Rolando Villazon

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Rolando Villazon

Messaggioda pbagnoli » sab 31 gen 2009, 21:13

Mi è sempre piaciuto tantissimo e lo giudico il più importante tenore lirico della nostra generazione, per musicalità, appiglio col pubblico e forza dell'eloquio.
Tuttavia, non si può tacere il fatto che le sue ultime prove siano state piuttosto problematiche, culmine la recente "Lucia" con la Netrebko.
Sono il primo a pensare che un cantante non si risolva in voce immascherata, appoggio sul fiato e rispetto di forcelle, ma qualcosa che non va ci deve essere e sarebbe meglio che la sistemasse, perché sarebbe un peccato perdere questo patrimonio, no?
Ho ancora in macchina il disco "Cielo e mar" inciso per la DGG: una raccolta di arie non sempre famose, ma cantate con molto gusto e aplomb stilistico. Quello che si ascolta su quel disco è un gran bel tenore, non so se siete d'accordo con me.
Qual'è il vostro parere?
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Tucidide » dom 01 feb 2009, 0:34

Non conosco troppo bene il caso Villazon, e non l'ho mai visto dal vivo.
Gli riconosco i pregi che dice Pietro, primo fra tutti il carisma con cui fa presa sul pubblico, ma non ho trovato mai un'autentica originalità nel suo canto. Il timbro è personale anche se non bellissimo, ma mi pare che abbiano ragione quelli che notano un'evidente imitazione di Domingo. Eppure il più maturo collega aveva ben altri pregi, pur condividendo taluni difetti. La spontanea sensualità un po' da pesce lesso di Domingo in certe opere è irresistibile, anche se magari si possono ravvisare tante magagne: Villazon punta sulla nevrosi, sullo slancio e sulla comunicativa. Va bene, ma dopo un po' comincia a suonare ripetitivo.
Sulle questioni tecniche e sui recenti infortuni vocali, non so se ci sia modo e tempo per sistemarli: Villazon è già stato fermo per dei mesi, per rimettersi in sesto, eppure siamo sempre da quel pero e da quel melo. Non credo sia nulla di strano: Villazon è giovane, certo, perché ha 37 anni, ma già altri prima di lui sono arrivati a quell'età in condizioni vocali problematiche, Di Stefano e Carreras su tutti, ed avevano una dote di natura più generosa. Ci possono di mezzo essere tanti fattori, e di certo anche questioni tecniche. Forse, dico forse, Villazon sta pagando come i due tenori citati prima, lo scotto di aver posto l'espressività, la ricerca di una comunicativa immediata davanti alla prudenza tecnica.
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda pbagnoli » sab 23 mag 2009, 8:53

Si riparla di lui, in questo periodo, perché continua ad annullare appuntamenti.
C'è chi dice che la voce sia andata definitivamente a quel paese, e sarebbe un vero peccato: l'ho detto, lo ribadisco.
La "presenza" di questo cantante - non solo fisica, ma anche vocale - è talmente forte da richiedere un intervento urgente per sistemare un patrimonio di alto livello.
Ritorno sul tema: a dispetto di quanto abbiamo sempre sostenuto, è colpa di un'errata tecnica di fonazione? E allora, è vero che solo un particolare modo di cantare può preservare il patrimonio vocale?
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Tucidide » sab 23 mag 2009, 10:47

pbagnoli ha scritto:Ritorno sul tema: a dispetto di quanto abbiamo sempre sostenuto, è colpa di un'errata tecnica di fonazione? E allora, è vero che solo un particolare modo di cantare può preservare il patrimonio vocale?

Caro Pietro, un paio di anni fa, su OC, si parlò a lungo della Dessay e dei suoi due interventi alle corde vocali. Qualcuno, penso in particolare ad alcune nostre vecchie conoscenze, disse che era presumibile che la causa delle traversie cliniche di Nat fosse la sua tecnica non ortodossa: fu preso a male parole e deriso.
In verità, io penso che fin da principio si avvertisse nella pur stupefacente Dessay un abuso del registro sovracuto, spesso aggredito con un'emissione poco cauta, e una certa tendenza ad aprire i suoni. Io la adoro, e la considero tuttora una fuoriclasse, ma mi pare che i suoi effetti siano a volte conseguiti con tecnica un po' "rischiosa".
Il problema è che la prima Dessay, quella che arrivava al sol sovracuto come se niente fosse, era considerata esempio di perfezione tecnica proprio in virtù delle sue prodezze vocali, cioè si confondeva la "correttezza di fonazione" con il risultato artistico (che è poi quello che conta).
Adesso invece, parlando di Villazon, tutti concordano: è stata la sua tecnica a fare la frittata. Due pesi e due misure, mi pare. Certamente, le licenze tecniche di Villazon sono molto più evidenti di quelle della Dessay, ma il concetto non è dissimile. Solamente, Villazon non è mai stato considerato un esempio di perfetto vocalista.
Secondo me, l'equivoco è quello di considerare tutti uguali. "All men are created equal" dice la Costituzione americana. Sì, certo, a livello ontologico e giuridico, ma a livello fisico no, assolutamente. C'è chi può sollevare pesi immani senza avere ernie o anche solo sciatalgie, mentre altri si spaccano la schiena non appena si chinano.
C'è chi canta in maniera "eterodossa" una vita, e non ha problemi di nessun tipo. Pensa a Domingo: si è accorciato, si è indurito, si è inaridito, ma di problemi seri non ne ha. Ne ebbe ai primi anni '80, ma li risolse senza chirurgia, risorgendo dalle proprie ceneri come l'araba fenice. Che dire poi di Cura? Ha una tecnica che certo non può definirsi prudente, ma sono vent'anni che canta così, ed è sempre lui. Evidentemente ha le corde vocali di titanio. Buon per lui!
Ad altri non va così bene: penso ad esempio alla Callas, che pagò il proprio sperimentalismo tecnico trovandosi distrutta a poco più di quarant'anni. Qualcuno ancora attribuisce la colpa del declino della Callas allo stile di vita, alla dieta, al repertorio... Balle, secondo me!
Allo stesso modo, un cantante di tecnica molto più ortodossa, tutto altissimo di posizione, come Matteuzzi, si è trovato sfasciato a meno di quarant'anni. E' vero che i tenori acutissimi di solito non sono artisticamente longevi, ma WM durò davvero poco.
Io credo in effetti che una tecnica "all'antica" di norma preservi il patrimonio vocale, ma nemmeno sempre. Di contro, adottare diverse tecniche, alla ricerca di altre sonorità, altri colori, altri effetti, possa essere un rischio. Ma poi dipende tutto dalla costituzione fisica.
Mi pare superfluo aggiungere che la valutazione artistica di un cantante non debba assolutamente tenere conto della durata della carriera, né dei motivi che hanno portato al declino.
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda pbagnoli » sab 23 mag 2009, 11:14

Alberto, tu dici che una tecnica "canonica" preserva il patrimonio vocale; credo che per "canonica" tu intenda "all'italiana", cioè immascherata e appoggiata sul fiato.
Matteo una volta diceva - secondo me giustamente - che ci sono certi declamatori che hanno una longevità ancora più spiccata, il che smentirebbe la tua affermazione.
Il problema, per come lo vedo io, è che - di qualunque tipo essa sia - di fatto occorre una tecnica, altrimenti si va ramingo.
Parlavi della Dessay che, guarda caso, è però sempre stata un mostro di tecnica. Quindi - ne deduco - i suoi guai vocali nascono da altri problemi.
Io credo che tu abbia detto bene che, tecnica o no, non tutte le voci possono fare le stesse cose
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Tucidide » sab 23 mag 2009, 13:39

Il discorso sulla tecnica è molto interessante e svela importanti risvolti "filosofici". :D
Che cos'è la tecnica?
Matteo ha scritto una volta
Se dovessi dare una definizione di "tecnica" direi che è il "modo per cui si perviene a risultati".

Io mi permetto di fare qualche considerazione in aggiunta.
Se prendiamo per buona la definizione suddetta, tutti hanno tecnica, e non esiste chi è senza tecnica. Insomma, come dice Pietro,
pbagnoli ha scritto:di fatto occorre una tecnica, altrimenti si va ramingo.

Anche un dilettante che non ha mai preso una lezione di canto, ma che prova a cantare un'aria d'opera, in un modo o nell'altro qualcosa fa. A seconda dei risultati che otterrà, si dirà che ha più o meno tecnica?
Prendiamo il solito :) Di Stefano. Quasi digiuno di studi severi e pazienti, e affidandosi più o meno totalmente all'istinto ed alla formidabile dote di natura, è riuscito, seppur per pochi anni, a fare cose strabilianti. Di Stefano aveva tecnica? Secondo la definizione di cui sopra, sì, eccome, e anche tanta, visti i risultati! :D
Ma in fin dei conti... era tecnica, o semplice istinto, intelligenza, e dote di natura?
Il caso Dessay è diverso. Nat ha deciso di sperimentare un tipo di fonazione che non fosse scrupolosamente aderente alla tecnica all'italiana che pure conosce. In un'intervista su «Lyrica» dell'agosto 1997, la Dessay disse che trovava sgradevole il vocalizzo nella maschera, e preferiva altri puntio di risonanza. Dunque, ella sa cosa significhi cantare in maschera, ma ha deciso di cercare altre strade espressive. Tecnicamente, è stata ed è portentosa, vero, ma non sul filone della tecnica all'italiana. La sua tecnica non ha nulla a che vedere con quella, poniamo, della Devia, lei sì autenticamente italiana.
Secondo me c'è un equivoco di base: "riesci a fare questo, quello, e quell'altro? Allora hai una grande tecnica all'italiana".
Ad esempio: "Di Stefano smorzava i do sovracuti e faceva mezzevoci belissime? Allora aveva una tecnica all'italiana" :) Eh no...! :D
Ciò è conseguenza dell'idea che solo la tecnica all'italiana consenta risultati degni di rilievo.
Per tornare a bomba, però, onestamente credo che le tecniche (sottolineo il plurale) che si discostino dell'emissione italiana siano potenzialmente più pericolose. Certo, ci sono casi di declamatori che durano a lungo, ma come dicevo prima, ciò dipende anche dalla costituzione fisica.
In questo caso, i problemi della Dessay, di Villazon e di altri sono probabilmente dovuti a questo.
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Rodrigo » sab 23 mag 2009, 19:13

Tucidide ha scritto:Allo stesso modo, un cantante di tecnica molto più ortodossa, tutto altissimo di posizione, come Matteuzzi, si è trovato sfasciato a meno di quarant'anni. E' vero che i tenori acutissimi di solito non sono artisticamente longevi, ma WM durò davvero poco.

:?: :?: :?:
Mah, a me vengono in mente G. Lauri Volpi, G. Raimondi, A. Kraus, L. Pavarotti, S. Fisichella. Tutta gente che, quale che sia il giudizio estetico, il Do come minimo l'ha avuto facile facile fino ai sessanta anni e passa.

Concordo invece sul fatto che la longevità della voce dipenda principalmente dalle caratteristiche fisiche e quindi da un dato in qualche modo soggettivo. Conseguentemente si possono enunciare delle leggi generali, ma il campo delle eccezioni resta molto vasto.

E' chiaro che una certa tecnica di canto, un certo stile di vita, un eccesso di impegni e di repertorio possono incidere, ma non è detto. Per fare un paragone, chiedendo scusa in anticipo se urto qualcuno: il fumo aumenta la possibilità di soffrire di certe malattie. Ma non è affatto detto che TUTTI i fumatori (anche accaniti) effettivamente soffrano di queste patologie.

Di Stefano cantava con tecnica "non ortodossa" e si è scassato in pochi anni. Del Monaco pare che cantando con la tecnica tradizionale dovesse rimetterci la voce. Gliela salvò, consentendogli di cantare 30 anni QUEL REPERTORIO, il m° Melocchi insegnandogli una tecnica molto sui generis.
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Tucidide » sab 23 mag 2009, 20:28

Rodrigo ha scritto:
Tucidide ha scritto:Allo stesso modo, un cantante di tecnica molto più ortodossa, tutto altissimo di posizione, come Matteuzzi, si è trovato sfasciato a meno di quarant'anni. E' vero che i tenori acutissimi di solito non sono artisticamente longevi, ma WM durò davvero poco.

