Nicholaj Figner

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Messaggioda Teo » mer 05 set 2007, 12:30

MatMarazzi ha scritto:Già, ma Hermann non fu creato da Figner?
E Figner non era in fondo un tenore di grazia?
Io ho alcune incisioni dei primi del secolo: era molto (molto....) stanco e provato, ma il repertorio che canta oggi sarebbe considerato da tenore leggero.
Sbaglio?


Ho letto alcuni scritti di Ciajkovskij a proposito della storia della Dama di Picche, raccolti da Alexandra Orlova e tradotti da Maria Rosaria Boccuni (ed. EDT Torino).
Ho trovato interessanti le ragioni per cui Ciajkovskij sceglie proprio Figner fin dall'inizio, pensando a lui come protagonista.
Lo stesso Ciajkovskij infatti, attraverso le sue stesse parole, fa comprendere che la scelta di Figner non sia tanto dovuta alla tipologia vocale dello stesso (appunto un tenore lirico leggero o di grazia), quanto più alle sue caratteristiche umane ed artistiche, tant'è che per queste convinzioni, Ciajkovskij riadatterà più volte la partitura, adeguandola alla voce dello stesso Figner.

Fin dalla prima stesura, Ciajkovskij è portato a scrivere intere pagine musicali dove il tenore è quasi sempre in scena, tant'è che lo stesso Ciajkovskij, scrive al fratello di essere preoccupato
6/18 febbraio. Che cosa posso escogitare per dare al povero Figner un ruolo non troppo pesante? Sette quadri in cui deve agire continuamente! Non dovrei eliminare proprio per questo la scena sulle sponde del fiume? Sono terrorizzato quando penso a quanto abbia già scritto per lui e a quanto mi resti ancora da scrivere. Temo che al poveretto non basteranno le forze. E non soltanto Figner, ma qualsiasi artista sarebbe terrorizzato e tremerebbe sapendo che deve stare in scena e cantare quasi costantemente!


C'è un passaggio che a mio avviso è determinante nel far comprendere quali fossero le aspettative di Ciajkovskij riposte su Figner e quali fossero le ragioni per cui lo stesso Ciajkovskij, suo malgrado, si convinse di adattare la parte orchestrale per le esigenze del tenore.
3/15 marzo. Ieri, prima di pranzo ho composto la fine vera e propria dell'opera e quando sono arrivato alla morte di Hermann e al coro finale, ho provato un tale dispiacere per Hermann che improvvisamente ho cominciato a singhiozzare forte. Questo singhiozzare è proseguito molto a lungo e si è trasformato in un piccolo attacco isterico dalle caratteristiche molto piacevoli: piangere mi era infinitamente dolce. Poi ho capito perché (perché non mi era mai capitato prima di singhiozzare in questo modo per il destino del mio eroe e per lo sforzo di capire perché avevo un tale bisogno di piangere). Ho scoperto che Hermann per me non rappresentava soltanto un pretesto per scrivere questa o quella musica, ma era anche una persona in carne e ossa, che oltretutto, mi riusciva davvero simpatica. Dato che Figner mi piace molto e dato che di continuo prestavo a Hermann le sembianze di Figner, ho partecipato con il più vivo interesse alle sue disavventure. Adesso penso che probabilmente il calore e l'emotività di quest'atteggiamento nei confronti del protagonista dell'opera si sia riflesso in modo favorevole sulla musica. In questo momento, mi pare che nel complesso «La dama di picche» sia un'opera con i fiocchi.


Al completamento dell'opera, Ciajkovskij torna il Russia e da subito consegna il suo spartito proprio allo stesso Figner per valutare le sue prime impressioni e di conseguenza trarre le proprie
Sono stato da Figner [in campagna]. È entusiasta della parte, ne parla con le lacrime agli occhi; è un buon segno! Ne sa già un pezzo; mi sono convinto di quanto sia intelligente e afferri in fretta le cose. Tutte le sue intenzioni corrispondono per intero ai miei desideri.

