Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scala

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Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scala

Messaggioda vivelaboheme » mer 09 gen 2013, 2:41

Strepitoso show, chiamarlo concerto è riduttivo, anche se il termine concerto è stato usato, alla fine, nel foyer di platea, con Grigolo assediato da una folla nel negozietto-Scala, dal giovane, e molto sensato nei giudizi e nelle direzioni, Daniele Rustioni che rispondendo al “come stai?” di un conoscente, ha risposto, più o meno: “E come vuoi che stia, dopo un concerto così? Male? No, in paradiso!”.
Giustissimo. Era la mia identica sensazione. E’ stato, io ridico non un concerto, (perché riduttivo), ma uno straordinario show di arte vocale, pianistica, teatrale, del quale il merito va diviso fra il talento, l’astuzia, l’istinto vocale e scenico – tutto mostruoso – di Vittorio Grigolo, e la maestria trascendentale di Vincenzo Scalera. Il trionfo, tale è stato – nessuno se ne voleva andare, anziani frequentatori, dalla platea, portavano rose al tenore, un giustificatissimo delirio – va diviso in due. Fra la pazzesca abilità vocale, il calcolo (sembra vada oltre ma sa benissimo dove fermarsi), la spettacolosa arte – ma è sincero: si dà, fino allo spasimo – di portare il pubblico dalla propria parte, e una obiettiva serie di meraviglie vocali e interpretative di Grigolo. E il contorno, il “tappeto”, anzi il mantello nel quale lo ha avvolto più che accompagnato il pianoforte di Scalera. Si guardavano, si aspettavano, ogni tanto si piantavano lì, perché l’uno o l’altro aveva un estro, un tempo tenuto, una pausa, ma poi immediatamente si ritrovavano. Uno spettacolo di teatro in musica. Il tutto, per un recital che meriterebbe – con tutti e due, mi raccomando! – di girare il mondo, forse ulteriormente affinato (secondo me, ne sono in grado), come esempio di ciò di cui è capace il genio italiano su un repertorio – meravigliosamente antisnobistico – italiano.Questa è stata la scommessa, stravinta, da Vittorio Grigolo con Vincenzo Scalera. L’italianità. Gli snobbini naso in su (ahimè, platea e palchi stavolta hanno capìto più che il loggione) che… gnégnégné ma perché “chisto è o’paese d’o'sole”, gnegnegné ma perchè questo programma, gnegnegné a me piacciono di più Schubert o Wolf o Berg o Webern o quant’altro… non hanno capìto che questa era la proposta – Bellini Rossini, Donizetti, Verdi, Leoncavallo, Gastaldon, De Curtis, D’Annibale – e questo è stato realizzato, sul palco della Scala, ad un livello (con punte d’eccellenza assoluta o momenti molto buoni) di straordinaria arte musicale e di rappresentazione: cioé arte di porgere ad un pubblico. Vittorio Grigolo si muove, occupa il palco, va via e ritorna e nella seconda parte si leva il farfallino dello smoking che ha sostituito il costume nero traslucido “operistico” della prima parte. Fa teatro, anzi no: fa vita. Comunica, quando ritiene necessario con il pubblico (e dipinge un memorabile acquarello del “commendatori cavalier” Beniamino Gigli, nel presentare, fra i bis, la Furtiva Lacrima). Ma soprattutto, fa musica, e splendida musica. Attenzione: le quattro canzoni di Vincenzo Bellini che aprono il programma, sono un capolavoro – di per se stesse – e nell’esecuzione -interpretazione: quel che Grigolo e Scalera ne fanno, sfiora il miracolo, non solo: è la presentazione di un artista che fa – e sa fare – sul serio. “Filati” miracolosi, colori sulla parola e sulla linea musicale: è Bellini, in tutto e per tutto. Meraviglioso. La “tarantella” di Rossini, l’aria dal Duca d’Alba di Donizetti e l’aria e cabaletta dal Corsaro di Verdi sono – se vogliamo – esuberanti (il Bellini era di livello eccelso), è la parte del magnifico recital che potrebbe essere affinata e approfondita, ma ci stanno benissimo, nell’economia del tutto. Poi si fa pausa e arriva Tosti, probabilmente il clou, il cuore “estetico” e interpretativo del programma. Grigolo e Scalera, i colori i fraseggi, le dinamiche del tenore e gli arabeschi del pianoforte, ne fanno, il grande esponente del “lied” italiano. In faccia ad ogni snobismo. “Chanson de l’adieu” , “Pour un Baiser”, Ideale, ‘A vucchella (Grigolo spettacoloso!), L’Ultima Canzone, sono cinque ricami. E poi, si va: “Vorrei baciar i tuoi capelli neri” – e par di vederli, i capelli neri della bella accarezzati, la voce sembra… le mani che accarezzano! – ; la Mattinata di Leoncavallo, e Grigolo “sfoglia” in palcoscenico un bocciuolo di rosa, la voce e i petali (“scena”? No, ti prende al cuore, se ce l’hai!!), la miniatura di De Curtis e – atteso – “O’ Paese d’ ‘o sole”. Il tenore la presenta, (quando parla la voce è sottile, adolescenziale, con l’accento toscano e tutte le “aspirate” del caso, quando canta l’italiano è una meraviglia di dolcezza e di timbri), cita la data – San Luciano – parla della Scala e della vita, e tutto è perfettamente integrato nella rappresentazione, compreso il pubblico chiamato a farne parte. E quel Paese d’O'Sole – Italia: non ce n’è uno uguale, nel bene, nel male: così com’è – trova, nel canto meraviglioso, nella bellezza del suono della voce e anche nell’”apparente” esagerazione e nei gesti di Grigolo e nelle meraviglie pianistiche di Scalera, una rappresentazione d’arte. Siamo noi, così come siamo, rappresentati con arte. I bis – dalla Lacrima dell’Elisir, a Mamma son tanto Felice, al Sole MIo, e nessuno vorrebbe che finissero – sono la perfetta corona. Vittorio Grigolo, con l’eccezionale Vincenzo Scalera (anni di vita e musica con i massimi direttori e cantanti, e non a caso!), ha stravinto, alla Scala, la sua scommessa musicale sull’Italia in musica. E ha fatto alla musica il massimo bene immaginabile: ha fatto capire al pubblico - con tutto il suo talento e la sua anima - quanto la ama.