:?: :?: :?:
Mah, a me vengono in mente G. Lauri Volpi, G. Raimondi, A. Kraus, L. Pavarotti, S. Fisichella. Tutta gente che, quale che sia il giudizio estetico, il Do come minimo l'ha avuto facile facile fino ai sessanta anni e passa.

Hai ragione: in effetti, ripensandoci, i tenori cui pensavo non sono tanto quelli "acuti", quanto quelli rossiniani: Matteuzzi, Merritt, Raffanti, Gonzales, ma anche Araiza. Più longevo è stato R. Giménez, tenore che per inciso stimo moltissimo.
Il paragone che fai con il fumo è per conto mio azzeccatissimo, e centra alla perfezione il punto. :)
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Maugham » mar 26 mag 2009, 15:41

Tucidide ha scritto: Adesso invece, parlando di Villazon, tutti concordano: è stata la sua tecnica a fare la frittata.


Forse, Tuc, tutti saranno d'accordo, ma io no.
Non sono nè un foniatra nè un maestro di canto e quindi non posso esprimere un giudizio tecnico che abbia un qualche valore sullo stato di salute del nostro tenore. Ritengo però che il "crollo" di un cantante -cosa che non mi sembra il caso di Villazon a cui auguro un prontissima ripresa- dipenda da molti fattori tra cui l'indole, l'intelligenza, la capacità di scegliere, di temporeggiare, di rifiutare, di riposare. Dipende da chi ti sta attorno e ti consiglia, dipende dalla sete di danaro, dipende dai nervi... insomma, sono del parere che un cantante passi momenti bui non solo perchè... non canta da belcantista.
Questa era la favola di Celletti che vedeva nella tecnica alla Cotogni una sorta di assicurazione per la terza età.

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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Teo » mar 26 mag 2009, 19:11

Maugham ha scritto:Ritengo però che il "crollo" di un cantante -cosa che non mi sembra il caso di Villazon a cui auguro un prontissima ripresa- dipenda da molti fattori tra cui l'indole, l'intelligenza, la capacità di scegliere, di temporeggiare, di rifiutare, di riposare. Dipende da chi ti sta attorno e ti consiglia, dipende dalla sete di danaro, dipende dai nervi... insomma, sono del parere che un cantante passi momenti bui non solo perchè... non canta da belcantista.
Questa era la favola di Celletti che vedeva nella tecnica alla Cotogni una sorta di assicurazione per la terza età.


Giusto per la cronaca, è ufficiale che la cancellazione di tutte le recite del 2009 da parte di Villazon, sia dovuto alla formazione di una ciste sulle corde vocali.
Ricordo inoltre che per le stesse ragioni, il tenore Messicano fu costretto a cancellare diverse date nel corso del 2007/2008.
Lasciamo giustamente perdere il discorso del "canto da belcantista", cerchiamo però di riconoscere che certi problemi fisici sono strettamente correlati ad un cattivo o eccessivo utilizzo del proprio strumento vocale, a prescindere dalla tipologia di tecnica utilizzata (qualsiasi foniatra potrebbe confermare questa cosa).
Almeno in questo, tutti i cantanti sono ancora esseri umani con una ben delineata fisiologia...

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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Tucidide » mar 26 mag 2009, 19:57

Teo ha scritto:Lasciamo giustamente perdere il discorso del "canto da belcantista", cerchiamo però di riconoscere che certi problemi fisici sono strettamente correlati ad un cattivo o eccessivo utilizzo del proprio strumento vocale, a prescindere dalla tipologia di tecnica utilizzata (qualsiasi foniatra potrebbe confermare questa cosa).
Almeno in questo, tutti i cantanti sono ancora esseri umani con una ben delineata fisiologia...