Questo passaggio a mio avviso è determinante.
L'entusiasmo di Figner, l'aderenza alle stesse intenzioni di Ciajkovskij, la convinzione dello stesso compositore sulle doti umane ed intellettive del tenore...pare evidente che Figner venga scelto per il suo "peso artistico" non propriamente per il tipo di vocalità dello stesso.

A sostegno di quanto sopra espresso, credo possano bastare le parole di Ciajkovskij stesso, sul quanto gli sia pesato venir incontro alle esigenze del tenore in merito a trasposizioni, tagli, riorchestrazioni e quant'altro necessario...
Una sola cosa mi affligge: pretende che gli trasporti il Brindisi di un intero tono sotto.

È stato molto, molto doloroso per me trasportare il Brindisi per Figner, ma non potevo fare diversamente. Ho già fatto alcune modifiche della tessitura grave, dopo essere stato da lui. Spero che nella scena del temporale l'orchestra non copra la voce del cantante, ad ogni modo vi ho prestato molta attenzione. Se sbaglio, durante le prove l'abbasserò fino al volume necessario.

Sono stato [a Pietroburgo] cinque giorni. Il mio viaggio è dovuto al fatto che Figner non può cantare alcuni numeri nella tonalità in cui sono stati scritti. Ho dovuto trasportarli e ciò ha richiesto una nuova orchestrazione; dato che adesso stanno copiando le parti nell'archivio musicale del teatro pietroburghese, sono stato costretto a lavorare qui.


Dopo il successo della prima rappresentazione al Teatro Mariinskij di S. Pietroburgo del 7 dicembre 1890, nella successiva ripresa di Kiev, Hermann non è più Figner ma Medvedev.

A tale proposito, ci sono due commenti in merito alla ripresa di Kiev, dello stesso Ciajkovskij, che reputo molto interessanti e che per questo vorrei riportare...

Tra gli interpreti il migliore è Medvedev. Tutti gli altri sono inferiori a quelli di Pietroburgo. Certo, anche Medvedev non è Figner, ma possiede una grande qualità: la musicalità.

Entrambe le produzioni mi hanno interamente soddisfatto e sono molto contento di tutti gli esecutori. Ma le cose più straordinarie e particolari sono Figner e l'orchestra di Pietroburgo, che hanno fatto veri miracoli.


Quello che per me è possibile dedurre dai passaggi sopracitati, è che Figner copre un ruolo centrale per questa Dama di Picche.
Per Ciajkovskij, Figner non è interessante perchè musicale, perchè tenore di grazia, perchè ha probabilemente una bella voce...Figner è per Ciajkovskij Hermann.
Come è ben noto, inizialmente Ciajkovskij rifiuta la proposta di lavorare sul racconto originale di Pushkin e solo successivamente sarà costretto (per una serie di ragioni) a pensare alla Dama di Picche facendola però riadattare secondo le proprie esigenze interpretative, al fratello Modest.
Tuttavia credo che, pur non apprezzando il testo originale di Pushkin, Ciajkovskij rimanga quasi da subito affascinato dal suo protagonista e dalla sua ossessione.
Mano a mano che l'opera comincia a realizzarsi, Hermann prende forma nella sua personalità, non nella scelta della sua connotazione vocale.
La partitura certamente richiede un tenore in grado di possedere diverse caratteristiche in termini di estensione (ci sono diversi SI naturali sparsi nello spartito), di forza declamatoria (penso che non possa aver ignorato un certo stile wagneriano ormai in auge), di lirismo penetrante (la parte è dura da sostenere), di dolcezza e tristezza infinita, di espressività (molte le smorzature e i segni musicali a tale proposito); e probabilmente Ciajkovskij sapeva (o sperava?) di poter contare su Figner anche per queste cose, ma credo che ciò che spinse maggiormente Ciajkovskij a propendere per Figner in modo così determinato, fu proprio la consapevolezza delle sue indubbie qualità artistiche ed umane, non tanto per la sua connotazione vocale.
Ciajkovskij rimane folgorato da Hermann e nella mente di Ciajkovskij la reincarnazione di Hermann è Figner.
A conferma della mia tesi, credo possano essere determinanti i passaggi in cui lo stesso Ciajkovskij, si commuove, piange per il suo eroe che ormai vede nell'immagine di Figner, e che per quest'immagine è disposto a accettare compromessi che forse in altre situazione non avrebbe accettato (trasposizioni, rifacimenti continui della partitura, riorchestrazioni, ecc...).

