Jonas Kaufmann

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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda pbagnoli » ven 04 feb 2011, 7:23

beckmesser ha scritto:
pbagnoli ha scritto:potrebbe forse essere un grandissimo Siegmund, Tristano, Tannhauser, Walther e forse Rienzi, ma non Siegfried e nemmeno Parsifal


Parsifal e i Meister li ha già cantati. Sul primo non ho mai trovato nulla, mentre gli estratti del suo unico Walther a Edimburgo nel 2006 mi sembrano notevolissimi...

Ovviamente hai ragione, specialmente per quanto riguarda i Meistersinger.
Nemmeno io ho mai saputo nulla del suo Parsifal, e sospetto non sia un caso...
Mi stupisce un po' l'idea del Siegfried non prima dei 50 anni: è un personaggio in cui si dovrebbe far sentire la gioventù aggressiva e la poesia; così corre il rischio, analogamente a Heppner, di sembrare il nonno di Mime...
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Enrico » ven 04 feb 2011, 18:09

Radamès e Don Alvaro.
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Enrico » ven 04 feb 2011, 18:15

pbagnoli ha scritto: corre il rischio, analogamente a Heppner, di sembrare il nonno di Mime...


Ma no, Mime sarà Domingo.
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda teo.emme » ven 04 feb 2011, 20:02

Enrico ha scritto:Radamès e Don Alvaro.
Andrea Chénier.
Edgardo (sì!) e Pollione.
Rodolfo (Bohéme).
Faust (Boito).
Samson.


E poi? Perché non Almaviva e Tamerlano? O O Rodrigo e Jago? O kundry e Boris? O anche il successore di Benedetto XVI sul soglio di Pietro? A parte gli scherzi, mi sembrano ruoli indicati alla rinfusa, senza nessun reale collegamento l'uno con l'altro (tipo Edgardo e Pollione). E poi, almeno a giudicare dal recente disco dedicato al verismo (bruttino invero), non avrei affatto voglia di ascoltare un suo Chenier.
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Rodrigo » ven 04 feb 2011, 21:32

Mah, Kaufmann è interprete molto attento al fraseggio e nelle sue prove migliori si sforza di "dire" qualcosa di diverso rispetto all'immagine consolidata del personaggio che volta a volta affronta.
Detto questo la sua formazione mi pare lo porti verso le aperture, le sonorità cangianti del declamato e, poiché le scelte (legittime) si pagano, quello che acquista in varietà di colori e di fraseggio credo lo perda in parte sul terreno del vocalismo "all'italiana" (legato, squillo, omogeneità di registro). Nè mi pare abbia mai approfondito il c.d. "cantar fiorito" del belcanto.
Ammesso che quello che ho scritto sia vero, direi che ciò esclude buona parte dei ruoli protoromantici con l'eccezione, probabilmente, di Pollione. Per Verdi il discorso è più complesso. Si è scritto su questo forum che nella scrittura verdiana il bagaglio vocalistico convive con esigenze in certo modo coloristiche e, con le precisazioni del caso, condivido questo pensiero. Kaufmann potrebbe essere un interprete di valore, ritengo, dei ruoli in cui prevalgono proprio queste esigenze di colorismo "embrionale". Escluderei i ruoli più scopertamente vocalistici, come dimostra il suo Alfredo non memorabile, (e quindi niente Duca, Manrico, Arrigo forse anche Riccardo e Radames) e metteri invece Don Alvaro, Macduff (ok ok non farà mai un ruolo così corto :D ). Del primo Verdi sarei curioso di sentigli cantare Ernani e Stiffelio.
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Enrico » sab 05 feb 2011, 14:19

Su radio3 non ci sono notizie di una eventuale trasmissione della Tosca con Kaufmann dalla Scala :(
(invece è già annunciata per il 18 una Manon Lescaut da Firenze con Nitescu/Fraccaro/De Candia/ Bartoletti) :x
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda pbagnoli » dom 24 apr 2011, 21:33

