi pare che soffra la tessitura, ad esempio in "egli è salvo" dove il direttore gli accorda tempi più dilatati. I live, talvolta fortunosi, ci danno la possibilità di ascoltare grandi esecuzioni non consacrate in disco. E' il caso di MAc Neil (si è capito che lo adoro) nel live del '58 con Labò/Cerquetti. Lui di probemi di tessitura non ne aveva e l'ho sempre preferito a Milnes, comunque grande attore e allo stesso Merrill. Capuccilli è vero non va esente da forzature nel canto ma dal vivo doveva essere così trascinante da farle dimenticare e gli applausi a scena aperta lo dimostrano. A suo tempo mi colpì molto la prova del Met di Nucci. Giovanile, implacabile e baldanzoso come si conviene al personaggio. Vocalmente a suo agio con acuto finale nella cabaletta che forse ho sentito solo da Warren. Non voce verdiana come la intendo io ma comunque capace di onorare la scrittura. Bruson non so se l'abbia cantato e comunque credo sia prossimo all'interpretazione di Taddei. Come quest'ultimo credo che anche il grande Bruson sia messo a dura prova dalla cabaletta in cui ho sentito in affanno non pochi baritoni. Infine Bastianini. A me piace ma convengo sul fatto che il alcuni punti risulta un po' inamidato. Rilievo che spesso si fa a questo grande artista (forse davvero la più bella voce di baritono del secolo) non sempre a ragione però. Saluti a tutti.
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda wverdi1980 » sab 26 mar 2011, 15:56

Non so se Gobbi abbia inciso la parte in studio (credo di no), ma ci ha lasciato testimonianza del suo Carlo nel film di Carmine Gallone del 1949:

http://www.youtube.com/watch?v=ca7dPDgw8bs

Non entro nel merito della vexata quaestio se fosse o meno la sua una "voce verdiana" (altra vexata quaestio: cosa mai è una voce verdiana?), ma quanto a pathos interpretativo, mi pare che i suoi sguardi dicano tutto.
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Re: Morir, tremenda cosa

Messaggioda Enrico » sab 26 mar 2011, 18:10

vitus ha scritto:Bruson non so se l'abbia cantato


Bruson l'ha cantato, sì, nella registrazione diretta da Sinopoli.
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