Penso quindi, che la tesi di Michele sia azzeccata e che davvero tra Hermann e Otello ci sia un filo d'aria...

E voi che ne pensate?

Salutissimi.

Teo
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Messaggioda Zarevich » mer 05 set 2007, 13:23

Mi meravigliano sempre le persone che possano aprire una fonte insospettabile. In questo tu sei imbattibile, caro Teo! Te ne sono molto grato! Hai ragione che solo gli appunti, le lettere o i diari di Ciajkovskij stesso ci possono chiarire alcune incomprensioni e delle “sovrapposizioni inoltrate”.
Senza dubbio che Ciajkovskij era affascinato del racconto di Pushkin, come del resto noi tutti, ma lui voleva dimostrare il proprio affetto verso Hermann. Per questo lui si rivolge all’altro personaggio di Pushkin. È Evghenij dal poema “Il Cavaliere di Bronzo”. Hermann di Ciajkovskij è una lega di Hermann ed Evghenij. Per capirlo si deve leggere il racconto di Pushkin “La Dama di Picche” e il suo poema in versi “Il Cavaliere di Bronzo”.
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Messaggioda Teo » mer 05 set 2007, 16:40

Zarevich ha scritto:Mi meravigliano sempre le persone che possano aprire una fonte insospettabile. In questo tu sei imbattibile, caro Teo! Te ne sono molto grato! Hai ragione che solo gli appunti, le lettere o i diari di Ciajkovskij stesso ci possono chiarire alcune incomprensioni e delle “sovrapposizioni inoltrate”.
Senza dubbio che Ciajkovskij era affascinato del racconto di Pushkin, come del resto noi tutti, ma lui voleva dimostrare il proprio affetto verso Hermann. Per questo lui si rivolge all’altro personaggio di Pushkin. È Evghenij dal poema “Il Cavaliere di Bronzo”. Hermann di Ciajkovskij è una lega di Hermann ed Evghenij. Per capirlo si deve leggere il racconto di Pushkin “La Dama di Picche” e il suo poema in versi “Il Cavaliere di Bronzo”.


Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti, fatti da te, per me valgono il doppio! Amo molto Ciajkovskij in particolare questo suo capolavoro, ma ancor più adoro Pushkin!
E' incredibile come nei suoi capolavori si trovi sempre modernità mischiata con storicità, poesia mista alla prosa; questi elementi si respirano anche solo alla prima lettura, è semplicemente "geniale"!

A proposito della Dama di Picche, ho letto che la stessa Contessa non è frutto dell'invenzione di Pushkin ma sarebbe realmete esistita, tale principessa chiamata N. Golitsyna (Chernysheva) che secondo una leggenda s'incontrò a Parigi col conte di Saint-Germain, che le avrebbe rivelato il segreto delle tre carte. Viene inoltre descritta con molta precisione, nel racconto, la "casa d'architettura antica" di S. Pietroburgo ( è vero che oggi corrisponderebbe a Via Gogol n. 10 ? ), in cui Hermann entrò per cercare di carpire il segreto alla vecchia contessa.

Sinceramente non stento a credere che questa leggenda sia esista davvero dato che è arcinoto che Pushkin fosse un uomo di curiosità intellettuale e sapere enciclopedico...

In merito al suo Cavaliere di Bronzo, credo di aver letto qualcosa tempo fa, conosco la trama di questo poema in versi, ma debbo dire di non aver mai approfondito il tema.
Ti sarei grato se mi spiegassi qual'è il parallelismo che esiste tra Hermann e Evghenij...

Grazie per i tuoi interventi.

Teo
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Messaggioda MatMarazzi » mer 05 set 2007, 17:17

Teo ha scritto:Penso quindi, che la tesi di Michele sia azzeccata e che davvero tra Hermann e Otello ci sia un filo d'aria...


