Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scala

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Maugham » gio 10 gen 2013, 11:04

mattioli ha scritto:Mi chiedo, però, un'altra cosa: esiste ancora, OGGI, una domanda per questo tipo di tenorismo "caciottaro", secondo la definizione del Divino? Se esiste, Grigolo fa benissimo a rappresentarne l'offerta: gioverà moltissimo al suo successo, alla sua popolarità e al suo conto in banca.


E' una domanda oziosa. Certo che c'è posto. Come c'è posto per tutti i fenomeni nazional-popolari tipo - fatte le debite differenze- per gli Allevi e i Bocelli e i Rieu e i James Last.
Ovviamente Grigolo fa benissimo. Forse farei anch'io come lui.
Non l'ho mai messo in discussione sotto il profilo "etico" o "morale". Nè mi pare che qualcuno l'abbia fatto in questo thread.

Voglio dire che non ha molto senso chiedersi se Grigolo sia bravo o no (rispetto a cosa, poi?).


Mah, sai, siamo su un forum di discussione operistica dove il senso sta nel porsi proprio questa domanda, magari declinandola in maniera più raffinata.....però il succo è quello. No? : Nar : Perchè allora ti chiedi se Muti sia bravo o no. Tutti l'applaudono, tutti dicono che il suo sia il Verdi doc.... i fatti non si discutono. Lo dici anche tu dopo. :?

penso che non abbia molto senso né stupirsi né stigmatizzare gli show tipo quello che il Vizza ci ha brillantemente raccontato.


Forse
a) mi spiego male. :cry:
b) Non leggi attentamente quello che scrivo e forse neanche quello che ha scritto Vizzardelli : PirateCap :


vivelaboheme ha scritto:"straordinaria arte musicale e di rappresentazione";
"strepitoso show, chiamarlo concerto è riduttivo",
"straordinario show di arte vocale, pianistica, teatrale";
"un recital che meriterebbe di girare il mondo";
"ha stravinto, alla Scala, la sua scommessa musicale sull’Italia in musica. E ha fatto alla musica il massimo bene immaginabile: ha fatto capire al pubblico - con tutto il suo talento e la sua anima - quanto la ama"


Mi ero solo stupito di leggere queste cose (tra l'altro da una persona che scrive spesso sul forum e di cui tu garantisci le ottime competenze in materia) su un tenore che invece a me -tolto l'impatto del volume e del timbro penetrante- mi aveva sempre annoiato. Non ho stigmatizzato niente. Anzi, ho proposto delle alternative su cui auspicavo che la discussione... derivasse.

Evidentemente sì. I fatti, purtroppo, non sono né buoni né cattivi, né giusti né sbagliati. Semplicemente, sono.
.

Era proprio quello su cui stavamo discutendo. Sul "sono".
Nessuno di noi si è posto il problema se Grigolo fosse giusto o sbagliato o buono o cattivo. La discussione sul degrado del costume operistico noi di OD la lasciamo ai veri snob.


WSM

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda MatMarazzi » gio 10 gen 2013, 15:12

Grazie ragazzi,
ho trovato molto interessante il dibattito e, al di là delle diverse idee, i temi che ne sono emersi.
Mi ha fatto specie però che, parlando di Grigolo, sia stato più volte fatto il nome di Kaufmann, benché quest'ultimo - come scuola, vocalità, emissione, repertorio, stile interpretativo - non abbia davvero nulla in comune col nostro.
Anzi, no... una cosa in comune c'è.
Sono entrambi sovra-mediatizzati. Per entrambi vi sono agenzie e curatori di immagine che spendono capitali in promozione e pubblicità, che naturalmente si riflette in popolarità.
Detto questo però vi invito a riflettere su una differenza.

La prima volta che sentii Kaufmann dal vivo non sapevo nemmeno chi fosse.
Andai a una recita di cui non mi fregava nulla (un Capriccio con la regia di Miller) convinto che Hawlata e la Whitehouse sarebbero stati la ragione di interesse.
Uscii letteralmente sbalordito, invece, dal tenore che avevo appena sentito: voce spettacolare, presenza elettrizzante, acuti da far tremare il teatro e fraseggio raffinatissimo.
Da quel giorno il nome di Kaufmann si impresse nella mia testa, anche se - all'epoca - nessuno parlava di lui (tranne gli amici che andavano tutte le settimane a Zurigo).
Non era ancora assolutamente una star, non aveva ancora firmato i contratti "risolutivi" con gli agenti giusti, ma l'impressione che mi fece fu qualcosa di veramente enorme.

Recentemente ho anche scoperto (scartabellando fra i programmi degli spettacoli che ho visto) di aver sentito Grigolo in teatri italiani almeno tre volte prima che diventasse la "star" che è oggi.
Non solo non me ne ricordavo affatto, ma nonostante tutti i miei sforzi non riesco nemmeno a ricordare come avesse cantato o recitato, o se la sua voce fosse interessante.

