Franco Corelli

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Re: Franco Corelli

Messaggioda MatMarazzi » ven 19 feb 2010, 12:42

FRITZ KOBUS ha scritto:Non ho parole di fronte alla minaccia di censura. Ci posso solo ridere.


La censura non è una minaccia. E' piuttosto un dovere a cui io e Maugham siamo tenuti nei confronti dei partecipanti e lettori del forum.
E' stato scritto varie volte, anche nel regolamento del forum, ma non ho difficoltà a ripeterlo.
Giudizi (anche forti) su ciò che concerne l'Opera sono ben accetti e ben venuti. Ecco perché l'esempio che hai fatto non regge.
Se, come tu paventi, il lettore "si offende" per il fatto che qualcuno la possa pensare in un certo modo (ad esempio che Pietro detesti il Fritz, o che tu faccia dell'espressione di Corelli un modello di interpretazione operistica, cosa che personalmente io potrei giudicare anche più offensiva :) ), mi spiace, ma non possiamo farci nulla: le opinioni sull'opera e sugli interpreti sono tutte lecite e nessuno ha il diritto di censurarle.

Ciò che non è ammesso e non è ammissibile sono i "giudizi" sugli interlocutori del forum, la loro "cultura", la loro "capacità di ascolto", ecc... ecc... no!
Epiteti e commenti sui partecipianti (sia pure "colloquiali") e sulle loro idee o capacità di giudizio non portano alcun contributo alla discussione, anzi tendono ad abbassarla e ridurla a contrapposizioni rissose.
Quindi d'ora in poi, Fritz Kobus, limitati ad argomenta le tue tesi, a motivarle per bene, a fondarti su elementi oggettivi (che non siano "esistono le prove", "chiunque lo sa"), e lascia stare cosa ne pensi su chi ha idee diverse.
Per altro ...ti stupirà... me è anche possibile che chi detesta l'Amico Fritz e Corelli non sia necessariamente uno sprovveduto.

Saluti
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Re: Franco Corelli

Messaggioda FRITZ KOBUS » ven 19 feb 2010, 20:48

Carissimo Mat,
per quanto mi riguarda ho sempre cercato di argomentare e non mi pare proprio di essermi appellato a espressioni generiche tipo quelle che indichi tu ("lo sanno tutti che" ecc.. ). Mi va benissimo prendermi le responsabilità dirette di ciò che dico. Non mi piace la faziosità camuffata né il bon ton epidermico da consorte incipriata, che forse qualcuno vorrebbe, per far finta che siamo tutti amici, tutti fratelli e tutti ci vogliamo bene. In questo sito di sparate ce ne sono a iosa proprio da parte di chi poi si adonta per qualche eventuale valutazione colorita come quelle che, senza idea di offendere nessuno, ho utilizzato parlando di Corelli. Comunque, non mi dare lezioni per quanto riguarda la necessità di sostenere con rigore argomentativo le tesi sostenute. Le ho chieste riguardo al Fritz a Bagnoli e ancora aspetto. Ciò NON significa che lo metterei all'inferno perché non ama il Fritz: legittimo che gli stia sullo stomaco. Ma se scrive ciò che ha scritto, a mio modo di vedere, o argomenta o rimane lì una sparata offensiva (quella sì, verso Mascagni in primo luogo) bella e buona. Nella discussione sul Fritz avevo indicato alcune linee di lettura di quell'opera, peraltro mai considerate da nessuno perché la si ritiene una specie di esercizio zuccherino di minimo cabotaggio, sollecitando una presa di posizione. Rimangono le parole di apertura del thread e basta.
Veniamo a Corelli. Mi bacchetti e mi chiedi di costruire le mie posizioni su dati oggettivi. Non riesco a capire bene in che senso tu lo dica. Per ciò che ho ascoltato nel corso del tempo l'impianto tecnico complessivo di questo tenore è a prova di bomba. Nel forum sono stati elencati i punti di forza della sua vocalità (volume, estensione, squillo, messa in voce, mezzavoce, filature, passaggio di registro, appoggio del fiato, copertura dei suoni, immascheramento ecc...) e, a mio modo di vedere (sottolineo l'espressione A MIO MODO DI VEDERE, per evitare che qualcuno si senta mortalmente offeso), appartengono alla sfera dell'incontrovertibile, quindi sono oggettivi. Tale posizione si basa non soltanto sulla mia opinione però; è frutto della discussione con molti amici che hanno analizzato non solo tanto quanto me, e forse quanto altri, ma più di me (sicuramente) e di altri, i documenti sonori rimasti di questo cantante confrontandoli con le proprie memorie (diversi che lo hanno sentito si aggirano tra noi, me compreso) arrivando alla medesima conclusione: Corelli era un cantante prodigioso. Corelli però non era un cantante perfetto. L'eccesso di portamenti, gli acuti presi con il "trampolino", come diceva un vecchio professore di inglese, ormai tanti anni fa, qui dalle mie parti, l'inaffidabilità psicologica, i già citati suoni caprini e la terribile "lisca". Il punto è che molti di questi limiti, come già sottolineavo, sorgevano da una fralezza emotiva vicina al tratto patologico. Milady ha descritto benissimo quanto ho sentito raccontare da più parti: un uomo ossessionato da una perfettismo impossibile ad ottenersi e, in conseguenza di questa irrealizzabile chimera, che egli solo vedeva possibile raggiungere, si abbatteva terribilmente, prostrato oltre ogni dire, vagolando dietro le quinte ripetendo "Non posso più cantare, non posso più cantare, ah... no, non posso". Ciò che a mio modo di vedere non va è portare in primo piano i difetti, che nel caso di Corelli sono particolarmente evidenti in alcune fasi e periodi della sua parabola (tanto per usare una terminologia "tittiana"), ma sono anche particolarmente contenuti se non pressoché assenti in altri ed in modo proporzionale alla sua "forma" vocale e soprattutto psicologica. Laddove era particolarmente in "palla" vocalmete e psicologicamente queste difficoltà si azzeravano, o quasi, regalandoci un cantante portentoso, un vero mondo a sé. A fronte di ciò mi pare veramente insostenibile e vicino all'insensatezza prendere posizione partendo dall'idea di criticare gli acuti di Corelli, dall'idea di criticare la dinamica interpretativa bollandola di inattualità. Uso la parola insensatezza non con la finalità di offendere (non nutro "disprezzo" alcuno), ma in modo tecnico: non vedo il "senso" della critica perché non mi pare esista il quid critico, la possibilità stessa della critica.
Non so portare elementi più oggettivi di così. Non capisco proprio come sia possibile applicare come prima idea, a Corelli, quella di essere un interprete "retrò" rispetto al Poliuto o agli Ugonotti p. es.; mi sembra una sorta di posizione aprioristica, e veramente di parte. A fronte soprattutto di lodi sperticate verso altri cantanti cui si inneggia come se fossero divinità scese tra noi misreri mortali votati unicamente alla loro adorazione. L'idea che non si possa addirittura più pensare il Werther prescindendo dall'interpretazione di Kaufmann non è una posizioncina un tantinello eccessiva? Prima di Kaufmann non l'hanno cantato meschini e negletti, ma autentici giganti dell'interpretazione. Con quale facilità se ne fa piazza pulita!
Saluti cari.
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Re: Franco Corelli

