Lauritz Melchior

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Lauritz Melchior

Messaggioda Tucidide » sab 06 set 2008, 23:43

Premetto che Melchior è, per usare un'espressione mutuata da Maugham, un mio tenore da comodino, uno di quegli artisti che amo da tanto tempo e che resta in cima ai miei gusti.
Nel rinnovato fervore delle discussioni su Wagner e la sua vocalità, suscitato dall'articolo di Matteo sulle Isolde di Bayreuth, volevo parlare e discutere di questo tenore.
Di primo acchito, trovo nel suo canto le caratteristiche del canto wagneriano declamatorio descritte da Mat, quel tipo di vocalità promosso da Cosima. Non a caso, credo, Cosima lo volle come Siegfried a Bayreuth.
Credo che l'emissione di Melchior presentasse le precipue caratteristiche del declamatore: la dizione nitida, la scoplitura delle vocali, mai o quasi oscurate (salvo che nei pianissimi), la rigidità nel canto legato - quando Melchior cantava repertorio non wagneriano, erano dolori, tranne forse che in estratti giovanili di Otello. Il monologo della spada in Walkiria, al di là dei Waelse tenuti a perdifiato, è esemplare per come scolpisce la dizione, tanto che io, che non so il tedesco, capisco quasi ogni parola.
Rifacendomi ad una nota di Piero Mioli (nel libro della Newton dedicato ai libretti wagneriani), concordo con il musicologo bolognese per quel che riguarda la differenza di formazione e di gusto rispetto alla Flagstad, sua collega storica. Come la Flagstad rappresentava già un Wagner belcantista, molto legato a suoni lucenti e ad una declamazione piuttosto piatta, Melchior era ancora legato alla scuola di Cosima, e sembrava davvero un alieno rispetto alla collega norvegese. Mioli chiama la Flagstad interprete già moderna, mentre definisce il canto di Melchior "eccedente, squilibrato, animale", rendendo per mio gusto molto bene il carattere del canto del tenore danese.
Di certo, Melchior non era un belcantista: il fatto che il Met lo abbia eletto a suo beniamino per i ruoli wagneriani in tarda età, non deve far perdere di vista che si trattava di uno stile di canto diversissimo da quello di altri tenori. La Flagstad era molto più vocalista di Melchior, e non a caso viene protata dalla grande Joan Sutherland come esempio di tecnica perfetta. Allo stesso tempo, però, Melchior non piace a molti, compresi molti appasionati del canto declamatorio "cosimiano".
Mi e vi chiedo: in quale posizione si colloca Melchior nella storia del canto wagneriano?
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Re: Lauritz Melchior

Messaggioda Alberich » dom 07 set 2008, 0:04

Visto che non ho ancora finito di lavorare, mi permetto di risponderti in modo molto rapido: Melchior, per quanto mi riguarda, si colloca nella posizione del Wagner noioso.
:mrgreen:
Assolutamente incredibile la voce, che ascolto sempre con stupore infantile, assolutamente imbarazzante il fraseggio. Secondo me questa "cosa" riassume ottimamente il personaggio (noterei soprattutto lo sguardo languido del servitore afroamericano). Godetevelo! :mrgreen:
http://it.youtube.com/watch?v=P0zbkNBYono
Un saluto
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Re: Lauritz Melchior

Messaggioda Tucidide » dom 07 set 2008, 0:13

Ma no, dài, povero Lauritz! :D
Quella è una cosa trashissima, ma non cantava sempre così! Lì, oltretutto, la voce era dura come un sasso, e non era più in grado di emettere una nota sopra al passaggio senza che uscisse un suono fibroso. :(
Io credo che il suo fraseggio non sia poi così imbarazzante. Caso mai, noto una certa uniformità fra i vari personaggi, sempre riconducibili ad un cliché preciso. Trovo che in certi ruoli quel tipo di personaggio ci possa stare.
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Re: Lauritz Melchior

