da teo.emme » mar 28 nov 2017, 15:36
Davvero una scelta di bassissimo profilo, non per Attila (che è, secondo me, uno dei titoli più interessanti di Verdi, e non solo del periodo giovanile), ma per il fatto che l'opera già è stata presentata 4 o 5 anni fa - pur in modo scadente - e "pesa" il precedente di una delle migliori prove del Muti scaligero (con un protagonista indimenticabile). Inoltre dopo la Giovanna d'Arco si pensava ad un Verdi più complesso e di maggiori dimensioni ed implicazioni. So che è argomento delicato e facile a fraintendimenti il parlare di "opere da prima", forse lo stesso ruolo di una prima scaligera non ha più - oggi - lo stesso valore di qualche tempo fa, certo è che mi sarei aspettato un altro genere di scelta (e dopo Giovanna d'Arco, Butterfly e Chenier vedo che il trend della Scala di Chailly è purtroppo sempre quello: sforzo minimo e nessun coraggio). Nel tanto vituperato ventennio mutiano (vituperato non da me, anzi...) e nel precedente periodo di Abbado la prima scaligera aveva ben diverse implicazioni culturali. Anche durante la direzione di Barenboim la proposta era più ricca, con spettacoli importanti per la storia del teatro milanese (su tutti il Tristan und Isolde). Delle prime di Chailly cosa resterà?
Matteo Mantica
"Fuor del mar ho un mare in seno"