Detto questo mi chiedo dove fosse qualche anno fa il pubblico che (come testimonia Vizzardelli) oggi impazzisce per lui, visto che per almeno 10 anni (prima di essere lanciato come nuovo latin-tenor-lover dagli agenti britannici) Grigolo ha bazzicato la nostra provincia, magari nei secondi cast, senza che nessuno si accorgesse nemmeno della sua esistenza.
Se uno è davvero "sensazionale" lo si dovrebbe comprendere al primo ascolto, anche in un teatro di provincia e in un ruolo secondario, proprio come è successo a me con Kaufmann.
Questa è almeno la mia sensazione.

Detto questo, come giustamente ha detto Maugham e come già dissi io su questo forum alcuni anni fa, esistono tanti ruoli "perfetti" per tenori "caciottari". E in questi ruoli (l'esempio che avevo fatto era il Gérald della Lakmé) Grigolo mi sembrerebbe molto più attendibile di Kaufmann. La caciottarità può persino diventare un pregio.

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda mattioli » sab 12 gen 2013, 22:13

Divino,

detta con tutte le faccine possibili ( : Love : e anche peace) i casi sono due: o non mi capisci o non mi spiego. Visto che sei più intelligente per me, propendo per la seconda ipotesi, piuttosto grave dato il mestiere che faccio.
Ci riprovo (in sintesi). Visto che Grigolo ha deciso di diventare il tenore “generoso” (l’aggettivo che all’opera odio di più), “con il cuore in mano” o forse perfino “caciottaro”, quello è e quello presumibilmente resterà. Mi sembra però più interessante chiedersi perché nel mondo e anche in Italia, come la cronaca di Vizza dimostra, ci sia ancora un pubblico che è affezionato a questa estetica, chiamiamola così, che a noi (credo) sembra assurda e soprattutto fuori dal tempo.
Insomma, mi chiedevo e Ti chiedevo non di fare del moralismo, cosa che detesto, ma di illuminarmi su una persistenza di stereotipi che fa sì che si chieda a un tenore giovane di riproporre un modello non solo artistico, ma - azzarderei - antropologico apparentemente insensato. E’ la stessa domanda che facevo nel thread “Dubbio atroce”: mi sembra pazzesco che venga acclamata una Bohème risalente al 1974 dove Rodolfo gigioneggia orrendamente nascondendo la chiave di Mimì nei riccioli e il tutto succeda non al Sociale di Rovigo o al Rendano di Cosenza, ma al Covent Garden di Londra (con tutto il rispetto per Rovigo o Cosenza, dove comunque un Rodolfo del genere non la passerebbe liscia). Eppure succede. Per questo invitavo a non essere snob: un pubblico del genere c’è, esiste e resiste. Possiamo deplorarlo, possiamo stupircene e possiamo perfino riderne; ma non possiamo ignorarlo. E mi sembra un problema poi non così ozioso o stupido.
Detto questo, hai comunque ragione Tu. A prescindere :P .
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda MatMarazzi » dom 13 gen 2013, 22:31

Caro Mattioli,
scusa se mi intrometto ancora nel dialogo fra te e ...il divino! :) Ma mi interessa la questione da te posta.

Se mi permetti, riporterei la questione un po' per terra... senza farci distrarre da questioni antropologiche a mio parere un pochino esagerate! :) Infatti il problema di cosa sia il pubblico e di cosa desideri, me lo sono dovuto porre a livello pratico da circa 13 anni.
Nel selezionare spettacoli sparsi per l'Europa da sottoporre agli iscritti del mio club, non potevo fondarmi esclusivamente sui miei gusti, perché se a una trasferta aderiscono quattro gatti... esporrò l'associazione a perdite rovinose (i biglietti vanno acquistati in anticipo).

Esistono, è vero, diversi segmenti di pubblico (uno "specialista" e uno "generalista", ...semplificando), che differiscono non tanto per l'intelligenza o la cultura (che non c'entrano nulla), quanto per la vastità di esperienze e la continuità dell'interesse.
Nessun giudizio "morale" quindi: lo scibile umano è vastissimo e non esiste solo il teatro d'opera! Ognuno di noi seleziona gli argomenti che vuole e può approfondire; "specialisti" relativamente a quei pochi, in tutti gli altri siamo condannati a essere "generalisti".
Idem per l'opera: c'è chi ci va spesso, compra molti dischi, conosce molti titoli, autori e interpreti... e c'è chi all'opera ci va una volta ogni tre anni e vuole vedere quei pochi titoli e pochissimi interpreti che conosce (e li conosce perché gli sono arrivate voci e risonanze, non perché abbia gli strumenti per giudicarli).

Per accontentare il secondo gruppo (il pubblico generalista) ci vuole poco: una manciata di titoli - come la Bohème - una manciata di cantanti o direttori, molto presenti in TV e altri canali "generalisti".
Il successo sarà assicurato perché questo tipo di pubblico (non per stupidità o volgarità, ma semplicemente perché ha pochi strumenti di confronto) non è in grado di giudicare: si appaga di avere quel che chiede. E quel che chiede (attenzione, il punto è importante) non è frutto di un ragionamento, di un approfondimento, o di chissà quale fantasticheria antropologica ecc... ma solo acquiescenza alle sollecitazioni ricevute.
Ecco perché in genere questo secondo pubblico (anche se composto di ragazzi) quando va all'opera predilige le cose "vecchie" o eseguite in modo "vecchio" (le canzonacce da caciotteria tenorile, i modi strappocore, le opere stra-popolari)...
Semplicemente perché il "vecchio" ha avuto più tempo per essere divulgato e portato fino alle orecchie del pubblico generalista!

