Del Rigoletto ne parlai diffusamente nel thread dedicato, forse ti sarà sfuggito all'epoca

Di Rigoletto ho molte edizioni (uno dei miei titoli preferiti, si direbbe?!), ma quelle in studio (giusto per limitare l'analisi) sono tutte carenti secondo me... riassumo in brevissimo quanto detto altrove:
mi piace molto il Rigoletto di Gobbi, seppur faticosissimo, e Serafin è straordinario (direttore sottovalutatissimo!), ma la Callas (nonostante i soliti fraseggi geniali) è ancora prigioniera dell'antico personaggio della Gilda un po' bambola di porcellana (oltre ad essere già un pelo "fuori forma"). Pippo è quello che è nel 55, tanto sole e poca grazia.
Giulini, grandissima direzione, bei dettagli, i cantanti però per me sono tutti fuori (Cappuccilli mai ritenuto grande interprete, mi dispiace per i fans).
Kubelik, grandissimo, e Fischer D. che ammiro enormemente ma non quì! Chiaroscuri mai sentiti rovinati un minuto dopo dal berciare più bieco, nella speranza forse di sembrare più "all'italiana", a sto punto prendo Gobbi, almeno lo fa con infallibile istinto. Se l'avesse fatto "tedesco doc" allora forse....
La Scotto troppo "preoccupata", didascalica, in questo contesto irritante, falsa quando non deve esserlo. Bergonzi assolutamente bolso, fuori parte.
MacNeil in studio, enorme, forse il migliore, come (quasi) sempre nel periodo d'oro, a mio avviso. Umanità, giustezza d'accenti, vocalità, finezze mai leziose, non spinge mai troppo... però poi la Sutherland plastificata, Cioni onesto ma non certo memorabile, Sanzogno in alcuni passaggi letargico.
Bonynge, tutto ben fatto, ma non mi trasmette nulla. Pavarotti in uno dei ruoli (pochi) dove aveva pochi rivali, ma sempre incompleto, la Sutherland solita, Milnes bella prova, forse un po' coinvolto in un certo piattume latente, non mi impressiona.
Cosa rimane? ah Sinopoli "edizione critica"... Bruson è un cantante che mi piace, ma è troppo "signore", non saprei spiegartelo. La Gruby più uccellino in gabbia che mai, Shicoff è il peggiore Duca di sempre! Poi ce ne sono altri (Muti, Chailly, Gavazzeni ecc.) che ritengo addirittura inferiori ai citati... Ergo arriviamo alla scelta.
Pur non convincendomi pienamente, ritengo alle mie orecchie (per come amo sentire io quest'opera) il Rigoletto di Solti un buon compromesso.
Solti non è analitico come Kubelik o raffinato come Giulini, però i momenti travolgenti sono suoi, e il Verdi di Rigoletto è ancora pieno di RITMO, pulsante, affannoso, impetuoso, scatti, esplosioni ecc. Basta ascoltare l'entrata del Duca prima di "Ella mi fu rapita", c'è il senso "cinetico" che a molti manca.
Sì, Merrill non è MacNeil, lo so anche io, ma nella sua "grana grossa" trovo una verità che non trovo ad esempio nel fine Dieskau. Non lo trovo molto peggio di Milnes (che è spesso additato come Rigoletto di riferimento), vocalmente più solido di Gobbi, personalmente più seducente di Cappuccilli. E confesso che l'idea di un Rigoletto un po' tonante e squinternato non mi dispiace, il vecchio Rigoletto era solo un pover'uomo. Kraus, confesso, non lo amo in genere, ma il personaggio del signorotto str***o è suo, e la tecnica specifica per il Duca (sulla quale sono caduti anche grandi tenori verdiani) anche. Aggiungo anche che il contrasto Kraus/Merrill è molto più avvincente del contrasto Dieskau/Bergonzi (due gentiluomini) o di quello Gobbi/Di Stefano (due cafoni).
La Moffo io la trovo perfetta! E' una Moffo nel '63 (già con molti problemi), e la Moffo non è la Callas in fatto di fraseggi, sappiamo anche questo, eppure è l'unica della discografia che forse (inconsapevolmente, per sua stessa natura) mette in luce la sensualità repressa di Gilda, spinge sulla voglia di libertà, sul desiderio erotico. Insomma fa la ragazza alle prese con i primi amori "fisici", segregata dal papà iperprotettivo (che poi Gilda questo è, alla faccia di tutte le dietrologie).
Forse il mio Rigoletto preferito è quello della Gencer con MacNeil, però se devo scegliere una versione che mi piace nel complesso prendo questa, prendilo come un giudizio di pura sensazione.
Perdona se mi sono dilungato

Io di Furtwangler conosco solo quel Don Giovanni (sì, il video) e più che il cast (anche se Siepi secondo me è maiuscolo) è proprio quella atmosfera che tu definisci infernale e spaventosa che mi colpisce. Non sono fan di Furt, anzi il suo stile -immagino filo-wagneriano- applicato al classicismo certe volte non lo sopporto (il suo Beethoven, lodatissimo, io lo trovo affettato e serioso), però quel senso di imminente catastrofe che rievoca quì lo trovo davvero persuasivo.
Gobbi Don Giovanni?! mai sentito, è dire che Gobbi mi piace, ma non a tal punto da possederne ogni registrazione... confesso che non me lo so immaginare Don Giovanni, ora mi hai messo curiosità
PS: mi aspettavo qualche contestazione su Puccini, ho visto ad esempio che la Boheme di Karajan è ormai istituzionalizzata, ma non sarà anche un po' di abitudine?
E poi consigliatemi un'Aida che non sia Solti (la Price non mi piace) o Karajan II (ovvero un poema sinfonico con qualche voce -neanche memorabile- sullo sfondo). Penso di avere seri problemi con questo titolo.
La Simionato è stata una grandissima cantante, non c'entra nulla, ma lo voglio dire in calce, visto che ci ha lasciati non da molto.
La sua Azucena e la sua Amneris (ma solo per rimanere ai titoli menzionati nel post) sono tra le migliori mai ascoltate.