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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Maugham » mer 09 gen 2013, 14:04

vivelaboheme ha scritto:Strepitoso show, chiamarlo concerto è riduttivo, anche se il termine concerto è stato usato,



:shock: :shock: :shock: :shock:
urca!
Grazie della cronaca.
Quello che racconti tu mi sembra un altro tenore da quello, generico e piacione (e con vistosi problemi di solfeggio), che si adattava lo spartito del Faust a Londra e del Duca alla Scala. Un po' meno Rodolfo e Romèo.
Si vede che ha messo la testa a posto.
Grazie ancora della testimonianza.
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda mattioli » mer 09 gen 2013, 15:15

Maugham is back!
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda DottorMalatesta » mer 09 gen 2013, 15:43

mattioli ha scritto:Maugham is back!
: Yahooo :


Con il massimo rispetto per Grigolo e per la bella cronaca di Marco, questa è la vera notizia!!!!!!!
;-)
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Enrico » mer 09 gen 2013, 15:45

Dite che ha messo la testa a posto?

Leoncavallo: Mattinata; Milano, 7 gennaio 2013
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Tucidide » mer 09 gen 2013, 15:47

vivelaboheme ha scritto:il Bellini era di livello eccelso

Complimenti al barman, allora. Forse è stato grazie a questo che Grigolo è risultato così sensazionale.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Alberich » mer 09 gen 2013, 15:50

Tucidide ha scritto:
vivelaboheme ha scritto:il Bellini era di livello eccelso

Complimenti al barman, allora. Forse è stato grazie a questo che Grigolo è risultato così sensazionale.

:mrgreen:
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda DottorMalatesta » mer 09 gen 2013, 15:52

Enrico ha scritto:Dite che ha messo la testa a posto?


Vuoi una risposta telegrafica?

NO

:mrgreen:

Ciao!
Doc
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Maugham » mer 09 gen 2013, 16:33

Enrico ha scritto:Dite che ha messo la testa a posto?

Leoncavallo: Mattinata; Milano, 7 gennaio 2013



E' questa roba qui?. Allora è sempre lui.
Tira e molla nei tempi come se lo spartito fosse di chewing-gum.
Ha tutti i tic e i vezzi di un tenore a fine corsa.
Respira tra l'altro alla carlona.
Non nego che abbia una voce -come dicevano una volta - "importante".
Dal vivo -appena apre bocca- fa una certa impressione.
Poi è noioso, fotocopiato, caciottaro.
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda pbagnoli » mer 09 gen 2013, 17:28

