Luigi Alva

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Luigi Alva

Messaggioda Tucidide » mer 10 dic 2008, 17:35

Tenore che ebbe il privilegio di cantare ed incidere ruoli rossiniani come Lindoro, Ramiro, il Conte d'Almaviva, ruoli mozartiani come Ferrando e Don Ottavio e versato anche nel barocco e nell'opera settecentesca napoletana, con approdi anche a Verdi (Alfredo e Fenton) e Donizetti (Nemorino), Alva ha spesso diviso la critica.
Celletti lo demolì impietosamente, soprattutto nelle incisioni rossiniane con Abbado, ma senza lesinargli critiche pesanti anche nelle prove precedenti, mentre altri critici si sono mostrati sempre piuttosto indulgenti, riconoscendo eleganza e stile (che spesso sono un po' dei salvagente che il critico getta al cantante, per non demolirlo).
Beh, che fosse elegante, lo era davvero. Che fosse uno stilista, posso concederlo per il repertorio handeliano e napoletano, dove in effetti qualche risultato non è disprezzabile (Oronte nell'Alcina con la Sutherland e Paolino nel Matrimonio segreto), e mi dicono bene anche della sua interpretazione del Testo nel Combattimento di Tancredi e Clorinda; ma i personaggi mozartiani sono alterni (bene come Ferrando con Cantelli, troppo linfatico come Ottavio, per cui io sento il bisogno di un tenore più "con le palle"). In Rossini poi non sento la guasconeria del Conte d'Almaviva, non necessariamente l'arroganza che vorrebbe Celletti, ma anche solo la spensieratezza di Florez o la virile nobiltà di Vargas, per non parlare della sottile, ironica furbizia di Blake. Ramiro è acuto per Alva, e difatti le sue incisioni sono abbastanza faticose (tremendi i do dell'aria).
Nel complesso, un tenore che da ragazzino non disprezzavo (lo sentii per la prima volta nel CD del Matrimonio segreto e mi piacque), che ho detestato cordialmente dopo aver scoperto i grandi rossiniani come Blake, Merritt, Vargas, Ford e Florez, e che adesso, pian pianino, ho ripreso ad ascoltare, ma senza riuscire a trovare veri motivi d'interesse nel suo canto. Lo trovo anemico, smunto, emaciato, e l'emissione concorre a questo risultato.

Voi che dite?

Saluti!

(sono in periodo tenoril-rossiniano :D )
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Luigi Alva

Messaggioda pbagnoli » mer 10 dic 2008, 18:23

[url]Nel complesso, un tenore che da ragazzino non disprezzavo, che ho detestato cordialmente dopo aver scoperto i grandi rossiniani come Blake, Merritt, Vargas, Ford e Florez, e che adesso, pian pianino, ho ripreso ad ascoltare, ma senza riuscire a trovare veri motivi d'interesse nel suo canto.[/url]
Tuc, sei un grande!
Con la consueta eloquenza, ma anche (come direbbe Crozza) con semplicità disarmante hai fatto - a mio parere - il punto esatto della situazione su questo tenorino.
Non è disprezzabile e qualche roulade la fa anche benino: ma scompare di fronte a quei 3-4 nomi che hai fatto e sui quali si è giustamente costruita la "Rossini rénaissance", o come vogliamo chiamarla, cui aggiungerei anche Gregory Kunde o quell'altro tenore americano che di nome fa David Kuebler, del quale non ho più notizie da molto tempo.
Il vocino sbiancato e slavato, ma soprattutto la personalità anemica e priva di ogni spunto ne fanno un interprete secondo me veramente di terza o quarta linea, definitivamente consegnato all'archivio, nemmeno da ricordare per qualche particolare aspetto pionieristico
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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