Rigoletto (Carsen) Aix 2013

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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda DottorMalatesta » gio 25 lug 2013, 14:46

Visto (finalmente) prologo, I e II atto di questo Rigoletto. Conto di completare la visione questa sera, emicrania e lavoro permettendo. Spettacolo geniale. Senza se e senza ma (con buona pace di chi odia i dogmatici! :mrgreen: ).
Capisco peró che un´impostazione come quella di Carsen possa ingenerare parecchio sconcerto. Di Carsen ho visto dal vivo 7 spettacoli, e ho praticamente tutte le sue regie disponibili in DVD, quindi è un regista che conosco, che ho seguito nel tempo, e la cui “linea interpretativa” degli ultimi anni mi sembra piuttosto chiara.
Ma mettiamoci nei panni di chi pensa che Carsen sia la marca di una birra e che vada a vedere il Rigoletto aspettandosi di vedere rappresentata una storia che “accade”.
In fin dei conti, perché non dovrebbe essere cosí? Rigoletto é sempre stato rappresentato in modo “narrativo”, come una vicenda, come una storia. E lo stesso Verdi, da ruspante uomo di teatro qual era, puntava all´immediatezza, alla concisione, al plot, non certo alla rappresentazione simbolica, o al "concetto". E invece di una regia "narrativa", che si trova davanti il nostro spettatore capitato per caso ad Aix-en-Provence? Una regia fortemente simbolica, complessa, anche se lineare, perfettamente costruita e gestita dal punto di vista "tecnico" (a patto, naturalmente, di saperla „leggere“ e interpretare in maniera corretta). Per comprendere e poter valutare tale regia (potendo quindi esprimere un giudizio di merito) è infatti fondamentale cogliere il significato simbolico ad essa sottesa.
A questo proposito mi sembra rivelatoria la scena iniziale, con Rigoletto (che ha in mano una bambola gonfiabile nuda) che si confronta con il cadavere nudo della figlia di Monterone. Tutto questo Rigoletto è quindi pensato e realizzato come uno scontro tra realtá e finzione.
Il problema è che se non si coglie la giusta chiave interpretativa si rischia di non capire un tubo dell´intero spettacolo, che potrebbe quindi apparire irritante nel suo svolgimento (cosa mai significheranno tutte quelle maschere e quei travestimenti, potrebbe domandarsi il nostro spettatore)… E una regia davvero geniale e rivoluzionaria (nella concezione e nello svolgimento "tecnico) rischierebbe cosí di essere vista e interpretata come... "la solita regia moderna piena di provocazioni gratuite". :mrgreen:
Certamente una regia di impianto cosí fortemente simbolico richiede allo spettatore uno sforzo ben maggiore rispetto ad una lettura "narrativa", non fosse altro che per la necessitá di decodificare la simbologia sottesa. E il problema è che non siamo abituati a regie fortemente costruite sul "simbolo" in opere presentate da sempre come delle "storie", delle "vicende" (si vedano le medesime perplessitá suscitate dalla regia di Carsen del Don Giovanni). Il massimo é vedere qualche regia di taglio sostanzialmente narrativo, con qualche simbolino stupido piazzato qua che fa molto intellettuale chic (chessó qualche croce che fa molto morte, etc.). Ma una vera REGIA, condotta con rigore e linearitá su un concetto di fondo "non narrativo" ben definito è cosa estremamente rara. E quando capita di vederne una (cosí gli spettacolo dell´ultimo Carsen) spesso i giudizi sono contrastati.
Chiudo con un aneddoto che forse c´entra o forse no. Ieri sera mi guardo questo Rigoletto. Seduta sul divano accanto a me c´é mia moglie (che non ama l´opera, ma conosce Rigoletto). Appena parte il filmato, mi dice: "Lo sai che a me non piacciono le regie moderne". Quando compare Rigoletto, mi dice: "E che c´entra il Pagliaccio? E´Rigoletto, non Pagliacci. " Nel vedere le donnine nude: "Ora capisco perché ti piace tanto l´opera! "
:mrgreen:

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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda Maugham » ven 26 lug 2013, 10:24

Rodrigo ha scritto:Torniamo a noi, a me intrigano parecchio le chiavi di lettura proposte e che WSM ha brillantemente esposto, mi chiedo solamente se non è "troppo comodo" decontestualizzzare per metterle a nudo.


la tua perplessità è comprensibile.
Non riesco però a capire deve stia la "comodità".
Carsen ha fatto un lavoro tutt'altro che comodo. Anzi. Ha riflettuto sulla drammaturgia del lavoro cercando di darne una chiave di lettura originale. Deflo e Pizzi e Pier'Alli come tutti i numerosi sbobinatori di didascalie loro sì che fanno le regie "comode".

