Scusate, se rispondo in ritardo, mi ero ripromesso di farlo ma poi alla fine, nada.
Tucidide ha scritto: Mi sembra che diciamo cose abbastanza simili. Nemmeno io ho parlato dell'essere stati grandi cantanti come condizione necessaria. Pasrlavo proprio dell'aver studiato canto. E' vero anche che si può non aver mai calcato un palcoscenico, anche se sarebbe meglio che almeno in teatri parrocchiali un maestro avesse cantato: così saprebbe dare consigli su come gestire la recita, il concerto, le energie, i piccoli problemi che insorgono. Anzi, dirò di più: facendo un paragone calcistico, dico che raramente un grande cantante diventa grande insegnante, così come un grande calciatore diventa raramente un grande allenatore.
Quello che intendevo dire è proprio questo: un maestro deve aver studiato la disciplina che insegna, anche senza essere stato un professionista. Il paragone automobilsitico serviva a dire questo: non occorre essere Schumacher per insegnare come si guida. Ma almeno la patente di guida B è obbligatoria.
Sicuramente condividiamo il fatto di concordare che non occorra essere stati grandi cantanti per poter insegnare canto, però a mio a mio avviso caro Tuc, siamo distanti dall'intenderci sul chi sia o cosa sia l'insegnante di canto. Cerco di spiegarmi.
Mi pare di capire che tu (e forse anche Saba) sostenga che per poter insegnare canto occorra necessariamente "averlo studiato"; definizione rafforzata dall'esempio da te riportato in merito al fatto che per poter insegnare scuola guida, anche senza essere Schumacher, occorra risultare comunque in possesso della patente B.
Nel complesso e confuso sistema di "insegnamento del canto", sappi che questo assioma non è assolutamente richiesto (e nemmeno auspicato).
In teoria, sarebbe lecito supporre che se una persona si è diplomata in canto, e specificatamente con indirizzo di insegnamento, dovrebbe saper insegnare ad un allievo a "guidare il proprio strumento".
Bene, innanzitutto a nessuno in teatro è chiesto di mostrare il proprio diploma di canto quando deve sostenere un audizione (e non è nemmeno una prerogativa per i concorsi o masterclass), inoltre, i disastri a cui ho personalmente assistito, li ho visti anche all'interno di ambienti che in teoria dovrebbero pullulare di maestri quotati e professionalmente preparati; e non parlo solo dei conservatori, ma anche di "alte scuole di perfezionamento di canto lirico".
Potrei portarti esempi concreti di gente che è entrata in questi ambienti, con la speranza di risolvere i propri problemi di tecnica vocale, per poi uscire anche solo dopo meno di un anno, disperata, con problemi ancora più gravi (talvota anche con l'apparizione di noduli, cisti, ernie, per non parlare poi dei danni psicologici...).
E credimi caro Tuc, non sto affatto esagerando, ne ho viste troppe per poter anche solo "scherzare su queste cose".
Insegnare canto è davvero un arte difficile, forse più di quella di cantare in teatro.
Occorre saper ascoltare, ma non con le sole orecchie, e non è per nulla paragonabile al dare delle indicazioni stradali: metti la prima, togli il freno a mano, rilascia lentamente la frizione, metti la freccia priama dello stop, ecc. ecc. nel canto queste cose non esistono, nel senso che
non vi è quasi nulla di tangibile. L'idea è creatrice di vocalità e la guida di chi ti segue deve essere una facilitazione a trovare da soli la propria strada, la propria natura. Cantare dovrebbe
essere una gioia e non una continua difficoltà di imitare questo o quello.
Ovviamente un buon insegnante non si improvvisa e su questo penso che possiamo essere d'accordo, ma non per forza di cose (e mi ripeto), occorra necessariamente aver cantato o studiato canto (nel senso di aver preso lezioni in conservatorio, privatamente, ecc.).
Quello che poi citi in merito al discorso del mestiere del cantante, ovvero ciò che riguarda la musicalità, l'arte scenica, lo studio della partitura, la gestione delle paure da palcoscenico, ecc. ecc. ecc. sono sicuramente cose importanti per lo sviluppo di una possibile carriera artistica, e forse quelle si che si possono apprendere cercando di imparare da qualcun altro, ma non riguardano il discorso iniziale sullo "studio del canto" (inteso come padronanza di saper gestire al meglio il proprio strumento).
Saba ha scritto:Sono d'accordo con tucidide, un bravo pianista accompagnatore è abituato ad ascoltare le voci, sa dirti se cè qualcosa che non va nella tua tecnica, ma non saprò mai dirti come risolvere il problema fino a fondo, ti può dire copri un po' di più o altre baggianate, ma non conosce il meccanismo interno.
Pensa che io invece attualmente studio canto con un
bravo pianista accompagnatore e ti posso garantire che sa ascoltare le voci più di chiunque altro io mi sia trovato sulla strada, pensa un pò te.
Non è certo mia intenzione convincere nessuno sia chiaro, e non sono nemmeno qui a voler dimostrare qualcosa a qualcuno, ma vi posso assicurare di non essere l'unico ad aver avuto questo tipo di esperienza, tra cui colleghi che stanno portando avanti un onesta carriera.
Saba ha scritto:per l'esempio savastano ci sono 2 allievi di suo fratello antonio poli e alessandro luciano, ascoltali e dimmi
Io ti avevo chiesto di citarmi appunto dei giovani tenori in erba, ma non ti ho detto che avrei commentato la loro performance (per le ragioni che ti ho spiegato nel precedente post).
Comunque sia, riconosco che la domanda era forse mal posta, per cui chiedo venia.
Saba ha scritto:io voglio sentire i suoi allievi, il buon maestro si vede dagli allievi, non dalla sua carriera di cantante
In teoria potrei anche concordare con il tuo concetto, però resta il fatto che tu non sei loro e che loro non sono ne te, ne il loro insegnante.
Il tuo modo di vedere la cosa, può sicuramente essere un punto di partenza, ma non è detto che ciò che funziona per alcuni vada bene per altri.
Tornado all'esempio del Melocchi, ci sono stati cantanti che hanno aspramente criticato il famoso metodo adottato dal maestro bergamasco; vi sono anche testimonianze di cantanti che dopo aver preso lezione da lui, lo definivano un vero e proprio "rovinatore di voci".
Elvira de Hidalgo, probabilmente fù l'insegnante che aiuto maggiormente la grande Maria Callas (alla quale tutti riconosciamo aver avuto una grande tecnica vocale), ciò nonostante, la sig.ra de Hidalgo non sfornò altro allievo/a degno di nota, ne prima ne dopo il fenomeno Callas.
E via via, potremmo citare tantissimi altri esempi a dimostrazione del fatto che in merito all'insegnamento della tecnica del canto, se è vero che non si improvvisa nulla, è altrettanto vero che
formule e teoremi in merito non ne esistono proprio.
Questo ovviamente a mio personale avviso.
Salutissimi.
Teo