Vittorio Grigolo

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Vittorio Grigolo

Messaggioda Nicola Biondo » sab 23 ott 2010, 20:46

Salve a tutti, ho letto in diversi giornali recensioni meravigliose su questo tenore che a quanto pare sta spopolando al Met di New York. Siccome mi fido ciecamente del vostro parere, vorrei se possibile sapere qualcosa di più, come ad esempio il timbro di voce, il fraseggio, qualcosa di più tecnico sempre se qualcuno l'ha ascoltato.
Grazie e arrivederci.
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Enrico » dom 24 ott 2010, 1:02

Vittorio GRIGOLO. Nel Rigoletto televisivo da Mantova appariva un po' leggerino, né brillava per doti di stile o di fraseggio: un po' meglio forse nella Traviata dalla Stazione di Zurigo, ma si trattava sempre di spettacolo televisivo con microfono incorporato. Alcune registrazioni "live" della "gelida manina", sulla cui interpretazione aveva avuto consigli da Pavarotti prima di debuttare nella Boheme nel settembre 2007, circolano in internet e sono più convincenti: voce giovane e gradevole, acuti abbastanza sicuri, da piccolo tenore promettente (ma già nelle più recenti prove dal Met si nota una tendenza eccessiva al canto tremolo e sospiroso, in più, come nel Rigoletto, dà spesso l'impressione di restare senza fiato alla fine di alcune frasi). Dal vivo l'ho visto e sentito solo una volta, era giovanissimo e faceva Arturo nella Lucia di Lammermoor a Messina: bella presenza, voce ancora immatura. La sua prima esibizione era stata nel 1990 nella Tosca con Pavarotti a Roma: era il bimbo che cantava "Io de'sospiri".
Oggi c'era un'intervista su un quotidiano nazionale, e se non ricordo male dovrà cantare prossimamente alla Scala: aspetteremo e vedremo che cosa accadrà. C'è un suo disco molto pubblicizzato, ma per ora non ho nessuna intenzione di ascoltarlo: ci sono altri cantanti che mi interessano di più.





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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda pbagnoli » dom 24 ott 2010, 6:34

Condivido complessivamente il discorso di Enrico: non è male, potrebbe "farsi" e risultare anche meglio nell'arco degli anni, non brilla per doti particolari né per aspetti distintivi, ci sono cantanti che mi interessano di più
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Nicola Biondo » mar 26 ott 2010, 10:27

Il timbro è gradevole, ho ascoltato sempre in web "nessun dorma" e non sono rimasto per niente entusiasta; mi è sembrato nell'acuto finale un po disomogeneo e sforzato. Era una performance del 2008, chissà forse sarà migliorato notevolmente in questi ultimi periodi.
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Maugham » mer 22 giu 2011, 10:39

Sentito per la prima volta dal vivo nel Roméo della Scala.
Non l'ho trovato particolarmente interessante. Per i miei parametri, ovviamente.
Gli riconosco un sorprendente volume (non credevo) e un sib facile, squillante e ricco di armonici. Di quelli che chiamano sventole.
Se sta sul mezzoforte o sul forte la voce corre senza problemi. Se cerca di sfumare non la si sente già più.
Nei gravi (che in Roméo sono poi gravi per modo di dire) c'è il vuoto.
L'intonazione mi è sembrata buona. Tolto il pestifero assolo nel finale secondo (Va! Repose en paix...) che ha tentato di affrontare con una mezzavoce sognante e l'intonazione è andata a farsi benedire.
Ha una bella presenza.
Però è di una monotonia incredibile. Tutto è già sentito, risaputo, rimasticato. E un tenore giovane ma che ha già tutti i tic ei vezzi di quelli a fine corsa. Siamo dalle parti di Alvarez.
Anche scenicamente ripete gli stessi, stereotipati gesti del Romeo da melodramma; galanterie estatiche, zompi da maschettiere, avantindietro durante i momenti di rabbia e dolore.
Ha gli spettattori dalla sua. Scala ovazionante. Quasi che il pubblico avesse fame, desiderasse, bramasse questo tipo di canto e questo tipo di tenore.
Due signore sedute vicino a me in platea hanno detto: "L'ho visto in giro per Milano in bermuda. Sembrava uno studente del Beccaria. Si è fermato a parlare con me. Oltre che bravo è anche modesto."
Mi è venuto da ridere. E' lo stesso motivo per cui Fantozzi adorava Orietta Berti. E' brava ed è così modesta..... :D
Sono convinto che fra poco lo vedremo e lo sentiremo dappertutto.
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda marco » mer 22 giu 2011, 10:55

anche a Londra (Manon dell'anno scorso) le reazioni erano le medesime, tanto che la partner (Netrebko) passò in secondo piano
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda pbagnoli » mer 22 giu 2011, 14:53

Maugham ha scritto:
Ha gli spettattori dalla sua. Scala ovazionante. Quasi che il pubblico avesse fame, desiderasse, bramasse questo tipo di canto e questo tipo di tenore.

