Marcelo Alvarez

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Messaggioda MatMarazzi » gio 19 apr 2007, 19:30

dottorcajus ha scritto:salverei ancora Alvarez, cantante che reputo ancora in possesso di numeri molto validi e che, almeno fino ad oggi, Trovatore a parte, non è uscito troppo dal suo repertorio.
Roberto


Ciao!
Io ho sentito Alvarez nel Ballo in Maschera a Londra.
Oddio... bravo, bravo! Però non gli giovava avere al fianco personalità del calibro di Hampson e della Mattila.
Comunque mi è parso più a suo agio vocalmente nel Riccardo che nella Lucie de Lammermoor a Parigi (versione francese SENZA la Dessay).
Lì arrivò persino a steccare... :(

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Messaggioda dottorcajus » lun 04 giu 2007, 21:58

MatMarazzi ha scritto:
dottorcajus ha scritto:salverei ancora Alvarez, cantante che reputo ancora in possesso di numeri molto validi e che, almeno fino ad oggi, Trovatore a parte, non è uscito troppo dal suo repertorio.
Roberto


Ciao!
Io ho sentito Alvarez nel Ballo in Maschera a Londra.
Oddio... bravo, bravo! Però non gli giovava avere al fianco personalità del calibro di Hampson e della Mattila.
Comunque mi è parso più a suo agio vocalmente nel Riccardo che nella Lucie de Lammermoor a Parigi (versione francese SENZA la Dessay).
Lì arrivò persino a steccare... :(

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A mio parere Alvarez ha sicuramente dei limiti espressivi causati da un eccessiva facile comunicativa. In quel Ballo, ascoltato via internet e, cosa alquanto rara per me, spartito alla mano, mi sembrò in ottima forma. attento ed espressivo senza cadere in eccessi. Ma mi sembrò anche di ascoltare una voce vicina ai suoi limiti di volume ed accento. Certamente Riccardo è un facile personaggio, tanto facile che anche Pavarotti riusciva a scuotersi dal suo perenne torpore. Arriva il Trovatore dove l'aspetto facilone prende il sopravvento e lì Alvarez ha superato indenne la prova superando anche i suoi limiti. Il risultato è stata una esibizione alla Carreras o alla Pavarotti fatta di facile comunicativa ma zeppa di genericità. Lo Chenier arriverà molto tempo dopo il Trovatore e magari sarà anche vero che la sua voce tende ad irrobustirsi quindi tutto sarà possibile. La mia paura è che un titolo che appare assolutamente inadatto ai suoi mezzi finisca con l'accentuare i suoi limiti espressivi.
Conosco poco il suo Edgardo ma ritengo ininfluente sulla formazione di un giudizio una o più stecche occasionali quindi non mi preoccupa la stecca o le stecche parigine. Sono più preoccupato dall'accentuarsi di una interpretazione generica.
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Messaggioda MatMarazzi » mar 05 giu 2007, 11:30

dottorcajus ha scritto:A mio parere Alvarez ha sicuramente dei limiti espressivi causati da un eccessiva facile comunicativa. In quel Ballo, ascoltato via internet e, cosa alquanto rara per me, spartito alla mano, mi sembrò in ottima forma. attento ed espressivo senza cadere in eccessi. Ma mi sembrò anche di ascoltare una voce vicina ai suoi limiti di volume ed accento.


Avendolo sentito dal vivo, il volume non era un problema. In termini strettamente tecnici e vocali non avevo mai sentito dal vivo un Riccardo tanto aitante.
Devo ammettere che non gli prestavo molta attenzione: Alvarez è un cantante che non mi interessa affatto, proprio per la ragione che dicevi tu: non ha personalità e compensa con un'affettuosità da supermercato.
Io ero andato a Londra per altre ragioni: anzitutto Pappano - che per la prima e unica volta mi deluse un po' - poi per la Mattila, che invece fu grandiosa e indimenticabile, nonostante il si naturale e il do cominci ad accusare qualche tensione, e per Hampson che senza essere sublime ebbe delle ottime idee e un peso di personalità non indifferente.
C'era poi (ahimè) una regia orripilante di Martone che rischiò di affossare il tutto.


Certamente Riccardo è un facile personaggio, tanto facile che anche Pavarotti riusciva a scuotersi dal suo perenne torpore.


