Harding dal nuovo mondo

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Harding dal nuovo mondo

Messaggioda vivelaboheme » mer 11 gen 2012, 15:28

Splendido concerto, lunedì sera alla Scala, di Daniel Harding e Orchestra Filarmonica. Con la piena adesione stilistica dell'ottimo violinista Frank Peter Zimmerman, Harding ha dapprima dipinto il Concerto di Beethoven, tutto giocato sui chiaroscuri, nelle dinamiche, nelle tinte, nell'espressione. Ne ha colto benissimo l'ambiguità di fondo (è giocoso? mah, pare e non pare. E' lirico? Forse, o forse no) che ne costituisce il fascino. Fraseggio mobilissimo, giochi dinamici e continui rimandi fra solista e orchestra hanno costruito un'esecuzione notevolissima (lode particolare al primo fagotto, e ai legni in genere).
E Harding è stato magistrale nella lettura fremente, danzante e lirica, della Sinfonia Dal Nuovo Mondo. Aveva dichiarato di volerne privilegiare il "coté" boemo e così ha fatto: la danza e la malinconia. Anche qui, fraseggio mobilissimo, il colore cristallino che è la "firma" di Harding, e un continuo trascolorare dalla malinconia (memorabili orchestra e direttore nel Largo) ad un'apparente esultanza. "Apparente", come quel finale nel quale la Sinfonia, allorché sembra risolversi nel trionfo della piena orchstra, ripiega improvvisamente su quella nota conclusiva "morente", che Harding ha tenuto lunghissima, nel silenzio totale della sala che (evviva!) ha perfettamente colto l'intenzione, osservando la pausa di silenzio dovuta ad una esecuzione eccezionale.
Un concerto tutto giocato, con grande intelligenza, sul concetto di "ambiguità" espressiva.
Ogni apparizione del direttore inglese (era stato così con Cavalleria e Pagliacci) è, per l'ascoltatore, un esercizio dell'anima e dell'intelletto. In più. il gesto di Harding è fra i più belli , e ... non è un gesto unico: il direttore inglese arriva addirittura a modificare la propria gestualità secondo il fine esperssivo che si prefigge, credo sia dote di pochissimi. L'orchestra ne è visibilmente avvinta, il pubblico anche.

marco vizzardelli
vivelaboheme
 
Messaggi: 292
Iscritto il: ven 09 dic 2011, 20:08

Re: Harding dal nuovo mondo

Messaggioda Enrico » mer 11 gen 2012, 15:49

Ricordo una eccellente esecuzione di Zimmerman del concerto di Beethoven negli anni '90 a Messina (quella volta con la Filarmonica di Dresda, dal suono spendido, diretta se non ricordo male da Plasson).
Enrico B.
Enrico
 
Messaggi: 1019
Iscritto il: mar 17 nov 2009, 17:34

Re: Harding dal nuovo mondo

Messaggioda vivelaboheme » mer 11 gen 2012, 16:44

Ah, incidentalmente, Frank Peter Zimmermann suona uno spettacoloso Stradivari del 1711 (già appartenuto a Fritz Kreisler) le cui "risonanze" e ricchezza di colori sono già una risposta a quei malaccorti "ascoltatori" che (è polemica di questi giorni) hanno "prescelto" il suono di strumenti odierni rispetto a quello degli Stradivari. Li legherei alla sedia costretti ad ascoltare quello straordinario Stradivari fin quando non si dichiarino pentiti della loro insipienza!


marco vizzardelli
vivelaboheme
 
Messaggi: 292
Iscritto il: ven 09 dic 2011, 20:08


Torna a musica non operistica

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti