Bach, sonate e partite per violino solo

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

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Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda pbagnoli » lun 05 ott 2015, 17:19

Quale edizione scegliere?
Io ho:
:arrow: Grumiaux
:arrow: Milstein (quella DGG)
:arrow: Mintz
:arrow: Kremer

Per ragioni che non so spiegare nemmeno io, visto che non me ne intendo, ho una preferenza per Milstein; ma amo molto anche Mintz, forse perché è stato il mio primo, quello che mi ha aperto il mondo di questi brani meravigliosi.
E voi?
C'è qualcuno - tipo il solito teo.emme, per esempio 8) - che ci vuole aiutare nella scelta di un'edizione discografica per avvicinarci al meglio a queste composizioni?
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda VGobbi » lun 05 ott 2015, 18:09

Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda pbagnoli » lun 05 ott 2015, 21:08

VGobbi ha scritto:Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!

Ha avuto una produzione sterminata: hai ascoltato tutto?
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda VGobbi » lun 05 ott 2015, 22:21

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!

Ha avuto una produzione sterminata: hai ascoltato tutto?

Ci mancherebbe che non ho ascoltato tutto. Però ti assicuro, quello che ho ascoltato mi ha semplicemente annoiato. Ci devo riprovare. Si vede che sono stato sfortunato, come te ogni volta che ascoltavi Giacomini. :mrgreen:
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda teo.emme » lun 05 ott 2015, 23:07

pbagnoli ha scritto:Quale edizione scegliere?
Io ho:
:arrow: Grumiaux
:arrow: Milstein (quella DGG)
:arrow: Mintz
:arrow: Kremer

Per ragioni che non so spiegare nemmeno io, visto che non me ne intendo, ho una preferenza per Milstein; ma amo molto anche Mintz, forse perché è stato il mio primo, quello che mi ha aperto il mondo di questi brani meravigliosi.
E voi?
C'è qualcuno - tipo il solito teo.emme, per esempio 8) - che ci vuole aiutare nella scelta di un'edizione discografica per avvicinarci al meglio a queste composizioni?

Dato che il mio violinista preferito - ossia David Oistrach - non le ha incise e non posso indicare nessuno di scuola sovietica, suggerisco Perlman (un classico) e la sempre straordinaria Isabelle Faust :)
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda Don Giuseppe » mar 01 dic 2015, 12:07

VGobbi ha scritto:Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!


Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo!
Attorno a J.S. Bach si è sviluppato, dai primi dell'800 in avanti, un culto che rasenta la religione. Sia in discussioni tra appassionati che nei forum è lecito parlar male di chiunque, ma se qualcuno tocca J.S.B. viene tacciato di eresia. Addirittura certe cose che si leggono in giro - a ben vederle - appaiono comiche: ad esempio, tempo fa, leggendo le note del booklet allegato all'integrale dell'Estro Armonico op. 3 di Vivaldi nell'esecuzione di Fabio Biondi, mi è capitato di leggere un concetto che provo ad esprimere a memoria: "da alcuni di questi concerti J.S. Bach trasse le sue meravigliose trascrizioni". Morale: tutto ciò che viene da San Giovanni Sebastiano è meraviglioso, sublime, eccelso... persino le copie.
A proposito di copie: J.S. Bach era notoriamente un compilatore, nel senso che trascriveva tutto ciò che gli piaceva per motivi di studio, a tal punto da rendere impossibile - a meno di non volere approfondire davvero la questione - cosa sia davvero farina del suo sacco o meno. Infatti tanta musica che all'inizio della storia della religione bachiana gli era stata attribuita, ha poi finito per rivelarsi apocrifa, a partire, quasi certamente, dalla famosa Toccata e Fuga in re minore. Di certo almeno la metà dei suoi concerti per uno o più strumenti solista sono trascrizioni e molta roba che viene esaltata solo a cagione della firma J.S.B. altro non è che semplice arrangiamento, come è il caso di tutti i corali per organo.

