Macbeth (Verdi)

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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Teo » mar 30 ago 2011, 11:53

MatMarazzi ha scritto:
Riccardo ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:Al contrario sono sicuro che la sua Favorite ti avrebbe entusiasmato

L'ho sentito a Genova nella Favorite, ma pure lì c'erano stecche dietro l'angolo che, almeno per me, è una sensazione ancora peggiore della stecca vera e propria!


Hai dimenticato di specificare l'anno: 2007.
Quella di cui parlavo io era del 2002.
Solo cinque anni? Sì, come fra la Norma della Callas del 55 e quella incisa per la EMI nel 60.

Ribadisco ancora una volta che l'inarrivabilità stilistica, musicale e vocale di Filianoti nei ruoli Duprez è stata a cavallo fra gli ultimi anni '90 e i primi anni 2000.
Dopo la sua voce è cambiata, non distrutta ma cambiata.
Mat


Qui Filianoti nella Favorite del 2002







Qui invece nell'aria del MacBeth Salisburghese

http://www.youtube.com/user/TenoreCalab ... mrLO8q0neM

Salutissimi.

Teo
l'idea è creatrice di vocalità...
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » mar 30 ago 2011, 14:37

Riccardo ha scritto:
Però tra questo che dici tu e tessere volontariamente le lodi di un connubio d'intese trionfale, realizzatosi dopo anni che Muti cercava Stein per quest'opera, decollato addirittura a Ravenna quando i due si incontrarono per suonare cantare e discutere il capolavoro verdiano...ci sono anche vie di mezzo no? :D


IO ridimensionerei questi trionfalismi da uffici stampa.
Che Muti da anni inseguisse Stein mi pare fantascienza.
Ma non è stato vent'anni alla Scala? Se lo desiderava tanto perchè invece di Pizzi, Ronconi e Vick non ha chiamato qualche volta Stein?
Eppure è bastato che venisse Lissner e Stein è apparso alla Scala per ben due volte.
Hanno discusso a Ravenna del Macbeth di Salisburgo?
Ma che bella forza! Ci mancherebbe che un direttore e un regista, con in programma una simile produzione, non si incontrassero nemmeno per discuterne.
Lo fanno tutti... specialmente laddove si prevedono scintille.

In tutti i casi Ric io direi di lasciare stare le dichiarazioni pubbliche e concentrarci sui fatti.
Se stessimo alle dichiarazioni pubbliche Muti e Abbado sarebbero amiconi che vanno a mangiare la pizza due volte la settimana. :)
In concreto, tu come spieghi la questione della Regina Elisabetta o del cannone finale coi coriandoli?
E come spieghi che Muti abbia impedito la diretta televisiva a dieci giorni dalla prima?

Se riesci a spiegarmi tutto questo in altro modo, te ne sarò grato.
Salutoni,
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » mar 30 ago 2011, 14:43

Teo ha scritto:Qui Filianoti nella Favorite del 2002


Grazie mille, Teo.
La mia Favorite era quella di Bologna con la Ganassi, comunque anche questa va bene.
Ma grazie soprattutto del brano del Macbeth, che penso suffraghi adeguatamente il mio resoconto.
Salutoni,
Mat
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Enrico » mer 31 ago 2011, 11:41

MatMarazzi ha scritto:
E come spieghi che Muti abbia impedito la diretta televisiva a dieci giorni dalla prima?


Muti ha impedito la diretta anche per il Nabucco romano: la radio trasmetteva in diretta mentre la televisione digitale trasmetteva la registrazione della prima.
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » mer 31 ago 2011, 12:38

Enrico ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:
E come spieghi che Muti abbia impedito la diretta televisiva a dieci giorni dalla prima?


Muti ha impedito la diretta anche per il Nabucco romano: la radio trasmetteva in diretta mentre la televisione digitale trasmetteva la registrazione della prima.


Sì, ok.
Ma in questo caso non c'è stata una differita al posto della diretta: non si è fatto proprio nulla.
Era annunciata una diretta, già fissato il palinsesto televisivo, tutto organizzato e finalmente tutto cancellato.
A me pare un po' diversa la situazione.

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Re: SALISBURGO 2011

Messaggioda DottorMalatesta » lun 03 dic 2012, 20:30

MatMarazzi ha scritto:Premesso che di Macbeth ce ne sono due (quello fiorentino del 47 e quello parigino del 65), perché non orientarsi sull'una o sull'altra versione?
Perché ad esempio non appoggiarsi semplicemente all'edizione francese, certamente più matura e moderna?
Ma perché Muti è difensore dell'italianità di Verdi e non accetterebbe di dirigerlo in Francese.
Bene, allora prenda la versione italiana del 1847.


Scusatemi se riapro il thread, ma mi ha incuriosito questa considerazione di Mat a proposio del Macbeth diretto da Muti con la regia (?) di Stein.
Io ho sempre pensato che il Macbeth definitivo (riconosciuto come tale da Verdi) fosse quello parigino, ma nella sua versione... in italiano (con La luce langua al posto di Trionfai, con il finale "Macbeth, Macbeth ov´é" al posto della (orrida) "Mal per me", etc.)!!!! Realmente l´edizione parigina venne data in francese? Sapevo del Trovatore in francese, ma sinceramente... avevo sempre pensato che "La luce langue" fosse sempre stata "La luce langue" (e non la lumière s´eteint" :oops: :oops: :oops: ). Eppure si é sempre saputo che, ad esempio, esistono I Vepres e il Don Carlos in francese!!! E per il Macbeth in francese? Colpa della Maria e della sua fenomenale interpretazione... in italiano?
Eppure moltissime edizioni fanno dei pastrocchi pazzeschi (Leinsdorf e Abbado, giusto per citarne due, eseguono l´edizione francese in italiano e mantengono "Mal per me").

Illuminatemi!!!

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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda teo.emme » mar 04 dic 2012, 0:55

Secondo me è scorretto parlare di "Macbeth in francese": assimilarlo al Don Carlos ai Vepres è fuorviante. Infatti mentre queste furono opere concepite e create per l'Opéra, con un libretto nato in francese e con una musica scritta su quella lingua, il Macbeth - in entrambe le versioni - è italiano. Quando Verdi rivide il vecchio Macbeth (imposto dall'autore a Carvalho - impresario del Théatre Lyrique - e da affiancare ad una nuova opera francese, poi non realizzata) contattò Piave e con lui modificò il libretto (con aggiunte, tagli e ritocchi), sul cui testo (in italiano) elaborò la nuova musica. Il tutto venne poi tradotto in francese: Verdi si preoccupò solo che non venissero mutate certe posizioni di certe parole e suggerì di far tradurre il tutto a Duprez (perché era musicista). Così non accadde e l'autore fece buon viso a cattivo gioco.
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » gio 06 dic 2012, 20:03

teo.emme ha scritto:Secondo me è scorretto parlare di "Macbeth in francese": assimilarlo al Don Carlos ai Vepres è fuorviante. Infatti mentre queste furono opere concepite e create per l'Opéra, con un libretto nato in francese e con una musica scritta su quella lingua, il Macbeth - in entrambe le versioni - è italiano. Quando Verdi rivide il vecchio Macbeth (imposto dall'autore a Carvalho - impresario del Théatre Lyrique - e da affiancare ad una nuova opera francese, poi non realizzata) contattò Piave e con lui modificò il libretto (con aggiunte, tagli e ritocchi), sul cui testo (in italiano) elaborò la nuova musica. Il tutto venne poi tradotto in francese: Verdi si preoccupò solo che non venissero mutate certe posizioni di certe parole e suggerì di far tradurre il tutto a Duprez (perché era musicista). Così non accadde e l'autore fece buon viso a cattivo gioco.


Già, ma questo non toglie, Teo.emme, che l'opera (il nuovo Macbeth, che è poi quello che sentiamo abitualmente) sia stata creata in francese, oltre che con tutte le caratteristiche di un grand-opéra.
Se non vuoi fare l'esempio con i Vepres (e hai ragione) fallo con Jerusalem o Le Trouvere.
E' ora di restituire a Macbeth la sua identità: o si fa quello "italiano" (con la giusta orchestrazione, senza balli e senza brani aggiunti) o si fa quello "francese" esattamente come fu confezionato (indipendentemente da quali siano state le strade che Verdi abbia o non abbia seguito per la composizione). Io almeno la vedo così.
Non credo che, come dice Malatesta, sia colpa della Callas! :) Ma certo questa versione spuria e zoppa, secondo me, ha fatto il suo tempo.
Salutoni,
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda DottorMalatesta » gio 06 dic 2012, 21:44

MatMarazzi ha scritto:Già, ma questo non toglie, Teo.emme, che l'opera (il nuovo Macbeth, che è poi quello che sentiamo abitualmente) sia stata creata in francese, oltre che con tutte le caratteristiche di un grand-opéra.
Se non vuoi fare l'esempio con i Vepres (e hai ragione) fallo con Jerusalem o Le Trouvere.
E' ora di restituire a Macbeth la sua identità: o si fa quello "italiano" (con la giusta orchestrazione, senza balli e senza brani aggiunti) o si fa quello "francese" esattamente come fu confezionato (indipendentemente da quali siano state le strade che Verdi abbia o non abbia seguito per la composizione). Io almeno la vedo così.
Non credo che, come dice Malatesta, sia colpa della Callas! :) Ma certo questa versione spuria e zoppa, secondo me, ha fatto il suo tempo.
Salutoni,
Mat


Sono d'accordo, caro Matteo, che pasticci come quello delle edizioni di Leinsdorf, Abbado o Muti (con Stein) siano inaccettabili a meno che... (lasciami il beneficio del dubbio), a meno che la scelta di contaminare le due versioni non sia sottesa ad un'idea registica forte. Se è invece solo una scusa per regalare qualche frisson di novità presentando arie alternative magari interpretate da cantanti con carisma pari a zero allora meglio davvero lasciar perdere!!!

Per quanto riguarda la Callas, naturalmente la mia era una provocazione! :D Però a mio parere la "Macbeth renaissence" di fatto si deve alle celeberrime recite scaligere con la Maria. Non è casuale che la prima incisione in studio dell'opera (quella di Leinsdorf) fosse inizialmente programmata per lei, e che tutte le grandi o grandissime interpreti del ruolo (comprese la Scotto e la Gencer, altra Lady inarrivabile : Love : ) abbiano dovuto fare i conti con il fantasma Callas!
Sicuramente sbaglio, ma non sono così sicuro che questa grandissima opera verdiana avrebbe goduto ugualmente di tanta popolarità e di apprezzamento se non fosse stata ricreata in età moderna da un'interprete di tale carisma!

Ciao,
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda teo.emme » lun 10 dic 2012, 23:53

MatMarazzi ha scritto:Già, ma questo non toglie, Teo.emme, che l'opera (il nuovo Macbeth, che è poi quello che sentiamo abitualmente) sia stata creata in francese, oltre che con tutte le caratteristiche di un grand-opéra.

Però, caro omonimo, Verdi ha rivisto l'opera su testo italiano, così come le modifiche e le parti aggiunte. Solo a lavoro ultimato il tutto è stato tradotto in francese (in maniera, peraltro, poco rispettosa delle volontà autoriali). In questo senso non trovo necessario che il Macbeth "francese" venga fatto in francese. Anzi.
MatMarazzi ha scritto:Se non vuoi fare l'esempio con i Vepres (e hai ragione) fallo con Jerusalem o Le Trouvere.

Neppure farei confronti col Touvere (che non ebbe alcuna diffusione fuori dalla Francia) o Jerusalem (che pure non ebbe grande fortuna): il secondo Macbeth ha avuto una sua storia.
MatMarazzi ha scritto:E' ora di restituire a Macbeth la sua identità: o si fa quello "italiano" (con la giusta orchestrazione, senza balli e senza brani aggiunti) o si fa quello "francese" esattamente come fu confezionato (indipendentemente da quali siano state le strade che Verdi abbia o non abbia seguito per la composizione). Io almeno la vedo così.

