Giacomo Lauri-Volpi

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Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Manrico » gio 30 set 2010, 15:40

Da tempo non mi affacciavo su questo forum, da qualche giorno, come avrete notato, sono rientrato ed ora ho notato che tra i tenori citati, manca il tenore che aveva il repertorio più vasto tra tutti i tenori del passato e, credo, anche di oggi, cioè Giacomo Lauri-Volpi.
E' evidente che nel forum scrivono in prevalenza giovani, infatti le persone anziano che usano il PC o che hanno conoscenze in informatica, sono rare e quindi qui non approdano.

Apro, per questo, questo 3D per far conoscere meglio (spero) questo grande tenore del passato.

Sono custode di molte memorie del "Cigno di Lanuvio", tra cui molti inediti affidati a me dal suo grande amico Alberto Borzi, ho pubblicato già nel 2008 uno di questi inediti su CD dove ho raccolto e restaurato alcuni suoi successi, a chiusura del CD ho inserito questo inedito: "Sfolgorò divino raggio" dal Poliuto cantato dal tenore mentre si accompagna da solo al piano, nel periodo in cui cantò questo ruolo alle terme di Caracalla a Roma.

Altro inedito della stessa raccolta l'ho, invece, pubblicato sul sito che ho a lui dedicato visibile qui:
http://www.giuseppedeluca.it/Borzi.html

Molti non sanno che Giacomo Lauri-Volpi era anche un bravissmo musicista ed era in grado di studiare gli spartiti e accompagnarsi da solo mentre cantava, anche in tarda età.

Su Youtube ho inserito quache Videoclip con audio da me restaurato, ma (purtroppo) la compressione per internet e la conversione del videoclip su youtube stesso, diminuisce di gran lunga le frequenze e gli armonici della voce del tenore di Lanuvio che, come lui stesso racconta nella pagina che ho indicato sopra, la sua voce non era adatta ad essere registrata.
Ho raccolto anche le testimonianze, nel tempo, anche di chi, oltre a Borzi, ha ascoltato Lauri-Volpi in teatro negli anni d'oro, ma di questo vi parlerò un altra volta.
I miei videoclip:


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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda pbagnoli » gio 30 set 2010, 15:58

Cosa ne dici dei dischi Tima club, la stessa casa che ha riversato il materiale di Pertile?
Io ce li ho in...mp3, perché i dischi purtroppo sono esauriti da mille anni, ma ero curioso di sapere cosa ne pensassi del lavoro di masterizzazione, visto che tu sei un esperto sul ramo
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Manrico » gio 30 set 2010, 17:58

Pietro, dovresti ascoltare mp3 solo in Internet, la compressione non è adatta a chi ama la vera musica che va ascoltata, ovviamente dal vivo, ma nel caso di registrazioni, solo su impianti HI-FI Stereo, altrimenti moltissime frequenze, dinamica e molto altro non viene riprodotto e il suono risulta povero e piatto.

TiMa sono le iniziali di Tiberi Maurizio che non conosco di persona, l'ho solo sentito via mail tempo fa, ha sempre fatto un buon lavoro, avevamo e abbiamo amici comuni senza saperlo.

Conosco le sue realizzazioni, usa (o usava) il sistema CEDAR per la riduzione (parziale) del rumore nelle vecchie registrazioni, sistema molto costoso ma, a mio avviso, ormai obsoleto che si limitava a quello.

Devo premettere che non esiste un sistema miracoloso per restaurare le vecchie registrazioni, serve solo molta esperienza, ma anche questa non basta, ci vuole un certo estro, intuito, e sopratutto orecchio esperto in grado di “capire” e di conoscere (e riconoscere) com'è la voce e che tipo di suono hanno gli strumenti singoli e le masse orchestrali.

Io già da giovane armeggiavo con apparecchiature HI-FI e registratori di vario tipo e marca, poi sono stato anche addetto ai lavori per aver studiato canto con bravi maestri e credo di conoscere bene le varie classi vocali.

Negli ultimi 10 anni, per hobby, ho iniziato a restaurare le vecchie registrazioni per uso personale perché non sopportavo gli scricchiolii, i soffi dei nastri e tutti gli altri rumori che deturpavano le voci dei grandi cantanti, peraltro le rgistrazioni vecchie avevano poca dinamica (suono piatto).

