VARIE: tenori di oggi

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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Luca » mar 17 nov 2009, 16:17

Concordo in parte con Teo: conoscevo quei video di Youtube di Michael Spyres come Raul degli Ugonotti. Però quello che forse riesce meglio a questo tenore è la coloratura dell'asse barocco-settecentesca. Difatti in Youtube esistono altri 2 video: l'aria iniziale del tenore neI Il Messia di Haendel ("Every valley..." tratto da Is 40,1ss) e soprattutto il "Fuor del mar" (versione lunga) del mozartiano Idomeneo. Lì è molto più interessante del suo Raul cantato bene sì ma, a mio avviso, con poco eroismo. Un altro video ("Nessun dorma" della Turandot) conferma quanto scrivo. Cercate ed ascoltate !

Salutoni, Luca.
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Tucidide » mar 17 nov 2009, 19:58

Concordo con Luca.
Non mi sembrano le tessiture acute il terreno migliore per i notevoli mezzi di Spyres.
Nelle parti centrali invece è notevolissimo: su OS si trova anche un buon Otello rossiniano.
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda MatMarazzi » gio 19 nov 2009, 14:08

Io invece sono d'accordo con Teo.
Questo Raoul mi pare strepitoso e potrebbe rappresentare (anzi rappresenta) una validissima risposta alla povertà attuale di interpreti dei ruoli Nourrit.
La parte meno interessante è propria la rarissima "Aux armes" dove la scarsa propensione eroica si fa sentire.
Ma la Blanche Hermine e il duettone rivelano non solo un'estensione da capogiro, non solo le mezze voci a quota altissima (un do smorzato?), ma anche il legato, lo struggimento, l'affettività.
Il fatto che l'attore sia così non dico scarso, ma goffo e tenero, aggiunge poi un elemento personale al ritratto.
Luca sostiene che il suo Raoul non è abbastanza eroico; è vero, ma io ritengo proprio che Raoul - come gli altri ruoli Nourrit - non è fatto per essere eroico.
Sono personaggi che assommano nostalgia e malessere e una dimensione interiore che sfesso sfiora l'intellettualità.
Spyres non è certo eroico, e nemmeno intellettuale, ma comunica una freschezza ingenua, una disposizione al sogno giovanile, che fa di lui un vero personaggio.
Quanto poco personaggio era, riconosciamolo, l'eroicoRaoul di Corelli!
E in fondo, in fondo (a parte la sublime musicalità e la vocalità supersonica) quanto poco personaggio era anche il Raoul di Gedda.
Ho passato in rassegna i Raoul (visti e sentiti) della mia memoria, e ben pochi reggono poeticamente e vocalmente il confronto con questo (a parte ripeto l'impaccio davvero eccessivo nell'ultima aria). Che si possa sognare di meglio è comprensibile. Ma che in effetti non ci sia di meglio (per questo ruolo) è un dato da tenere presente.

Anche a Spyres (come a Cutler) consiglierei di fare di questo universo, il primissimo Grand-Opéra, il proprio universo d'elezione, almeno finché la sua giovane e sanissima voce glielo consentirà. Il tempo di passare al barocco verrà dopo...

Salutoni,
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Tucidide » gio 19 nov 2009, 22:58

Chiariamoci: un Raoul di questo calibro lo applaudirei volentieri, ci mancherebbe. :)
Solo, mi sembra più a suo agio nelle tessiture più centrali, dove ha modo anche di far valere la coloratura.
Non intendo tanto Handel: Spyres è sicuramente un cavallo di razza, e nel Grande Sassone non ci sono molti ruoli primari da grande tenore, tranne forse il Bajazet del Tamerlano e alcuni ruoli oratoriali come Judas Maccabaeus e il sublime Samson.
Credo che invece potrebbe dire la sua in ruoli mozartiani, come Tito, Lucio Silla, Idomeneo (anche se per questa parte sono un po' gerontofilo e amo i tenori attempati, alla Domingo :D ), Mitridate, e anche nel Rossini serio potrebbe essere una valida alternativa al sorprendente Kunde di questi anni (Otello, Rodrigo di Dhu, Antenore, Agorante, anche il mostruoso Pirro).
Poi, mi rendo conto che il Gran Opéra sia molto accattivante: avere il coraggio di affrontare un ruolo monstre come Raoul denota coraggio e fa onore a Spyres.
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda pbagnoli » dom 10 gen 2010, 14:50

Un piccolo amarcord:
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Re:

Messaggioda Milady » dom 10 gen 2010, 21:00

Tucidide ha scritto:Tenori di oggi?
Vediamo...
Mi piace moltissimo Florez, anzi, ne sono un fan, nonostante il suo recente Rodrigo nell'Otello pesarese mi abbia deluso parzialmente.