Fammi capire la tua tesi...
Tu dici che siccome gli interessava Figner come Hermann (ossia un'artista anti-eroico per eccellenza), Cajkovskij ha scritto per lui una parte con caratteristiche vocali da tenore eroico! :)
Non è più ragionevole pensare che, proprio il fatto che Cajkovskij volle Figner, la parte dovrebbe essere stata ritagliata sulle sue caratteristiche?

Secondo me, la conclusione naturale del tuo bellissimo e interessantissimo post è proprio che Hermann è un tenore lirico ed elegiaco, e non per altre ragione che perchè è stato forgiato pari pari sulle caratteristiche di un certo artista.
Che poi i drammaticoni possano farci bella figura lo si può ammettere (anche se alla fine il machismo del ruolo ne viene troppo amplificato).
Ma questo non toglie che si dovrebbe, per me, andare a pescare in cantanti d'altra natura: degli Hoffman ad esempio (e Figner era un sommo interprete di opéra comique).

Salutoni e davvero grazie della bellissima lettura.
Mat
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Messaggioda Zarevich » mer 05 set 2007, 17:47

Caro Teo!
Ogni peterburghese ti farà vedere a San Pietroburgo il palazzo della contessa Natalia Golìtsyna (Наталия Голицына) o il “Palazzo della Dama di Picche” come lo chiamano. Sì, è vero, Pushkin non inventò. Pushkin amava frequentare la casa da gioco ed una volta il nipote della contessa Golitzyna gli raccontò una storia di sua nonna che s'incontrò a Parigi col conte di Saint-Germain. Il nipote chiamava dei soldi dalla nonna, ma la nonna non glieli diede, ma invece gli rivelò un segreto di tre carte: il tre, il sette, l’asso (тройка, семёрка, туз). Pushkin tutto quello descrisse nel suo racconto. A San Pietroburgo si può vedere anche l’edificio in cui si trovava la casa da gioco e certo che il Giardino d’Estate (Летний Сад) in cui si svolge tutto l’azione del primo atto dell’opera. Io so dove si trovavano le caserme dove a Hermann apparve il fantasma della Contessa. Ed anche il piccolo ponte del Canaletto d’Inverno (Зимняя Канавка) dove Lisa aspetta Hermann.
http://www.gayatri.arda.ru/images/italianzi/zk.jpg

A proposito, in russo il nome di Hermann deve suonare come Ghèrman (Герман).
Il parallelismo tra Hermann e Evghenij.
Se ti ricordi bene, il poema “Il Cavaliere di Bronzo” («Медный Всадник») descrive l’orribile invasione delle acque in 1825 a San Pietroburgo. Ad Evghenij sembra che il Monumento di Pietro il Grande (Cavaliere di Bronzo) lo segua e voglia ucciderlo. L’escrezione di un cervello malato o l’immaginazione malata. Così a Hermann sembra che lo segua qualcosa di grande e enorme. Lui gioca a carte per salvarsi.
Il povero Evghenij è così piccolo, un uomo da niente davanti al grandissimo monumento del Cavaliere di Bronzo, anche Hermann si sente un uomo da niente e vuole vincere, giocando ….
Sai, c’è un bel balletto “Il Cavaliere di Bronzo” di Reinhold Gliere con la bellissima musica, tragica e molto precisa.
Zarevich
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Messaggioda Teo » mer 05 set 2007, 19:04

MatMarazzi ha scritto:
Teo ha scritto:Penso quindi, che la tesi di Michele sia azzeccata e che davvero tra Hermann e Otello ci sia un filo d'aria...


Ma questo non toglie che si dovrebbe, per me, andare a pescare in cantanti d'altra natura: degli Hoffman ad esempio (e Figner era un sommo interprete di opéra comique).