Di certo, nessuno nega il talento di J.S. Bach (per dire: un lavoro come le Variazioni Goldberg è di livello eccelso), ma è lecito chiedersi come mai, con riferimento ad un'epoca come il tardo barocco, dominata dal gusto e dai compositori italiani e nella quale qualsiasi compositore di livello si cimentò nell'opera lirica, venga considerato come il più grande un compositore che sfiorò soltanto il gusto italiano copiando qualche concerto e che non compose mai un melodramma. La risposta è, con tutta probabilità, nel fatto che la musicologia come oggi la conosciamo nacque in Germania agli inizi del XIX secolo, quando il Romanticismo nascente era strettamente legato allo sviluppo delle ideologie nazionaliste. Fu proprio un musicologo tedesco della prima ora (Forkel) che per primo, nel 1802, inventò l'idea secondo la quale l'era italiana della musica aveva avuto come leader un tedesco: soluzione ottima per il nascente nazionalismo germanico, e che purtroppo non ci ha più abbandonati nei secoli successivi, soprattutto tenuto conto del fatto che la musicologia è rimasta fondamentalmente romantica, idealista e filogermanica.
Ma io mi chiedo: se non ci fosse stato Forkel, cosa ne sarebbe stato della memoria di J.S. Bach? Non sarebbe mica stato considerato il papà un po' antiquato di Carl Phillip Emmanuel? E se avessimo scoperto J.S. Bach solo in questi ultimi decenni (come è stato per tanti compositori barocchi), non ce la saremmo forse cavati con un paio di CD giusto per colmare il vuoto storico?

Abbandono il campo delle polemiche e mi permetto un piccolo consiglio in materia: chi avesse voglia provi le sonate e partite per violino solo nell'edizione Alpha di Helene Schmitt, dal fraseggio mobilissimo e lontana come non mai dalle astrazioni idealistiche di altre versioni.

Saluti
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda teo.emme » mar 01 dic 2015, 12:57

Beh, Giuseppe, nel non condividere neppure una lettera di quel che scrivi, mi pare che rispondi ad una presunta "religione bachiana" con una vera e propria religione antibachiana fatta di pregiudizi ed esagerazioni quanto meno pari a quelle che tu attribuisci ai presunti fedeli di JSB. Queste stroncature senza appello, queste sentenze revisioniste, queste riduzioni di uno dei massimi geni musicali della storia a mero "compilatore di talento", possono essere divertenti o irritanti - a seconda dell'umore di chi legge - ma cascano sempre nello stesso punto: ossia la totale mancanza di riscontro a tesi avventurose. Che a te o a Vittorio Gobbi non piaccia Bach poco importa, ognuno ha i suoi gusti e i gusti - proprio perché personalissimi - sono sempre legittimi: diverso è però scambiare i propri gusti per verità assolute e cadere in palesi incoerenze. Incoerenze dettate da veri pregiudizi: perché mai un compositore barocco avrebbe dovuto obbligatoriamente interessarsi all'opera? Chi mai dice che nell'universo-mondo domini lo stile dei compositori italiani? Anche il concetto stesso di "copie", da te ridotto ad un esercizio da scolaretto svogliato mi sembra capzioso... E poi le fonti: già perché di solito - e qui non si fa eccezione - alla prova delle fonti crollano tutte le tesi "complottiste", anche le più elaborate e costruite. E così il complottista di turno ricorre a citazioni di studi marginali, di non addetti ai lavori, oppure ricorre a tesi vecchie e strasuperate (come l'idea per cui la musicologia sarebbe falsata dalle sue origini germaniche). Innanzitutto non si può prescindere dall'inquadramento culturale: l'ambiente luterano in cui si muove Bach è profondamente diverso da quello dove operano i compositori di stile italiano, ecco perché non scrisse opere liriche. Ci sono poi i problemi di committenza e tante altre questioni che il complottista, ovviamente, tralascia... Meglio "stupire" scrivendo che metà delle composizioni bachiane non sono di Bach: e chi lo dice? Non importa, l'importante è andare contro e smontare. Inutile, poi, dilungarsi a spiegare perché le trascrizioni di Bach siano dei capolavori in sé, o perché non fosse affatto il padre antiquato di CPE (questa, poi, è una vera sciocchezza): forse bisognerebbe ammettere il non interesse per la materia, o il gusto personale. A proposito, visto che ti diletti in tesi complottare, ci sono pure un paio di "indagatori del mistero" che sostengono le Goldberg essere opera della moglie di Bach, c'è anche chi crede che Mozart non sia l'autore delle sue opere, o che Shakespeare non sia mai esistito...e si può andare avanti così fino alle scie chimiche, alla nocività dei vaccini e al fatto che gli americani non sono andati sulla Luna. Tutte "verità" che certi illuminati conoscono perché no, loro non si fanno fregare da chi legge libri e studia per anni determinate materie.
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda Don Giuseppe » mar 01 dic 2015, 13:46