Capisco quello che vuoi dire e, nel contesto della tua frase, ti posso dare ragione.
Resta il fatto che per me Riccardo non è affatto un personaggio facile: al contrario è un ruolo di una complessità psicologica struggente.
La sua frenesia, il suo forzato entusiasmo non è faciloneria (come tutta la stirpe dei Riccardi degli ultimi trent'anni si è imposta di farci credere) ma inquietudine, paura, crisi esistenziale, esattamente come Hoffmann.
Sapevo già, ben prima di sedermi nella Balcony del Covent Garden, che il buon Alvarez (che canta tutto come se fosse "Mamma", compresa la mano sul cuore) non avrebbe potuto darmi tutto questo.

Conosco poco il suo Edgardo ma ritengo ininfluente sulla formazione di un giudizio una o più stecche occasionali quindi non mi preoccupa la stecca o le stecche parigine.


Mi hai frainteso.
Non sono tipo da dare importanza alle stecche: ho solo detto che come belcantista mi piace ancora meno che come "Pavarotto bis la vendetta".
Ho quindi aggiunto che nella Lucie arrivò "persino" a steccare.
E' ovvio che più importante per me era l'inerzia vocale, tecnica e stilistica manifestata di fronte a uno dei ruoli più infiammati di tutto il Romanticismo donizettiano, quasi il manifesto di quell'estetica di sovraeccitazione torbida e morbosa in cui (proprio a partire da Lucia) donizetti rivelò i lati più oscuri e inquietanti della sua poetica.
In quest'opera io malsopporto persino Kraus... figuriamoci come potevo esaltarmi per Alvarez! :)
(stecche a parte)

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Re:

Messaggioda Enrico » sab 22 set 2012, 15:02

Nel thread su "Cendrillon" e sui "limiti tecnici" di Pelly avete citato più volte Alvarez. Perché ad alcuni, forse molti, Alvarez "piace"? Non so rispondere a questa domanda: a me non piace o forse non interessa. Ma prendo spunto da un vecchio post del dottorcajus:

dottorcajus ha scritto:
Lo Chenier arriverà molto tempo dopo il Trovatore e magari sarà anche vero che la sua voce tende ad irrobustirsi quindi tutto sarà possibile. La mia paura è che un titolo che appare assolutamente inadatto ai suoi mezzi finisca con l'accentuare i suoi limiti espressivi.


Non ho mai visto dal vivo l'Andrea Chénier, e sarei tentato dal fatto che l'opera è in programma nella prossima stagione torinese. Nel cast è annunciato Alvarez: perché lui? forse perché altri non vengono chiamati o non si degnano? o perché si ritiene che sia una scelta artisticamente valida?
Chi canta Chénier oggi? recentemente ho sentito dell'esecuzione in forma di concerto a Milano con Giordani.
Però, se veramente andrò allo Chénier di Torino, la motivazione sarà questa: meglio vedere uno Chénier con Giordani che non vederlo per niente. Forse... Perché potrei anche aver voglia di evitare Giordani, come ho evitato Berti nella recente Norma: ma Norma è opera che ho visto qualche volta dal vivo e in esecuzioni più che dignitose.
Enrico B.
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Re: Re:

Messaggioda MatMarazzi » sab 22 set 2012, 18:14

Ti capisco benissimo, Enrico.
Io ho visto quest'opera solo due volte e solo negli anni '80 (alla Scala nell'83 e all'arena di Verona nel 86).
Io continuo a pensare che se data male o superficialmente non valga la pena di vederla (col risultato che sembrerà anche più ingenua e pasticciona di quanto non sia davvero).
Ma capisco benissimo anche la tua esigenza: dal vivo si possono cogliere tante cose che nel disco non passano.

Nel cast è annunciato Alvarez: perché lui? forse perché altri non vengono chiamati o non si degnano? o perché si ritiene che sia una scelta artisticamente valida?