Salutoni e davvero grazie della bellissima lettura.
Mat


Vero, come è vero che il suo repertorio spaziò dal lirico elagio al lirico eroico e romantico...al Regio fu Enzo della Gioconda prima e Didier della meno nota altra opera di Ponchielli Marion Delorme dopo, pensa, proprio quel Didier per il quale lo stesso Ponchielli volle fosse interpretato per la prima volta da Tamagno... :D credo inoltre ti sia noto che Figner affronto anche opere quali Ugonotti, Iolanta, Carmen, Pagliacci e guarda guarda anche Otello...

Non ho mai sostenuto che Hermann debba essere per forza di cose interpretato da un tenore drammatico o con uno stile tutto macho macho, anzi, credo proprio il contrario. E' noto penso agli amici forumisti, che il mio Hermann di riferimento è Nelepp che sicuramente non è ne drammatico, ne macho macho.

Mi suona strano tra l'altro che proprio tu che vedi in Otello un tipo di vocalità diversa da quella trita e ritrita proposta continuamente in teatro negli ultimi 50 anni, veda così distante i due personaggi in questione (ovvero Otello e Hermann).

Comunque può essere che mi sbagli o non abbia capito il tuo intervento (o magari più semplicemente non ci siamo capiti :shock: :lol: )

Inoltre il mio discorso sull'avvicinare Hermann a Otello era anche improntato ad un raffronto tra il ruolo psicologico impresso da Puskin-M.Ciajkovskij-P.Ciajkovskij da una parte, e quello proposto da Shakespeare-Boito-Verdi dall'altra...beh, per come la vedo io, entrambi i personaggi sono ossessionati dal tema della salvezza, entrambi cercano il riscatto sociale, morale e anche affettivo...anche in questo trovo ci sia un filo d'aria che collega i due protagonisti.

Che ne pensi?

Salutissimi e grazie per il tuo intervento!!!

Teo
Ultima modifica di Teo il mer 05 set 2007, 23:34, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Teo » mer 05 set 2007, 19:08

Zarevich ha scritto:Il parallelismo tra Hermann e Evghenij.
Così a Hermann sembra che lo segua qualcosa di grande e enorme. Lui gioca a carte per salvarsi.
Il povero Evghenij è così piccolo, un uomo da niente davanti al grandissimo monumento del Cavaliere di Bronzo, anche Hermann si sente un uomo da niente e vuole vincere, giocando …


Bellissimo parallelismo, mi hai fatto venire la voglia di andare a riprendere il mio tomo di Pushkin... :D grazie!

Salutissimi e grazie per gli spunti preziosi!

Teo

PS. bella l'immagine che mi hai allegato, se il carissimo Marazzi organizzerà una trasferta con il suo mitico club a Mosca o a S. Pietroburgo, puoi star certo che sarò il primo della lista... :wink:
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Messaggioda MatMarazzi » dom 09 set 2007, 12:25

Caro Teo,
scusa il ritardo della risposta, ma in questo periodo si vive in apnea.
Dunque...
Come tempo fa disse il caro Dottor Cajus (il quale, peraltro, è un po' di tempo che non scrive sul forum, uff...), non è possibile valutare la natura di un tenore a cavallo fra Ottocento e Novecento ...fondandosi sul suo repertorio.
I criteri erano molto diversi dai nostri.

Non è affatto significativo (per capire la natura vocale di Figner) che abbia cantato anche Enzo Grimaldo (che ti ricordo essere stato uno dei cavalli di battaglia del tenore di grazia per eccellenza: il "campanello" Bonci).

Né è significativo che Figner abbia cantato Otello o altri ruoli scritti per Tamagno: ti ricordo che il massimo tenore di grazia dell'epoca (il polacco Jean de Reszke) era approdato non solo a Otello, ma a tutti i pezzi da novanta del repertorio wagneriano (Siegfried, Tristan) pur restando un tenore di grazia, lirico, estetizzante, chic.

Quello che voglio dire è che non puoi dire (come per i tenori del pieno Novecento) "ha cantato questo e quello, dunque è così".
Nell'800 i cantanti si risistemavano a loro misura le parti scritte per altri.