Aggiungo che Carsen in questo Rigoletto -secondo me- ha decontestualizzato poco. Non più di quanto avesse fatto Verdi rispetto all' l'originale di Hugo. Segno che poi a Verdi del contesto interessava fino a un certo punto. E comunque il Circo è del tutto ininfluente sul lavoro fatto da Carsen sulla drammaturgia. Lui stesso ammette che al cortile dell'Archevêché ha dovuto fare di necessità virtù. Il palcoscenico è ampio però non ha quinte. Quindi non sono possibili i cambi di scena. Di conseguenza l'impianto fisso è obbligatorio. E' stato scelto il circo in quanto evidente spazio in cui il grottesco trionfa. E soprattutto è un luogo di lavoro dove è possibile ipotizzare una struttura gerarichica simile a quella di una corte. Poi, secondo me, Carsen ha lasciato da parte il circo per soffermarsi sul gioco realtà/rappresentazione.

In altre parole: siamo davvero sicuri che l'ambientazione originaria non ci permetta di evidenziare i nodi sottesi a Rigoletto? .


Non so dirti. Ho visto tanti Rigoletti "originari" e devo dire che non ho mai provato quell'emozione che mi ha dato Carsen in quest'occasione facendomi toccare con mano i nodi più autentici dell'opera e tutte le sue ambivalenze.

Comunque ti chiedo questo, visto che mi pare ti piaccia il cinema.
Eyes Wide Shut - Kubrick. Non poteva tenere l'ambientazione originale di Doppio Sogno?
Apocalypse Now - Coppola. Non poteva tenere l'ambientazione originale di Cuore di Tenebra?
Salò - Pasolini. Non poteva tenere l'ambientazione originale delle Giornate di Sodoma?

Grazie per gli spunti

WSM
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda DottorMalatesta » ven 26 lug 2013, 10:50

Maugham ha scritto:
Rodrigo ha scritto:Torniamo a noi, a me intrigano parecchio le chiavi di lettura proposte e che WSM ha brillantemente esposto, mi chiedo solamente se non è "troppo comodo" decontestualizzzare per metterle a nudo.


la tua perplessità è comprensibile.
Non riesco però a capire deve stia la "comodità".
Carsen ha fatto un lavoro tutt'altro che comodo. Anzi. Ha riflettuto sulla drammaturgia del lavoro cercando di darne una chiave di lettura originale. Deflo e Pizzi e Pier'Alli come tutti i numerosi sbobinatori di didascalie loro sì che fanno le regie "comode".


Concordo. Carsen deve aver penato parecchio. E, in tutta onestá, anch´io (ho finito di visionare il video dello spettacolo ieri sera). Spettacolo davvero complesso (anche se rivelatore!), molto piú delle ultime cose di Carsen viste a teatro (Affare Makropoulos, Ariadne e Falstaff; quest´ultimo peró -va detto- con un taglio molto meno radicale e piú "narrativo").
Il fatto che comunque Carsen abbia realizzato uno spettacolo che comporta piú piani di lettura e interpretazione conferma la sua statura di gigante della regia moderna.

Ciao!
DM

P.S.: Altro che Viva VERDI. Io sono per il Viva MAUGHAM! : Nar :
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda VGobbi » sab 27 lug 2013, 9:20