Primo atto di Walkure dal Met.
Operashare - per il momento - mette a disposizione solo l'audio, e va benissimo per le finalità che mi sono prefisso: quelle di valutare appieno il Siegmund di Kaufmann, anche perché se no il Divino mi starà attaccato allo scroto sino allo sfinimento. Del medesimo (scroto). E anche del sottoscritto.
L'intento del Divino è semplice, terribile e chiaro a un tempo: dimostrarmi che, per il personaggio di Siegmund, esiste un prima di Kaufmann e un dopo Kaufmann.
Io, che pure amo Kaufmann, sono scettico: sono cresciuto con il più straordinario Siegmund che si possa immaginare, che è Jon Vickers, e non sarà facile convincermi. E dovete tener presente che, all'occorrenza, mi porto in tasca anche Ramon Vinay, un altro che questa parte l'ha rivoluzionata, rigirata, riproposta come un Grande Mestatore.
L'inizio è sfolgorante: la voce presenta uno squillo e un metallo da autentico guerriero, anche nelle prime schermaglie con Sieglinde: non c'è la dolorosa rinuncia di altri interpreti grandiosi.
Eccezionale è anche l'impeto di fronte a Hunding, con la violenza espressiva di tutto il racconto dei welsidi.
Il monologo è un capolavoro. Tralascio ogni considerazione sulla durata dei Waelse!; giuro che continuo a chiedermi come sia possibile che qualcuno si metta a cronometrare dei sol bemolle e sol naturali come se fossero la chiave di volta di un ruolo così complesso, ma ho una delle mie tante incisioni di Melchior in questo ruolo in cui un recensore si è preso la briga proprio di segnalarne la durata interminabile. La voce di JK, rispetto ad altre prove più recenti, è di trama molto più limpida e liquida; l'interprete fa sfoggio di un bel legato che integra la pulsione declamatoria. Il Wintersturme, però, è quello che mi coinvolge maggiormente, grazie anche all'intesa eccezionale con la Westbroek; peccato che abbia dato forfait alla fine del primo atto.
Il senso della parola è sempre di altissimo livello.

Insomma, una prestazione maiuscola, grandiosa, sicuramente una di quelle più belle che abbia mai sentito.
Adesso però vorrei che il Divino mi dicesse perché dovrei preferirla a quella di Vickers, un altro che fa tutte queste meraviglie, per di più con la direzione stratosferica di Karajan...
Be', comunque il "Siegmund heiss'ich, und Siegmund bin ich!" mette letteralmente i brividi

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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Tucidide » dom 24 apr 2011, 23:34

pbagnoli ha scritto:L'intento del Divino è semplice, terribile e chiaro a un tempo: dimostrarmi che, per il personaggio di Siegmund, esiste un prima di Kaufmann e un dopo Kaufmann.

Dico la mia, in attesa di essere bonariamente scannato. :D
Secondo me, per poter parlare di un "prima" e un "dopo" a proposito di una prestazione vocale, occorre essere al cospetto non tanto di un'eccezionale bravura, quanto di una lettura "diversa", tecnicamente o stilisticamente controcorrente rispetto alla tradizione. C'è un "prima-" e un "dopo-Blake" perché prima di lui nessuno aveva affrontato i ruoli David o in generale Rossini con quelle sonorità. C'è un "prima-" e un "dopo-Callas" per Sonnambula o Norma perché quelle che cantavano Norma e Sonnambula prima di lei erano per lo più diverse da lei.
Con il Siegmund di Kaufmann secondo me siamo nell'alveo di una tradizione consolidata, tecnicamente e stilisticamente. Questo non significa che non sia una grande prova.
Kaufmann è bravissimo, illumina col suo fraseggio il personaggio e possiede un senso della parola straordinario. E' un grande, grandissimo Siegmund, e lo porrei fra i primi fra quelli documentati dal disco. E alla Scala ci han messo O'Neill : Andry : : Fuck You : : WallBash :
Per inciso, limitandomi al I atto, ho trovato bellissime le prime battute con Sieglinde, stupendo il monologo, ma appena sottotono (rispetto, s'intende, al livello eccellente del resto della performance, e forse anche all'incisione con Abbado) "Winterstürme".
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda pbagnoli » lun 25 apr 2011, 10:19

Tucidide ha scritto:Dico la mia, in attesa di essere bonariamente scannato. :D

Bonariamente una fava! : CoolGun : : CoolGun : : CoolGun :

Tucidide ha scritto:Secondo me, per poter parlare di un "prima" e un "dopo" a proposito di una prestazione vocale, occorre essere al cospetto non tanto di un'eccezionale bravura, quanto di una lettura "diversa", tecnicamente o stilisticamente controcorrente rispetto alla tradizione. C'è un "prima-" e un "dopo-Blake" perché prima di lui nessuno aveva affrontato i ruoli David o in generale Rossini con quelle sonorità. C'è un "prima-" e un "dopo-Callas" per Sonnambula o Norma perché quelle che cantavano Norma e Sonnambula prima di lei erano per lo più diverse da lei.