Dopo circa 7 qnni di esperimenti ho elaborato un “sistema” inventato da me per restaurare dischi e nastri magnetici, (ho all'attivo vari brevetti nel campo dell'elettronica), ma in questo caso mi sono guardato bene da divulgare quello che avevo realizzato e non l'ho brevettato, mi tengo i miei segreti a mio uso e consumo.

Questo “sistema” elimina quasi totalmente ogni tipo di rumore proveniente da vecchie registrazioni con il pregio (è qui sta il bello) di non intaccare minimamente le voci e la strumentazione, anzi, il tutto viene esaltato e magnificato, proprio come io ho voluto fare.

Così tre anni fa, dopo aver fatto ascoltare alcuni miei restauri ad amici, grandi esperti di vocalità, in varie sedute di ascolto, questi amici, rimasti sbalorditi dai risultati da me ottenuti, mi hanno spronato a diffondere le registrazioni da me restaurate, così, a gennaio 2008, mi sono deciso ed è nata OperaAurea.

Gli esempi che ho messo sul sito che ho appositamente sviluppato però, non rendono esattamente giustizia ai restauri stessi, perché per Internet ho dovuto necessariamente comprimere i brani, inoltre chi ascolta via PC di solito ascolta tramite piccole casse acustiche che non sono in grado di restituire tutte le frequenze, possono dare solo un'idea, si può percepire solo la mancanza dei rumori, ma la dinamica e gli armonici escono fuori solo ed esclusivamente ascoltando i CD e DVD da me prodotti su impianti HI-FI. In tal caso si può apprezzare quello che sono riuscito a tirar fuori dalle vecchie registrazioni.

Tutto qui.
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Manrico » ven 11 feb 2011, 10:43

Vedo che la voce di Lauri-Volpi è molto seguita in questo forum : Chessygrin :

Bene, indicatemi un tenore, dopo Lauri-Volpi, capace di un "do" preso d'impeto e con cotanto squillo:



Nel video clip si vede la vecchia casa del tenore (ormai abbattuta) e alcuni dei suoi numerosi fratelli (lui era il quindicesimo).
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda pbagnoli » ven 11 feb 2011, 13:30

Manrico ha scritto:Vedo che la voce di Lauri-Volpi è molto seguita in questo forum : Chessygrin :

Mica solo quella del tenore di Lanuvio, quanto meno in questi ultimi tempi :(
Be', Roberto, a parte gli scherzi: come sai, io sono un grande estimatore di GLV, e di Enrico Caruso, e di un sacco di altri cantanti storici: li amo, ho i loro dischi, ogni tanto li ascolto, mi beo le orecchie e il cuore.
E poi?...
Esaurito il piacere onanistico; esauriti i lai di rito del tipo "Eh, la musica ai miei tempi era un'altra cosa", oppure il sempreverde: "Cantanti così non ce n'è più" (veramente ci sarebbe anche il "L'avessimo oggi un cantante così gli faremmo fare tutto", ma non si applica a cantanti come GLV, bensì a quelle che all'epoca erano le seconde-terze o quarte scelte che se lo erano allora lo sarebbero ancora oggi, e se le ascolto me ne convinco sempre di più); esauriti gli inevitabili paragoni con i cantanti di oggi che non cantano più come una volta perché oggi si dà risalto solo al teatro di regia, ai direttori, mentre invece una volta contavano solo le voci; esaurito tutto questo, dicevo, cosa resta?
Nulla.
Ci rimane sempre il problema di pensare a come allestire un Puritani, un Huguenots, un Trovatore, un'Aida che ci soddisfi, che ci faccia godere le orecchie, gli occhi e il cuore.
E il problema ineludibile a questo punto è: ascolto e vedo con occhi e orecchie proiettate al passato, e cioè - tanto per stare all'oggetto - ai sublimi falsettoni deliziosamente demodées di GLV (straordinario, lo ribadisco!), oppure cerco cantanti che mi diano emozioni non inferiori né superiori ma semplicemente diverse?

