Saba ha scritto:poi cosa significa codici?
E' un aspetto essenziale della comunicazione. Il codice è il linguaggio utilizzato da destinatore e destinatario della comunicazione. In quanto convenzionale, esso è soggetto a mutazione. Pensa alla lingua italiana, che dalla sua nascita si è evoluta assai. Ed uno degli aspetti dell'evoluzione consiste nel cominciare a ritenere giuste cose che prima erano sbagliate e viceversa.
I suoni di Jonas Kaufmann sono giusti per il pubblico di oggi, sarebbero stati sbagliati per il pubblico di trent'anni fa. Ciò significa che non sono "giusti" o "sbagliati" a prescindere. Saranno giusti finché il pubblico li accetterà.
La lingua si è evoluta in modo analogo. Un Petrarca redivivo troverebbe intollerabile l'italiano più puro e forbito di oggi. Per contro, l'italiano medio trova il linguaggio dell'Aretino, quantunque stupendo, assai arcaico. E' una cosa perfettamente normale.
Il pubblico, il pubblico guarda amici ed x-factor, ma ci rendiamo conto? ecco a cosa è abituato
.
Già... e va pure a guardare quei filmetti da quattro soldi come
Avatar, girati solo per - com'è che si dice? Ah, sì:
- fare cassetta.
Ah... quando torneranno i Bergman, gli Antonioni e i DeMille?
Come vedi, fare esercizio di passatismo è assai facile.
Quando torneranno ad esserci grandi cantanti, questo periodo che stiamo vivendo verrà ricordato come il periodo buio dell'opera, ed in poco cancellato dalle menti dei superstiti.
Può darsi: solo il tempo deciderà.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...