Ho visto anch'io il Rigoletto di Carsen. Anzitutto, e ne parlavo proprio sabato scorso con Dottor Malatesta, come fate (mi riferisco a chi parla di regia teatrale come se fosse pane quotidiano), a sviscerare lo spettacolo con una semplicita' disarmamente e dando spiegazioni lineari e semplici, rendendo il tutto ovvio. Mi spiego ... se non fosse per le spiegazioni di Maugham, questo Rigoletto avrei fatto fatica a capirlo ... cosa e' dovuto? Alla mia ignoranza totale in materia registica? Ma lo spettacolo, la regia non dovrebbe semplificare l'opera, invece ci obbliga a scervellarci per capire il significato. Lo scopo di una regia d'opera e' farci ragionare o rendere lo spettacolo fruibile, rendendo facile la comprensione? Confesso, quando leggo gli interventi di Bagnoli, di Marazzi, del Dottor Malatesta, di Beckmesser, dello stesso Maugham e di altri che hanno dimestichezza con le regie d'opera, rimango basito di come riescono a decifrare lo spettacolo con semplicta'. Ma come fate!?! Ci vuole un back-groung culturale per poter fare quello che fate voi? Oppure e' un dono della natura? : Andry :

Musicalmente, invece ha lasciato desiderare, a partire dalla direzione musicale di un Noseda stranamente disattento e trasandato. Rigoletto ha scialacquato in modo vergognoso tanti parti declamate, a partire dal monologo "Pari siamo, per poi riscattarsi nelle parti cantabili (su tutti "Veglia o donna" con fiati interminabili. Mah ... mica capito com'e' sto' Gagnidze!!!). La migliore vocalmente e' stata sicuramente la Gilda della Lungu. Fascinoso il Duca di Mantova, impari al ruolo chi impersonava Sparafucile, nella norma gli altri.
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda Enrico » sab 27 lug 2013, 16:49

VGobbi ha scritto:HMa lo spettacolo, la regia non dovrebbe semplificare l'opera, invece ci obbliga a scervellarci per capire il significato. Lo scopo di una regia d'opera e' farci ragionare o rendere lo spettacolo fruibile, rendendo facile la comprensione?

Nel caso del Don Giovanni qualcuno aveva detto che il problema può essere la scarsa consuetudine con un certo tipo di regia o l'insufficiente conoscenza delle regie di Carsen (conoscerle tutte, come dice Malatesta, forse potrebbe aiutare). Questo Rigoletto l'ho visto distrattamente, senza tentare di "decifrare", e come ho già detto non mi è piaciuto (impressione privata e personale che non contesta il "punto di vista del sito", come direbbe Bagnoli) per molte ragioni che ora non ho tempo di spiegare. Penso però che se non avessi letto le varie spiegazioni avrei forse trovato questo spettacolo meno sgradevole. Capire non significa necessariamente apprezzare.
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda VGobbi » sab 27 lug 2013, 17:26

Enrico ha scritto:Capire non significa necessariamente apprezzare.

Verissimo Enrico, ma se si capisce lo spettacolo, si ha un metro di giudizio per poterlo apprezzare o meno!, no?
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda Maugham » lun 29 lug 2013, 9:56

VGobbi ha scritto: Ma lo spettacolo, la regia non dovrebbe semplificare l'opera, invece ci obbliga a scervellarci per capire il significato. Lo scopo di una regia d'opera e' farci ragionare o rendere lo spettacolo fruibile, rendendo facile la comprensione?


Scusa Vit, dove sta scritto che la regia dovrebbe "semplificare" l'opera?
Il regista è un interprete titolato a gestire la parte visiva. Un direttore gestisce invece la parte musicale. Nessuno dei due ha il compito di renderti facile la comprensione. Anzi, te la complicano. L'opera in forma da concerto o il disco è quanto di più semplice esista. Peccato che sia un "troncone" di Opera.
Poi, sono d'accordo con te, certe regie sono volutamente ingarbugliate e in alcuni casi il quizzodrono è dietro l'angolo e infastidisco me come te e come tanti altri.
Non mi sembra però il caso di Carsen e di questo Rigoletto.
Comincia il preludio in do minore. Sipario chiuso. Sipario però circondato da un festone di lucine da ribalta e quindi capisci che non è il sipario del teatro, ma un oggetto scenico. Parte il tema della maledizione. Alla chiusura del crescendo esce Rigoletto vestito da pagliaccio che sui tremendi ribattuti degli ottoni rivolge al pubblico una risata beffarda e tragica. Quando il climax si scarica la risata si trasforma in un pianto sconsolato e Rigoletto, piegato dal dolore, trascina una sacco che chiaramente contiene un corpo. E noi spettatori sappiamo benissimo di chi si tratti. Sulle ultime note del pruludio, oplà!, rabaltamento di prospettiva!: dal sacco esce una grottesca bambola gonfiabile e Rigoletto ci sghignazza in faccia il suo sberleffo. E' finzione! Si apre il sipario e siamo dentro un circo. Regno del grottesco e della contrapposizione di registri. Rigoletto è vestito e truccato da pagliaccio che, nell'immaginario collettivo, ormai è figura associata alla lacrima mista alla risata. Per tutta l'opera si cavano e si mettono delle maschere. Addirittura cambiano le luci e i colori quando si passa dalla realtà alla finzione! :D