Sai, Roberto, io non credo che esiste quello che sul Corriere della Grisi definiscono il canto professionale. Anzi, vado oltre: per me, questa definizione è una pistolata, e lo dico affettuosamente e con lo spirito del quarto di sangue toscano che ogni tanto si risveglia in me. Spero che teo.emme, che del CdG è per me il più brillante editorialista, non si offenda per questa definizione: sono disposto a risarcirlo offrendogli la cena, ma il canto professionale non esiste!
Credimi, Roberto: non ho nessuna nostalgia di GLV né, se è solo per quello, di nessun altro cantante di quel periodo. Ma, se per questo, non ho nessuna nostalgia di nessun cantante!!! Li amo immensamente tutti (o quasi) per quello che hanno dato alla causa, ma non ho nostalgia per un'età aurea del canto che, ai miei occhi, non è mai esistita nemmeno per sbaglio. Non penso che il canto verdiano sia finito con certi cantanti.
Prendi Bergonzi, per esempio. Un grandissimo, indiscutibilmente e fuori di ogni schema. Noi ogni tanto qui ci scherziamo un po' su, ma lo facciamo - come sempre - con affetto e rispetto per il suo magistero e la sua Arte sublime.
Mi fa nostalgia, un modo di cantare così? Nemmeno un po', te lo dico onestamente. Risponde ai cirteri del canto professionale? Sì? E chi se ne frega! Siamo andati avanti.
Lui stesso in certi personaggi come Radames, benché pieno di portamenti, benché inadeguato fisicamente, era avanti anni luce rispetto a cantanti che l'hanno preceduto, ma basta una sola frase del Radames di Vickers per sbugiardarlo clamorosamente. E oggi, invece, siamo qui a chiederci se abbiano ancora un senso certe performances di Vickers, per me sublimi (come Tristan), ma per Matteo - per dirne uno - superatissime.
La Radvanovsky, tanto sbeffeggiata sul CdG, è anni luce superiore - quanto a puro senso della parola verdiana - a una Caballé che pure è stata una grandissima protagonista della stagione degli Anni Settanta.
Hampson! Keenlyside! Maltman! Gunn! Skhovus! Terfel! Pensa a tutti questi grandissimi baritoni, alcuni dei quali hanno completamente rivoluzionato il modo di approcciare determinati repertori, anche quello verdiano (pensiamo proprio agli approcci di Keenlyside e Skhovus al personaggio di Posa).

Per concludere, caro Roberto, e conscio del fatto che forse questo mio post farà discutere, io - che pure ho centinaia di dischi dei grandissimi dei primi del Novecento - non ne rimpiango nemmeno uno.
Non credo che se avessimo qualcuno di quelli che all'epoca erano scartine, faremmo fare loro tutti i capisaldi del repertorio.
Penso che abbiamo fatto passi da gigante nella comprensione del linguaggio dei Grandi Autori, e non farei cambio con nessuno dei grandissimi del passato.
Non ti offendere, ma io la vedo così, nonostante tutte le luci e tutte le ombre...
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Manrico » ven 11 feb 2011, 14:14

Caro Pietro, perché dovrei offendermi, anzi, da tempo sto cercando di capire cosa avviene negli anni post "epoca d'oro" e riconosco che l'evoluzione è interessante, non per niente ho molti DVD e CD di artisti degli ultimi tempi, ci mancherebbe e, quando posso vado a teatro, non mi sono fossilizzato solo al passato.

Ho aperto semplicemente i 3D Lauri-Volpi, Caruso, Lanza perché qui non erano stati trattati.

In altri luoghi avevo aperto tempo fa 3D per segnalare giovani promettenti, ma figuriamoci, anche per questi qualcuno ha avuto immediatamente da ridire...."e te pareva" dicono a Roma.

Ecco alcuni tenori recenti che avevo segnalato: il Polacco Piotr Beczala, l'americano Michael Spyres, il turco Bülent Bezdüz, tutti e tre, per motivi diversi, molto bravi.

Quindi: il passato no, perché è passato, il presente nemmeno perché trovano sempre il pelo nell'uovo.....eh! eh! ma allora di cosa dobbiamo parlare?

Tornando a Lauri-Volpi, devo dire che negli anni passati ho conosciuto alcune persone molto anziane (oggi purtroppo scomparse), che avevano avuto l'opportunità di ascoltare Giacomo in teatro negli anni d'oro, dopo i loro entusiastici racconti ho voluto approfondire gli ascolti di questo particolare tenore che, da giovane, evitavo di ascoltare perché NON CAPIVO.