Se parliamo di Opera io posso ritenermi parte del "pubblico specialistico"; tuttavia appartengo (proprio come te, Alberto) al secondo gruppo per tutte quelle forme di cultura e spettacolo (dalle mostre d'arte al Basket) che non posso o non voglio approfondire!
Magari una volta all'anno vado a vedere un balletto (genere nel quale sono ignorantissimo) e in quel caso sarò contento se potrò vedere Bolle: capirai! E' l'unico ballerino attuale di cui conosco il nome! In effetti non sarò minimamente in grado di dire se e perché è bravo!
Ma se devo andare a vedere un balletto (in genere, solo se trascinato) non mi dispiace trovarvi dal vivo l'unico ballerino di cui conosco il nome.
Eppure se qualcuno mi chiedesse un giudizio su Bolle, o sulle ragioni per cui lo applaudo... mi caccerei a ridere! E ancora di più se uno volesse interrogarsi sulle "ragioni antropologiche per cui una fetta di pubblico - di cui io faccio parte - chiede al balletto solo di veder Bolle nel Lago dei Cigni"! :)
Ma che c...o di ragioni antropologiche possono esserci, caro Mattioli, se non il fatto che a me, in fondo, del Balletto non importa niente? :)
Per me Bolle equivale a Grigolo o alla Bohème per i "generalisti" che vanno all'opera una volta ogni due anni!
Il pubblico generalista (all'opera, come al balletto, come in ogni forma di spettacolo) è incapace di giudizio, nè pretende di esserlo; va laddove crede (raccogliendo gli echi di una vecchia pubblicistica) di ascoltare dei "classici". E naturalmente li applaude!
Non può intervenire nella definizione dei criteri "estetici" in base ai quali CONVENZIONALMENTE gli specialisti possono emettere giudizi sul valore di un artista: Grigolo è un grande tenore per i generalisti, proprio come per me (che non so nulla di calcio) Totti è un grande calciatore: altri me l'hanno detto e io (inesperto e indifeso) ci devo credere.


Veniamo ora all'aspetto "economico". E qui la cosa si fa interessante.
Chi non sa nulla di marketing (ossia molti dei nostri dirigenti teatrali) pensa che il pubblico "generalista" paghi di più.
Infatti... è molto più numeroso e al contempo è anche molto più "di bocca buona", facile all'applauso.
Alcuni affermano che l'opera, per salvarsi, dovrebbe aprirsi al pubblico generalista, concederglisi, venderglisi: magari con la Bohème come quella che tu hai visto o i concertoni negli stadi, ecc... Tipica ingenuità di chi non sta con i piedi per terra....
Il pubblico generalista (proprio come faccio io col calcio o con la danza) ti va a teatro una volta all'anno... ti compra un disco sotto Natale... ma non è costante (se lo fosse, non sarebbe più "generalista"); mentre ogni forma di spettacolo ha bisogno della continuità e della fidelizzazione che solo una comunità "specialistica" può dargli.
Il teatro quindi non deve "aprirsi al pubblico generalista", ma semmai tentare di aumentare la base di quello specialistico.

Ed è qui che calza l'esempio col mio club.
Se io avessi accettato (come mi spingevano a fare i miei collaboratori al Wanderer) di lanciarmi nelle gite all'Arena di Verona... lo so bene che avrei riempito i pullman.. Ma per quanto tempo? Il primo anno, forse il secondo... E poi?
Nella mia città ho visto sorgere - nel corso degli anni - almeno tre o quattro associazioni specializzate nell'Arena! Dopo un paio di anni sparivano. Il Wanderer invece è ancora qua, dopo 13 anni!
Perchè? Perché abbiamo preferito puntare da subito sul pubblico del primo tipo, più difficile, più severo, meno numeroso... eppure l'unico che davvero conti... magari allargandolo, formandolo, trascinandoci dietro i "curiosi". Il pubblico "generalista" è (come in ogni forma di spettacolo) la vampata che non dà calorie.

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda sunny » lun 14 gen 2013, 14:01

ma non vi sembra di usare un po' due pesi e due misure? se Grigolo fa quello che fa durante il concerto, è la conferma che è un tenore caciottaro, mentre se la Netrebko lancia le scarpe e si mette a ballare a piedi nudi, si conferma che è una grande interprete... non è una domanda polemica, né sto negando il nazionaltenorpopulismo di Grigolo o le qualità della Netrebko, ma considerato anche il tipo di spettacolo (concertone popolare) mi sembra un po' "unfair" nei confronti di Grigolo, che tutte le volte che l'ho visto, la sua porca figura l'ha pur sempre fatta :)
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda mapo » lun 14 gen 2013, 14:49