Concordo con WSM anche se - ovviamente - rispetto il parere di Marco Vizzardelli che se l'è visto tutto. E' stata anche la mia impressione quando me lo sono sentito alla Scala in "Rigoletto": la voce arriva dappertutto, ma la musicalità sta su un altro pianeta.
Non discuto gli acuti interpolati: "Mattinata" non è "In fernem Land".
Mi irritano già un po' di più gli arbitrii testuali ("ove TU sei, la luce manca") che denunciano un pressapochismo preoccupante: sei venuto per la voce? Io ce l'ho, il resto chissenefrega!
Ciò che invece mi fa incavolare - e durante quel "Rigoletto" mi sono incavolato diverse volte - è la mancanza totale di musicalità, il far durare le note quanto si vuole, lo spampanamento della linea musicale, costringere il direttore (o il pianista) a inseguirti. Tutto questo fa molto vecchissimo stile, e io - personalmente - non lo accetto.
Ripeto: mi manca la visione e l'ascolto di tutto l'evento, per cui non esprimo giudizi su questo concerto. Ma al "Rigoletto" c'ero... :evil:
Il termine "caciottaro" proposto dal buon vecchio Bill mi sembra talmente pertinente da indurmi a preferirlo al "posteggiatore" che, solitamente, riservo a Alvarez
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Luca » mer 09 gen 2013, 18:21

Da quel che si sente e si vede (... già, perché l'occhio vuole la sua parte) condenso il mio giudizio in un aggettivo: RISAPUTO con tutte le critiche che avete aggiunto voi. La voce c'è ma, prendendo spunto da quanto dice Pietro, è molto vicino per tanti aspetti ad Alvarez. In sostanza: non mi piace.... Anzi, completando il riferimento al Lohengrin di Pietro, è proprio agli antipodi di J. Kaufmann.

Salutoni, Luca.
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda vivelaboheme » mer 09 gen 2013, 21:32

La testa a posto? ma quando mai? Fortunatamente, no, per la gioia di platea e palchi della Scala che non lo facevano più andar via, e la rabbia stizzita di qualche loggionista snob, che, nasino all'insù, sentenziava "non mi piace il programma". Sto diventando abbastanza allergico ai loggionisti snob. Non gli va mai bene niente e li trovo, tendenzialmente, "vecchi" (loro, non il canto di Grigolo) nell'andare all'opera, e anche ad un concerto di canto, come fosse un'aula di tribunale. Non c'è - quasi mai - la fase del godimento. E allora Kaufmann è intubato e non è più quello di due anni fa (e magari, stando attaccati alle (in)tubature, si rischia di non godere della meraviglia che è stato il suo Lohengrin; allora Grigolo è esagerato e si rischia di attaccarsi alle esagerazioni non accorgendosi della sua splendida (perché lo è) voce e del fatto che lui e Scalera (straordinario e indispensabile, il pianista!) hanno creato una perfetta (anche in quelle astute esagerazioni) rappresentazione di italianità in musica. Invece, ho trovato così bella la pronta risposta, che ho citato, di un giovane addetto ai lavori quale Daniele Rustioni (che la musica la fa, anziché giudicarla: come ha ragione il nostro Mattioli quando si arrabbia se lo chiamano "critico"), il Rustioni che, con animo musicale e giovane ha (com'è accaduto a me) semplicemente goduto dello splendido concerto senza attaccarci su troppe personali sovrastrutture mentali. Sto diventando allergico anche alle sovrastrutture mentali.

marco vizzardelli

p.s.
A) Eccellente la battuta sul Bellini e il barman
B) Di quel triste Rigoletto, il Duca di Grigolo, non perfetto e non pari al suo, per me straordinario gigioneria compresa, Romeo in Gounod, mi era parso comunque l'aspetto ampiamente migliore del malinconico tutto, pur malservito dalle infelici scansioni del pesce fuor d'acqua Gustavo Dudamel (e quanto mi spiace che la Scala abbia "scottato" un direttore di valore in una produzione così infelice) e dall'antiquariato dell' obsoleto allestimento di Deflo.
C) Molto di rado, negli ultimi tempi (facciamo... una decina d'anni) ho visto platea e palchi, alla Scala, così "conquistati". Ci sarà pure una ragione, ed è quella espressa con semplicità da Rustioni: Grigolo e Scalera ci hanno fatto "star bene", anzi benissimo, con il loro programma italiano, proposto - si pensi quel che si vuole - con arte. E con amore: è stata una di quelle serate nelle quali si genera un circolo virtuoso d'amore alla musica. Non accade sempre. Alla Scala, lunedì è accaduto, e il pubblico si è, giustamente, lasciato conquistare. Il che, credetemi, è meglio che vivere con il nasino sdegnoso rivolto insù. Fa bene allo spirito, talora, lasciarsi conquistare.
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Maugham » mer 09 gen 2013, 21:35

pbagnoli ha scritto:Concordo con WSM anche se - ovviamente - rispetto il parere di Marco Vizzardelli che se l'è visto tutto.