Messaggioda Saba » ven 19 feb 2010, 23:42

Quando penso a werther mi viene in mente un solo cantante..lemeshev..altro cantante che non ha fatto la carriera alla carreras o domingo causa regime comunista..oggi a lezione ho capito una cosa nuova..nel canto ci vuole morbidezza nessuna tensione muscolare..prendersi uno xanax prima di cantare sarebbe l'ideale..non mi spiego come corelli potessa cantare così bene viste le sue incredibili paranoie
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Re: Franco Corelli

Messaggioda MatMarazzi » sab 20 feb 2010, 1:02

FRITZ KOBUS ha scritto:Non mi piace la faziosità camuffata né il bon ton epidermico da consorte incipriata, che forse qualcuno vorrebbe, per far finta che siamo tutti amici, tutti fratelli e tutti ci vogliamo bene.


Ti assicuro, Fritz, che a nessuno qua interessa il finto buonismo.
Le regole della convivenza sono una cosa diversa del far finta di volersi bene. E' solo che la discussione, anche aspra, deve restare ai "temi".
Tu dici di aver letto "sparate" in questo forum.
Prima o poi discuteremo su cosa intendere per "sparata". E tuttavia, sparate o no, i contenuti non possono essere soggetti a censura.
Ho solo detto - e non vedo perché tu te la debba prendere tanto - che dovremmo concentrare le nostre discussioni sui contenuti. Se riteniamo che vadano contestati, contestiamoli sui fatti, dimostriamo che sono infondati.
Spero che ora il concetto sia chiaro.
Nè mi metto a dare a te lezioni sul rigore argomentativo. Anzi invocavo che ad esso ci fermassimo, all'esposizione rigorosa e costruttiva delle nostre tesi, proprio come tu hai fatto col Fritz.

Su Corelli, potrà anche essere oggettiva l'osservazione delle sue caratteristiche tecniche (e non importa evocare chissà quali studi o testimoni: tutti noi conosciamo benissimo Corelli).
Ciò che invece è opinabile è che tali caratteristiche contraddistinguano "la" tecnica di canto giusta e che il mero possesso di esse (per spettacolari che siano) sia un valido criterio per giudicare il valore di un'interpretazione operistica (che dovrebbe essere soprattutto un fatto musicale e teatrale).
Tu sei entrato da poco nella nostra piccola comunità, quindi non puoi sapere che su questi argomenti (la questione delle tecniche "storiche" e della pretesa "unicità" del metodo, ecc...) dibattiamo da anni.
Nonostante tutti i nostri sforzi, l'argomento è ben lungi dall'essere risolto: il tuo contributo sarà di ulteriore arricchimento, ma credimi, Fritz, se c'è una questione che non appartiene alla sfera dell'oggettivo è proprio quella della "liceità" o "illiceità" dei suoni operistici (o meglio della loro ammmissibilità o meno).

Salutoni,
Mat
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