caro sunny
quanta saggezza. dietro a tanti (pre)giudizi si nasconde il classico "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"
ma pare che non faccia tanto chic ammetterlo
a me il recital di grigolo è piaciuto. me ne faccio una ragione: sarò antica, o generalista, o chissà che.
: Nar :
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Maugham » lun 14 gen 2013, 22:02

sunny ha scritto:ma non vi sembra di usare un po' due pesi e due misure? se Grigolo fa quello che fa durante il concerto, è la conferma che è un tenore caciottaro, mentre se la Netrebko lancia le scarpe e si mette a ballare a piedi nudi, si conferma che è una grande interprete... non è una domanda polemica, né sto negando il nazionaltenorpopulismo di Grigolo o le qualità della Netrebko, ma considerato anche il tipo di spettacolo (concertone popolare) mi sembra un po' "unfair" nei confronti di Grigolo, che tutte le volte che l'ho visto, la sua porca figura l'ha pur sempre fatta :)


Uhm appunto... la sua "porca" figura. :lol: :lol: :lol:
Forse vale la pena interrogarsi e cercare di dettagliare meglio cosa si intende (o cosa intendi) per porca figura.
Io, come ho detto, ho sentito un tenore con vistosi problemi (certuni posso chiamarle libertà artistiche) ritmici e dinamici. Sotto il profilo interpretativo mi piacerebbe che mi spiegassi -al di là delle figure più o meno "porche"- in che cosa si distingue il suo Romeo dal suo Duca o dal suo Faust o dal suo Rodolfo.
Riguardo alla Netrebko:
a) anch' io sono rimasto e rimango indifferente alle "rare" pagliacciate del soprano in questione. Mi pare di averlo anche scritto.
b) posso però dire che la Netrebko il meglio di sé lo offre in altre occasioni. Grigolo -per ora- no. Come dice Alberto, questo è e questo fa.
Sta di fatto che il suo primo recital operistico (non quello da autoradio con le canzoni) non ha sollevato chissà quale interesse.

mapo ha scritto:caro sunny
quanta saggezza. dietro a tanti (pre)giudizi si nasconde il classico "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"
ma pare che non faccia tanto chic ammetterlo
a me il recital di grigolo è piaciuto. me ne faccio una ragione: sarò antica, o generalista, o chissà che.


Ma no cara Mapo...sei in ottima e numerosa compagnia e nessuno ti giudica per questo. Figurati. Proprio io che in questo gruppo di feroci snob esterofili ho il coraggio di amare Bergonzi. : WohoW : : WohoW :
Se ti è piaciuto il concerto di Grigolo fai benissimo a far tesoro di queste emozioni.
Però su queste pagine -se hai avuto la pazienza di leggerci- ti sarai accorta di come cerchiamo di andare oltre ai gusti personali di ciascuno. Non perchè non fa "fico" o perchè siamo snob.
Per la semplice ragione... che non se ne viene fuori. E una discussione imperniata su questo non porta da nessuna parte. Lo dimostra il tuo post.
Adesso sappiamo tutti che "mapo" si è divertita/o molto al concerto di Grigolo. E quindi? Tu e altri quattrocento e quattromila o quarantamila.
Come vedi, il punto non è quello.

Venendo ad Alberto

Mattioli ha scritto:Visto che Grigolo ha deciso di diventare il tenore “generoso” (l’aggettivo che all’opera odio di più), “con il cuore in mano” o forse perfino “caciottaro”, quello è e quello presumibilmente resterà.


Benissimo.
Nessuna snobberia. Giuro! : Hurted :
Anche se mi chiedo se Grigolo abbia davvero deciso di diventare un tenore da loggione oppure questo è quello che lui ritiene debba essere un tenore. E la domanda non è poi così oziosa come sembra.
La mia sorpresa -l'ho scritto- derivava dalla moltitudine di esclamativi che ho letto su OD riguardo al concerto. Roba da grandi occasioni. Chissà cosa leggeremo quando Kaufmann fara il concertone il primo di giugno.... :D
Stiamo ai fatti.
Sono riuscito a mettere le mani sull'audio. E' meno peggio di quello che credevo, lo ammetto. Ci sono cose orride (quasi tutti i rubatoni al rosolio), alcune graziose, alcune belle. Una, "Ideale", fatto da davvero bene.
Per il resto la solita macedonia cross-over alla Mario Lanza. Nè bella nè brutta. Solo vecchia come il cucco.
Attendo che qualcuno entri nello specifico e mi spieghi dove trovare certe meraviglie che a me sfuggono.