Finalmente, dopo aver praticamente ascoltato tutto l'ascoltabile non ho potuto che dare ragione ai "vecchietti" che mi avevano illuminato con i loro racconti, parlavano di voce luminosissima che i mezzi di registrazione non restituivano, voce fuori dal corpo, mai ingolata, controllo dei fiati con filature estreme ecc.

Così, oggi, quando posso, cerco di tramandare ai giovani quello che appresi, al fine di evitare l'oblio di questi nostri grandi e, dai commenti (guarda caso quasi tutti in lingua Inglese) su YT, sembra che i miei sforzi vengano premiati e ciò mi basta e avanza.

Saluti e salute
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda pbagnoli » ven 11 feb 2011, 15:07

Manrico ha scritto:Caro Pietro, perché dovrei offendermi, anzi, da tempo sto cercando di capire cosa avviene negli anni post "epoca d'oro" e riconosco che l'evoluzione è interessante, non per niente ho molti DVD e CD di artisti degli ultimi tempi, ci mancherebbe e, quando posso vado a teatro, non mi sono fossilizzato solo al passato

...e peraltro, per carità, non ci sarebbe niente di male: i gusti sono gusti!
Ti ho detto il mio pensiero schietto!
Amo tantissimo quasi tutti i grandi del passato, ma non ne rimpiango nessuno; e trovo esercizio sterile fare tutte le cose che ti dicevo prima


Manrico ha scritto:Quindi: il passato no, perché è passato, il presente nemmeno perché trovano sempre il pelo nell'uovo.....eh! eh! ma allora di cosa dobbiamo parlare?

Di tutto!!!
Del passato come Storia e dell'attualità perché ci viviamo!
Se ci hai fatto caso, qui parliamo proprio di tutto in questo senso; e se la Storia ci può aiutare a ritrovare alcuni modi ormai...passati di moda di eseguire il repertorio, perché magari più funzionali all'evoluzione del gusto e del modo di cantare, beh, ben venga. Mi riferisco, come sai, a Otello, che per te ha sempre UN GRANDE interprete di riferimento, ma che secondo me, a questo punto, si potrebbe recuperare il modo originale di eseguire questo ruolo. Con tutto il dovuto rispetto per quel GRANDE cantante che nominar non oso...
Ho guardato con molta curiosità all'esperimento di Simon O'Neill, secondo me interessante pur se non completamente riuscito; mi sembra una strada da praticare; spero che molti altri insistano in questa strada, anche con gli inevitabili scivoloni. Ciò che non capisco è il sistematico dileggio - non da parte tua, sia chiaro - di cantanti che cercano di dire qualcosa di diverso, solo perché non hanno il canto professionale. Cos'è il canto professionale? A cosa serve? Chi lo pratica? Perché è professionale il loro e non quello di altri cantanti? E' quella cosa che c'era settant'anni fa e adesso non c'è più?
Queste sono le mie domande.
Chi stabilisce aprioristicamente che Lauri-Volpi cantava i Puritani meglio di Beczala o Spyres?
O chi stabilisce che COLUI CHE NOMINAR NON OSO :mrgreen: abbia cantato Otello meglio di Lauri-Volpi? Io, per esempio, mi riconosco maggiormente nell'Otello di Lauri-Volpi, ma è ovviamente una mia opinione...
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Enrico » ven 11 feb 2011, 18:38

Del Trovatore di Lauri-Volpi la Pira è forse il pezzo che mi convince di meno: a partire dal mancato rispetto delle quartine, che invece se ben eseguite aggiungono qualcosa alla drammaticità del pezzo: in questo trovo decisamente superiori Caruso e Pertile, pur con l'abbassamento di tono, Corelli, del Monaco, Bonisolli, Pavarotti e Carreras, anche se quest'ultimo non poteva tenere l'acuto finale con la sicurezza degli altri. Credo che in teatro certi do di Bonisolli o di Pavarotti non avessero nulla da invidiare a quelli di Lauri-Volpi per squillo e lucentezza: fare un confronto sulla potenza basandosi soltanto su registrazioni è secondo me impossibile. Tra le registrazioni dal vivo mi viene in mente, dopo Lauri-Volpi, il buon vecchio Tucker nel "live" di Firenze: anche nel suo caso l'acuto è notevole, e però musicalmente non mi soddisfa del tutto. L' "All'armi" più lungo si trova forse nelle registrazioni di Pavarotti con Rescigno e di Bonisolli con Karajan, e non si tratta di trucco discografico perché i loro acuti sono documentati anche da registrazioni dal vivo. Purtroppo Pavarotti è più superficiale nelle ultime registrazioni (quelle dirette da Mehta, dove la voce appare più "grossa" ma delle quartine non c'è più traccia), ma più in generale non mi è mai capitato finora di sentire un buon Manrico dal vivo. Licitra quando l'ha cantato alla Scala aveva una bella voce, ma anche lui come interprete appariva deboluccio e superficiale; un nuovo Lauri-Volpi non mi interesserebbe, perché in quello stile di canto non sento una vera realizzazione del personaggio: trovo più interessante, come interprete e come attore, nel video di Londra, il Manrico di Cura, che acuti non ne ha! Se poi anche Kaufmann vorrà fare Manrico, aspettiamo e poi giudicheremo, sperando che, se deve farlo, lo faccia in modo interessante.
Enrico B.
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Manrico » ven 11 feb 2011, 21:30