E' noto che il mitico contralto Marietta Alboni ebbe in repertorio (oltre a Rossini e Azucena) anche Amina della Sonnambula e persino... Silva dell'Ernani.
Ora... non è che la sua estensione andasse dal soprano leggero al basso profondo! :)
Solo che si aggiustava le tonaliltà e le caratteristiche del ruolo a sua misura.

Allora cos'è significiativo?
Secondo me, per capire le caratteristiche di un cantante, l'unica cosa significativa sono I RUOLI CREATI PER LUI, oltre naturalmente alle incisioni (nel caso di Figner, purtroppo, molto tardive) e alle testimonianze documentarie.

Il discorso, ovviamente, vale anche al contrario.
Ossia, una volta definite le caratteristiche vocali, tecniche e (proprio come hai fatto tu egregiamente con Figner) umane, culturali, artistiche, diventa interessante usarle per comprendere anche i ruoli che hanno creato, specie se li hanno creati quando erano famosi (e quindi ben noti, come nel caso di Figner, al compositore).

Nel caso di Tamagno le caratteristiche vocali mi paiono evidentissime dalla scrittura di Otello.
Nel caso di Hermann penso che le caratteristiche siano più quelle (tanto per fare un esempio) dei racconti di Hoffman: un vocalismo leggero ma inquieto, acuto ma non eroico (come in fondo il personaggio).
E' solo un'opinione, ma ascoltando i dischi di Figner non si ha proprio l'idea di nulla che assomigli a Tamagno o a Otello (per lo meno come lo ha scritto Verdi).

Teo ha scritto:Mi suona strano tra l'altro che proprio tu che vedi in Otello un tipo di vocalità diversa da quella trita e ritrita proposta continuamente in teatro negli ultimi 50 anni, veda così distante i due personaggi in questione (ovvero Otello e Hermann).


Io ho contestato come Otelli i tenori drammatici e baritonali (leggi para Wagneriani). Ma questo non vuol dire che Otello fosse un tenore di grazia (sia pure in senso ottocentesco...).
Tamagno era un tenore eroico e contraltino, aulico e antico, di ascendenza primoromantica: era perfetto in Arnoldo e Jean de Leyda, non in Hoffman.
Mentre Figner era un tenore "di grazia" (sofferto, estenuato, elegiaco) di ascendenza tardo-romantica, addirittura decadentista.


per come la vedo io, entrambi i personaggi sono ossessionati dal tema della salvezza, entrambi cercano il riscatto sociale, morale e anche affettivo...


Questo è molto, molto vero e interessante.
Inoltre sono due personaggi enormi creati esattamente negli stessi anni.
Un po' la risposta italiana e francese ai grandi tenori wagneriani.
Era solo sul piano strettamente vocale che mi permettevo di sottolineare quelle che a me sembrano diverse matrici.

Salutoni,
Matteo
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Messaggioda Teo » mer 12 set 2007, 11:57

Carissimo Matt, scusa se rispondo solo ora ma come per tutti noi il tempo spesso è tiranno...

Inizio da questa tua affermazione:

MatMarazzi ha scritto:Quello che voglio dire è che non puoi dire (come per i tenori del pieno Novecento) "ha cantato questo e quello, dunque è così".
Nell'800 i cantanti si risistemavano a loro misura le parti scritte per altri.


Perfetto, dunque il fatto che Figner fosse stato anche un buon tenore da opéra comique, non è certo un punto cardine per determinare che la parte di Hermann sia riconducibile ad un ruolo simile ad Hoffmann

MatMarazzi ha scritto:Allora cos'è significiativo?
Secondo me, per capire le caratteristiche di un cantante, l'unica cosa significativa sono I RUOLI CREATI PER LUI, oltre naturalmente alle incisioni (nel caso di Figner, purtroppo, molto tardive) e alle testimonianze documentarie.

Il discorso, ovviamente, vale anche al contrario.
Ossia, una volta definite le caratteristiche vocali, tecniche e (proprio come hai fatto tu egregiamente con Figner) umane, culturali, artistiche, diventa interessante usarle per comprendere anche i ruoli che hanno creato, specie se li hanno creati quando erano famosi (e quindi ben noti, come nel caso di Figner, al compositore).