WSM

P.S. Le tue gatte sono scatenate. Hanno una doppia vita. Quando sei in casa sono come Melisande...Ne me touchez pas! ne me touchez pas,
Quando esci diventano Salome e si concedono al primo venuto...
Fattene una ragione. Il marito è sempre l'ultimo a sapere.... : Nar :
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Tucidide » lun 14 gen 2013, 23:55

Il discorso di Mat sulla differenza fra pubblico generalista e specialista è sicuramente giustissimo, ma c'è una cosa che non mi convince: non penso che il pubblico "generalista" non garantisca futuro e sopravvivenza e, soprattutto, che sia composto da spettatori occasionali d'opera. Secondo me, e lo vedo spesso nei teatri di provincia (ma non solo), ci sono tanti spettatori assidui che pure non hanno la voglia, l'interesse, il bisogno di approfondire, e vanno all'opera solo per passare una bella serata. E legittimamente, ci mancherebbe! Così come ci sono molti (ne conosco diversi) che vanno al cinema una volta la settimana, quindi abbastanza spesso, eppure non sono assolutamente "esperti" di cinema in senso classico, cioè non sono cinefili che sanno a memoria le filmografie di Kurosawa, di Kieslowski o di Truffaut, ma semplici appassionati, superficiali eppure assidui. Insomma, non sono come te, Mat, alle prese con il balletto (che, se ho ben capito, vivresti bene anche se non esistesse nemmeno :D ): è gente APPASSIONATA: ma la passione non è detto che si tramuti in approfondimento.
Insomma, io penso che il tenore "caciottaro", così come il regista da cinepanettone o il Bolle del balletto, insomma i divi consumistici dello spettacolo siano una risorsa notevole per chi deve imbastire una stagione e investire denaro e tempo su di loro. Una Bohème come quella descritta sopra sarà stata sicuramente (mi fido) uno spettacolo di retroguardia, ma penso che alla millesima replica farebbe ancora il tutto esaurito e troverebbe centinaia di signore (dal grado variabile di età, impellicciamento, trucco e ingioiellamento) e signori pronti a spendere soldi per assistervi.
Ben vengano questi spettacoli, che garantiscono entrate grazie alle quali si possono pensare e realizzare i veri grandi eventi (spesso costosissimi).
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda MatMarazzi » mar 15 gen 2013, 1:20

Tucidide ha scritto:Secondo me, e lo vedo spesso nei teatri di provincia (ma non solo), ci sono tanti spettatori assidui che pure non hanno la voglia, l'interesse, il bisogno di approfondire, e vanno all'opera solo per passare una bella serata. E legittimamente, ci mancherebbe! Così come ci sono molti (ne conosco diversi) che vanno al cinema una volta la settimana, quindi abbastanza spesso, eppure non sono assolutamente "esperti" di cinema in senso classico, cioè non sono cinefili che sanno a memoria le filmografie di Kurosawa, di Kieslowski o di Truffaut, ma semplici appassionati, superficiali eppure assidui.


Quando io parlo di pubblico "specialista" Tuc (il termine può destare equivoci, ne convengo) intendo esattamente quel che tu dici usando l'espressione "assidui". Il grado di "intellettualità" o i giudizi sulla competenza non c'entrano.
Uno che va al cinema tutte le settimane, per riprendere il tuo esempio, E' un grande fruitore di cinema, Tuc! E' uno specialista! Se anche non sa una mazza di Kurosawa e Truffaut gli fa schifo, nondimeno ha la competenza, l'esperienza, la ricchezza di idee di uno che si è consumato nella vita centinaia, anzi migliaia di film.
E non importa ai fini del discoro che vada al cinema solo per passarsi una serata con gli amici dopo la pizza, e nemmeno che vada a vedere solo film di genere e cinepanettoni: se davvero ci va tutte le settimane, sarà comunque uno specialista (si può essere dei maxi-experti anche di film di genere e di cinepanettoni, che sono pur sempre cinema) e gli addetti al marketing cinematografico lo dovranno collocare in una ben diversa categoria rispetto a chi di film non ne vede mai.
Parlando di pubblico "specialistico" io non intendevo distinguere fra chi ascolta solo Verdi e Puccini e chi conosce a memoria Handel e Monteverdi (e poi magari non sa nulla di Verdi e Puccini, che sono ugualmente importanti). La "qualità" della "specializzazione" non c'entra nulla, Tuc: il tema era la specializzazione in sè, ossia la continuità, l'assiduità della fruizione, la vastità delle esperienze acquisite.

Pertanto ...se davvero esistesse ancora il tipo di appassionato da te descritto (che va solo a vedere le Bohème e i Trovatori, e solo in provincia, ma ci va assiduamente), costui sarebbe a pieno titolo uno "specialista" operistico esattamente come lo siamo noi.
Bene... a questo punto ti chiedo... sei davvero sicuro che cosui avrebbe giudicato bella la Bohème descritta da Mattioli?
Io credo di no. Penso anzi che non ci sarebbe nemmeno andato.
Proprio perché "iper-specialista" di un certo modo antico e "popolare" di intendere il canto e l'opera, lui più di noi si sarebbe scandalizzato dell'approssimazione vocale a cui il Villazon di oggi è ridotto!
Proprio perché nella sua vita ha assistito a centinaia di Bohème, più di tutti noi avrebbe sofferto di fronte a un'esecuzione tanto rudimentale e abborracciata.
No, Tuc, non è nemmeno a lui (come non a noi) che era rivolta quella Bohème. Semplicemente perché essa non è rivolta a "specialisti", ma a gente che all'opera non ci va mai e che dunque non è in grado di capire che uno spettacolo è vecchio, o che un tenore è spompato, ecc....
E' uno spettacolo fatto per il pubblico "generalista", il quale - dopo aver visto quella Bohème - non tornerà a vederla... Se uno va all'opera assiduamente (non importa se per vedere mille traviate in periferia o venti Jenufe nelle capitali) difficilmente ci andrà (fa eccezioni solo Mattioli perché lui vede qualsiasi cosa... pel piacer di porla in lista).

Una Bohème come quella descritta sopra sarà stata sicuramente (mi fido) uno spettacolo di retroguardia, ma penso che alla millesima replica farebbe ancora il tutto esaurito e troverebbe centinaia di signore (dal grado variabile di età, impellicciamento, trucco e ingioiellamento) e signori pronti a spendere soldi per assistervi.
Ben vengano questi spettacoli, che garantiscono entrate grazie alle quali si possono pensare e realizzare i veri grandi eventi (spesso costosissimi).


Purtroppo io non la vedo così, Tuc.
Con una Bohème di questo tipo riempi una recita o due... e spesso nemmeno quella. Il pubblico generalista viene, applaude e se ne va: spesso poi non viene nemmeno.
Ne é la prova quel che ci ha raccontato Enrico: a Torino (città milionaria) fanno uno Chenier (opera popolarissima) di sabato ( (week-end) a 90 euro (cifra ragionevolissima, checché ne dica Enrico) con Alvarez (tenorone da loggione). Eppure il teatro è tutt'altro che esaurito. Hanno voluto fare uno spettacolo "generalista" pensando di guadagnare molto con poca fatica e mal gliene incolse. Alla Scala fanno un Lohengrin certamente non generalista e a prezzi tre volte maggiori, e il teatro va esaurito il giorno dopo.

E' vero infine che i grandi "divi" sono una risorsa per riempire i teatri. L'ho sempre detto anche io.
Anche in quel famoso thread dove bisticciammo a proposito del ruolo del "marketing" (positivissimo a mio parere) nelle carriere dei cantanti d'opera. :) Anche allora io dissi che il lavoro degli addetti alla promozione degli artisti è sacrosanto e di indotto incalcolabile per tutto il genere (tu non eri molto d'accordo, mi sembra...).
Semplicemente io suggerisco di sfruttare i nomi di grido per spettacoli che possano interessare il pubblico "specialistico".
Se come dicevamo io e Maugham chiami Grigolo in una Lakmé (fatta come Dio comanda) saremo i primi a goderne.


Venendo a Sunny, nemmeno io - se ti ricordi - avevo tanto inneggiato alla Netrebko per le sue gigionate nell'aria di Giuditta: anzi avevo espresso anche qualche perplessità; inoltre come dice Maugham non è da quelle prove che si può valutare un caso come il suo (mentre è solo da quelle che - almeno finora - possiamo valutare il caso di Grigolo).
Però vorrei ricordarti che il processo non era alla gigionata in sè (strumento benedetto), ma alla gigionata inutile e gratuita, paravento per coprire i vuoti retrostanti.
Con la Netrebko, bisogna ammettere che non è così: persino in quell'aria di Giuditta dietro alle gigionate c'era qualcosa di più complesso e creativo, non fosse altro che nella modernità della mimica, nella costruzione del gesto sulla musica, nel tensione trascinante del climax; e dietro a tutto questo c'era comunque una delle attrici più carismatiche e avvincenti del nostro tempo. Sicuro che le piacionerie che Grigolo scopiazza dai film di Gigli e dai concertoni di Pavarotti celino altrettanto?


Se ben ricordo tu sei un ammiratore (come tutti noi) della Dessay: come sai, anche lei fa spesso la matta nei concerti, specie nelle arie buffe dove non lesina mattane e stramberie(vedi il suo Candide), eppure c'è sempre qualcosa di grandiosamente teatrale e profondo.


Davvero sicuro che le gaglioffate di Grigolo abbiano questo spessore?
Per me no! :)
Per me le misure sono le stesse, sono i pesi ad essere molto diversi! :)

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda mattioli » mar 15 gen 2013, 1:35

Uffa... vedo che l'abitudine del GM di spaccare il capello in quattro e qualcos'altro in frammenti anche più numerosi è contagiosa... :lol:

Riprovo per la terza volta a spiegarmi e poi mi taccio per sempre. Intanto premetto che questo concerto di Grigolo non l'ho sentito né dal vivo né registrato né in sogno né nella boccia di cristallo e francamente, per quanto malato sia, ancora non sono al punto di saltare su un aereo per ascoltare Grigolo cantare Mattinata... :P

Detto questo, mettiamola così. Diciamo che Grigolo ha l'ambizione (che ci riesca è un altro paio di maniche, ma al momento non è quello che ci interessa) di continuare una tradizione, diciamo così, nazional-popolare-populista-caciottara-bella Napoli che, nel Novecento, ha tre caposaldi, tre tenori: Caruso, Gigli e Pavarotti. Ora, la mia domanda, alla quale nessuno giustamente si degna di rispondere : Nar : , è questa.
Posto che sappiamo quali ragioni sociali, antropologiche (insisto), culturali, economiche e in una parola storiche hanno fatto sì che l'offerta di questo modello fosse giustificata da una domanda (almeno per Caruso e Gigli, Pavarotti è più difficile), adesso che queste ragioni sono largamente insussistenti mi chiedo, anzi Vi chiedo, perché diavolo non Grigolo, ma i suoi maitres-à-penser del marketing e del complotto demo-pluto-giudauco-massonico della centrale del consenso e dello star-system, portano un giovin tenore a ripetere gli stessi moduli stilistici ed espressivi e caciottari. Tutto qui.

Con Matteo (ciao grande) sono non sono d'accordo con la prima parte del discorso. Che la Scala, A UN CONCERTO DI CANTO, fosse bombata di gente che entrava lì per la prima volta mi sembra un po' difficile da credere. Come che fossero tutti dei neofiti gli spettatori del Covent Garden che, alla prima della Manon Netrebko-Pelly, fecero un trionfo a... Grigolo, che anche come Des Grieux buttò il cuore oltre l'ostacolo. Del resto anche le vecchie austriache che a Londra, poverine, applaudivano l'archeoBohème imbarazzante perché "è la Bohème che voleva Puccini" erano tutt'altro che delle spettatrici da un'opera e via. Erano informatissime su tutto e del resto erano volate a Londra APPUNTO per vedere quest'orrore, esattamente come noialtri partiamo per l'ultimo Cerniakov o Jones (a proposito, Divino: per il Dittico vieni o no? La bianca cameretta che guarda sui tetti non aspetta che te...).
Con il GM sono invece molto d'accordo sulla seconda parte della filippica, che forse meriterebbe un thread a parte. Sì, così non la finiamo più.

Boh, spero di essermi spiegato. Comunque stasera William Christie ha diretto delle Arts Florissants da leggenda nel "David et Jonathas" di Charpentier ('na palla : WohoW : ) indossando delle calze rosse sotto il frac. Sublime!
Miao

AM

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda mattioli » mar 15 gen 2013, 1:40

Ah, scusate, vedo solo adesso l'ultimo fluviale post del GM. Io naturalmente mi riferivo a quello precedente.
Ossequi etc etc
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda MatMarazzi » mar 15 gen 2013, 2:05

Ok, Mattioli,
provo ad accettare la tua obiezione (che è simile a quella postami da Tucidide).
E allora ...se la mia risposta non ti convince (che il pubblico generalista ricerchi il "vecchio" solo perché ha avuto più tempo per giungere a lui) come spieghi tu l'interesse per queste formule?
Tu (e altri ovviamente) come spieghi l'attrazione che tanto pubblico prova per modi e stilemi che al tempo di Caruso erano nuovi e vibranti (come hai detto), profondamente innervati nelle realtà sociali e culturali dell'epoca, ma che oggi sono totalmente estranei al nostro tempo?
Qual'è lo stimolo che muoverebbe questi "specialisti" del pubblico (tanto diversi da noi ma altrettanto numerosi e agguerriti) a ricercare il tenore che canta Tosti porgendo fiori alle signore, come nessuno - nella vita reale - farebbe più?

Un salutone affettuoso.
Mat

(PS: per queste feste ti sei fatto di nebbia, ribaldo! Ma ti rintraccio a Parigi!!)
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda Maugham » mar 15 gen 2013, 10:01

mattioli ha scritto:
Con Matteo (ciao grande) sono non sono d'accordo con la prima parte del discorso. Che la Scala, A UN CONCERTO DI CANTO, fosse bombata di gente che entrava lì per la prima volta mi sembra un po' difficile da credere.


Mi hanno detto che metà platea era comprata da uno sponsor. Te la vendo come me l'hanno venduta.

Non so quanto c'entri col discorso ma non so dove metterla.
E' opinione condivisa che la stagione Joel all'Opéra faccia -a noi snob- un po' schifo.
E anche a te che snob non sei ma nei confronti dell'Opéra ti comporti come tale. :P
Bene.
Copio e incollo da Intermezzo.
The Opéra de Paris has announced that it enjoyed a second successive record-breaking year in 2012.

Box office revenue rose an impressive 15% to 65.33 million euros from 56.6 million in 2011 - good news for a house facing public funding cuts.

The rise was partly due to increases in ticket prices and the number of performances, but the attendance ratio of 96%, up from 94% in 2011, also played its part. In case a mere 2% doesn't sound like much to shout about, bear in mind that it represents around 36,000 customers - or enough to fill the Bastille more than six times.

856,581 spectators in total visited the company's two houses, which show opera, ballet and the odd concert. Six operas completely sold out - Rigoletto, Don Giovanni, Carmen, Die lustige Witwe, Capriccio and La Cenerentola - as did six dance programmes. The commercial success has been attributed to artistic director Nicolas Joel's customer-friendly blend of well-known operas, traditional styling and starry names.

:shock: :shock: :shock:

A quanto pare il passatismo paga eccome.



PS: Divino, intanto delle bambine baffute io sono il padre, non il marito. E poi mi sta bene che puttaneggino con degli sconosciuti comunisti. L'importante è che tornino SEMPRE dal loro papà : Love : ...