Enrico scrive tra l'altro: " Credo che in teatro certi do di Bonisolli o di Pavarotti non avessero nulla da invidiare a quelli di Lauri-Volpi per squillo e lucentezza".

Mi spiace, niente di più errato, in TEATRO Bonisolli e Pavarotti spariscono letteralmente vicino a Lauri - Volpi, come paragonare una fiat cinquecento con una Ferrari. Questo è un errore comune di moltissime persone, non me ne voglia Enrico che peraltro non conosco, mi spiego meglio (spero):

Ci sono vari tipi di voce, Pavarotti, che ho sentito più volte in teatro, era un tenore lirico PURO che, negli anni, si è "buttato" anche nel repertorio spinto senza averne le qulità adatte, ma sempre con la sua voce da tenore lirico, Lauri-Volpi, che pue da giovanissimo aveva debuttato in ruoli lirici, aveva, dopo pochi anni dal debutto, più o meno sul finire degli anni '20, un volume di voce e uno squuillo da autentico tenore lirico spinto, non solo, il registro acuto dal "lab" fino al "reb", aveva uno scquillo e una penetrazione molte ma molte volte superiore non solo a Pavarotti, ma a qualsiasi altra voce tenorile,tanto è vero che nessun mezzo di registrazione riusciva a captare tutti i suoi armonici.

Oggi, solo chi ha un orecchio allenato con ascolti dal vivo e non, può "capire" la differenza che, purtroppo, così come ha scritto Enrico e in altre occasioni, altri, non viene percepita.

Insomma, le registrazioni ingannano parecchio, rendono le voci piccole: grandi e le voci grandi alle volte, specialmente quando le registravano nella prima metà del secolo scorso, possono sembrare piccole, ma così non è, non lo dico solo io, è una cosa risaputa tra coloro che hanno avuto occasione di ascoltare per anni le varie tipologie vocali. Questo equivoco è purtroppo, molto comune.

Ora vado di fretta, prossimamente non appena ho un po' di tempo racconterò un episodio che mi aprì gli occhi e......le orecchie. :)
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Manrico » sab 12 feb 2011, 10:40

Anzitutto chiedo scusa per gli errori di battitura di ieri, ma quando scrivo di fretta, la tastiera gioca brutti scherzi, specialmente a me che ho poca vista dopo aver subito alcuni interventi agli occhi.

Poiché il tempo è tiranno e in questo periodo sono occupatissimo, con il copia e incolla trascrivo qui di seguito cosa scrissi in altre occasioni in merito alle registrazioni:

Chi ha esperienza di voci da teatro sa benissimo che le grandi voci nate per il teatro hanno una quantità di armonici, lucentezza e squillo che solo dal vivo possono essere apprezzate. La voce di Giacomo Lauri Volpi è stata una voce da teatro per eccellenza, i microfoni e i mezzi di registrazione dell'epoca, non sono rusciti a immortalare la sua voce in modo corretto, lo stesso tenore "racconta" la sua sorpresa nell'ascoltare la sua voce registrata, sentiamo cosa dice:

21 aprile 1952 (ore 22).