Anch'io .Sono completamente d'accordo, Tuc, purché JDF lavori di più sull'interpretazione e non si addentri in un repertorio che gli va stretto.I falchi del Belcanto infieriscono troppo , in altre sedi, secondo me, sulle sue défaillances. Si tratta di un fuoriclasse che prima hanno incensato alla grande. E di tenori fuoriclasse non è che attualmente ce ne siano tanti.

Mi piaceva moltissimo Alagna, il cui Nemorino è per me uno dei migliori della discografia, ma che ultimamente si è mostrato troppo onnivoro, inchiostrando l'emissione alla disperata ricerca di un timbro che non è il suo.


Ho ascoltato vari anni fa Alagna - antipatico , secondo me, come persona per certi atteggiamenti da divo capriccioso o da "tenoressa " ,come avrebbe detto Mirto Picchi ( lo so che non conta nulla) .Nella Bohème, ad es., poche sfumature e nota finale tirata allo stremo e a voce spiegata per suscitare la standing ovation, "agevolata " anche da una claque insopportabile . Non c'era bisogno di essere discendenti diretti della Sibilla Cumana o del Mago Merlino per prevedere che i nodi sarebbero venuti presto al pettine. Infatti , nel Trovatore di vari anni dopo , i problemi vocali erano chiaramente percepibili (forse l'ho sentito in una serata no).

F]ilianoti lo sentii anni fa a Bologna in un bellissimo "Un giorno di Regno", dove fu bravissimo. Però si dice che ultimamente sia calato, non saprei.

L'ho sentito all Tv nella Lucrezia Borgia e mi piacque. E' stato allievo di A.Kraus che, tecnicamente, dovrebbe avergli trasmesso un buon bagaglio. Ma la voce mi parve delicata.

Cura non mi piace nemmeno un po'
.
L'ho ascoltato nella Cavalleria rusticana -.un Turiddu molto convincente- tremante come se solo allora si fosse improvvisamente reso conto delle tragiche conseguenze del suo comportamento- solo e soltanto nell'addio alla mamma.
Nei Pagliacci certe falle vocali erano molto più evidenti. Grande attore che padroneggiava la scena ,però
tenore "urlatore".

Armiliato idem con patate, anche se tecnicamente è più corretto, seppure rigidissimo nell'espressione, con piani e pianissimi stimbrati.


Catapultato in una Aida, faticò alquanto negli acuti della a dir poco ardua sezione finale di Celeste Aida. Piani e pianissimi tutti da rivedere.Studia puntigliosamente, si vede e si sente , ma non ha l'allure del fuoriclasse.

Berti non lo conosco bene, non so dare un giudizio.

Anch' io.

Sabbatini, pur nasale com'è, è dal mio punto di vista un grande artista, che però ultimamente non vedo bene alle prese con un repertorio troppo spinto.


D'accordo : grande attenzione al fraseggio, alle nuances : un vero artista, anche molto riservato come persona, che vorrei aver ascoltato dal vivo molto di più.Ma il teatro della mia città non me l'ha consentito.

Villazon mi sembra generico e ingolatissimo


D'accordo anche su questo punto.Le mie fonti sono solo Youtube - si fa quel che si può- e vari CD. Certo il suo scopo, come è stato giustamente notato , è quello di annettere ai vari ruoli le nevrosi del nostro tempo: questo richiede una tecnica sopraffina , che lui non ha mai avuto.Anche in disco, se si sta bene attenti, si sente che il soccorrevole aiuto della consolle e della sala di incisione copre sino ad un certo punto i problemi di una emissione avventurosa. E quando si spinge troppo sul pedale, la voce fa crash. Recitazione, per quel poco che ho visto, sempre sopra le righe e sempre uguale.

Ho perso il "Quote" e tiro avanti alla bell'e meglio : Alvarez non mi dice nulla.
Meli deve lavorare molto e non dormire sugli allori della bellissima voce che sive Deus sive Natura gli hanno donato.In breve , non deve cadere nella trappola nella quale sono caduti anche tanti altri tenori naturalmente dotati di un bel timbro : Kraus docet.
Bros: emissione vagamente nasale, una certa inerzia , ma tecnica eccellente. E , dal vivo, carta canta: mi ha convinto nel repertorio a lui più congeniale.
Langridge ? Ascoltato in disco soltanto: semplicemente sublime.
Ho pure ascoltato oraora Spyres su Youtube : dotatissimo,ed anche ottimo Raoul .Ancor meglio nell'aria dal Messiah.Insomma, non lo conoscevo : grazie della segnalazione davvero preziosa, sono rimasta molto impressionata.
Vorrei ascoltarlo dal vivo. Mezzi notevolissimi : con l'aria gelida che spira sul settore attualmente più in crisi dell'opera - i tenori- ce ne vorrebbero almeno un paio in più di Spyres.
E buona serata
da
Milady.
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Milady » lun 11 gen 2010, 10:13

Amici carissimi,
la mia ignoranza dei più elementari comandi del computer mi ha giocato un brutto scherzo : ho usato a sproposito il "Quote", cos' sono incorsa in una autocitazione, poi l'ho perso.
Scusatemi : io non amo il computer e lui ancora meno.
Buona giornata
Milady
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Saba » mar 16 feb 2010, 16:01

ho letto di tenori quali Jonas Kaufmann, Cura etc
Al momento mi esprimo solo su i nomi di cui sopra.
Kaufmann: (non riesco a capire come Pietro Bagnoli possa scrivere certe cose su di lui)
Tecnicamente, i suoni sono chiusi non messi in alcun modo in maschera, non ha omogeneità di timbro nei vari registri, il passaggio di registro non sà nemmeno cosa sia, gli acuti sono forzati e fissi, nel registro centrale scurisce..per non parlare dei piani stimbrati e (naturalmente) in falsetto...un cantante molto mediocre
lo squillo questo sconosiuto
Cura:
Tecnicamente non si può sentire...stavo proprio ora riascoltando un po' di cose per avere dei pensieri freschi..ma vi rendete conto di come il gusto sia sceso in basso
ascoltate
http://www.youtube.com/watch?v=0mOHXRSYi1k
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Tucidide » mar 16 feb 2010, 17:29

Saba ha scritto:Kaufmann: (non riesco a capire come Pietro Bagnoli possa scrivere certe cose su di lui)
Tecnicamente, i suoni sono chiusi non messi in alcun modo in maschera, non ha omogeneità di timbro nei vari registri, il passaggio di registro non sà nemmeno cosa sia, gli acuti sono forzati e fissi, nel registro centrale scurisce..per non parlare dei piani stimbrati e (naturalmente) in falsetto...un cantante molto mediocre
lo squillo questo sconosiuto

Benvenuto, Saba! :D
Io capisco le lodi di PB a JK, e pur senza giungere ad iperboli, le condivido. D'altronde, comprendo anche le tue argomentazioni, ben sostenute lessicalmente e tecnicamente puntuali.
La differenza sta nell'interpretazione delle caratteristiche di Kaufmann. Per te sono difetti, per altri sono caratteristiche legittime; legittime perché autorizzate e rese lecite dal gusto del pubblico. E il pubblico, in quanto destinatario unico del prodotto artistico (in questo caso, della prova vocale e scenica), determina che cosa sia giusto e sbagliato.
Dal mio punto di vista, un approccio al problema di tal tipo non si configura come un atto di buonismo od un avallo della presunta incompetenza, ovvero decadenza del pubblico. E' invece una ben più realistica presa di coscienza che i linguaggi espressivi cambiano, perché cambiano le persone che comunicano per mezzo di essi.
Per l'ennesima volta ripeto: non è detto che tale cambiamento, questo divenire eracliteo, sia necessariamente orientato verso il bene. Ma tale movimento perenne è fondamentale per l'arte, così come per ogni aspetto analizzato sub specie historica. Non si tratta affatto di negare, smitizzare o sminuire, oppure dimenticare con un colpo di spugna il passato, ma di valorizzarlo, appunto inserendolo nel proprio contesto.
Come diceva Jakobson, uno dei sei elementi della comunicazione è il codice. Se esso non è condiviso, la comunicazione si interrompe oppure è imperfetta.
A mio avviso, Kaufmann è uno degli artisti odierni che meglio sanno "trasmettere" messaggi artistici al pubblico di oggi, all'uopo servendosi del "suo" codice, che il pubblico recepisce.
Un saluto, e ancora benvenuto. :wink:
Ultima modifica di Tucidide il mar 16 feb 2010, 19:50, modificato 1 volta in totale.
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Triboulet » mar 16 feb 2010, 18:41

Ecco un altro vociomane : Chessygrin : ciao Saba benvenuto...
Dico vociomane in maniera scherzosa, considerando che hai dato precisi giudizi tecnici sui quali, indendiamoci, non dico nulla perchè non dispongo di strumenti di valutazione sufficienti per potermi esprimere in tal senso... e aggiungo che neanche mi rammarico per questo...
Tu che invece mi pare sia interessato a quest'aspetto, secondo te c'è qualcuno oggi che canta ancora "come si deve"? e se la risposta è No chi è secondo te l'ultimo esponente della "vecchia scuola", chiamiamola così?
Insomma facci qualche esempio (il più recente che trovi, visto che il thread è sui tenori di oggi) per far capire qualcosina in più anche a chi come me di "maschere" non se ne intende... : Doctor :
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Enrico » mar 16 feb 2010, 20:42

Mi ricordo che nelle recensioni di quotidiani nazionali alcuni cantanti come Vargas e Alvarez alle loro prime apparizioni italiane e scaligere venivano lodati dai critici per la "corretta" impostazione vocale e per la capacità di "immascherare" i suoni. Questo si diceva per esempi di Vargas in una delle tante riprese della Traviata della Cavani (delusione per me ascoltare anni dopo alla radio Vargas in Rigoletti e Traviate: voce discreta, va bene, ma interpretazione inesistente e, per dirla, tutta, acuti un po'sforzati).
Durante una Traviata a Messina con un Alagna venticinquenne e quasi debuttante (1988-89) sentivo qualcuno dire che certe opere dopo Gigli e Di Stefano non le sapeva cantare più nessuno (quindi non solo si rimpiangeva la vecchia scuola dell'altro ieri, ma si citava come modello anche Di Stefano che, finché cantava, veniva considerato un corruttore della sana tecnica vocale!).
Della vera vecchia scuola ho sentito dal vivo Pavarotti in concerto, ma anche lui dai vociomani puristi veniva considerato indegno di paragone con i vari Schipa - Lauri Volpi - Gigli - Di Stefano - Bergonzi; e anzi ho sentito spesso critiche molto negative su Del Monaco e Corelli, anche loro considerati come corruttori moderni del buon canto antico. Ho sentito in opere e concerti Fisichella, anche lui secondo me ben corrispondente ai vecchi canoni della presunta ortodossia vocale (squillo negli acuti, mezze voci, dizione antica che qualche volta mi ricorda l'antico Bonci) interprete correto anche se piuttosto prevedibile (senza nulla togliere al fatto che era bello sentirlo in teatro!). Ma non credo che si possa considerarlo un "tenore di oggi". Forse Florez può corrispondere ai canoni dei vociomani ortodossi per quel che riguarda il tenore considerato "leggero" o "di grazia" (ma si usano ancora queste definizioni?), in una dinastia che può comprendere Schipa-Valletti-Alva-Palacio (e altri vari, per esempio Raul Gimenez). Sicuramente Florez è uno che, con la tecnica, rende sonora e perfettamente udibile anche in grandi teatri una voce in sé piccolina, e con la tecnica esalta le doti naturali e lo squillo dell'acuto: ma, coma abbiamo osservato varie volte, da alcuni anni sta solo ripetendo se stesso sempre negli stessi titoli, e senza grandi progressi nell'interpretazione (corretta certamente) e nella recitazione (simpatica certamente, da primo della classe): e ance lui, per i puristi vociomani ortodossi, ha una voce troppo "da ragazzino".
Di Kaufmann, che conosco solo dai video, penso anche io tutto il bene possibile: il Werther è magnifico (e si tratta di un debutto!) e, sulle caratteristiche della voce, mi fido per ora del giudizio di chi l'ha sentito dal vivo e parla di "vocione" scuro, di acuti "esplosivi", di pianissimi eterei e trasparenti ma sempre udibili. Falsetti dite? Non lo so e mi interessa poco: dalla conferenza di Gigli registrata al conservatorio di Vienna nel 1955 pare di capire che anche lui quando cantava "m'ama sì m'ama lo vedo" non impegnava il diaframma, quindi tecnicamente non "appoggiava" il suono, quindi usava una sorta di falsetto (che poi nel suo caso era splendido e sonoro): e non si può certo dire che Gigli non fosse un tenore tecnicamente ortodosso (anche se ho sentito dire che la degenerazione dei tenori italiani comincia da lui!). Il buon vecchio Tagliavini veniva criticato per il falsetto e si ostinava a dire che si trattava di regolarissima mezza voce. E in un dizionario di musica e musicisti (forse quello Utet? non vorrei sbagliare) consultato qualche volta in biblioteca, nelle voci sulla tecnica di canto si sosteneva da una parte che non fosse necessario il cosiddetto "oscuramento" delle vocali, e si diceva che Caruso o la Callas non oscuravano per niente (cosa che detta così non è per nulla vera, può essere vera solo in parte per certe cose della Callas, ma anche lei in alcuni dischi trasforma tutte le vocali in "U" ancor più della Sutherland!) e dall'altra parte che i famosi acuti di Pavarotti erano suoni in falsetto molto sonori (altra affermazione che, dopo aver sentito Pavarotti in teatro, mi sembra una perfetta eresia: da vicino era evidente il suo continuo e costante controllo del diaframma e dell' "appoggio"; e anche nelle masterclass diceva che i suoni "non coperti" sono brutti e volgari). La mia conclusione a questo punto è che la "vecchia scuola" è una costruzione astratta degli storici e dei critici, come l'indoeuropeo nella linguistica: serve a spiegare molte cose, a descrivere ciò che alcuni cantanti fanno o non fanno, ma non credo che se ne possano ricavare leggi e regole assolute. Può servire a capire come alcuni cantanti emettono determinati suoni, come lavorano sul respiro o sui centri o sull'acuto, o sull'agilità (ma i critici che disprezzano Blake o Merritt per i loro suoni "irregolari" rinunciano alla riscoperta di un magnifico stile rossiniano moderno in nome di regole teoriche troppo rigide); se invece ne facciamo un sistema di riferimento estetico assoluto dobbiamo buttare via il novanta per cento dei cantanti degli ultimi cento anni e più. Qualche studioso esperto di vocalità saprebbe trovarmi qualcosa in comune, nella tecnica e nello stile, fra tre famossisime voci di cantanti della "vecchia scuola" come Tamagno, De Lucia e Caruso, appartenenti a epoche molto vicine e tutti e tre nel pieno della fama tra la fine dell'800 e l'inizio del 900? O forse dovremo considerare anche loro decadenti e degenerati rispetto alle auree regole del Garcia...
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda pbagnoli » mar 16 feb 2010, 21:46