Messaggioda MatMarazzi » dom 07 set 2008, 0:33

ehehehe....
Non voglio scoprirmi troppo (il prossimo capitolo delle Isolde riguarderà proprio l'età interbellica). :)
E' certo che, nella storia del canto wagneriano, dopo la prima guerra mondiale tutto cambiò.
Bayreuth cambiò; tramontò l'era di Cosima (nonostante lei, novantenne, rimase una regina fino all'ultimo).
Ma anche il wagner "belcantistico" del Met si era estinto; con la diffusione della conoscenza di Wagner, nessuno lo potè più difendere, nemmeno gli Americani.
A questo proposito vorrei dire che non definirei la Flagstad una "belcantistica", almeno non nell'accezione che ho attribuito al termine; per Wagner "belcantista" intendo quello ottocentesco della Lehmann o di De Reszke; una leggerezza mozartiana,un canto brillante, vivace, virtuoso: a parte tutto, non ce la vedo la Flagstad in Violetta o Margherita di Valois.
Finiti i belcantisti, il Wagner Internazionale cambiò faccia: apparve una nuova stirpe di wagneriani "internazionali" con nuove, singolari (discutibili e fortunatissime) caratteristiche tecniche. E' in questa categoria che personalmente infilo (anche se temo non sarai d'accordo) sia la Flagstad, sia Melchior... Le differenze che tu evidenzi c'erano, hai perfettamente ragione; ma è più sulle affinità che mi concentrerò. Sono curioso di sentire la tua reazione! :)

Della Flagstad, poi, dovrò parlare per forza, perchè fu la più grande "esclusa" fra le Isolde di Bayreuth. Solo per questo si meriterà un capitoletto.
Quanto a Melchior, solo qui, sul forum, ammetterò sottovoce una cosa che (giuro!) non scriverò sul sito.
E cioè che... quanto a gusti personali sono molto dalla parte di Alberich! ;)

Salutoni,
Mat
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Re: Lauritz Melchior

Messaggioda pbagnoli » dom 07 set 2008, 0:42

Alberich ha scritto: Secondo me questa "cosa" riassume ottimamente il personaggio (noterei soprattutto lo sguardo languido del servitore afroamericano). Godetevelo! :mrgreen:
http://it.youtube.com/watch?v=P0zbkNBYono
Un saluto

Hai ragione: è meraviglioso!
Il "bovero negro", poi, è impagabile!

Quanto al buon Lauritz, mi trovo decisamente dalle tue parti: più passa il tempo, più faccio fatica ad ascoltarlo, persino in quel Siegfried che, per tutti, fu il suo cavallo di battaglia
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Lauritz Melchior

Messaggioda Tucidide » dom 07 set 2008, 9:22

MatMarazzi ha scritto:Finiti i belcantisti, il Wagner Internazionale cambiò faccia: apparve una nuova stirpe di wagneriani "internazionali" con nuove, singolari (discutibili e fortunatissime) caratteristiche tecniche. E' in questa categoria che personalmente infilo (anche se temo non sarai d'accordo) sia la Flagstad, sia Melchior... Le differenze che tu evidenzi c'erano, hai perfettamente ragione; ma è più sulle affinità che mi concentrerò. Sono curioso di sentire la tua reazione! :)

Leggerò con piacere. :D
Quanto al confronto Melchior - Flagstad, farei un confronto sul "comune" terreno del Tristan und Isolde. Melchior secondo me pena nel duetto d'amore del II atto, soprattutto in "O sink hernieder", dove evidenzia problemi di legato anche in età fresca, mentre la Flagstad probabilmente trova nelle stesse parole il suo momento migliore, anche a 57 anni con Furtwaengler. Di contro, Melchior è scultoreo nel I atto, mentre la Flagstad, come successivamente la Nilsson, è piuttosto piatta nel I atto, dove tende ad essere piuttosto monocorde nel monologo. Insomma, secondo me, se simili potevano essere talune caratteristiche, trovo molte differenze a livello tecnico, dovute forse anche al diverso ruolo giocato da Wagner nelle rispettive carriere. Se non ricordo male, ma dovrei ricontrollare, la Flagsatd non cantò Wagner prima di una certa età, provenendo dal repertorio italiano lirico spinto e drammatico, e anche dopo la svolta wagnerizzante mantenne in repertorio almeno il Fidelio, parte ancora legata al belcanto, e affrontò anche ruoli come Didone e Alceste. Melchior era wagneriano della prim'ora, ex baritono, addirittura "cosimiano". Penso che in questo si noti la differenza.

Buona domenica :D
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da youtube

Messaggioda Tucidide » mar 15 dic 2009, 19:27

Passeggiando su YouTube ho trovato questo video di un burlone. :lol: :lol: :lol:

(Dite quello che volete, ma i "Wälse" di Melchior hanno sempre un loro fascino! :shock: )
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