Guarda, Teo, che nessuno ha parlato di complotti... leggimi bene e te ne accorgerai.
E' andata proprio così: contrariamente ad Handel, la cui conoscenza non ha mai subito cesure storiche e che quindi si è perpetuata ininterrottamente fino ai nostri giorni, di J.S. Bach non si è mai parlato fino al 1802... e che la musicologia abbia origini tedesche, e che lo spirito romantico nel cui contesto nacque fosse impregnata di nazionalismo è un fatto, non un'idea complottista. Che poi l'origine germanica abbia falsato la musicologia, sarà pure un'idea vecchia, ma superata non credo proprio. E perché mai, poi? Il fatto che qualcuno contesti il primato di J.S. Bach non ha nulla a che fare con le scie chimiche, coi danni derivanti dai vaccini e con altre stramberie. Non mi pare di aver detto che le Variazioni Goldberg siano opera della moglie. Ho solo scritto che "J.S. Bach era notoriamente un compilatore, nel senso che trascriveva tutto ciò che gli piaceva per motivi di studio, a tal punto da rendere impossibile - a meno di non volere approfondire davvero la questione - cosa sia davvero farina del suo sacco o meno". Nè, come dici tu, l'ho paragonato ad uno studente svogliato. Nulla di tutto questo: la trascrizione era il metodo di studio prediletto di J.S. Bach, questo lo sanno tutti, e proprio quest'abitudine ha creato molti problemi di attribuzione che col tempo si stanno svelando.
E' un fatto che J.S. Bach abbia trascritto 10 concerti di Vivaldi, di cui 6 per clavicembalo, 1 per 4 clavicembali ed 1 per organo, ma Vivaldi lo conosciamo tutti e quindi è chiaro da sempre che si tratta di trascrizioni. Ma è altrettanto vero che ha trascritto 4 delle Invenzioni per violino solo op. X di Bonporti e che fino agli anni '20 del Novecento tali composizioni furono considerate opera di J.S. Bach (verrebbe da dire: ma se Bonporti è stato scambiato per J.S. Bach, non è che la differenza tra il tedesco idolatrato e l'italiano misconosciuto sia tanto grande. O no?). E' un fatto che anche altri autori come Giovanni Legrenzi o Alessandro Marcello sono stati trascritti da J.S. Bach. E quanti altri?

Non esiste comunque una religione antibachiana, perché se essa esistesse vivrebbe di miti, di idolatrie, di iperboli... e se esiste qualcuno che applica tali schemi intellettuali al presunto antibachianesimo quello non sono io, che ascolto spesso e volentieri la musica del Nostro, senza tuttavia considerarlo un dio caduto sulla terra. Esistono semplicemente delle persone che trovano esagerata la mitizzazione di un compositore, il cui eccesso di esposizione ha finito per oscurare immeritatamente gran parte della sua epoca, ritardando di parecchi decenni la renaissance barocca a cagione dell'effetto fuorviante di tale esagerazione. Mi spiego meglio: più di una volta, parlando con persone appena conosciute, mi è capitato di dire che amo la musica barocca. Sapessi quante volte mi è capitato di sentirmi dire: "ma non è troppo severa?".... Orbene: la musica barocca solo difficilmente è severa, anzi la musica barocca, dal '600 in avanti, ha portato con sè la rivoluzione degli affetti e della comunicativa in luogo della severità oggettiva del contrappunto rinascimentale. Se viene considerata severa, quindi difficile, poco accessibile, troppo intellettualistica è soltanto perché la sovraesposizione di J.S. Bach ha finito per far credere che il barocco sia quello e soltanto quello, ossia la sua versione luterana, e che Bach stesso sia il compositore barocco per antonomasia.