Ok.
Questa è una possibile interpretazione di "prima" e "dopo" e si applica abbastanza frequentemente.
Va molto bene nel caso di Blake proprio perché Rocky inventò uno "stile" esecutivo che prima non c'era, contrariamente a quanto affermano alcuni che, un po' di anni fa, dicevano che anche Alva andava bene come tenore rossiniano :D :D :D
Il concetto di andare bene è qualcosa che accontenta le anime semplici che non vogliono complicazioni nella fruizione di qualcosa. L'andare bene è comodo, pratico, rassicurante; non ti costringe a rivedere le tue posizioni, cosa particolarmente scomoda dopo una certa età ma sostanzialmente in qualunque momento della tua vita.
Perché cercare altri modi di cantare, di eseguire, di porgere la frase, se ti va bene quello che già hai?
Non parliamo poi se - come nel caso attuale, mi riferisco ovviamente a Kaufmann - ti trovi di fronte a qualcuno che illumina letteralmente il significato di ogni singolo fonema, aggiungendo poi un plusvalore vocale che non ha paragoni non solo nell'attualità, ma anche nel passato.
Ed ecco il perché alcuni - pochi, in verità - guardano a Kaufmann come a una bestia strana: perché è uno di quei cantanti che ti smuove dalle tue consuetudini, che ti costringe ad alzare il culo dalla sedia: non lo puoi ascoltare o guardare distrattamente, ti impegna, ti sfida, afferma in modo felicemente importuno la propria presenza. E' per questo che non riesco a capire il significato di quello che dici dopo:

Tucidide ha scritto:Con il Siegmund di Kaufmann secondo me siamo nell'alveo di una tradizione consolidata, tecnicamente e stilisticamente. Questo non significa che non sia una grande prova.

Di grazia, Alberto, a quale tradizione fai riferimento?
No, perché io l'unico altro elemento che riesco a trovare così outstanding nella discografia e nella storia esecutiva a me nota di questo ruolo (e ti garantisco che ne ho sentiti un bel po') è Jon Vickers e, per certi versi, Ramon Vinay. Due cantanti assolutamente atipici, due apax nella storia del canto. Due caratterizzati da acuti faticosi e piuttosto problematici (quanto a questo specifico aspetto Kaufmann è messo decisamente meglio, anche se il primo passaggio è piuttosto disagevole anche per lui) e accomunati, come Jonas, da uno scavo maniacale della parola.
Per il resto degli interpreti, a fronte di un canto spesso lodevole, non vedo tutta questa tradizione di scavo della parola, né nei passati né negli attuali. Adesso, non per polemizzare a vuoto, ma ti sembra che in questa tradizione possa essere messo un Melchior, sovranamente indifferente a qualunque cosa dica? O un Lorenz (vedi sopra)?
E Windgassen o Katz, due che la parte l'hanno solo sfiorata? Ti sembra che si possa parlare di tradizione consolidata nel caso del pure eccellente King, un altro di canto di notevole bellezza ma che si mette a fare lo stallone in ogni frase che dice? O Wottrich? O Gambill?
No, Alberto, mi spiace. In attesa che il Divino distilli la propria saggezza, penso che gli unici due Siegmund della Storia che possano essere accostati a Kaufmann siano Vickers e Vinay, e proprio per gli elementi di rottura che loro stessi avevano messo in una tradizione di stalloni per i quali il racconto dei Welsidi era solo il modo per esporre i muscoli in attesa del coito

Tucidide ha scritto:Per inciso, limitandomi al I atto, ho trovato bellissime le prime battute con Sieglinde, stupendo il monologo, ma appena sottotono (rispetto, s'intende, al livello eccellente del resto della performance, e forse anche all'incisione con Abbado) "Winterstürme".

Il Wintersturme per me è un CA-PO-LA-VO-RO!!!
C'è tutto: dolore, immaginazione, desiderio, squillo imperioso, tenerezza, abbandono. Tutto.
C'è anche un'intesa meravigliosa con la Westbroek, che forse non abbiamo considerato appieno, ma che si percepisce.
Io ero rimasto freddino di fronte alla performance registrata con Abbado ma qui, davvero, c'è tutto: è meraviglioso.
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Maugham » lun 25 apr 2011, 12:10