Interessanti questioni.
Credo che tutte le ipotesi siano vere.
E' vero che cantanti che per noi sarebbero stimolanti vengano talora scartati d'ufficio perché ritenuti "poco adatti" (ad esempio la superiorità di Vickers in questo ruolo - che pare scritto per lui - è flagrante su tutti i colleghi tenori della sua epoca: eppure non ci fu un teatro importante che pensò di scritturarlo).
Ed è anche vero che artisti considerati "di classe" snobbino un po' questo ruolo... proprio perché sono abituati a sentirlo cantare in modo plebeo e semplicista... e credono che si tratti di un ruolo per mattatori da loggione.
Infine è anche vero che moltissimi (anche fra i direttori artistici) sono ancora convinti che Chénier sia semplicemente una delle tappe che qualunque tenore "spinto" (di quelli che cantano solo l'ultimo Verdi, Puccini e i Pagliacci) debba affrontare.
In quest'ottica la scelta di Alvarez è comprensibile.
Se escludiamo il tentativo (molto timido) di Alagna, Alvarez è lo Chénier più importante di oggi.
Questo non toglie che da un punto di vista artistico, tecnico ed espressivo per me sia non soltanto fuori posto, ma anche molto, molto modesto.




Secondo me questo ruolo richiederebbe interpreti molto diversi.
La sua è una scrittura di frontiera: in bilico tra le "sante memorie" del tenore romantico alla Tamberlick e i nuovi velluti tragici del Tardo-Romanticismo italiano (alla fin fine fu creato da un grande wagneriano come Borgatti).
In tutti i casi siamo un passo indietro rispetto al verismo che, semmai, in quest'opera è incarnato da Gerard.
A me piacerebbe sentire in questo ruolo o un vero wagneriano, o un vero cavaliere, memore di Meyerbeer.
Anzi, forse meglio quest'ultimo.
Perché, anche psicologicamente, il poeta impegnato ma platonico, coi piedi nella storia e la testa fra gli ideali impossibili, dovrebbe distinguersi dagli altri personaggi.
Magari cantando con una classe antica, luminosa e cavalleresca, lontana dagli ansimi pre-veristi della plebaglia.
Non mi dispiacerebbe che, anche scenicamente, risultasse come astratto, persino asessuato, angelicato, lasciando tutta la virilità maschia al suo rivale.
Ti confesso che è uno dei pochi ruoli nei quali sarei stato curioso di ascoltare un Alfredo Kraus.

Comunque ecco alcune incisioni che possono, secondo me, aprire una discussione su quanto spazio ci potrebbe essere per ripensare il ruolo.


Vickers.


Schipa



E soprattutto senti cosa combina il celebre tenore svedese Carl Martin Oehmann, un artista strepitoso degli anni 20 e 30 di cui dovremmo ricordarci più spesso.


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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda pbagnoli » sab 22 set 2012, 18:59

Il video di Alvarez è... indescrivibile. Mai visto né sentito niente del genere. E - by the way - non mi sembra nemmeno così brillante nel registro acuto.
Mi sembra interessante la tua proposta tenorile: un wagneriano o un Meyerbeer.
Per wagneriano suppongo tu alluda a uno specialista del repertorio biondo: un Vogt, per esempio?
Interessantissimo infine il tenore svedese che non conoscevo!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda Luca » sab 22 set 2012, 21:44

Concordo con Pietro su Alvarez: è nefando. Non si sa se faccia il verso di Di Stefano o di Del Monaco o di Carreras o la summa dei 3. Un finto eroe, al contrario del grandissimo Vickers che vocalmente realizza passaggi da manuale senza gli strangolamenti e le difficoltà (anche gestuali) dell'argentino.... con l'aggiunta che Vickers aggiunge un tocco di araldicità al personaggio. Vero peccato non avere avuto un suo Lohengrin o un suo Marico integrali!
Molto meno d'accordo con Pietro su Vogt: lo vedo come un Andrea Chenier un pò alla camomilla (visto il recente Lohengrin). Troppo liricheggiante e non credo in grado di confrontarsi con il denso strumentale di Giordano.

Saluti domenicali.
Luca.
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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda Tucidide » sab 22 set 2012, 23:22

La scrittura di Andrea secondo me è già molto declamatoria, come si sente in quei passaggi "un uomo vi calunniava bestemmiando il suolo... le lacrime dei figli". Sono proprio i punti che Alvarez (pessimo) bercia sguaiato e Vickers (splendidissimo :shock: grazie, non conoscevo questa incisione) canta da padreterno.
Curiosa l'idea Kraus... non so, ma temo che sarebbe stato molto in difficoltà.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda vitus » dom 23 set 2012, 9:02