Aggiungo: perché sarebbe una sciocchezza quella di Giovanni Sebastiano come padre antiquato di Carlo Filippo Emanuele? Non l'ho mica inventata io in un attimo di demenza senile precoce. Era esattamente quello che pensavano i contemporanei, che avevano precisa contezza dell'importanza di C.P.E. Bach nel passaggio tra stile galante e primo classicismo e che, a meno di non vivere a Lipsia e dintorni, ben poco sapevano del padre. Se poi pensiamo che gli appassionati dell'epoca fossero sciocchi, difficilmente di rivolgeremo con amore alla musica di quel tempo....

Mettere J.S. Bach al suo posto e non creare un'idolatria di segno opposto, questo soltanto è quindi il mio intento: non c'entrano le tuttologie da wikipedia nè i riferimenti a veri o presunti illuminati del web. Quelle sono boutades che semmai confermano il mio pensiero, ossia che tutto si può toccare, ma Bach no. Semplicemente son passati più di 200 anni da Forkel, il barocco lo stiamo conoscendo sempre di più ed inoltre l'amore per la musica è fortunatamente una cosa laica, che non ha bisogno di idoli.

Saluti
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda DottorMalatesta » mar 01 dic 2015, 14:09

Interventi interessantissimi, grazie ad entrambi.

Don Giuseppe ha scritto:La risposta è, con tutta probabilità, nel fatto che la musicologia come oggi la conosciamo nacque in Germania agli inizi del XIX secolo, quando il Romanticismo nascente era strettamente legato allo sviluppo delle ideologie nazionaliste. Fu proprio un musicologo tedesco della prima ora (Forkel) che per primo, nel 1802, inventò l'idea secondo la quale l'era italiana della musica aveva avuto come leader un tedesco: soluzione ottima per il nascente nazionalismo germanico, e che purtroppo non ci ha più abbandonati nei secoli successivi, soprattutto tenuto conto del fatto che la musicologia è rimasta fondamentalmente romantica, idealista e filogermanica.


Non mi sembra del tutto campata in aria la tesi secondo cui l´esaltazione della figura di Bach sia in qualche modo legata a motivazioni ideologiche filo-teutoniche. Mi sembra sia la stessa impostazione culturale responsabile di un certo ridimensionamento di c erta musica italiana, manifestato con quello snobismo intellettualoide più o meno celato (o esibito) per cui si va ad ascoltare un´opera di Verdi con accondiscendenza, mentre si accosta un dramma di Wagner con timore reverenziale…
Su questa linea, forse sbaglio, ma mi sembra che rispetto a Bach, la riscoperta di Monteverdi sia stata (perlomeno agli inizi) un fenomeno sorprendentemente tardivo (mi pare risalga ai primi decenni del secolo scorso) e geograficamente isolato (Italia). Le prime incisioni di una certa notorietà delle opere di Monteverdi sono quelle dirette da Harnoncourt nei primi anni ´70, quando invece di Bach si conosceva ed eseguiva già tutto.

e che non compose mai un melodramma.


Non trovi però che la Matthäuspassion sia un´opera dalle grandi potenzialità teatrali (penso ad esempio alla messa in scena proposta da Sellars)? E che non sia per nulla “severa”, ma emblematica della “rivoluzione degli affetti e della comunicativa in luogo della severità oggettiva del contrappunto rinascimentale”?

DM

teo.emme ha scritto:A proposito, visto che ti diletti in tesi complottare, ci sono pure un paio di "indagatori del mistero" che sostengono le Goldberg essere opera della moglie di Bach, c'è anche chi crede che Mozart non sia l'autore delle sue opere, o che Shakespeare non sia mai esistito...e si può andare avanti così fino alle scie chimiche, alla nocività dei vaccini e al fatto che gli americani non sono andati sulla Luna.