Vero, infatti potremmo dire che Hermann fu proprio un ruolo costruito sulla sua personalità, mentre in fatto di testimonianze documentarie, personalmente potrei citarti alcune arie incise per Melodiya (per es. l'aria della Cavalleria), dove a mio modesto avviso, la voce e la resa sono ottime (non dimentichiamoci tra l'altro che fu il primo Turiddu e il primo Cavaradossi a Mosca).

MatMarazzi ha scritto:Nel caso di Tamagno le caratteristiche vocali mi paiono evidentissime dalla scrittura di Otello.
Nel caso di Hermann penso che le caratteristiche siano più quelle (tanto per fare un esempio) dei racconti di Hoffman: un vocalismo leggero ma inquieto, acuto ma non eroico (come in fondo il personaggio).
E' solo un'opinione, ma ascoltando i dischi di Figner non si ha proprio l'idea di nulla che assomigli a Tamagno o a Otello (per lo meno come lo ha scritto Verdi).


Concordo pienamente sul fatto che la vocalità di Tamagno non fosse pari pari a quella di Figner, tuttavia credo che avessero diversi punti in comune.
Probabilmente Figner aveva una vocalità che si adattava facilmente anche a ruoli più leggeri, mentre Tamagno penso che avrebbe trovato diverse difficoltà; dagli ascolti in mio possesso però, sento che entrambi i tenori possiedano quelle caratteristiche necessarie a far emergere dalla partitura gli impeti lirici e le inquietudini drammatiche che entrambi i personaggi quali Hermann e Otello hanno.
A parte comunque il discorso Figner - Tamagno, resta il fatto che sia nella partitura della Dama di Picche che in quella di Otello, le richiesta di una vocalità che possa esprimere momenti di lirismo eroico, declamatorio e romantico-drammatico, a mio modesto avviso, sono evidenti.
Ci sono esempi sparsi in tutta la partitura della Dama di Picche, che evidenziano punti di incontro con le caratteristiche vocali di Otello, anche se risolti ovviamente in maniera diversa.
Basti pensare al monologo finale del I° quadro (I° atto) dove viene richiesto ad Hermann un vocalismo puramente lirico e declamatorio (e in Otello direi che gli esempi sono superflui), o la famosissima aria per Liza, dove è necessaria una vocalità romantica e drammatica per poi chiudere con il duetto con la stessa Liza, dove viene nuovamente richiesto un lirismo eroico, romantico con altri interventi di declamato...e tanti altri esempi.
Ovviamente è un mio modestissimo parere...

MatMarazzi ha scritto: Mentre Figner era un tenore "di grazia" (sofferto, estenuato, elegiaco) di ascendenza tardo-romantica, addirittura decadentista.


Ecco questo è il punto in questione, io personalmente non lo sento e non lo vedo così, così come del resto vedo Hermann più vicino ad un Otello che non ad un Hofmann le cui caratteristiche vocali e interpretative, a mio avviso, sono ben distanti.

E' sempre interessante comunque approfondire questi diversi modi sentire, ci tengo a sottolineare il fatto che anche su diverse posizioni, quando il confronto è onesto e sincero (e con Matt non l'ho mai dubitato), nessuno toglie niente a nessuno, anzi, entrambi usciamo più arricchiti di prima...

Grazie per la bella discussione!

Salutissimi.

Teo
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Messaggioda MatMarazzi » gio 13 set 2007, 20:05

Teo ha scritto:potremmo dire che Hermann fu proprio un ruolo costruito sulla sua personalità, mentre in fatto di testimonianze documentarie, personalmente potrei citarti alcune arie incise per Melodiya (per es. l'aria della Cavalleria), dove a mio modesto avviso, la voce e la resa sono ottime (non dimentichiamoci tra l'altro che fu il primo Turiddu e il primo Cavaradossi a Mosca).