Su questo concordo (salvo per la lingua): in genere non apprezzo le versioni "cocktail" (come i vari Don Carlos con inserti presi alla caxxo da versioni diverse, i Tannhauser che mischiano senza troppi scrupoli Dreda e Parigi, o i Boris che saltellano tra prima e seconda versione...). Questo aldilà dei gusti personali, ovviamente: io ad esempio trovo brutto il finale "francese", ma è difficile rinunciare al resto.
Ps: ecco, il bicentenario verdiano poteva essere l'occasione di un serio ed originale lavoro di esplorazione del Verdi meno "battuto"...il primo Macbeth, il primo Simone o la prima Forza del destino
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Macbeth, Wellber a Verona

Messaggioda vivelaboheme » mar 18 dic 2012, 21:17

Ho assistito alle prime due rappresentazioni di Macbeth di Verdi, a Verona, con direzione di Omer Meir Wellber, coordinamento scenico di Stefano Trespidi e regia di Amerigo Daveri.
L'allestimento fa di necessità virtù, con un'operazione di teatro nel teatro non nuova, non tutta riuscita ma a mio avviso abbastanza efficace. E' spesso valido l'uso delle proiezioni (il primo piano di Banco insanguinato, i vecchi film su Macbeth, non chiarissime invece le "apparizioni"), e lo spettacolo ha una sua vivacità pur fra qualche caduta di tono un po' naif, soprattutto nell'uso degli oggetti da parte dei protagonisti (buona però, a mio avviso, l'idea di Lady Macbeth che versa il vino... a nessuno, dà l'idea della falsa gioia del banchetto)..
Omer Wellber esegue, a mio avviso, il Verdi oggi forse più "idiomatico" fra i direttori, italiani e non, presenti sulla piazza. Basterebbero, a dire del talento del giovane musicista israeliano, lo stacco impressionante di "Le sorelle vagabonde" o la travolgente, ma anche elegante lettura del concertato finale atto 1 (per me, il massimo dei grandi concertati verdiani, insuperato prima e dopo), o le danze stesse (coreografia criptica, pur ben eseguita dal corpo di ballo). Ma è da lodare anche la perfetta coscienza di come la musica "insegua" e disegni (quei famosi, ripetuti "lamenti") il personaggio della Lady. Gran direttore, Wellber: non teme di rilevare il "sordido" presente in Macbeth, non cede al vezzo pseudoculturale, oggi in voga, di "educare" la musica di Verdi in base al "verbo" presunto di alcuni padreterni. Per mio conto, Verdi non necessita di "educatori" musicali. E, fra i meriti di Wellber, in qyuesto Macbeth, da una compagnia di varia caratura, non si perde una parola e gli accenti sono musicalmente scolpiti. E' vera parola scenica.
Non mi riferisco alla recensione apparsa qui su OC, che non condivido ma rispetto. Molto meno rispetto l'abitudine di qualche critico di testata illustre di assistere a metà spettacolo, poi andarsene e pubblicare la recensione come avesse visto e ascoltato la rappresentazione per intero. Sul Macbeth di Andrzej Dobber si può discutere: le intenzioni ci sono tutte, la consapevolezza nella resa musicale e drammatica del personaggio anche, la parola ben scolpita pure. Deve tuttavia fare i conti con una voce usurata: bene alla prima rappresentrazione, alla seconda ha avuto un paio di "incidenti di viaggio" all'ultimo atto. Dove la recensione di uno spettacolo visto a metà rivela la sua inattendibilità è nell'ingenerosa, ma soprattutto approssimativa descrizione della prova di Susanna Branchini: bella voce, magnifica presenza, perfetta dizione, una fior di Lady! Efficacissima nell'aria e cabaletta d'apertura, non acrobatica ma puntuale nel brindisi (dove Wellber chiede e ottiene. meravigliosamente, il cambio d'espressione fra la prima enunciazione, festosa e frivola, e la seconda, rabbiosa e impaurita). E di "facilità" davvero non consueta nella grande aria del sonnambulismo, eseguita dalla cantante in platea per chi è rimasto in sala ad ascoltarla (fra l'altro, alla prima, dalla mia poltrona nr 2 di fila 3 ho avuto il tuffo al cuore, non consueto, di sentir intonare i l'inquietante "Una macchia è qui tutt'ora" dalla poltrona esattamente retrostante la mia, dove la Lady aveva preso posto! Abbastanza impressionante, vi assicuro!). Prova lampante della mancata presenza di chi avrebbe dovuto professionalmente assistere all'intero spettacolo è, poi, aver avallato come positiva la prova dell'elemento evidentemente debole del cast, il Macduff di sgradevole suono e accento del pur volenteroso Massimiliano Pisapia ("Ah, la paterna mano" non è certo stato un momento memorabile delle due rappresentazioni cui ho assistito). Valido invece il Banco di Roberto Tagliavini.
Non è un Macbeth perfetto: ci sono ingenuità sceniche, pur se, ripeto, l'allestimento alla fin fine a mio avviso funziona. La direzione di Wellber e la prova della Branchini ne elevano decisamente lo standard.