Non ci vedo niente di complicato.
Semmai possiamo dire che Carsen ci ha un po' stancato visto che il conflitto tra realtà e rappresentazione è una sorta di idea fissa su cui sembra aver costruito la sua poetica degli ultimi anni.

Ciao

WSM
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda VGobbi » lun 29 lug 2013, 22:18

Grazie infinite, Maugham!!!
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda mattioli » mer 31 lug 2013, 13:27

In realtà il problema posto da Vit è molto interessante e riguarda la difficoltà di una parte del pubblico italiano (meno ampia di quel che si pensa, ma molto rompiballe: diciamo la minoranza rumorosa) a “leggere” ogni regia d’opera che non si limiti al puro arredamento. Di recente mi sono imbattuto nella rete in una “recensione” del Rigoletto di Carsen che ho divorato perché, come sapete, adoro la stupidità in tutte le sue forme. Era, in realtà, un’invettiva scomposta e scompiscevole che culminava con l’accusa a Carsen di aver messo in scena un’orgia, cioè esattamente quel che mette in scena Verdi nel primo quadro del Rigoletto. Però l’aspetto interessante è che si capiva che l’autore non aveva capito nulla, ma proprio assolutamente nulla della lettura di Carsen (evidentemente non aveva letto l’esegesi del Divino : Love : ). Non era, semplicemente, in grado di “leggerla”. Come se io mi mettessi a sfogliare un libro in spagnolo, lingua che non parlo, e poi dicessi che fa schifo.

Ora, questo (che evidentemente è solo un esempio, che cito solo perché mi ha fatto riflettere) si potrebbe anche liquidare come la tipica reazione, di violenza inversamente proporzionale all’intelligenza, di chi disprezza ciò che non capisce. Il punto, però, è un altro. E’ che a questo pubblico si è ripetuto per vent’anni che l’opera era quello che facevano Pizzi o la Cavani (mentre – lo sappiamo - il resto del mondo andava in un’altra direzione), che è bello ciò “che non disturba la musica”, che l’unico aspetto che conta in una produzione d’opera è quello visivo, ovviamente “di buongusto”, e che a teatro non si va assolutamente per pensare o per discutere, che è poi la ragione per la quale il teatro esiste, ma per rivedere per l’ennesima volta la Versione Autentica dell’Immortale Capolavoro. Ignorando che i capolavori tali restano, ma per ragioni sempre diverse, anzi sono capolavori appunto per questo.

Qui dovrebbe intervenire la critica. Giustamente la critica italiana non la legge nessuno e, ancor più giustamente, sta scomparendo dai giornali. Ma chi la legge, tipo il sottoscritto perché gli tocca e perché, appunto, ama perversamente la stupidità, sa benissimo che la critica italiana (anche qui: una parte, anche se temo non così minoritaria) non è in grado di spiegare alcunché, perché è la prima a non avere gli strumenti per “leggere”. Quindi, anche lei, scambia per “provocazione” ogni tentativo di riflettere sulla drammaturgia.

Rebus sic stantibus, non stupisce che Vit si lamenti della sua difficoltà a “capire” certe regie (che comunque, te lo garantisco, caro Gobbastro, è molto inferiore a quella di due terzi dei critici italiani). Non stupisce che un gruppo di arteriosclerotici lanci volantini che sembrano scritti da un bambino di quinta elementare per contestare, ovviamente PRIMA di averlo visto, il Ballo in maschera di Michieletto, che peraltro io non ho visto, ma che dalle descrizioni mi sembra essere una normalissima produzione d’opera come si vedono in tutto il mondo. E non stupisce che a nessuno di costoro non passi nemmeno per l’anticamera del cervello (anche perché bisognerebbe averne uno) che Michieletto o Carsen lavorano tranquillamente in tutto il mondo, senza apparire a nessuno minimamente "provocatorii".