Rispondo a Tuc e Pietro citandomi.... :oops: http://www.operadisc.com/recitals.php?rec=13
Che Kaufmann non fosse un heldentenor tradizionale lo si poteva supporre e, in un certo senso, lo si dava per scontato: non pensavo però che brani ormai entrati nell'uso comune come questi potessero rivelare spunti esaltanti e, almeno per me, del tutto nuovi. Non è solo questione di un Wagner lirico, chiaroscurato nel fraseggio, vario nella dinamiche; ormai quasi tutte le voci chiamate a misurarsi con questo repertorio si sforzano, chi più chi meno, di lavorare sulla scrittura wagneriana a fini espressivi. Kaufmann si spinge oltre: riesce a creare una sorta di nuovo equilibrio tra il peso fonico di ogni parola e la scrittura vocale sottesa legandole alla perfezione con l'ordito orchestrale. E' un concetto difficile da spiegare, ma è come se ogni singola sillaba trovasse un'assonanza perfetta con la nota che l’esprime nella creazione di una parola cantata di cui viene valorizzato, come dev'essere nel teatro wagneriano, il suo significato letterale
aggiungo
Il declamato di Kaufmann è quindi rivoluzionario: traslucido, vario, chiaro all'inverosimile, ritmicamente perfetto, incisivo senza essere mai enfatico e prodigiosamente espressivo

Vickers e Vinay sono due grandissimi Siegmund che anch'io apprezzo. Non è di certo mia intenzione, Pietro, farteli subordinare a Kaufmann.
Quando parlo di "un prima e di un dopo" mi riferisco alla statura di un interprete in un determinato ruolo da cui, volente o nolente, non puoi prescindere.
Anche se saltasse fuori un heldentenor con la canna di Melchior, il suo fraseggio scolpito, i suoi tonanti walse da far tremare i lampadari... sarebbe medioevo.
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Re: Jonas Kaufmann

Messaggioda Riccardo » lun 25 apr 2011, 14:44

pbagnoli ha scritto:Io ero rimasto freddino di fronte alla performance registrata con Abbado ma qui, davvero, c'è tutto: è meraviglioso.

L'ascolto di questa prova dal vivo al Met mi conferma l'impressione che quel recital in studio sia un po' acerbo.
E mi sa tanto che parte della responsabilità è anche di Abbado, pronto a dare prestigio al disco ma senza dedicarsi troppo alle doti straordinarie e innovative del cantante che deve accompagnare.

Queste monografie discografiche credo verrebbero molto meglio se fatte a posteriori rispetto al debutto integrale del ruolo.
Diveramente è facile che rimangano prove a metà, destinate sul lungo periodo a non testimoniare al meglio il valore dell'artista.
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Tucidide » lun 25 apr 2011, 20:32

pbagnoli ha scritto:
Tucidide ha scritto:Dico la mia, in attesa di essere bonariamente scannato. :D

Bonariamente una fava! : CoolGun : : CoolGun : : CoolGun :

Dai, Pietro... è Pasqua, e a Pasqua siamo tutti più buoni. :mrgreen:
Ah no... quello è Natale. : WohoW :
Vabbè, è uguale. : Nar :

uno di quei cantanti che ti smuove dalle tue consuetudini, che ti costringe ad alzare il culo dalla sedia: non lo puoi ascoltare o guardare distrattamente, ti impegna, ti sfida, afferma in modo felicemente importuno la propria presenza.