"La radio ha ripetuto il concerto registrato qualche giorno fa all'Auditorium della Fiera di Milano . Al pubblico invisibile non si è detto che si trattava di registrazione. Nel buio del mio studiolo, ho udito uscire dall'apparecchio illuminato la mia voce, provando una strana sofferenza per la scissione del mio essere, per la estirpazione di quella parte dei mio corpo e della mia coscienza, che operavano fuori di me. E nulla potevo, per dare assistenza a questa parte di me che, andandosene per il mondo, era oggetto della percezione e dell'esame di uno sterminato uditorio.
La macchina d'incisione e il microfono avevano scarnificato i suoni ch'io so d'aver elaborati e direttamente trasmessi con altre vibrazioni ed altra sostanza. Ciò che ascoltavo era l'ombra della mia voce, manipolata dal maleficio della tecnica meccanica. E sentivo l'insanabile dissidio tra materia e pensiero, tra macchina e vita cosciente. No, quella non era la mia vera voce., Riproduzione non è azione. Una cosa fatta non è una cosa che si fa. Nè Ia macchina ha sufficiente capacità ricettiva: solo una parte delle vibrazioni. vengono raccolte e fermate in certe incisioni. Io credo che la sensazione da me provata nell'ascoltarmi non dovrebbe differire gran che dall'impressione che l'anima, staccata dal corpo, proverà contemplando le carnali spoglie che appena serbano l'ombra della forma vivente. Ero là muto in ascolto, mentre la voce risuonava, agitava lo spazio, penetrando ovunque, dentro e fuori d'Italia. E tutti avranno pensato ch'essa sia la mia autentica. E non è che la mia voce fisica, camuffata, non già quella fluida che la sorregge, nè quella spirituale che vive nell'atto.
Simile a quella della Muzio, della Ponselle, di Bonci, di Làzaro, è una voce che si rifiuta all'imprigionamento, alla fissazione, al limite. Ha bisogno di spazio. Non la voce sta nello spazio, ma lo spazio nella voce. E la voce imprigiona lo spazio creando circoli ondulatori, impregnati di vita cosciente. La macchina è tutto il contrario: è spazio che immobilizza, cristallizza, precipita la voce e ne fa materia più o meno sonora. Divisa dalla mia vita, dalla mia coscienza, sentivo la povera voce esaurirsi in se stessa, inaridirsi e Cadere nel vuoto, senza echi e risonanze. Insomma ho sofferto un'altra delusione, ascoltando non già le mie vibrazioni ma quelle di un microfono che si è sostituito, manomettendola, alla mia voce.
L'autocritica è una forza depressiva a cui non può sottrarsi nessun artista degno. E l'indulgenza che negavo a me stesso, si tramutava in amnirazione per la voce della Tebaldi, che mi sembrava all'apice della bellezza e dell'espressione. Tanto era il disgusto di me. S'io - in ogni tempo - avessi prestato fede all'opinione mia propria e non al consenso dei più vari pubblici, la mia carriera si sarebbe conclusa assai presto. S'io fossi stato un poeta, un pittore, uno scultore, avrei seguito le orme di un Leonardo, la cui insaziabilità di sapere e di rendere lo portava a distruggere o a lasciare mcomplete le sue creazioni. Il canto in atto, sulla ribalta, non consente pentimenti o ripetizioni, per mia fortuna. E " voce dal sen fuggita. .. ", con quel che segue."

Per chi volesse approfondire e conoscere meglio GLV, può farsi un giretto nel sito che gli ho dedicato, all'interno del sito del suo amico e collega Giuseppe De Luca.
Infine, a dimostrazione di come certi utenti dei forum si arrampicano sugli specchi al fine di sostenere le loro vuote tesi, è interessante il 3D che avevo aperto anni fa su OC dal titolo:

Un 62enne di ieri che si mangia tutti i giovani di oggi
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda pbagnoli » sab 12 feb 2011, 15:06

Manrico ha scritto:Infine, a dimostrazione di come certi utenti dei forum si arrampicano sugli specchi al fine di sostenere le loro vuote tesi, è interessante il 3D che avevo aperto anni fa su OC dal titolo:

Un 62enne di ieri che si mangia tutti i giovani di oggi

Aridaje!, come si dice dalle tue parti... :mrgreen:
Roberto, qualche piccolo memento davvero amichevole:
:arrow: qui le tesi non sono mai vuote e nessuno mai si arrampica sugli specchi
:arrow: il sessantaduenne di ieri sembra...dell'altro ieri! E' ampolloso, retorico, autocelebrativo, autoreferenziale, noioso. Amo talmente tanto il CANTANTE Lauri-Volpi, che gli perdono volentieri le cose che ha scritto.
Ma ti sembra?!?
Se un giovane di oggi, magari di quelli bravi e in carriera, si esprimesse in questa maniera, lo sommergerebbero di pernacchie e altre amenità da trogloditi.

