Enrico ha scritto:non conoscevo questo disco di Thill:
Bellissimo.
Grazie Enrico.
Direi che Thill può essere messo nella stessa categoria di Vickers e di Oehmann, ossia i "declamatori" (anche se Thill era un declamatore sui generis) anti-veristi.
Ed è la categoria a cui sicuramente appartenne Borgatti, creatore del ruolo.
La loro bravura consiste nel lavorare più sul ripiegamento tragico che sul vigore eroico.
A proposito di Borgatti.
Tucidide ha scritto:Ma come ti spieghi la scelta come primo Chénier di un tenore che cantava Wagner, come Borgatti?
Oh, c'è da dire che Borgatti era un wagneriano "all'italiana", che cantava Wagner come il repertorio italiano e aveva uno stile abbastanza divergente dalla strada "declamatoria" dei cantanti di Cosima. Però resta il fatto che difficilmente avrei visto Kraus come Siegmund o come Lohengrin, seppur affrontati con il legato e lo stile da opera italiana.
Tu sai quanto io ami che si riferiscano le caratteristiche di un ruolo a quelle del suo creatore, purché, come abbiamo spesso detto, sia scontato che il compositore abbia modellato il ruolo per quel cantante.
Altrimenti è irrilevante sapere chi ha creato cosa...
Se ad esempio Puccini ha pensato Turandot sulla Jeritza, è a lei che dovremo riferirci per le caratteristiche del ruolo, e non certo sulla Raisa, imposta da Toscanini dopo che Puccini era morto.
Dunque, Borgatti (il venticinquenne Borgatti ancora sconosciuto del 1896) non poté fungere da modello per Giordano, per la semplice ragione che - oltre a essere ancora in una fase iniziale della carriera - si trovò a creare Andrea Chénier per caso.
La parte, infatti, era stata ritagliata su Alfonso Garulli, che allora (quarantenne) non era ancora diventato uno dei primi campioni "lirici" del verismo.
Era ancora un esperto di Meyerbeer (Robert le Diable), Bizet (I Pescatori di Perle), Donizetti (la Favorita) e Thomas (Mignon).
Fu la sua defezione a portare alla ribalta, all'ultimo momento, il giovane Borgatti.
Non dico che, comunque, l'approdo di Borgatti sia stato poco significativo.
Il fatto che, da un giorno all'altro, Borgatti sia diventato un mito, dopo la creazione di Chénier, dimostra che egli poteva cantare la parte; e quindi non è una scrittura "incoerente" con le caratteristiche di un declamatore "morbido".
Gli ottimi risultati di Vickers, Thill e Oehmann (e a ben cercare tanti altri) provano che un declamatore "morbido" possa venire fuori bene dalla parte, anzi benissimo.
E tuttavia questo non ci deve spingere a escludere altre opzioni, dato che - in effetti - fu per caso che Borgatti approdò al ruolo.
Sottolineo una tua frase, molto significativa.
In questo, Del Monaco e Corelli sono molto più in linea (anche se pure loro non erano veramente allineati allo stile che mostra Borgatti nelle sue incisioni).
Questo aspetto (che tu chiami "stilistico" e che secondo me è soprattutto tecnico e interpretativo) è molto importante.
Infatti sia che prendiamo un erede del tenore acuto-romantico alla Tamberlick, sia che prendiamo un tenore "tardo-romantico" alla Borgatti, l'importante è sottolineare una certa lontananza (almeno per me) di questa musica dai futuri slanci del Verismo.
Ciò che io non amo di tutti gli Chenier tradizionali è l'assuefazione ai modi espressivi e tecnici successivamente partoriti del verismo.
La mia tesi, infatti, è che in un'epoca come quella, che ancora vedeva compresenza di scuole antiche e scuole moderne, Giordano giocò a contrapporle in senso poetico; un po' come - poco dopo - avrebbe fatto Strauss. Io sento in Chenier qualcosa di totalmente pre-verista, di orgogliosamente antico e romantico, e questo mi piacerebbe fosse applicato.
Fra gli altri ascolti proposti, io - a differenza vostra - non trovo del tutto esecrabile Del Monaco.
O meglio lo trovo esecrabile nei risultati, ma non nelle potenzialità.
Ok: non è il mio Chenier.
Anzi, per me non è Chenier tout cort; è un errore di repertorio, è grossolamente fuori posto.
E tuttavia egli resta (nonostante tutto) un crogiolo di intuizioni, di convinzione e di carisma.
Non si controlla, è vero, rischia il comico ad ogni battuta, ma è comunque un'autentica personalità.
Semmai (anche considerando che l'edizione postata non lo coglie al pieno delle forma) la fatica che informa il suo canto, la non naturalezza con cui è costretto a portare a casa la pagina, la tensione avvertibilissima ogni volta che deve salire, quel qualcosa di artefatto che si percepisce in ogni accento... dimostrano la mia tesi.
Non è la sua scuola che dovrebbe accedere a Chénier.
Non di meno gli riconosco, ripeto, un peso specifico di personalità e di onestà artistica che (mi scuserà Dottor Malatesta) non ritrovo in quel bambinetto imbronciato, vocalmente legnosissimo, psicologicamente azzerato che è Carreras nel video da lui proposto.
Lui sì che a me pare detestabile...
Se proprio fossi costretto a scegliere fra questi due Improvviso... dopo aver ben specificato che nessuno dei due mi pare accettabile, finirei per scegliere Del Monaco.
Perché almeno Del Monaco, con tutte le sue gaglioffate e le sue difficoltà, comunica una qual certa verità interiore, sbagliata, è vero, irritante, è verissimo... ma c'è.
Non è uno che imita, a un saggio di conservatorio, il tenorone da loggione"...
Per me, meglio colui che sbaglia di colui che affetta mossette ipocrite, pose finte e accenti tutti uguali e tutti ugualmente inutili (scusa la franchezza... ma siamo qui per scambiarci le opinioni).
E non credere che Carreras non mi piacesse: in altre cose mi piaceva eccome.
I suoi giovanili Gennaro erano eruzioni di verità, come non si erano mai sentite! I poveri Aragall e Krauss restavano annichiliti al confronto.
Ancora oggi sensazionali risultano certe sue avveniristiche formulazioni dei ruoli Nozzari (Leicester e Otello).
Poi però quando cominciò a travestirsi da "tenore per loggioni", a voler cantare l'ultimo Verdi (groan...), il verismo (...) e i grandi ruoli drammatici imitando pose e accenti non suoi, è diventato - per me - una barzelletta.
Dato che sono vecchio, ti confesso che io vidi Carreras dal vivo proprio in Andrea Chenier! Tra le esperienze più agghiaccianti della mia vita!
A distanza di tanti anni, mi risuona ancora nelle orecchie il suo... "non conoscete amoooo...uauauauauauauauauaua...re"
Attendo repliche pro-carreras!
E vi mando un salutone,
Mat