Tutto giustissimo, ma mi sembra che, se parliamo di Siegmund, Kaufmann non apra una nuova via, perché quello è il suo ambito naturale. Solamente, è molto più bravo di quasi tutti gli altri che battono la stessa strada, e sembra di un'altra categoria. E lo è, di un'altra categoria, ma di bravura! E' e rimane un tenore declamatore, che si trova a suo agio, per questioni tecniche e di temperamento, in questa scrittura. Gli altri che potrei citare sono Suthaus, Treptow, lo stesso Lorenz che dici tu, ma anche King, o perché no, Hofmann. Poi, è vero, Kaufmann ha una rifinitura splendida, ha tutte le qualità che Maugham loda, e che agli altri spesso fanno difetto. Ma il calibro, il tipo di canto è quello. Per spiegarci: il linguaggio che usano è lo stesso, ma Kaufmann lo usa meglio. : Sailor :
Sai dov'è che trovo Kaufmann davvero "rivoluzionario" a livello di linguaggio? Nel Werther! Lì davvero sembrava, prima di lui, che ci fosse posto solo per i tenori "lirici". La splendida lezione di Schipa, ripresa da Tagliavini, Valletti, Kraus su tutti, aveva contagiato anche i francesi come Vanzo, e il modello più drammatico alla Thill sembrava passato nel dimenticatoio. In ogni caso, per Werther occorreva, secondo la prassi, un tenore di un certo tipo, che cantasse in un certo modo. Poi che è successo? E' arrivato Kaufmann, ha portato il suo bagaglio tecnico, la sua emissione e il suo stile di canto al personaggio, ha mostrato che con essi poteva arricchire il personaggio, invece di depauperarlo, ed è andata com'è andata. Qualcuno ha detto che sembrava un lupo mannaro che ulula alla luna, ma lasciamo perdere... :D
Ecco: se mi dici che lì si parlerà di un pre- e un post-Kaufmann, sono d'accordissimo. D'ora in poi un tenore wagneriano potrà affrontare Werther (ovviamente, se sarà bravo come lui... :D ) senza sembrare un errore di distribuzione.
Sempre per allacciarmi al discorso di prima, la Callas è stata "rivoluzionaria" in Norma o Amina, ma non in Tosca, pur essendo una delle Tosche più strordinarie del XX secolo. Se invece, per paradosso, la Dessay cantasse Tosca :shock: e ne venisse fuori una meraviglia, allora sarebbe lei rivoluzionaria.
Se però volete dire semplicemente che d'ora in poi Kaufmann sarà ricordato come uno dei migliori Siegmund documentati, e che i futuri interpreti guarderanno a lui come ad un modello da seguire, allora credo che abbiate ragione. :)
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Maugham » lun 25 apr 2011, 21:46

Tucidide ha scritto:Sai dov'è che trovo Kaufmann davvero "rivoluzionario" a livello di linguaggio? Nel Werther! Lì davvero sembrava, prima di lui, che ci fosse posto solo per i tenori "lirici". La splendida lezione di Schipa, ripresa da Tagliavini, Valletti, Kraus su tutti, aveva contagiato anche i francesi come Vanzo, e il modello più drammatico alla Thill sembrava passato nel dimenticatoio. In ogni caso, per Werther occorreva, secondo la prassi, un tenore di un certo tipo, che cantasse in un certo modo. Poi che è successo? E' arrivato Kaufmann, ha portato il suo bagaglio tecnico, la sua emissione e il suo stile di canto al personaggio, ha mostrato che con essi poteva arricchire il personaggio, invece di depauperarlo, ed è andata com'è andata.


Il primo Werther fu van Dyck (e anche il primo Des Grieux a Vienna) la cui vocalità e peso (almeno a guardare al repertorio) immagino fossero vicine a quelle di Kaufmann. Van Dyck fu amato da Cosima, addirittura venne additato come uno dei padri fondatori del "declamato" bayreuthiano (lo dice anche Shaw) e fu praticamente il titolare di Parsifal sulla cittadella fino ai primi anni del Novecento.
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Kaufmann Siegmund

Messaggioda Riccardo » lun 25 apr 2011, 22:09

Finalmente ho ascoltato, che dire?
E' straordinario, davvero, per tutti i motivi che avete scritto compreso quel particolare tono epico che contraddistingue il suo modo di cantare e che qui è assolutamente rivelatore.

E avete sentito pure Levine quanto è bravo ancora? Mi chiedo come possa continuare a mantenere sempre così alto il livello dopo tanti anni e tante, troppe, recite.
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Re: Jonas kaufmann

Messaggioda Tucidide » lun 25 apr 2011, 22:50

Maugham ha scritto:Il primo Werther fu van Dyck (e anche il primo Des Grieux a Vienna) la cui vocalità e peso (almeno a guardare al repertorio) immagino fossero vicine a quelle di Kaufmann. Van Dyck fu amato da Cosima, addirittura venne additato come uno dei padri fondatori del "declamato" bayreuthiano (lo dice anche Shaw) e fu praticamente il titolare di Parsifal sulla cittadella fino ai primi anni del Novecento.

Giustissimo, mi pare che anche Matteo l'avesse detto a suo tempo. Per questo va così bene Kaufmann. Io mi riferivo alla piega che ha preso la storia esecutiva dagli anni '30 in poi, quando sono arrivati i grandi tenori "di grazia".
A volte, tornare alle origini è la vera rivoluzione. :wink: Un tenore acutissimo che oggi, A.D. 2011, cantasse Otello sarebbe rivoluzionario.

Ric: su Levine, trovo in lui gli stessi pregi e gli stessi difetti di sempre. Grande comunicativa, grande capacità narrativa, ma anche una certa genericità. Con lui non ti annoi mai, ma raramente ti fa sentire qualcosa di personale.
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