Manrico ha scritto:Vedo che la voce di Lauri-Volpi è molto seguita in questo forum
Mica solo quella del tenore di Lanuvio, quanto meno in questi ultimi tempi
Be', Roberto, a parte gli scherzi: come sai, io sono un grande estimatore di GLV, e di Enrico Caruso, e di un sacco di altri cantanti storici: li amo, ho i loro dischi, ogni tanto li ascolto, mi beo le orecchie e il cuore.
E poi?...
Esaurito il piacere onanistico; esauriti i lai di rito del tipo "
Eh, la musica ai miei tempi era un'altra cosa", oppure il sempreverde: "
Cantanti così non ce n'è più" (veramente ci sarebbe anche il "
L'avessimo oggi un cantante così gli faremmo fare tutto", ma non si applica a cantanti come GLV, bensì a quelle che all'epoca erano le seconde-terze o quarte scelte che se lo erano allora lo sarebbero ancora oggi, e se le ascolto me ne convinco sempre di più); esauriti gli inevitabili paragoni con i cantanti di oggi che non cantano più come una volta perché oggi si dà risalto solo al teatro di regia, ai direttori, mentre invece una volta contavano solo le voci; esaurito tutto questo, dicevo, cosa resta?
Nulla.
Ci rimane sempre il problema di pensare a come allestire un
Puritani, un
Huguenots, un
Trovatore, un'
Aida che ci soddisfi, che ci faccia godere le orecchie, gli occhi e il cuore.
E il problema ineludibile a questo punto è: ascolto e vedo con occhi e orecchie proiettate al passato, e cioè - tanto per stare all'oggetto - ai sublimi falsettoni deliziosamente demodées di GLV (straordinario, lo ribadisco!), oppure cerco cantanti che mi diano emozioni non inferiori né superiori ma semplicemente diverse?
Sai, Roberto, io non credo che esiste quello che sul Corriere della Grisi definiscono il
canto professionale. Anzi, vado oltre: per me, questa definizione è una pistolata, e lo dico affettuosamente e con lo spirito del quarto di sangue toscano che ogni tanto si risveglia in me. Spero che teo.emme, che del CdG è per me il più brillante editorialista, non si offenda per questa definizione: sono disposto a risarcirlo offrendogli la cena, ma il
canto professionale non esiste!
Credimi, Roberto: non ho nessuna nostalgia di GLV né, se è solo per quello, di nessun altro cantante di quel periodo. Ma, se per questo, non ho nessuna nostalgia di nessun cantante!!! Li amo immensamente tutti (o quasi) per quello che hanno dato alla causa, ma non ho nostalgia per un'età aurea del canto che, ai miei occhi, non è mai esistita nemmeno per sbaglio. Non penso che il canto verdiano sia finito con certi cantanti.
Prendi Bergonzi, per esempio. Un grandissimo, indiscutibilmente e fuori di ogni schema. Noi ogni tanto qui ci scherziamo un po' su, ma lo facciamo - come sempre - con affetto e rispetto per il suo magistero e la sua Arte sublime.
Mi fa nostalgia, un modo di cantare così? Nemmeno un po', te lo dico onestamente. Risponde ai cirteri del
canto professionale? Sì? E chi se ne frega! Siamo andati avanti.
Lui stesso in certi personaggi come Radames, benché pieno di portamenti, benché inadeguato fisicamente, era avanti anni luce rispetto a cantanti che l'hanno preceduto, ma basta una sola frase del Radames di Vickers per sbugiardarlo clamorosamente. E oggi, invece, siamo qui a chiederci se abbiano ancora un senso certe performances di Vickers, per me sublimi (come Tristan), ma per Matteo - per dirne uno - superatissime.
La Radvanovsky, tanto sbeffeggiata sul CdG, è anni luce superiore - quanto a puro senso della parola verdiana - a una Caballé che pure è stata una grandissima protagonista della stagione degli Anni Settanta.
Hampson! Keenlyside! Maltman! Gunn! Skhovus! Terfel! Pensa a tutti questi grandissimi baritoni, alcuni dei quali hanno completamente rivoluzionato il modo di approcciare determinati repertori, anche quello verdiano (pensiamo proprio agli approcci di Keenlyside e Skhovus al personaggio di Posa).
Per concludere, caro Roberto, e conscio del fatto che forse questo mio post farà discutere, io - che pure ho centinaia di dischi dei grandissimi dei primi del Novecento - non ne rimpiango nemmeno uno.
Non credo che se avessimo qualcuno di quelli che all'epoca erano scartine, faremmo fare loro tutti i capisaldi del repertorio.
Penso che abbiamo fatto passi da gigante nella comprensione del linguaggio dei Grandi Autori, e non farei cambio con nessuno dei grandissimi del passato.
Non ti offendere, ma io la vedo così, nonostante tutte le luci e tutte le ombre...