marco vizzardelli
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Re: Macbeth, Wellber a Verona

Messaggioda DottorMalatesta » mer 19 dic 2012, 15:01

Guarda Marco,
sará che sono particolarmente eseigente, ma del Macbeth di Verona salvo solo la Branchini.
Sono rimasto davvero deluso dalla direzione, e non per la concertazione in sé, quanto per il fatto che l´orchestra di Verona é una vera e propria indecenza : Andry : : attacchi sporchi, intonazione precaria, fiati da sagra paesana… Veramente avvilente! Anche perchè si vede che ad Omer Wellber non spiace “sporcarsi le mani” con Macbeth. Piacerebbe davvero sentirlo in altro contesto. 8)
Per quanto riguarda lo spettacolo stenderei un velo pietoso… Vabbé che siamo in periodo di vacche magre, ma si tratta pur sempre dello spettacolo inaugurale!!! Valeva la pena realizzare due spettacoli in meno e curare di piú la resa scenica e musicale!!!!
Questo, almeno, a parer mio…
;-)
Un cordiale saluto,
Malatesta
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Re: Macbeth, Wellber a Verona

Messaggioda vivelaboheme » gio 20 dic 2012, 18:38

Non ho trovato i fiati di Verona molto peggiori rispetto agli scaracchi degli ottoni uditi a Milano nel Preludio Atto 3 del pur bellissimo (Kaufmann e regia) Lohengrin

Ciao
marco vizzardelli
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda beckmesser » mar 26 mar 2013, 13:42

Certo che quando la Scala decide di combinare disastri, ci mette un impegno e una coerenza non dissimili da quelli impiegati dal pd per perdere le elezioni… Non paga, nell’anno del bicentenario verdiano, di aver arrangiato un Macbeth con un cast da teatro di provincia, un regista di terz’ordine e un direttore importante ma dalle dubbie affinità con quest’opera (oltre che dalle dubbie propensioni a spendere molto tempo a provare), chiude il cerchio con l’avallare un disastro editoriale circa la versione eseguita. Già nel programma stampato all’inizio della stagione si leggeva “edizione completa della prima versione del 1847”: onestamente, avevo il dubbio si trattasse di un errore di stampa, e invece no: eseguono veramente la prima versione, cosa che darebbe un barlume di interesse a questo scalcagnato Macbeth (personalmente, mi convinco sempre più che la versione 1847 guadagni in efficacia drammatica più di quanto perda in raffinatezza musicale). Ma, dato che non sia mai che si dia un minimo di credito all’intelligenza del pubblico, nel corpo dell’edizione 1847 si inseriranno “La luce langue” al posto della cabaletta originale della Lady, e “Patria oppressa” sarà eseguito nella riscrittura del 1865. Col che quei brani, che già si inseriscono con qualche stridore nella versione 1865, in quella 1847 faranno la figura di alieni arrivati da non si sa bene dove. Il tutto, come spiegato in un video in cui il regista di questo spettacolo riesce in qualche minuto ad infilare una impressionante serie di banalità, perché il pubblico non accetterebbe di perdere “La luce langue”: ma chi l’ha detto? La maggior parte del pubblico scaligero probabilmente manco sa che del Macbeth ci sono due versioni; e quella parte che lo sa, forse si sarebbe mossa per sentire una versione 1847 coerente, mentre starà a casa davanti a questo guazzabuglio. Almeno però il pd, malgrado gli sforzi, riesce a perdere a sorpresa: la Scala i suoi disastri le programma in modo coerente e prevedibile… Mah…

Saluti,

Beck
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda DottorMalatesta » mar 26 mar 2013, 14:34

Non ho parole :shock: :shock: :shock:
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