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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda Don Giuseppe » mar 01 dic 2015, 15:03

Grazie al Dott. Malatesta per l'intervento.
Azzeccatissimo mi sembra il riferimento alla fin troppo tardiva riscoperta di Monteverdi. Se tale riscoperta fu, almeno agli inizi, un fenomeno italiano, direi che al giorno d'oggi il nostro Paese non ha più le potenzialità culturali per porsi alla guida della riscoperta dei suoi autori.
Un esempio per tutti: Pier Francesco Cavalli, la cui serena effigie costituisce il mio avatar :wink:

Potrò sbagliare, ma questo secolo sarà quello della consacrazione definitiva di Cavalli, ma non sarà una roba italiana, purtroppo. Di anno in anno si susseguono splendide produzioni di sue opere: la straordinaria Elena (vera e propria "dream opera" nella produzione del Cremasco) diretta da Garcia Alarcon è stata nel 2013 il vero e proprio fenomeno operistico nella vicina Francia, dove è partita dal Festival di Aix-en-Provence per poi essere eseguita in ben 8 teatri. Adesso sta girando per la Francia una lussuosa produzione dello Xerses (il cui libretto fu poi riadattato per il Serse di Handel) diretta da Emmanuelle Haim: prossima tappa Caen in gennaio. Si prepara a Parigi per il prossimo anno un attesissimo Eliogabalo ancora con Garcia Alarcon. Il "Venetian Centre for Baroque Music", sotto le cure - guarda caso - del francese Oliver Lexa si ripromette di promuovere la messa in scena nei prossimi anni di tutte le opera di Cavalli. Anche in questo caso, si tratta di una renaissance tardiva, ma meritatissima.

Saluti.
Giuseppe

DottorMalatesta ha scritto:Interventi interessantissimi, grazie ad entrambi.

Don Giuseppe ha scritto:La risposta è, con tutta probabilità, nel fatto che la musicologia come oggi la conosciamo nacque in Germania agli inizi del XIX secolo, quando il Romanticismo nascente era strettamente legato allo sviluppo delle ideologie nazionaliste. Fu proprio un musicologo tedesco della prima ora (Forkel) che per primo, nel 1802, inventò l'idea secondo la quale l'era italiana della musica aveva avuto come leader un tedesco: soluzione ottima per il nascente nazionalismo germanico, e che purtroppo non ci ha più abbandonati nei secoli successivi, soprattutto tenuto conto del fatto che la musicologia è rimasta fondamentalmente romantica, idealista e filogermanica.


Non mi sembra del tutto campata in aria la tesi secondo cui l´esaltazione della figura di Bach sia in qualche modo legata a motivazioni ideologiche filo-teutoniche. Mi sembra sia la stessa impostazione culturale responsabile di un certo ridimensionamento di c erta musica italiana, manifestato con quello snobismo intellettualoide più o meno celato (o esibito) per cui si va ad ascoltare un´opera di Verdi con accondiscendenza, mentre si accosta un dramma di Wagner con timore reverenziale…
Su questa linea, forse sbaglio, ma mi sembra che rispetto a Bach, la riscoperta di Monteverdi sia stata (perlomeno agli inizi) un fenomeno sorprendentemente tardivo (mi pare risalga ai primi decenni del secolo scorso) e geograficamente isolato (Italia). Le prime incisioni di una certa notorietà delle opere di Monteverdi sono quelle dirette da Harnoncourt nei primi anni ´70, quando invece di Bach si conosceva ed eseguiva già tutto.

e che non compose mai un melodramma.


Non trovi però che la Matthäuspassion sia un´opera dalle grandi potenzialità teatrali (penso ad esempio alla messa in scena proposta da Sellars)? E che non sia per nulla “severa”, ma emblematica della “rivoluzione degli affetti e della comunicativa in luogo della severità oggettiva del contrappunto rinascimentale”?

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teo.emme ha scritto:A proposito, visto che ti diletti in tesi complottare, ci sono pure un paio di "indagatori del mistero" che sostengono le Goldberg essere opera della moglie di Bach, c'è anche chi crede che Mozart non sia l'autore delle sue opere, o che Shakespeare non sia mai esistito...e si può andare avanti così fino alle scie chimiche, alla nocività dei vaccini e al fatto che gli americani non sono andati sulla Luna.


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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda teo.emme » mar 01 dic 2015, 16:56

DottorMalatesta ha scritto:...Non mi sembra del tutto campata in aria la tesi secondo cui l´esaltazione della figura di Bach sia in qualche modo legata a motivazioni ideologiche filo-teutoniche. Mi sembra sia la stessa impostazione culturale responsabile di un certo ridimensionamento di c erta musica italiana, manifestato con quello snobismo intellettualoide più o meno celato (o esibito) per cui si va ad ascoltare un´opera di Verdi con accondiscendenza, mentre si accosta un dramma di Wagner con timore reverenziale…


Però, Malatesta, non si può rimanere ancorati a quello che, forse (dico forse), è un mero peccato originale della musicologia intesa come scienza. Di acqua ne è passata sotto i ponti e se la riscoperta di Bach si può collocare in epoca romantica - dall'interessamento di Mendelssohn in poi - non si può negare la profonda evoluzione degli studi bachiani: anche in ambiente "germanico", che non è affatto ottusamente volto a celebrare sempre e comunque le presunte radici teutoniche della musica occidentale. Forkel scrive ai primi dell'800 quando la conoscenza di Bach era assai limitata e mancava una riflessione storica complessiva sul periodo e si colloca nel pieno delle correnti filosofiche idealistiche che porteranno a quella visione hegeliana dell'estetica che influenza certamente il romanticismo, ma che oggi ha più che altro un valore storico e culturale. Dopo Forkel ci sono stati tanti studiosi che hanno potuto analizzare le fonti alla luce delle progressive riscoperte filologiche, fino ai saggi di Wolff e al fondamentale contributo dell'italiano Basso (che scrive forse l'opera capitale per la nuova interpretazione di Bach), senza dimenticare il lavoro di Buscaroli. Bach non è più quello di Forkel o, peggio, quello della mistica del Dott. Schweitzer. Sarebbe come ritenere che la critica rossiniana fosse ancora ferma a Stendhal o che Verdi debba essere ricondotto al ritratto dannunziano del musicista che "pianse e amò per tutti" (solo Muti ci crede ancora). Allo stesso modo è molto cambiata la valutazione critica e l'approccio musicologico al melodramma italiano (e non solo per l'opera di Gossett, Budden, Parker): uno dei più illuminanti e rivoluzionari studi sul melodramma è proprio del musicologo tedesco Carl Dahlhaus e non è per nulla germanocentrico. Insomma, come sempre le cose sono più complesse e mobili di quanto le facili categorizzazioni lasciano intendere.

DottorMalatesta ha scritto:Su questa linea, forse sbaglio, ma mi sembra che rispetto a Bach, la riscoperta di Monteverdi sia stata (perlomeno agli inizi) un fenomeno sorprendentemente tardivo (mi pare risalga ai primi decenni del secolo scorso) e geograficamente isolato (Italia). Le prime incisioni di una certa notorietà delle opere di Monteverdi sono quelle dirette da Harnoncourt nei primi anni ´70, quando invece di Bach si conosceva ed eseguiva già tutto.


Sono però questioni molto diverse: la riscoperta di Monteverdi avviene più tardi, certo, ma le ragioni vanno trovate anche nel particolare ambiente culturale e nella differente fruizione. L'800 e il primo '900 è stato il periodo di massimo splendore del melodramma e del dramma musicale, dell'opera intesa come genere più o meno codificato e destinato a platee vaste. In tale ambiente riscopreire un compositore che presentava problemi filologici e musicologici difficili da affrontare per l'epoca era pressoché impossibile. L'esecuzione Monteverdiana richiede un'elaborazione del testo - ad opera degli interpreti (che di fatto devono dare veste strumentale ad uno scheletro) - inconcepibile per un mondo diviso tra Verdi e Wagner. Gli stessi soggetto, la stessa modalità esecutiva, la stessa libertà del canto (privo di bellurie vocali) e dell'orchestra (priva di effetti grandiosi), non potevano essere compresi nel romanticismo e nel tardo romanticismo. Senza contare lo specifico problema dell'uso di strumenti ormai desueti. Con Bach fu tutta un'altra storia che non può essere messa in correlazione: innanzitutto la sua riscoperta è parziale e poi avviene in tutt'altro ambiente che non è quello del teatro d'opera, ma nel più elitario mondo del concerto e del repertorio colto (per generalizzare). Però la renaissance monteverdiana non è fenomeno italiano: si pensi alla profonda riflessione di Carl Orff o alle incisioni di Hindemith (che per primo tentò una via filologica). Poi venne Harnoncourt e tutto il resto, quando gli strumenti della conoscenza furono adeguati. Anche Bach fino agli anni '60/70 veniva eseguito con un approccio molto diverso.

DottorMalatesta ha scritto:Non trovi però che la Matthäuspassion sia un´opera dalle grandi potenzialità teatrali (penso ad esempio alla messa in scena proposta da Sellars)? E che non sia per nulla “severa”, ma emblematica della “rivoluzione degli affetti e della comunicativa in luogo della severità oggettiva del contrappunto rinascimentale”?


Qui sta il punto: il pregiudizio operistico per cui la "teatralità" sia requisito principe di ogni musica vocale. Non è così: la finalità è diversa e l'ambiente di composizione non comparabile. Da una parte l'etica protestante, la funzione sacrale di cantate e passioni, dall'altro l'opera che si sviluppa nel mondo cattolico con argomenti e funzioni di intrattenimento (colto o popolare). Bach non ha scritto opere perché non era interessato a farlo, non aveva committenze in tal senso e, probabilmente, la sua funzione neppure glielo permetteva. L'unico confronto possibile tra opera e mondo bachiano andrebbe fatto con le cantate profane, non certo con la produzione sacra.

Quanto al mio illustre concittadino Cavalli, concordo con Don Giuseppe circa la mancanza di statura culturale dell'ambiente musicale italiano per una vera e propria renaissance: purtroppo però il discorso non si limita a Cavalli o a Monteverdi, ma a tanti altri compositori nazionali (Verdi e Puccini compresi) di cui ci si limita a riproporre il santino ad uso popolar turistico, senza avere una precisa idea di rilettura critica del repertorio, su cui pesa - purtroppo - il macigno di una presunta Tradizione (con la T maiuscola) in nome della quale si sta sclerotizzando l'approccio al melodramma tutto. Si pensi anche a Donizetti, ad oggi il più maltrattato tra gli operisti italiani (e il più bisognoso di una vera renaissance).
Ultima modifica di teo.emme il mar 01 dic 2015, 17:28, modificato 1 volta in totale.
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda DottorMalatesta » mar 01 dic 2015, 17:20

teo.emme ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:...Non mi sembra del tutto campata in aria la tesi secondo cui l´esaltazione della figura di Bach sia in qualche modo legata a motivazioni ideologiche filo-teutoniche. Mi sembra sia la stessa impostazione culturale responsabile di un certo ridimensionamento di c erta musica italiana, manifestato con quello snobismo intellettualoide più o meno celato (o esibito) per cui si va ad ascoltare un´opera di Verdi con accondiscendenza, mentre si accosta un dramma di Wagner con timore reverenziale…


Però, Malatesta, non si può rimanere ancorati a quello che, forse (dico forse), è un mero peccato originale della musicologia intesa come scienza. Di acqua ne è passata sotto i ponti


Verissimo. Solo che certi giudizi e pregiudizi sono davvero duri da sradicare...

teo.emme ha scritto:Quanto al mio illustre concittadino Cavalli, concordo con Don Giuseppe circa la mancanza di statura culturale dell'ambiente musicale italiano per una vera e propria renaissance: purtroppo però il discorso non si limita a Cavalli o a Monteverdi, ma a tanti altri compositori nazionali (Verdi e Puccini compresi) di cui ci si limita a riproporre il santino ad uso popolar turistico, senza avere una precisa idea di rilettura critica del repertorio, su cui pesa - purtroppo - il macigno di una presunta Tradizione (con la T maiuscola) in nome della quale si sta sclerotizzando l'approccio al melodramma tutto. Si pensi anche a Donizetti, ad oggi il più maltrattato tra gli operisti italiani (e il più bisognoso di una vera renaissance).