Uff... Bagnolo, certo che sì.
Vizzardelli ha tutto il diritto di amare Grigolo e divertirsi ai suoi concerti.
Io "criticavo" il tenore non i gusti del recensore.
Aggiungo che secondo me Grigolo potrebbe fare qualcosa di interessante se abbandonasse per un po' i Rodolfi e i Duchi, i Des Grieux e le canzonette per massaie e allargasse il repertorio.
Penso a quei ruoli tenorili dove un machismo gallettesco e piacione basta per portare a casa la parte. E con onore.
Mi viene in mente Roland dell'Esclarmonde. Penso a un allestimento con lui e la Rae, con la regia di Carsen. Fatto allo Chatelet dove vide la luce in occasione dell'Expo parigina.
Oppure Julien della Louise. Certo, un tenore vocalmente per palati raffinati (Grigolo se vuole certe regoline vocalistiche le conosce), ma un personaggio inconsistente e risolvibile con piacioneria e un po' di guapismo giovane.
Stessa cosa Gerald della Lakmè. Oppure Mylio de le Roi d'Ys. Tutte in repertorio di Maréchal che di Julien fu il primo interprete.
Adesso arriva Mattioli : Love : che dice che sono uno snob e che non vede perchè Grigolo -che fa i milioni cantando tre ruoli- dovrebbe buttarsi a studiare una parte che magari nessuno gli chiederà più per tutta la vita.

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda mattioli » mer 09 gen 2013, 23:15

Adesso arriva Mattioli che dice che sono uno snob e che non vede perchè Grigolo -che fa i milioni cantando tre ruoli- dovrebbe buttarsi a studiare una parte che magari nessuno gli chiederà più per tutta la vita.


Divino : Love : , mi hai tolto le parole di bocca :P

Quanto a Grigolo, beh, io alla Scala non c'ero e mi fido del Vizza che è onesto e ha pure le orecchie buone.
Quindi non discuto la sua cronaca e le reazioni del pubblico. E nemmeno che lo spettacolo (la distinzione fra concerto e show è assolutamente legittima e condivisibile) sia stato travolgente.
Mi chiedo, però, un'altra cosa: esiste ancora, OGGI, una domanda per questo tipo di tenorismo "caciottaro", secondo la definizione del Divino? Se esiste, Grigolo fa benissimo a rappresentarne l'offerta: gioverà moltissimo al suo successo, alla sua popolarità e al suo conto in banca.
Voglio dire che non ha molto senso chiedersi se Grigolo sia bravo o no (rispetto a cosa, poi?). Credo che sia molto più interessante chiedersi se ci sia, nel mondo, qualcuno che pensa ancora che un tenore debba essere un tale che canta canzoni napoletane o Mattinata inchinandosi al pubblico e tenendo a perdifiato ogni acuto perché questo fa "tradizione", "generosità", "sole nella voce" e così via. E la risposta, secondo me che ho studiato un po' il fenomeno Pavarotti è che sì, c'è. Il che non mi impedisce di pensare che il modello per l'opera, oggi, sia più Kaufmann. Quindi credo che si debba chiedere a Grigolo di fare nel suo repertorio quel che fa Kaufmann nel suo, in termini di rispetto dello spartito, profondità d'interpretazione, disponibilità a rimettersi in gioco, versatilità di attore e così via (ma francamente non sono cose che, stando almeno alle volte in cui l'ho visto in teatro, mi aspetto da Grigolo) però, per il resto, penso che non abbia molto senso né stupirsi né stigmatizzare gli show tipo quello che il Vizza ci ha brillantemente raccontato.
E' un modello vecchio? Senza dubbio sì. Ha senso, oggi? Secondo me, no. Porta da qualche parte? Sempre secondo me, no. Qualcuno ci crede ancora? Evidentemente sì. I fatti, purtroppo, non sono né buoni né cattivi, né giusti né sbagliati. Semplicemente, sono. Quindi, Divino, sì: sei snob : Nar : .
Scusate la prosa aggrovigliata. Ossequi a tutti. Miao

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Alberich » mer 09 gen 2013, 23:57

Enrico ha scritto:Dite che ha messo la testa a posto?

Leoncavallo: Mattinata; Milano, 7 gennaio 2013


:mrgreen: mi sarei divertito anche io.
Se invece avessi comprato un abbonamento per i concerti di canto, l'avrei bruciato.
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