teo.emme ha scritto:pbagnoli ha scritto:dollarius@libero.it ha scritto:Oramai qualsiasi commento positivo si scriva sul Signor Kaufmann si viene apostrofati come pazzi e ignoranti, nel migliore dei casi...
OK, Irina.
Ma - siamo onesti! - da chi?!?
Da qualche rimbambito autoelettosi
maitre à penser?
Si vabbé...e per qualsiasi commento negativo al Sig. Kaufmann, invece, si è apostrofati come rimbambiti, trogloditi, idioti e altre amenità (ma quelli non sono insulti aprioristici, giammai...). Tutti i gusti sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri?
No, Teo.
Ma è un dato di fatto che quello che dice la nostra amica, sia un... dato di fatto: se dici che ti piace Kaufmann, in Italia, in certi ambienti soprattutto
ma non solo, sei trattato da idiota.
E non sto parlando solo delle lande su cui scrivi tu: basta che dai un'occhiata anche in altri siti.
Siamo pazzi?
Suona in gola, è "affondato", non sa cantare, i pianissimi sono falsettini smunti e via banalizzando.
Non sto scherzando, Teo: l'altro giorno sono andato su un sito che frequentavo una volta e ci sono circa 18 pagine di thread sulla voce di Kaufmann. Diciotto pagine, ripeto. Il tutto orchestrato da un noto personaggio radiofonico che colà pontifica in veste di
maitre à penser, che dispensa saggezza e ci racconta di una carriera finita prima ancora di nascere, di gente che non capisce, di ascoltatori rincoglioniti, eccetera. E tutti si accodano bovinamente: basta parlar male di qualcuno e la ggente è sempre contenta.
Piero De Palma ha circa 85 primavere e - data la sua carriera - non si può certo accusare di essere un fanatico di "declamatori espressionisti", ma è un signore che sa ascoltare con le sue orecchie e ragiona ancora con estrema lucidità. Mi ha posto quel quesito raccontandomi di come anche lui sia stato dileggiato per aver espresso gradimento nei confronti di colui che, nel resto del mondo, è considerato il più importante al mondo.
Questi, se vuoi, sono i fatti.
Poi, invece, sempre se vuoi, possiamo stare a raccontarci altre storie.
Tipo: cosa stai dicendo, non è vero!
In Italia sono tutti educatissimi!
Oppure: solo in Italia hanno capito che Kaufmann è un bluff internazionale, un povero rincoglionito che canta con una voce che non è la sua, che non sa dove mettere la voce, che falsetteggia e rantola, e così via. Che il suo Lohengrin non è male, ma vuoi mettere quello di Gigli! E se pensi di dire qualcosa di diverso, allora sei un rincoglionito che non ha capito nulla, e invece vuoi mettere tizio, caio o sempronio, loro sì che sanno cantare e così via.
Io invece sono stufo di questi atteggiamenti che ci pongono - tanto per cambiare - alla periferia della cultura del mondo civilizzato.
E guarda, non punto a una direzione particolare: dopo aver letto diciotto pagine di banalità agghiaccianti su un altro sito, mi sono convinto che sia proprio una questione italiana. C'è in Italia una presunzione di superiorità intellettuale che porta molti appassionati a ritenere di sapere tutto su un determinato argomento e quindi a pensare di avere l'esclusiva.
Ho letto oggi sempre su Internet che qualcuno - giustamente - ricordava la favolosa performance come Olympia di Natalie Dessay a metà Anni Novanta: in quel periodo la cantante lionese era insuperabile in quella parte e non solo, e questo sembra essere un dato di fatto.
Tutti d'accordo, quindi?
E invece no, perché subito salta fuori una che dice che già si sentiva l'aria nella voce, e un altro che propone la Peters e un altro ancora la Streich e chissà, forse di questo passo arriveremo anche a dire che la Serra è impostata meglio della Dessay.
E il problema qui non è più la dicitura "In My Humble Opinion", che pure potrebbe essere premessa a a giustificare qualunque considerazione, ma che invece viene omessa come a ribadire il carattere universale dell'affermazione (nel caso dell'
aria nella voce, particolarmente demenziale, ma lasciamo perdere); il problema è il rifiuto aprioristico del confronto serio, onesto e consapevole con quello che dice il resto del mondo.
Il problema è pensare che tutto il resto del mondo sia fatto da poveri coglioni che non capiscono una pera, mentre solo noi ce l'abbiamo la cultura.
E l'altro giorno, leggendo quelle diciotto pagine di banalità di bassissimo profilo sulla voce di Kaufmann (ma poteva essere chiunque altro, sia chiaro) mi sono reso conto che il problema non è solo di un singolo blog o di un singolo sito: è un problema italiano.
Salvatore Guglielmino, mio defunto professore di letteratura italiana al liceo, che ci faceva studiare la letteratura del resto del mondo ritenendo che l'Italia non fosse il centro tolemaico del mondo, avrebbe parlato con disprezzo di "sottoprodotto culturale"; io mi limito a constatare una volta di più la miseria di un mondo come quello italiano dove disprezzi ciò che non si uniforma al tuo ideale culturale.
Sia chiaro, Teo: di Kaufmann, in quanto Kaufmann, non mi può fregar di meno.
Non mi paga per pubblicità gratuita, non mi regala i suoi dischi, non mi invita a teatro.
Non abbiamo mai neanche mangiato insieme.
E, tra l'altro, tutte le volte che abbiamo avuto l'impressione che la stesse facendo fuori dal vaso, l'abbiamo detto: vedi per esempio la recensione del disco di arie veriste.
Ma è una questione di onestà intellettuale.
Un'ultima cosa: non sto cercando di convincerti che Kaufmann è un genio.
Non sto nemmeno cercando di fartelo piacere: hai i tuoi gusti, sei liberissimo di dire che ti fa schifo, se così è.
Ma non puoi dire "è una merda perché la voce è un disastro, perché non sa cantare, perché c'ha l'aria nella voce" e cose del genere: questo non è accettabile, se hai la pretesa di discutere di cultura.
Un po' come la tipa che dice che nel 1997 si capiva che la Dessay aveva l'aria nella voce
Un saluto