Andrea Chenier. Son io! Magari! Non per andare sul patibolo con Maddalena ma per cantarlo se ne avessi la voce (che esercito sotto la doccia o quando qualche amico con scarso orecchio mi chiede di esibirmi). Scherzi a parte, tra le parti da tenore da me preferite. Un ruolo tenorile esigente, dominio assoluto di Del Monaco e Corelli. un'alternativa a questi ultimi? Molto difficle. Non perchè siano perfetti per carità . Vickers è come sempre interessante per le soluzioni espressive. Kraus? Anche lui avrebbe offerto momenti degni di nota ma la parte secondo me gli sarebbe andata un po' larga. Credo esista almeno in slezione ed in francese qualcosa con Vanzo. Ho ascoltato anche Bergonzi i cui si bemolle del primo intervento non risaltano certo come quelli dei citati ma a volume e fraseggio (più emiliano che francese :D ci siamo. Eppure gli manca qualcosa. Gigli, pur datato, nell'incisione con Bechi e Caniglia (non mi soddisfano) è forse l'interprete ante guerra più significativo. Saluti.
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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda MatMarazzi » dom 23 set 2012, 12:50

Tucidide ha scritto:La scrittura di Andrea secondo me è già molto declamatoria, come si sente in quei passaggi "un uomo vi calunniava bestemmiando il suolo... le lacrime dei figli".
Curiosa l'idea Kraus... non so, ma temo che sarebbe stato molto in difficoltà.


Attento a non farti condizionare dalle nostre abitudini di ascolto.
Se anche Werther fosse finito sotto il tornio dei "tenori spinti" (e ne avrebbe avuto ben donde, dato che fu scritto per un Parsifal come Van Dick e che contiene ben più pagine declamatorie e saettanti di Chenier, basta pensare a tutto il secondo atto), ora saremmo qui a dire che Kraus non avrebbe mai potuto cantarlo.
La storia dimostra il contrario.

Inoltre le pagine "declamatorie" di Chenier non sono poi tante: sì, ci sono quelle due o tre linee nell'improvviso (precedute e seguite però da grandi frasi liriche) e c'è qualche saetta nella scena del processo.
Per il resto? Solo tante belle frasi acute, sognanti, vocazioni al pianissimo e semmai slanci iperbolici, rubiniani, romantici, come si conviene a un poeta, per giunta di memorie platoniche e pastorali come era Chénier.
L'idea di una vocalità antica, cavalleresca, se vuoi persino "demodé" corrisponderebbe magnificamente anche alla psicologia del ruolo. Se lo trasformiamo (come facevano Del Monaco e Corelli che a me, mi spiace Vitus, non piacciono affatto) in un concorrente di Gerard nella potenza maschia del suono e nell'impeto giacobino, ne roviniamo tutta la specificità.
Egli si distacca dal resto del mondo perché il suo idealismo è incontaminato e solitario e persino (cosa che in effetti è vera) "aristocratico": non può trovare un posto tra i nobili decaduti del primo atto, ma non può trovarlo nemmeno fra le volgarità plebee dei rivoluzionari, tra complotti sordidi e ammiccamenti di meravigliose.
E' solo, come solo è Werther.
Entrambi non sono parte della realtà; riescono a esprimersi solo in versi.
E a questo proposito, occorrerebbe ricordare che l'Improvviso non è un predica tribunizia declamata dal politico di turno; è una poesia. Proprio come una poesia sono gli altri monologhi del personaggio.

La ragione per cui Maddalena lo cerca (e naturalmente lo "idealizza") non è perché in lui vede un maschio di esplosiva sessualità, ma perché anche lei vagheggia una fuga dalla vita, dalla realtà e dai suoi orrori
Il finale è in questo senso coerentissimo.
Al contrario se facciamo di Chénier una specie di gladiatore positivo e maschio tutto questo viene meno.
Il canto algido, antico, se vuoi freddo di Kraus (ma luminosissimo nelle ascensioni e geneticamente aristocratico) è invece perfetto per incarnare questa distanza dal resto del mondo, questa incapacità di compromesso, questa condanna alla solitudine, la stessa di Werther.

Venendo a Vitus, per tutte le ragioni suddette, ci troviamo ad avere gusti molto diversi.
Io non amo in questo ruolo né Del Monaco, né Corelli; quanto a Gigli - devi perdonarmi - lo considero caricaturale: cerca di fare l'eroe da cappa e spada avendo il temperamento di un Cicciobello.
Ovviamente sono solo mie gusti.