Saba ha scritto:
Kaufmann: (non riesco a capire come Pietro Bagnoli possa scrivere certe cose su di lui)
Tecnicamente, i suoni sono chiusi non messi in alcun modo in maschera, non ha omogeneità di timbro nei vari registri, il passaggio di registro non sà nemmeno cosa sia, gli acuti sono forzati e fissi, nel registro centrale scurisce..per non parlare dei piani stimbrati e (naturalmente) in falsetto...un cantante molto mediocre

Ciao Saba.
Come amministratore di questo sito ti dò il benvenuto a nome anche dei moderatori che sono chissà dove...
Ti rispondo perché mi chiami in causa due volte su tre post: a me Kaufmann piace.
L'ho sentito dal vivo e ti posso garantire che l'impressione che dà è di una voce ampia, piena, ben timbrata, perfettamente sostenuta, di eccellente squillo, di bel metallo, supportata da un'intelligenza esecutiva sopraffina che smentisce, una volta per tutte, l'idea di cervello da tenore.
Certo, è un declamatore; non è un vocalista.
Questo potrà spiacere a chi, come te, predilige altre categorie vocali. Qui, se hai visto un po' l'ambiente, amiamo aprire l'orizzonte in modo tale da capire il percorso evolutivo. Come giustamente ti diceva Tuc, non siamo fanatici del meglio o del peggio: ci limitiamo ad accettare l'evoluzione e a cercare di capirne le ragioni. Per il resto, volendo andare a teatro e considerando che determinati modelli vocali non esistono più, o ci rifugiamo nei dischi o andiamo a teatro con il cuore e la mente aperti in modo tale da godere di tutto il bello che possiamo ottenere.
Non siamo laudatores temporis acti in modo afinalistico: le cose del passato ci piacciono, ma ci piace inquadrarle nel percorso storico esecutivo.
Come diciamo spesso: i quadri di Raffaello e Michelangelo sono meravigliosi, ma accettiamo facilmente che nessuno disegnerebbe più come loro; perché non dovrebbe essere così anche per il canto?
E, quanto al tuo amato Corelli, ti rispondo che lo amo tantissimo anch'io; ma a condizione di liberarmi di tutti i portamenti, singhiozzi, ecc. E, da figlio della mia epoca, apprezzo molto di più l'asciuttezza stilistica di altri cantanti. Un Lemeshev, per esempio.
Un salutone!
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Bertarido » mer 17 feb 2010, 0:03