Avrebbe dovuto ringraziare il Padreterno, il Commendatore Lauri-Volpi, per l'esistenza dei microfoni che, già all'epoca, permisero la conservazione della sua voce per la gioia dei posteri.
Sin dalla fondazione di questo sito abbiamo sostenuto l'importanza delle registrazioni proprio per tramandare il bene di tutte le interpretazioni che, altrimenti, perderemmo.
Ci sono voci più o meno fonogeniche. Va bene, e allora? Ci disperiamo per questo?
No, Roberto, mi spiace: il sessantaduenne di ieri, rispetto ai giovani di oggi, sembra solo un povero e bizzoso vecchietto. Preferisco ascoltarlo mentre canta. Come adesso, putacaso.
Un salutone!!!
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda VGobbi » sab 12 feb 2011, 16:30

Pero' un duetto come ce lo regala GLV con l'Aida della Rethberg e' davvero qualcosa di unico, ineguagliabile, un vero e proprio balsamo per le nostre orecchie!

Mi ricordo, come se fosse oggi, il mio stupore e la gioia che provavo nel sentire il duetto del terzo atto dall'Aida ... Un GLV guerriero e sentimentale, una Rethberg volitiva ma allo stesso tempo sensualissima come un violoncello.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda vitus » sab 12 feb 2011, 21:47

Io sono un grande ammiratore di Lauri volpi. Mi ha sempre impressionato la natura eccezionale della voce, soprattutto in acuto. Col tempo, senza perdere in lucentezza e suqillo la voce aveva acquistato anche una maggiore "polposità2 dei centri. si ascolti O' Paradiso o Un dì all'azzurro spazio degli anni '40. Sul confronto con Pavarotti e Bonisolli, be' credo che Lauri Volpi almeno su Pavarotti prevalga in termini di potenza, ferma restando la eccezionalità della voce anche del modenese. Cura nel Trovatore non manca solo di acuti. Che sia un grande attore anche vocale è indubbio ma non basta non siamo nella prosa. Un minimo sindacale di adeguatezza vocale ci vuole, almeno a mio modo di vedere. Lauri Volpi è stato un fenomeno, un esempio e riferimento per molti ruoli, penso ad Arturo e Raoul. Ammetto pero che in età avanzata eccedeva nel voler dimostare a tutti i costi quanto una tecnica solidissima potesse fare anche molot in là con gli anni. In tal senso, anzichè citare un notissimo Kraus citerò un cantante molto meno famoso di lauri Volpi ma che, almeno per me, quanto a saldezza dei mezzi ha superato lo stesso tenore di Lanuvio. Si confronti il nessun dorma di Loforese a novant'anni e ne avremo un ottimo esempio. Ciao a tutti.
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda Luca » dom 13 feb 2011, 11:31

Grandissimo cantante Lauri Volpi lo è senz'altro, però figlio della sua epoca con i suoi arcaismi e con le sue pose che poi si sono tradotte in giudizi alquanto 'forti' su altri colleghi. La voce come squillo non si discute ed egualmente il suo temperamento spiccato (potremmo definirlo la Callas dei tenori ?). Però mettiamo un pò insieme tre figure diverse tra loro del tempo e noteremo gli stessi caratteri: Gigli, Pertile e, appunto, Lauri Volpi: non ci vedete anche voi alcuni elementi comuni che oggi sarebbero improponibili ? Giganti dell'opera, voci immense, ma.......

Saluti domenicali, Luca.
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Re: Giacomo Lauri-Volpi

Messaggioda vitus » dom 13 feb 2011, 20:48

Luca ha scritto:

Gigli, Pertile e, appunto, Lauri Volpi: non ci vedete anche voi alcuni elementi comuni che oggi sarebbero improponibili ? Giganti dell'opera, voci immense, ma.......



Gigli e lauri volpi sì, accomunati da certi manierismi. Trovo che invece pertile già alla sua epoca fosse molto moderno eppure era il meno dotato vocalmente.
vitus
 
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