Sono d'accordo. Ovviamente, come Maugham, anch'io auguro a Villazon di tornare a cantare senza problemi.
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Maugham » mer 27 mag 2009, 12:14

Lasciamo giustamente perdere il discorso del "canto da belcantista", cerchiamo però di riconoscere che certi problemi fisici sono strettamente correlati ad un cattivo o eccessivo utilizzo del proprio strumento vocale, a prescindere dalla tipologia di tecnica utilizzata (qualsiasi foniatra potrebbe confermare questa cosa).


Senza dubbio.
Con il mio messaggio volevo solo dire che, secondo me, non esiste una "tecnica Killer" ma soltanto una... "testa killer".
Quindi trovo ingiusto sostenere che il crack-up del generoso tenore sia dovuto a una tecnica sbagliata o addirittura a una mancanza di tecnica.
In tutte le discipline, anche quelle sportive, la tecnica è soltanto uno strumento per raggiungere un obiettivo. In questo concordo perfettamente con Mat.
Quindi il rischio di "rottura" lo si corre, in primis, nello sbagliare obiettivo.

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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Tucidide » mer 27 mag 2009, 23:27

Maugham ha scritto:Con il mio messaggio volevo solo dire che, secondo me, non esiste una "tecnica Killer" ma soltanto una... "testa killer".
Quindi trovo ingiusto sostenere che il crack-up del generoso tenore sia dovuto a una tecnica sbagliata o addirittura a una mancanza di tecnica.
In tutte le discipline, anche quelle sportive, la tecnica è soltanto uno strumento per raggiungere un obiettivo. In questo concordo perfettamente con Mat.
Quindi il rischio di "rottura" lo si corre, in primis, nello sbagliare obiettivo.

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Non ne sono convinto del tutto...
Dire che una tecnica sia "killer" (oppure rischiosa, dispendiosa, poco economica) non significa dire che sia assente o poco buona. Per me la tecnica di Merritt era suicida. Ma era allo stesso tempo una tecnica mostruosa. :D
Ogni artista fa le sue scelte: se uno decide che è meglio puntare su un aspetto a discapito del risparmio della voce e della salvaguardia dell'apparato fonatorio, padronissimo. Da parte mia, non lo giudicherò col pregiudizio che quei risultati sono il frutto di una tecnica suicida, ma solo per quello che riuscirà a comunicare.
Certo, mi rammaricherò quando gli esiti di tale tecnica rischiosa si faranno sentire.
Ma credo comunque che ci siano tecniche più o meno "rischiose". E poi, come ripeto, dipende molto della fibra della persona. Un altro tenore, con le corde più robuste di RV, magari sarebbe fresco come una rosa e canterebbe ancora quarant'anni.
Detto questo, aspettiamo e vediamo come Villazon saprà uscire da questi problemi.
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Re: Rolando Villazon

Messaggioda Teo » gio 28 mag 2009, 9:26

Maugham ha scritto:In tutte le discipline, anche quelle sportive, la tecnica è soltanto uno strumento per raggiungere un obiettivo.


Vero.
Come è vero che se il preparatore atletico imposta male il lavoro e fa lavorare troppo alcuni muscoli e poco altri o viceversa, o meglio ancora, non segue e non rispetta la fisiologia dei propri atleti/giocatori, il rischio di "rottura" è più frequente e strettamente correlato al lavoro mal impostato (basti pensare che casi del genere sono stati al centro di questioni sportive anche di grandi società).
Così come per l'apparato fonatorio, alcune esagerazioni o se meglio credi, sforzi, del proprio strumento possono portare ad un affaticamento vocale e ad uno stress fisico che compromette il proprio strumento vocale.
Le ragioni possono essere diverse, scelte forzate, lavoro eccessivo, condizioni fisiche, ecc. ciò non toglie che "forzare" la voce, equivale come nello sport a forzare la propria condizione fisica che inevitabilmente porta ad una cosidetta "rottura".
Io credo che Rolando Villazon sia certamente dotato di una tecnica, altrimenti non sarebbe arrivato dove è arrivato, tuttavia l'utilizzo di alcune forzature eccessive e la mancanza di una certa facilità in zona acuta (acuti spesso duri, fissi e forzati, cosa che per un tenore lirico come lui ci si aspetterebbe di risolvere in tutt'altro modo...), mi fanno pensare che queste siano ragioni sufficienti a comprendere le sue pause forzate.
E' vero che la tecnica è uno strumento dei tanti che permette ad un cantante di raggiungere un obiettivo, ma è vero anche che se mal impiegata o mal gestista o mal impostata, porta in taluni casi a situazioni problematiche che compromettono il raggiungimento di tale obiettivo.
Ripeto, provate a chiedere ad un foniatra o ad un otorinolaingoiatra perchè si formano cisti o noduli alle corde vocali, vedrete che la risposta è semplice ed esaustiva.