NOn credo che le arie di cui parli fossero incise per la Melodiya (che all'epoca non esisteva). :)
Semmai furono incise per la G&T.
Comunque hai ragione: è significativo che abbia inciso la Cavalleria Rusticana, il cui ruolo principale fu creato al Covent Garden negli stessi anni (e con successo addirittura spettacolare) da De Lucia, noto tenore eroico e declamatorio! :)))

Teo ha scritto:Probabilmente Figner aveva una vocalità che si adattava facilmente anche a ruoli più leggeri"

Vedo che non è possibile convincerti, e non ci voglio nemmeno provare! :)
REsta il fatto che per me non è vero che Figner "potesse anche" cantare ruoli di grazia: Figner ERA un cantante di grazia!

Secondo me, lo ripeto ancora poi giuro starò zitto, (:)) il problema andrebbe visto dal versante opposto rispetto al tuo: proprio i cantanti come Figner (o De Lucia, o De Reszke) dimostrano che il drammatismo, la forza tragica e la profondità di certe interpretazioni non derivano dal fatto di possedere voci "così e così" (anzi...) ma dal fatto di avere grandi personalità.
E che si può avere una voce lirica e delicata ed essere terrificanti e trascinatori...
La Olivero nella Medium, la Gencer (giovane) nel Macbeth, la Silja nella Kostelnicka con le loro vocette piccole e chiare smuovevano le montagne, mentre certi vocioni pachidermici fanno solo venire sonno (a partire da certi tenori che piacciono a te... eheheh...)

Scherzi a parte, ti sono grato di questa levata di interesse nel nostro fourm intorno a un tenore leggendario e appartenente a quella fetta di storia del canto che amo di più (a cavallo fra '800 e '900).
Senza le tue mail interessantissime e le tue appassionate (e illuminanti) ricerche credo proprio non avremmo avuto occasione di ricordarlo e di riflettere così tanto su di lui.

Salutoni
Mat
Ultima modifica di MatMarazzi il ven 14 set 2007, 11:59, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Teo » ven 14 set 2007, 11:13

MatMarazzi ha scritto:Secondo me, lo ripeto ancora poi giuro starò zitto


Ultimo intervento e poi giuro anch'io che starò zitto :lol:

Ho citato Melodiya quale casa di incisione discografica perchè il CD in mio possesso riporta l'etichetta della casa discografica russa (non sapevo fosse stato inciso dalla G&T...chiedo venia).

Anche io noto che è difficile convincerti :lol: resta il fatto che non per forza di cose la si deve pensare allo stesso modo o che delle due tesi ce ne sia una prioritaria all'altra...

Sul discorso Figner, De Lucia, Cavalleria, Tosca, tenore di grazia o di disgrazia, ecc. ecc. ecc. beh, potrei a mia volta controbattere con ulteriori argomentazioni in merito, ma capisco che a questo punto diventa un esercizio inutile, non arriveremmo a nessuna conclusione, ognuno ha le proprie argomentazioni e convinzioni.

Quando invece sostieni che
MatMarazzi ha scritto: il drammatismo, la forza tragica e la profondità di certe interpretazioni non derivano dal fatto di possedere voci "così e così" (anzi...) ma dal fatto di avere grandi personalità

non ho nulla da eccepire, ti vorrei ricordare però che il discorso è nato da un tuo primo intervento nel quale asserivi che
MatMarazzi ha scritto: Già, ma Hermann non fu creato da Figner?
E Figner non era in fondo un tenore di grazia?

ovvero, il dubbio sull'accostamento della vocalità di Hermann raffrontata a quella di Otello.

Il discorso è nato tutto da qui (almeno a mio avviso).
Io credo che tra i due ruoli ci siano molte affinità interpretative e molte caratteristiche vocali che li avvicinano (di parecchio anche); a prescindere dai vari interpreti che la storia ci consegna (con tutte le diversità che un secolo può ovviamente portare con se), queste affinità le ritrovo nelle due partiture scritte per i protagonisti (citando tra l'altro alcuni esempi).

Resta inteso che nessuno vuol convincere nessuno :wink: :lol:

Per quanto mi riguarda, chiudo qui, anche perchè mi sembra che sia diventato un discorso a due, e probabilmente abusiamo della gentilezza del forum... :lol:

Salutissimi e grazie!!!

Teo
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