Lo so. lo so.mi è bastato dir loro "studente sono, e povero" con una bella pausa dove c'è la virgola per precipitare con ruffianeria su "povero" (come fa Grigolo) per averle ai miei piedi. Appena mi schiodo verrò nei cieli bigi a consolarle.

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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda sunny » mar 15 gen 2013, 11:54

Maugham ha scritto:
sunny ha scritto:ma non vi sembra di usare un po' due pesi e due misure? se Grigolo fa quello che fa durante il concerto, è la conferma che è un tenore caciottaro, mentre se la Netrebko lancia le scarpe e si mette a ballare a piedi nudi, si conferma che è una grande interprete... non è una domanda polemica, né sto negando il nazionaltenorpopulismo di Grigolo o le qualità della Netrebko, ma considerato anche il tipo di spettacolo (concertone popolare) mi sembra un po' "unfair" nei confronti di Grigolo, che tutte le volte che l'ho visto, la sua porca figura l'ha pur sempre fatta :)


Uhm appunto... la sua "porca" figura. :lol: :lol: :lol:
Forse vale la pena interrogarsi e cercare di dettagliare meglio cosa si intende (o cosa intendi) per porca figura.
Io, come ho detto, ho sentito un tenore con vistosi problemi (certuni posso chiamarle libertà artistiche) ritmici e dinamici. Sotto il profilo interpretativo mi piacerebbe che mi spiegassi -al di là delle figure più o meno "porche"- in che cosa si distingue il suo Romeo dal suo Duca o dal suo Faust o dal suo Rodolfo.
Riguardo alla Netrebko:
a) anch' io sono rimasto e rimango indifferente alle "rare" pagliacciate del soprano in questione. Mi pare di averlo anche scritto.
b) posso però dire che la Netrebko il meglio di sé lo offre in altre occasioni. Grigolo -per ora- no. Come dice Alberto, questo è e questo fa.
Sta di fatto che il suo primo recital operistico (non quello da autoradio con le canzoni) non ha sollevato chissà quale interesse.

per me porca figura significa riuscire a portare a termine "indenni" delle recite in ruoli non banali, dove molti altri tenori fanno fatica e magari cadono... insomma, penso che per chi assembla il cast (e anche per il pubblico che se lo trova davanti), questo non sia un elemento del tutto trascurabile. vorrei precisare che nemmeno io trovo Grigolo particolarmente interessante: non andrei ad assistere ad uno spettacolo solo per lui, ma il fatto che lui ci sia non rappresenta un deterrente per me. l'ho visto in scena due volte (e forse almeno anche una terza, ma non sono sicuro...), sempre in Rigoletto, e mentre con Santi non ricordo particolari problemi ritmici, con Dudamel avevo trovato certe libertà molto fastidiose: probabilmente anche lui certe libertà se le prende piu' facilmente con un direttore giovane e con poca esperienza in campo operistico, metre se c'è qualcuno con un po' piu' di autorevolezza le cose filano piu' lisce. mi sembrava solo un po' ingiusto nei suoi confronti che le sue "intemperanze" nell'ambito di un classico concerto con licenza di "sbracare" fossero il pretesto per una critica generale nei suoi confronti, mentre le gigionate della Netrebko venissero commentate con molta piu' condiscendenza... tutto qui :D
per quando riguarda il discorso generale su Grigolo e sulla tipologia di tenore che rappresenta, penso che soprattutto all'estero venga visto come il tipo tenore italiano anema e core; sarà pure uno stereotipo vecchio e passato di moda, ma teniamo anche conto di cos'è l'opera: musiche scritte per lo piu' piu' di 100 anni fa, vicende spesso improponibili rappresentate in teatri con ori e stucchi e per quella parte del pubblico che s'immagina l'opera come una cosa un po' demodé con le grandi scenografie, il soprano ciccione e il tenore amoroso, e che si accontenta di vedere confermati i propri preconcetti, un tenore come Grigolo rappresenta l'ideale. per altro uno come lui al giorno d'oggi è un po' una mosca bianca e dà l'idea (giusta o sbagliata che sia) di come si potesse cantare una volta (nel bene e nel male...): non pensate che anche questo possa avere il suo "fascino", anche per chi preferisce interpretazioni piu' moderne e rigorose? :D
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Re: Vittorio Grigolo, memorabile concerto italiano alla Scal

Messaggioda mattioli » mar 15 gen 2013, 12:30

IMHO, Sunny, hai perfettamente ragione : Thumbup : .
Anch'io non trovo Grigolo scandaloso, semmai, sempre IMHO, assolutamente non interessante. Però ha una bella voce, un buon volume, è belloccio, piacione e infatti piace. Non credo che trasformerà la storia interpretativa del XXI secolo, ma posso capire che i teatri lo scritturino. C'è francamente di peggio (ma anche di molto meglio, comincia per K...).
Sul perché piaccia, invece, credo che le motivazioni siano un po' più complesse. Ma adesso non ho proprio tempo :cry: , scusatemi. Sapete, Divino e GM, io lavoro. Seguite il labiale: la-vo-ro, prima persona singolare dell'indicativo presente del verbo la-vo-ra-re, quattro sillabe :P
Ciao miao bao

AM
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