Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham
teo.emme ha scritto: Penso ad una Gioconda (opera perfetta per una prima)
DocFlipperino ha scritto:
Una cosa che mi piace segnalare, soprattutto a chi non vive a milano, è la serie di attività parallele all'apertura del 7 dicembre che da un po' di anni si sviluppano in città.
una via di mezzo tra presenzialismo glamour ma anche - per fortuna - una serie di eventi culturalmente interessanti e accattivanti, tra cui ovviamente il progetto "prima diffusa".
Flip
teo.emme ha scritto:Aldilà dei gusti, però, credo che una prima non possa/debba essere un'opera come tutte le altre: ci deve essere un elemento tale per cui viene inaugurata una stagione con quel titolo. Presupponendo, poi, che la prima sia un po' il fiore all'occhiello, la prima impressione di un cartellone teatrale, ci si aspetta un titolo non scontato né troppo frequentato. Un titolo complesso che proprio in una prima può trovare occasione di esecuzione. Nel passato (anche prossimo) le prime hanno tutte avuto questo significato (con la sola eccezione, forse, di Iphigenie en Aulide). Presentare un Attila (a 5 anni dall'ultima esecuzione e con il precedente di quello di Muti che sarà scontato termine di paragone), mi sembra scelta da svendita di fine stagione. Che valore aggiunto può avere un nuovo Attila? Un cast che non riserva sorprese (già si fanno i soliti nomi - gli stessi che si trovano tranquillamente a Parma o a Bologna - e ci sono ampie possibilità che siano proprio quelli), un direttore che davvero non ha proprio più nulla da dire e che si sta dimostrando un impiccio al necessario ricollocamento della Scala in ambito internazionale. Io personalmente vorrei ben altri titoli (ma Chailly ha già detto che aprirà SOLO con titoli italiani): non solo opere di raro ascolto, ma lavori un tempo "di repertorio" e oggi messi un poco da parte. Penso ad una Gioconda (opera perfetta per una prima), un Benvenuto Cellini, il grand opera (che sta vivendo un revival in tutta Europa - pur con alterni risultati - e che in Italia è del tutto ignorato) dal Profeta agli Ugonotti, passando per Dom Sebastien, Jerusalem, Siege. Anche se il mio sogno rimane il Principe Igor (che temo, tuttavia, non vedrò a Milano neppure negli scarti di stagione estiva...).
VGobbi ha scritto:
Bellissime le proposte di Tantris, ma credo che dovrai emigrare all'estero, insieme a tanti giovani cervelli italiani che cercano maggior fortuna oltre il confine italico.
teo.emme ha scritto:Aldilà dei gusti, però, credo che una prima non possa/debba essere un'opera come tutte le altre: ci deve essere un elemento tale per cui viene inaugurata una stagione con quel titolo. Presupponendo, poi, che la prima sia un po' il fiore all'occhiello, la prima impressione di un cartellone teatrale, ci si aspetta un titolo non scontato né troppo frequentato.
annaimperfetta ha scritto:teo.emme ha scritto:Aldilà dei gusti, però, credo che una prima non possa/debba essere un'opera come tutte le altre: ci deve essere un elemento tale per cui viene inaugurata una stagione con quel titolo. Presupponendo, poi, che la prima sia un po' il fiore all'occhiello, la prima impressione di un cartellone teatrale, ci si aspetta un titolo non scontato né troppo frequentato.
Totalmente d’accordo. A me sarebbero piaciuti i Vespri
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