VGobbi ha scritto:Per quanto riguarda le voci, in ambito maschile mi aveva notevolmente colpito Klaus Florian Vogt (chissa' se qualche forumista l'abbia mai ascoltato questo tenore e cosa ne pensa), praticamente un lirico in un ruolo spesse volte affidato ad hedeltenor. Cosi' il suo primo atto (semplicemente favoloso) ed il terzo atto ha mostrato un'eleganza fuori del comune, aiutato dal portamento fisico lineare, a fronte di un secondo atto in cui ha mostrato qualche durezza, sopra tutto quando l'azione saliva di tensione.
Riprendo questo vecchio commento di Vittorio al Lohengrin scaligero (l'unico caso, mi pare, in cui nel nostro forum si è parlato di Vogt) per introdurre un thread su questo tenore.
Gli applausi forsennati, deliranti che il pubblico gli ha rivolto al termine dei Meistersinger a Bayreuth mi fanno pensare che non solo è nata una "stella" del canto Wagneriano, ma soprattutto ...un "divo", cosa che in Wagner è estremamente rara.
Potrei parlarvi del buon effetto che mi ha fatto la voce! Sottoscrivo alla lettera le parole di Vittorio a proposito di Lohengrin.
Voce non timbricamente simpatica (ricorda per alcuni versi Jerusalem), ma estremamente luminosa. Non si vergogna di essere chiara e adolescenziale, di sfoderare smaltature elegiache e di diventare persino morbida e sfumata in acuto.
In basso è piuttosto povero, ma appena sale la voce acquista rifrazioni squillanti.
E' un ottimo declamatore: articola e distilla con chiarezza sillabe e colori. Ma è anche capace di una buona linearità di fraseggio (per quanto si possa "fraseggiare" con Wagner...).
Il Preislied infatti è stato cantato con delicatezza, gusto di sfumature e nobiltà di legato.
Ma al di là di come canta, il pubblico lo ha adorato anche perché Vogt ha già tutto del "divo" (anche la consapevolezza di esserlo). Recita con una scioltezza da attore consumato, è disinvolto e atletico, capace di ironia e istrionismo (ma sempre con gusto da bravo ragazzo e primo della classe, che piace alle signore di cultura).
Inoltre, cosa rarissima fra i tenori wagneriani, è bellissimo: alto, biondo e aitante, elegante e cavalleresco anche nella prima parte della regia, quando deve impersonare una sorta di rockettaro anticonformista. Quando poi, al terzo atto, si presenta con un vestito scuro, da sera, le altere signore vicino a me non hanno trattenuto un mormorio di approvazione.
Come ha detto Vittorio, il suo è un canto lirico e giovanile, per certi versi di rottura rispetto alla tradizione degli heldentenor. Al momento Vogt non pare interessato ai ruoli "pesanti", ma - spinto dal divismo - finirà per approdarvi, come tutti quelli che l'hanno preceduto.
Sono certo che prima di quanto immaginiamo qualcuno lo reclamerà come Tannhauser o Parsifal. Speriamo almeno che per Tristano e Siegfried aspetti ancora qualche anno.
Salutoni,
Mat