Un saluto a saba da un vociomane scettico. Giusto per cambiare argomento e fare una piccola pausa su Jonas si-Jonas no volevo sottoporre alla vostra attenzione Lawrence Brownlee. L'ho sentito dal vivo a Roma nel Tancredi (Argirio) e già mi aveva colpito molto. Su YT si trova parecchio materiale. Il lo trovo veramente elettrizzante forse più di JDF, perchè assai più spericolato sia vocalmente che espressivamente: in questo mi ricorda per alcuni aspetti del sommo Blake; credo che siamo di fronte ad una notevole personalità musicale (eccezionale nella Fille!!)
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Saba » mer 17 feb 2010, 2:35

scusate il ritardo ma Avatar dura 3 ore eheh..un saluto a tutti
In primis risponderei ringrazio Bagnoli per l'ospitalitò e rispondo a Tucidide.
Alla base dell'arte del canto sta la tecnica, altrimenti sarebbe meglio ci si dedicasse alla prosa,(anche lì ci vuole tecnica)(poi cosa significa codici?) certi effetti che il sopracitato cerca con risultati esteticamente a mio modesto parere indecenti (sarà che ho abituato il mio orecchio ad ascolti di ben altro livello)...I linguaggi espressivi cambiano, ma sempre per servire l'Arte del canto, la tecnica è tecnica, (faccio un esempio calcistico, se non conosci i fondamentali del calcio tipo lo stop etc, come puoi pensare di fare evoluzioni?) se non hai la voce impostata perfettamente, ed un controllo dei fiati ottimale, come puoi pretendere di fare i piani, messe di voce etc?
secondo il mio modesto parere il pubblico di oggi è abituato ad ascoltare cantanti di basso livello, ed a forza di ascoltarli ci si abitua....ho sentito fischiare cantanti per molto meno in altri tempi,(sutherland e compagnia cantando)(visto la mia giovane età solo in registrazione anche grazie a "la barcaccia") Il pubblico, il pubblico guarda amici ed x-factor, ma ci rendiamo conto? ecco a cosa è abituato, ci vuole decenza..Un tempo il pubblico era abituato bene, mal che gli andasse avrebbero ascoltato Lanza o Villa
non vedo l'ora di tornare ad ascoltare cantanti professionisti che meritino questo appellativo.
il signore di cui sopra è messo male anche musicalmente, conosco alcuni maestri che si rifiuterebbero di insegnargli canto a causa della sua scarsa precisione musicale, se ci si reputa professionisti, bisogna essere in possesso di alcune capacità imprescindibili..
Non l'ho mai ascoltato dal vivo, ma ho ascoltato attentamente le sue registrazioni, non da internet,(qui ho letto la recensione del dvd di Carmen che ho) ma in dvd e cd con impianti di primo livello..(se con le tecnologie di oggi registrassimo delle grandi voci del passato, penso che nessuno andrebbe in teatro ad ascoltare questi "fenomeni" dell'ultim'ora)
Cosa ci si aspetta da un cantante lirico professionista?
omogeneità di timbro nei vari registri, conoscenza delle note (solfeggio),intonazione, ed un estensione sufficiente per il suo repertorio
Jonas è calante, anche di semitoni,(sono pignolo ed ho un buon orecchio) gli acuti sono presi da sotto, segno che la voce è ingolata, tra un registro e l'altro sembra di ascoltare voci diverse.
Io mi chiedo con quali criteri recensite i dischi, io sono un esteta, in primis cè il suono, deve essere perfetto, poi con la Maestria tecnica viene l'interpretazione (Callas, Schipa, Lauri-Volpi, Gigli, Lemeshev, Corelli, Pavarotti fino al'80, Matteuzzi, Savastano) La Callas stona nel finale di Traviata, ma per fini espressivi.
Quando torneranno ad esserci grandi cantanti, questo periodo che stiamo vivendo verrà ricordato come il periodo buio dell'opera, ed in poco cancellato dalle menti dei superstiti.
