pbagnoli ha scritto:Ritorno sul tema: a dispetto di quanto abbiamo sempre sostenuto, è colpa di un'errata tecnica di fonazione? E allora, è vero che solo un particolare modo di cantare può preservare il patrimonio vocale?
Caro Pietro, un paio di anni fa, su OC, si parlò a lungo della Dessay e dei suoi due interventi alle corde vocali. Qualcuno, penso in particolare ad alcune nostre vecchie conoscenze, disse che era presumibile che la causa delle traversie cliniche di Nat fosse la sua tecnica non ortodossa: fu preso a male parole e deriso.
In verità, io penso che fin da principio si avvertisse nella pur stupefacente Dessay un abuso del registro sovracuto, spesso aggredito con un'emissione poco cauta, e una certa tendenza ad aprire i suoni. Io la adoro, e la considero tuttora una fuoriclasse, ma mi pare che i suoi effetti siano a volte conseguiti con tecnica un po' "rischiosa".
Il problema è che la prima Dessay, quella che arrivava al sol sovracuto come se niente fosse, era considerata esempio di perfezione tecnica proprio in virtù delle sue prodezze vocali, cioè si confondeva la "correttezza di fonazione" con il risultato artistico (che è poi quello che conta).
Adesso invece, parlando di Villazon, tutti concordano: è stata la sua tecnica a fare la frittata. Due pesi e due misure, mi pare. Certamente, le licenze tecniche di Villazon sono molto più evidenti di quelle della Dessay, ma il concetto non è dissimile. Solamente, Villazon non è mai stato considerato un esempio di perfetto vocalista.
Secondo me, l'equivoco è quello di considerare tutti uguali. "All men are created equal" dice la Costituzione americana. Sì, certo, a livello ontologico e giuridico, ma a livello fisico no, assolutamente. C'è chi può sollevare pesi immani senza avere ernie o anche solo sciatalgie, mentre altri si spaccano la schiena non appena si chinano.
C'è chi canta in maniera "eterodossa" una vita, e non ha problemi di nessun tipo. Pensa a Domingo: si è accorciato, si è indurito, si è inaridito, ma di problemi seri non ne ha. Ne ebbe ai primi anni '80, ma li risolse senza chirurgia, risorgendo dalle proprie ceneri come l'araba fenice. Che dire poi di Cura? Ha una tecnica che certo non può definirsi prudente, ma sono vent'anni che canta così, ed è sempre lui. Evidentemente ha le corde vocali di titanio. Buon per lui!
Ad altri non va così bene: penso ad esempio alla Callas, che pagò il proprio sperimentalismo tecnico trovandosi distrutta a poco più di quarant'anni. Qualcuno ancora attribuisce la colpa del declino della Callas allo stile di vita, alla dieta, al repertorio... Balle, secondo me!
Allo stesso modo, un cantante di tecnica molto più ortodossa, tutto altissimo di posizione, come Matteuzzi, si è trovato sfasciato a meno di quarant'anni. E' vero che i tenori acutissimi di solito non sono artisticamente longevi, ma WM durò davvero poco.
Io credo in effetti che una tecnica "all'antica"
di norma preservi il patrimonio vocale, ma nemmeno sempre. Di contro, adottare diverse tecniche, alla ricerca di altre sonorità, altri colori, altri effetti, possa essere un rischio. Ma poi dipende tutto dalla costituzione fisica.
Mi pare superfluo aggiungere che la valutazione artistica di un cantante non debba assolutamente tenere conto della durata della carriera, né dei motivi che hanno portato al declino.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...