Ciao Bill.
Da quando M. Marazzi ha definitivamente smesso di scrivere su questo sito, ormai sei diventato il mio riferimento, ed è per questo che ti quoto ancora oggi.
Del tuo ottimo discorso ho scelto la frase più significativa, che mi vede totalmente consenziente: sono convinto anch'io che il pubblico, indipendentemente dalla nazionalità, abbia desiderio di confrontarsi con questo tipo di personaggi, soprattutto alla voce "tenore".
Il tenore, prototipo dell'eroe, dotato di voce d'acciaio e di acuti sfolgoranti, è colui nel quale l'utente più facilmente si immedesima: vederlo come uno di noi, in bermuda e magari con il ciuffo unto, permette di completare il processo di autoimmedesimazione: se l'eroe ha la pancia e i capelli unti, lo puoi essere anche tu; se l'eroe ha i bermuda, può essere accessibile!
Dopo tutto, non è forse questa la chiave del successo di Domingo?
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Tucidide » mer 22 giu 2011, 21:04

pbagnoli ha scritto:Dopo tutto, non è forse questa la chiave del successo di Domingo?

Beh, però piano... non confondiamo la cioccolata con... quell'altra cosa! :mrgreen: Penso che molti tenori, diciamo pure tutti, si leccherebbero i gomiti per ottenere i risultati artistici che, magari non sempre, magari non più da dieci-quindici anni, Domingo ha saputo conseguire. Ciuffo unto o no, bermuda o no.

Che ne dite? Proponiamo un nuovo terzetto tenorile di artisti dediti alle nuances e alle interpretazioni profonde? :lol: Alvarez-Meli-Grigolo. Successone assicurato! : Nar :
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Enrico » mer 22 giu 2011, 21:14

Gasp... tutti e tre insieme? non bastano uno per volta?
In realtà non ho mai visto Alvarez dal vivo e difficilmente scelgo di ascoltare una sua registrazione; Grigolo l'ho sentito dal vivo solo nella Lucia che ho postato sopra, come Arturo giovanissimo, per ritrovarlo poi nelle produzioni televisive degli ultimi anni: nella voce e nello stile è cambiato pochissimo; Meli lo conosco dalle trasmissioni radiofoniche e non mi ha mai convinto del tutto: andrò a sentirlo prossimamente nella Lucia e vedrò che impressione fa dal vivo.
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda pbagnoli » gio 23 giu 2011, 8:12

Tucidide ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Dopo tutto, non è forse questa la chiave del successo di Domingo?

Beh, però piano... non confondiamo la cioccolata con... quell'altra cosa!

Alberto, non sto parlando ovviamente di valore musicale e artistico, ma solo di confidenza con il pubblico e di capacità di rapportarsi ad esso.
C'è il famoso aneddoto citato dal nostro ex GM. All'uscita di un teatro tutti stanno aspettando Domngo che ha finito la rappresentazione. C'è una ressa di gente immensa. A un certo punto esce El Tenòr: ovazione e casino. Un signora piuttosto avanti negli anni, nel casino, gli urla: "Maestro! Ci dica se tornerà!". Lui si volta, inquadra solo lei con lo sguardo carico di seduzione e le dice con pronuncia pesantemente spagnola, in modo di assomigliare al gatto di Shreck doppiato da Antonio Banderas: "Solo se me promette de esserci anche lei!".
Questo è quello che intendevo: un rapporto privilegiato con il pubblico che vede il proprio eroe accessibile, a portata di mano, replicabile
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda Tucidide » gio 23 giu 2011, 12:33

pbagnoli ha scritto:C'è il famoso aneddoto citato dal nostro ex GM. All'uscita di un teatro tutti stanno aspettando Domngo che ha finito la rappresentazione. C'è una ressa di gente immensa. A un certo punto esce El Tenòr: ovazione e casino. Un signora piuttosto avanti negli anni, nel casino, gli urla: "Maestro! Ci dica se tornerà!". Lui si volta, inquadra solo lei con lo sguardo carico di seduzione e le dice con pronuncia pesantemente spagnola, in modo di assomigliare al gatto di Shreck doppiato da Antonio Banderas: "Solo se me promette de esserci anche lei!".