l'ultimo esponente della "vecchia scuola" ?(sempre se si può parlare di vecchia e nuova, la scuola è una, mal che vada si può cantare un po' più di testa, ma basta che il risultato sonoro sia decente) a parer mio è Antonio Savastano, ascoltate il cujus animam, ma non da youtube, ha degli armonici che riempiono (grazie ad una tecnica e una messa in maschera perfetta) ed a causa della bassa qualità di compressione in youtube a volte distorce (ho studiato da ingegnere del suono eheh). L'ho scoperto di recente, il primo giudizio è stato un wow
Ecco un cantante che farà strada,(che coincidenza studia dal fratello di Savastano) ha la fortuna di avere un voce naturale sorretta da una buona tecnica, nato nel 1986 quindi ha ancora tempo per migliorarsi
http://www.youtube.com/watch?v=ujOiAuma ... re=related
Il fatto di oscurare certe vocali secondo me è sbagliato, bisogna cercare di pronucniarle in maniera corretta, senza esagerare in un modo o in un altro, io ho perso ore di lezione solo per dire bene a-e-i-o-u.. poi un conto è oscurare, ed un altro coprire. Ad esempio Corelli come qualcuno ha scritto "apre" negli acuti, aprire un sol o peggio salire ed aprire, con un volume di voce come quello di corelli significa sfondarsi dopo 2 recite, basta vedere i video per rendersi conto di come copra negli acuti, uno squillo del genere aprendo non lo ottieni.
Basta ascoltare Di Stefano una delle più belle voci che io abbia mai ascoltato, ma negli acuti non ha lo quillo che ci si aspetterebbe, perchè apre in maniera sconsiderata, una natura pazzesca nel suo caso.
Kaufmann ogni volta che passa il Mi fa i colpi di glottide, anche in canzonette come non ti scordar di me, in alcuni video si vede anche come respira
Molti cantanti si rovinano soprattutto perchè non hanno una buona respirazione e forzando l'emissione nel giro di alcuni anni iniziano a tremare e fare cose strane con il corpo, ci vuole morbidezza nel canto...Vargas si è "sfondato" perchè forza, Matteuzzi canta meglio ora che 10 anni fa anche se la posizione è un po' troppo alta.
Se hai la natura di Gigli puoi premetterti di fare i piani spoggiati, in falsetto, ma visto che il soggetto di cui sopra è "udibilmente" molto diverso, penso ci si debba attenere alle regole che vincolano i poveri mortali come me e poi il canto non si insegna a parole, io non ho mai sentito di un allievo di Gigli o Pavarotti che abbia cantato bene. A chi viene naturale un meccanismo, non cerca mica di capire come funziona il suo strumento.
Io non mi accontento della mediocrità, voglio ascoltare in teatro un Vero cantante, e vi assicuro che torneranno..Il modello televisivo ha purtroppo dato il cattivo esempio, ho sentito applaudire per acuti strozzati e stonati
Per Bertarido,non mi dispiace Lawrence Brownlee, ora vedo di acquistare qualche supporto e lo ascolterò attentamente,
ascolta Credeasi misera eseguita da Matteuzzi, potrà piacerti, o anche La cenerentola e l'italiana in Algeri
Ultima modifica di Saba il mer 17 feb 2010, 3:38, modificato 2 volte in totale.
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Re: VARIE: tenori di oggi

Messaggioda Saba » mer 17 feb 2010, 3:07

tornando ai quadri, c'è un artista che fa i quadri con il sedere e i suoi sforzi creativi sono esposti al metropolitan museum, per me quella non è arte è altro vista la provenienza, idem per il canto
al paradosso rispondo con il paradosso
Prendiamo solo l'aria della carmen con partitura alla mano e paragoniamo Corelli a Kaufmann, ma non solo per quanto riguarda le note scritte ma anche riguardo la qualità dei suoni
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Saba
 
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