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Re: Rolando Villazon

Messaggioda MatMarazzi » dom 07 giu 2009, 12:44

Teo ha scritto:Io credo che Rolando Villazon sia certamente dotato di una tecnica, altrimenti non sarebbe arrivato dove è arrivato, tuttavia l'utilizzo di alcune forzature eccessive e la mancanza di una certa facilità in zona acuta (acuti spesso duri, fissi e forzati, cosa che per un tenore lirico come lui ci si aspetterebbe di risolvere in tutt'altro modo...), mi fanno pensare che queste siano ragioni sufficienti a comprendere le sue pause forzate.
E' vero che la tecnica è uno strumento dei tanti che permette ad un cantante di raggiungere un obiettivo, ma è vero anche che se mal impiegata o mal gestista o mal impostata, porta in taluni casi a situazioni problematiche che compromettono il raggiungimento di tale obiettivo.
Ripeto, provate a chiedere ad un foniatra o ad un otorinolaingoiatra perchè si formano cisti o noduli alle corde vocali, vedrete che la risposta è semplice ed esaustiva.

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Be' Teo,
io ho sentito spesso dal vivo Villazon negli anni, diciamo così, d'oro. A partire dal 2003.
Ti assicuro che la formazione tecnica era d'alta scuola (ammesso che esista una tecnica d'alta scuola). La sua voce suonava facile, estesa, brillante, notevole nella dinamica, persino nel virtuosismo (ricordo i trilli granitici nella cabaletta di Traviata a Berlino).
Gli acuti? Duri, fissi, forzati? No, Teo. Non certo il Villazon di quegli anni. Acuti splendenti e facilissimi, che correvano magnificamente. Certi do fra i più belli abbia mai sentito a teatro.

Eppure già allora io preconizzai un rischio serio... la possibilità che tutto andasse distrutto in poco tempo (speriamo ovviamente che così non sia).
Non per mende tecniche... tutt'altro. Ma per l'impeto incontrollabile di quel canto.
Si capiva benissimo che vuoi l'adrenalina, vuoi la paura, vuoi il sangue giovane, Villazon non era in grado di controllarsi.
Per vincere, doveva buttarsi a capofitto cantanto sempre all'estremo delle risorse, forzando la passione, il suono, la gestualità, la mimica, la frenesia.
Quando lo vidi in Don Carlo ebbi sì la sensazione che fosse il miglior don Carlo possibile oggi, ma per la sola ragione che le nevrosi del personaggio potevano adattarsi alla frenesia di quel climax continuo, stancante, irritante (tanto da diventare anti-climax).
Questa della "generosità" che un tempo era da taluni considerata un pregio, è invece per me una vera iattura.
col termine "generoso" si maschera sempre un'incapacità di esercitare un controllo e una disciplina su di sè.
Sono quindi perfettamente d'accordo con l'analisi di Maugham.
Villazon non è in crisi "a causa" della tecnica, ma "a dispetto" di un'ottima tecnica di base.
La sua rovina sta nella sua personalità, nella sua fragilità che lo costringe a strafare, non nella tecnica.
Una guida isterica sfianca e sfinisce anche i motori tecnicamente più saldi.

Secondo me il registro acuto di un tempo non lo ricupererà più: se è intelligente saprà trovarsi un altro repertorio e cominciare a riflettere su come fare per ridurre l'esuberanza senza perdere in sincerità.

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