Beh, cosa vuoi dire a uno così? E' un mito, uno come Di Stefano che, sicilianissimo, raccontava barzellette in milanese ai suoi fan e li chiamava per nome.
:mrgreen:
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda MatMarazzi » ven 24 giu 2011, 18:47

Leggo questo thread con molto interesse, non perché ci sia alcun vero interesse in Grigolo, ma perché è interessante il suo caso (che non è il primo e non sarà l'ultimo: il richiamo a Domingo non mi sembra così azzardato).
E' il caso di una statuina costruita a immagine e somiglianza di ciò che una parte del pubblico (non la più assidua, non la più attenta, ma certo la più numerosa) associa all'immagine dell'Opera, del tenore e del film "stregati dalla luna".
Io non so se Grigolo diventerà qualcosa di più che un prodotto di marketing, può essere, glielo auguro. Ma per il momento è utile così com'è?
Utile, direte voi?
Certo, perché questi prodotti di marketing, che attirano le folle e si fanno amare, sono economicamente e strategicamente indispensabili al mondo dell'opera, proprio perché in grado di calamitare l'attenzione del grande pubblico e costringerlo a fissare lo sguardo anche su titoli che normalmente non sarebbero frequentati.
Facciamo un esempio: prendete un'opera come Lakmé! La vuoi mettere in scena? Le vuoi dare un taglio registico sconcertante (un Jones? un Cerniakov?)? La affidi a un direttore sensibile alla rinascita dell'Opéra Lyrique (perché non Minkowski)? E poi scritturi una protagonista di grande fascino e modernità (che so? la Bohlin? la Petibon? la Prohaska?).
Tutto bene, sarà uno spettacolo imperdibile, interessantissimo. Noi lo sappiamo, gli appassionati lo sanno... e tuttavia il rischio è che la platea non si riempia.
Mettici invece dentro Grigolo nella parte di Gerald e tutto cambia!
In fondo Gerald è parte anodina psicologicamente, più che affrontabile vocalmente, tutta racchiusa in frasone liriche e sentimenti a buon mercato; anzi... l'ingenuità del personaggio reclamerebbe altrettante freschezza sciocchina nell'interprete (é per questo che né Schipa, né Vanzo convincono: troppo intelligenti). per giunta Grigolo è un bel ragazzotto con una faccia che piacerà alle sciure ma non evoca pensieri particolarmente profondi... insomma è perfetto.
In un ruolo simile sarebbe non solo innocuo, ma anzi decisamente efficace, e ci garantirà a ciò che veramente conta (l'opera, il regista, il direttore, la protagonista) una visibilità molto ampia.

Io, pur senza interessarmi a loro, ho grande stima per i prodotti di marketing e per chi li crea.
Sono indispensabili alla sopravvivenza dell'opera: ...certo sarebbe meglio non piazzarli in personaggi psicologicamente e musicalmente complessi come il Duca e Romeo (non parliamo di Des Grieux). Ma nei ruoli giusti sono una benedizione.

Salutoni,
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda pbagnoli » sab 25 giu 2011, 8:43

MatMarazzi ha scritto: ...E' il caso di una statuina costruita a immagine e somiglianza di ciò che una parte del pubblico (non la più assidua, non la più attenta, ma certo la più numerosa) associa all'immagine dell'Opera, del tenore e del film "stregati dalla luna".
...questi prodotti di marketing, che attirano le folle e si fanno amare, sono economicamente e strategicamente indispensabili al mondo dell'opera, proprio perché in grado di calamitare l'attenzione del grande pubblico e costringerlo a fissare lo sguardo anche su titoli che normalmente non sarebbero frequentati.
...Io, pur senza interessarmi a loro, ho grande stima per i prodotti di marketing e per chi li crea.
Sono indispensabili alla sopravvivenza dell'opera

Estrapolo queste frasi del tuo discorso che, in altri tempi, avrei condiviso in toto.
Anzi: se ti ricordi, io stesso sostenevo queste idee.
Oggi ci ho ripensato, almeno parzialmente.

Premetto che ho poca esperienza di questo cantante. Per quel poco che ho sentito, mi sembra uno dei tanti lirici senza particolare anima o caratterizzazione che tanto imperversano da sempre nel parterre dei cantanti d'opera. Ogni tanto ne salta fuori qualcuno più carino, più intonato, di voce più gradevole o di tratti estetici più accattivanti.
Quanto sono realmente utili personaggi del genere? Ecco quello che mi chiedo. Con Grigolo, per quel poco che ho sentito, siamo in una sorta di territorio di confine fra Licitra e Bocelli: acuti facili, poca propensione all'approfondimento, giusto sguardo al look e al marketing con la speranza di imbroccarla sul fronte discografico; ma anche su questo fronte ci andrei cauto, perché di Dominghi non ne nascono ogni 2 per 3 e perché il mercato del disco non è più né fiorente né alimentabile con personaggi di pregnanza intermedia; come, appunto, nel caso del bel Grigolo.
Intendiamoci: non ne faccio il solito vocio-onanista che si attacca ai dischi fonotipia o columbia come un mantra...
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda MatMarazzi » sab 25 giu 2011, 10:33

pbagnoli ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:Quanto sono realmente utili personaggi del genere? Ecco quello che mi chiedo. Con Grigolo, per quel poco che ho sentito, siamo in una sorta di territorio di confine fra Licitra e Bocelli: acuti facili, poca propensione all'approfondimento, giusto sguardo al look e al marketing con la speranza di imbroccarla sul fronte discografico; ma anche su questo fronte ci andrei cauto, perché di Dominghi non ne nascono ogni 2 per 3 e perché il mercato del disco non è più né fiorente né alimentabile con personaggi di pregnanza intermedia; come, appunto, nel caso del bel Grigolo.


Nessuno nega quel che dici, solo che - visto che parlavamo di Gerald della Lakmé - credi davvero che per un ruolo del genere ci voglia Kaufmann? O Vickers? O Langridge?
Non pensi che un Grigolo farebbe meglio (in questo ruolo) di tutti loro? E non credi che la sua presenza - e forse anche la sua ingenuità da adolescente arrivato al successo, il suo look da "Amici" - sarebbe semplicemente perfetta per quel ruolo?
Quel che voglio dire è che non ha senso fare battaglie teoriche contro questo o contro quello: in quattro secoli di storia dell'opera non esiste un ruolo (anche più di uno) nel quale qualsiasi cantante possa risultare vocalmente, psicologicamente, tecnicamente (e strategicamente) perfetto.
Una volta appurato che Grigolo non è un interprete profondo, non è un musicista raffinato, non è un vocalista provetto, ma che sa rendere i sentimenti a buon mercato e l'immediato piacere di un timbro e una presenza carini, per non parlare dell'enorme ascendente sul grande pubblico, è sufficiente affidargli i ruoli giusti.
Magari Licitra avesse avuto queste prerogative.

Un salutone,
Matteo
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Re: Vittorio Grigolo

Messaggioda beckmesser » lun 27 giu 2011, 17:47

Io non ho un grande interesse per il fenomeno Grigolo e, a riprova, per una volta mi autocito con quanto avevo già scritto qualche tempo fa:

Sembra la parodia di quello che i non appassionati di opera immaginano un tenore lirico debba essere: sempre sopra le righe, nell’introversione come nell’estroversione; ogni minimo cruccio del personaggio deve diventare un dolore lacerante; ogni minima blanda soddisfazione deve trasformarsi in una gioia squassante; tutto deve essere sempre tragico e meraviglioso, iperbolico, travolgente… A me dopo cinque minuti fa ridacchiare…


Però, non sono nemmeno molto d'accordo con l'inquadramento che ne dai:

pbagnoli ha scritto:Con Grigolo, per quel poco che ho sentito, siamo in una sorta di territorio di confine fra Licitra e Bocelli: acuti facili, poca propensione all'approfondimento, giusto sguardo al look e al marketing con la speranza di imbroccarla sul fronte discografico


Io non vedo molto in comunie con Licitra, Alvarez e compagnia bella (o brutta, dipende dai punti di vista...). Questi sì sono veramente tenori vecchio stampo, di quelli che pensano solo ad emettere in un qualche modo la voce, disinteressati a tutto ciò che accade intorno a loro se non per quel tanto che possa servire a glorificare la loro tenorilità. Grigolo, da quel che ho visto, non è così: sarà elementare, ruspante, facile nell'approccio, ma ha una concezione del teatro d'opera un filo più evoluta... È interessato all'aspetto teatrale (persino troppo a volte, andando spesso sopra le righe), è interessato al contesto dello spettacolo, si mette in gioco: poi è chiaro, non ci si può aspettare da lui consapevolezza delle scelte, profondità e originalità, però almeno ci prova... Fermo restando mezzi (sia naturali che tecnici) che, seppure non fuori dal comune, sono comunque notevoli.

A me aveva fatto notevole impressione nello Schicchi scaligero ma, devo dire, persino in Manon a Londra in qualche vacca maniera aveva funzionato: era un Des Grieux molto da soap opera, anzi da romanzo harmony, petto nudo e occhioni da cerbiatto, ma tutto sommato (specie nell'impostazione che aveva dato Pelly) non era fuori luogo.

Saluti,

Beck
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