Quanto a Vogt, mi trovo a dover concordare con Luca.
Io, a differenza sua, ho grande rispetto per questo tenore e il suo Lohengrin a me non dispiace affatto (lo trovai poi strepitoso, letteralmente, nel Walther von Stolzing).
Però il canto di Chénier porrebbe troppe difficoltà a un cantante così incerto nella linea e così povero negli acuti.
Se proprio vogliamo un declamatore, il giovane Kaufmann avrebbe potuto lasciare un segno in questo personaggio. Ora temo è un po' tardi.

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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda Luca » dom 23 set 2012, 16:14

Quanto a Vogt, mi trovo a dover concordare con Luca.
(...)
Se proprio vogliamo un declamatore, il giovane Kaufmann avrebbe potuto lasciare un segno in questo personaggio. Ora temo è un po' tardi.
===================
Infatti proprio per la ragione di questo 'tardi' di Kaufmann ho evitato di nominarlo. Attualmente una sua eventuale prestazione potrebbe risultare come una ri-edizione di Corelli.... già sentito, però....
Però per questo personaggio resta il problema: chi oggi può darne una raffigurazione convincente?

Saluti, Luca.
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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda vitus » dom 23 set 2012, 16:42

i gusti son gusti, per carità. A me Del Monaco, pur con i limiti nei vari passaggi che giustamente hai indicato, a me piace, soprattutto nel video con Taddei e Stella (taddei splendido). Be' Gigli è Gigli, che canti Radames o Nemorino. La sua voce zuccherosa non sempre richiama la virilità di molti ruoli da lui cantati, tra cui questo. Tuttavia, Gigli con la sua voce poteva tutto o quasi e anche in ruoli pesanti non aveva bisogno di far la voce grossa. Non è il mio Chènier ideale ma nell'anteguerra non saprei indicarne altri.
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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda mattioli » dom 23 set 2012, 17:18

In realtà ci si può fare una vaga idea di come sarebbe potuto essere un molto ipotetico Chénier di Kraus.
Mi sembra infatti di ricordare che nei dischi della Bongiovanni (che riprendevano quelli della Carillon), Kraus canti un brano dello Chénier. Come Marazzi sa, non ho modo di controllare (credo che fosse "Come un bel dì di maggio" e che l'incisione risalisse al '75) né ricordo assolutamente come ne uscisse il signor Alfredo. Lo stesso brano si trova facilmente anche su Internet.
Ciao ciao

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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda DottorMalatesta » dom 23 set 2012, 17:23

Ferma restando la venerazione che ho per lo Chenier di Corelli, concordo con Mat che la nobiltá d´animo di questo poeta (non dimentichiamo che non c´é solo l´improvviso ma anche quella splendida pagina del "Come un bel dí") si addice meglio ad un tenore "lirico" dalla linea di canto stilizzata. Accanto a´Kraus, vorrei peró ricordare Pavarotti, Carreras e Di Stefano (nessuno dei quali irreprensibile nel ruolo, peró vocalmente a mio modo di vedere piú adatti di Del Monaco e dello stesso Corelli).
Ciao!
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Re: Marcelo Alvarez

Messaggioda MatMarazzi » dom 23 set 2012, 17:56

mattioli ha scritto:In realtà ci si può fare una vaga idea di come sarebbe potuto essere un molto ipotetico Chénier di Kraus.
Mi sembra infatti di ricordare che nei dischi della Bongiovanni (che riprendevano quelli della Carillon), Kraus canti un brano dello Chénier. Come Marazzi sa, non ho modo di controllare (credo che fosse "Come un bel dì di maggio" e che l'incisione risalisse al '75) né ricordo assolutamente come ne uscisse il signor Alfredo. Lo stesso brano si trova facilmente anche su Internet.
Ciao ciao

AM


Mattiolissimo!
Sei una fonte inesauribile. Io davvero non lo sapevo.
Ed eccolo infatti da Youtube.



A parte qualche accento sballato (e buffo) nel mezzo dell'aria, a me pare esattamente come vorrei uno Chénier.
Sfolgorante, antico, un po' malinconico nel suo essere fuori dal mondo.

Grazie mille,
Mat
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