So di essere stato duro sul tenore canadese, ma in parte sono ancora convinto di quel che ho scritto.
In realtà, ancora una volta, non è tanto con Heppner che ce l'ho, quanto con l'assurdità del repertorio in cui è stato orientato.
Mortier, facendomelo conoscere come Laca, aveva capito tutto: gli errori sono venuti dopo (l'ossessione idiota della ricerca di un wagneriano che "finalmente cantasse bene"... e vadano a farsi benedire verità drammatica, poesia, rispetto del personaggio).
Il fatto è che a me Heppner sta simpatico: è vero che ha una bella voce, è vero che è un grande signore dell'Opera, solo vorrei sentirlo in parti giuste, che ne valorizzassero il mito (perché è ormai un tenore mitico) senza renderlo ridicolo, tenendo conto che comunque ha sessant'anni, che se il suo aspetto è da Bagonghi di periferia, la sua è effettivamente una grande voce drammatica e perentoria...
Ma che ruoli?
Io stesso avrei grossi problemi...
Antieroi? E quali antierori sono scritti per voci grandi e possenti come la sua?
Peter Grimes? Ci hanno provato, ma:
1) un grande declamatore (Vickers a parte, e poi... e poi...) si strangola fra le volute coloristiche pensate per Pears
2) è un così grande attore Heppner da poter rendere giustizia a un simile dissociato?
Idem per il capitano Vere (che ancora non ha cantato)
Erode della Salome? Be' sì... ma ora come ora sarebbe un ruolo troppo "piccolo".
I grandi vecchi del repertorio francese o mozartiano (gli Idomenei, gli Heleazar) richiederebbero un vocalismo che lui non possiede affatto: si ritroverebbe immediatamente in affanno...
Ecco: questo è il tipo di problema che, non mi stanco di ripeterlo, deve affrontare un vero direttore artistico.
Non dire: "ho quest'opera; ora devo trovare chi la canti".
Ma dire: "Ho questo cantante, ora devo trovare un'opera che lo valorizzi".
Già, perché questo è l'unico modo per far bene le opere, non viceversa.
bene, scusate la premessa ma era necessaria per introdurre una notiza che a me pare esaltante.
L'Opera di Dallas (come sempre i teatri americani sono un riferimento di intelligenza, coraggio, fascino) sta in questi giorni lanciando una prima mondiale.
L'opera in questione è "Moby Dick" del compositore Jake Heggie.
Ovviamente il cast è splendido, studiato nei minimi dettagli: geniale l'idea di chiamare Stephen Costello per Ismaele, Lemalu come Queequeg, Morgan Smith come Starbuck, per non parlare del colpo di genio di interpellare Matthew O'Neill come Flask e il grande Robert Orth in Stubb.
La produzione (che si immagina spettacolare, specie il finale... con la balena che affonda il Pequod) è affidata a un team di Holliwood, con vari vincitori di Oscar per scenografie ed effetti speciali.
Al centro di questo grande affresco marino, lui, Ben Heppner, come capitano Ahab.
E' l'idea di genio.
Un nuovo personaggio, ma che ha tutto per esaltare Heppner. L'età, la solidità caparbia, bigotta e blasferma, l'anti-eroismo eroico, la grande voce che fende le tempeste e urla la sua maledizione al mostro bianco, circondato di gabbiani.
E' la prima volta in vita mia che guardando le fotografie di Heppner non lo trovo nè brutto, nè grottesco.
E' semplicemente perfetto: molto meglio di Peck, troppo alto, fiero e "jeune premier"; molto meglio dei soliti Achab filosofi, intellettuali e demoniaci.
Sono foto bellissime che mostrano l'umanità dell'uomo per bene, normale, che la visione "del male" ha trasformato...
Proprio ciò che è Achab; proprio ciò che è Heppner.
Un applauso al teatro di Dallas! Non vedo l'ora di avere la registrazione dell'Opera (e non escludo di andare a San Diego, fra due anni, per vedermela dal vivo).
Salutoni,
Mat