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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda teo.emme » mer 23 dic 2015, 17:39

Riapro questa discussione, troppo frettolosamente lasciata morire, per segnalare l'uscita di un bellissimo volume su Bach: "La musica nel castello del cielo. Un ritratto di Johann Sebastian Bach" di John Eliot Gardiner. Il saggio - splendido, ricco e ben scritto - dimostra ancora (come se vi fosse bisogno) che la critica bachiana è viva e varia e certamente lontana anni luce da Forkel o Schweitzer, checché ne dica Don Giuseppe. Questo per dire che prima di liquidare uno dei massimi geni della storia della musica - forse il più grande di tutti - come un talentuoso ricopiatore di musica altrui, varrebbe la pena dare una lettura ai più recenti risultati della ricerca. C'è molta differenza tra la vulgata - la stessa che straparla del "romanticismo" beethoveniano o dell'opera italiana come musica di serie B - e gli sviluppi dell'odierna musicologia: pensare che ancora oggi Bach sia visto come una specie di santino intoccabile è, secondo me, profondamente errato.
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda beckmesser » lun 11 gen 2016, 20:15

Il volume di Gardiner su Bach è veramente splendido (anche se la traduzione approntata dalla Einaudi non gli rende un gran servizio: ci sono alcuni svarioni al limite dell’imbarazzante). Continuo a chiedermi come faccia un uomo solo a dirigere tutto quel che dirige lui e trovare il tempo per scrivere più di 600 ricchissime pagine su un autore come Bach…

Per inciso, credo che sarebbe utile anche aprire un capitolo sull’ultimo Bach eseguito da Gardiner: sono reduce dall’integrale delle cantate sacre e dalla nuova incisione della Messa; semplicemente sconvolgenti.
Il ciclo delle cantate, registrate dal vivo nel corso di un anno (il 2000) in cui furono eseguite ogni domenica in occasione delle festività liturgiche per cui erano state concepite, realizza un percorso interpretativo di una unitarietà e coerenza che nessuna delle integrali precedenti (almeno di quelle che conosco io) aveva nemmeno lontanamente sfiorato. È difficile descrivere a parole la naturalezza con cui viene colta l’essenza emotiva di ciascuna cantata, dove il rigore dottrinale si fonde con un gioco dei colori che assume quasi caratteri sensuali. È un ciclo che non interesserà, credo, chi continua a vedere in Bach l’austero luterano tutto prediche e lodi all’altissimo, ma chi lo considera (come me) come uno dei più originali ideatori di emozioni musicali mai esistiti, avrà di che divertirsi.

Poi, la Messa: mi riservo un altro paio di ascolti, ma temo che il mio amatissimo Minkowski dovrà tornare al secondo posto. La precedente incisione di Gardiner era eccezionale, ma lasciava quel vago retrogusto di “sperimentalismo dimostrativo” che era tipico di tutte le incisioni del Gardiner degli anni 80 e 90. Nella nuova incisione tutto si scioglie in pura poesia e pensiero.

Questo:



è il video di una delle rappresentazioni da cui è tratta la registrazione. È tutta prodigiosa, ma si ascolti almeno (dall’ora 1,21 più o meno) il momento magico del passaggio dal Confiteor all’et expecto (momento sul quale, per inciso, nel libro sono dedicate riflessioni molto interessanti) e tutto il coro fino alla fine del Credo. Il senso di scatenamento dionisiaco eppur controllatissimo è prodigioso. E, ovviamente, cosa non è il Monteverdi Choir!...

Con questo nuovo Bach (e alla luce delle rivoluzionarie letture di Berlioz, Bizet e altri degli ultimi anni), Gardiner si piazza, nella mia personalissima classifica, sul podio più alto dei massimi direttori viventi…

Saluti,

Beck

PS: a marzo porterà in giro per l’Europa una nuova Passione Secondo Matteo; nessuna tappa italiana, ovviamente (e figuriamoci…), ma di certo vale un viaggio…
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Re: Bach, sonate e partite per violino solo

Messaggioda DottorMalatesta » mar 12 gen 2016, 13:23

Anch´io l´ho sentito dal vivo nella Messa, qualche anno fa, e la ricordo come un´esperienza da brivido.

Mi procurerò il librone (per inciso, trovo abbia uno splendido titolo), magari nell´originale inglese.

DM
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