Bah, scusate la tirata. Saluti a tutti, ossequi al Divino : Love :

AM

PS: anzi no, non ho finito. Sintomatiche le reazioni al Ring di Castorf a Bayreuth. Nessuno l’ha visto, ovviamente, ma il web già ribolle di indignazioni e di scomuniche basate, naturalmente, SOLO SULLE FOTO della produzione. Che una regia sia fatta anche e anzi soprattutto di recitazione e di relazioni fra i personaggi è irrilevante. L’unica cosa che conta è il décor. Che poi questo Ring prometta male e che quella di Castorf sia, sulla carta, una scelta sbagliata, sono d’accordo anch’io. Ma ho i biglietti per il terzo ciclo, quindi ve lo dirò dopo averlo visto…
Ultima modifica di mattioli il mer 31 lug 2013, 14:39, modificato 1 volta in totale.
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda mattioli » mer 31 lug 2013, 13:33

Fino a quando, signor Mattioli, il mondo sará disposto a tollerare le sue parole?
Lei è un sovversivo, un provocatore e – sia detto chiaro e tondo- un uomo pericoloso.
I Suoi scritti sono reiterati, continui attacchi contro la purezza dell´arte e la nobilitá del canto del compositore che pianse ed amó per tutti, contribuendo a spargere nell´orbe intero la fama del Regno Italico.
Nella musica del Maestro Verdi tutto è nobile, alto, sublime. L´appellativo di “traviata” (cui Lei vorrebbe attribuire connotazioni di irripetibile volgaritá) deriva dall´aver smarrito la via di casa, la poveretta, rientrando da un tè a corte. E mi stupisco che Lei non lo sappia: vivendo a Parigi, avrá pur notato che in certe ore il traffico è una cosa terribile! In Verdi le donne sono o angeli o sante, e gli uomini eroi impavidi e coraggiosi, una mano sul cuore e l´altra sull´elsa (e non da altre parti, come invece lei vorrebbe insinuare). Altro che mignotte, gobbi assassini, poppe al vento e culi all´aria!
Cordialmente sua,

Adelia degli Adimari
Presidentessa della Lega Italiana a difesa dell´autentico spirito verdiano


Dimenticavo il geniale Malatesta : Love : !

Scusi il ritardo nella risposta, signora Adelia, colpa del treno deragliato a Santiago de Compostela. Ma del resto Lei è un sottoprodotto del catalogo verdiano, quindi, a meno che al professor Gosset non vengano strane idee, può dormire sonni tranquilli. Comunque ha ragione su tutto. Tuteli l'antico spirito verdiano (anche e soprattutto da Verdi, direi). E continui a ricordarci che contro il sonno della ragione la sveglia migliore resta sempre l'ironia : Thumbup : .
Baci e abbracci

AM
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda VGobbi » mer 31 lug 2013, 17:23

mattioli ha scritto:... avere gli strumenti per “leggere”. Quindi, anche lei, scambia per “provocazione” ogni tentativo di riflettere sulla drammaturgia.

La domanda e' ovvia : quali gli strumenti necessari per capire una regia teatrale? Consigli?
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda mattioli » mer 31 lug 2013, 19:26

Consiglierei, semplicemente, di vedere più spettacoli possibili e di ragionarci sopra senza fermarsi a quella che Celletti chiamava "la prima osteria".
E anche di leggere molto Maugham :mrgreen:
Ciao

AM
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda Enrico » mer 31 lug 2013, 23:00

mattioli ha scritto:l’accusa a Carsen di aver messo in scena un’orgia, cioè esattamente quel che mette in scena Verdi nel primo quadro del Rigoletto.

Secondo me non è un'orgia: ora non posso dire altro. Ma forse sono stupido, arteriosclerotico e privo di cervello.
Enrico B.
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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda DottorMalatesta » mer 31 lug 2013, 23:50

Enrico ha scritto:
mattioli ha scritto:l’accusa a Carsen di aver messo in scena un’orgia, cioè esattamente quel che mette in scena Verdi nel primo quadro del Rigoletto.

Secondo me non è un'orgia: ora non posso dire altro.


di certo non un collegio di educande...

un caro saluto a tutti da monaco di baviera!

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Re: Rigoletto (Carsen) Aix 2013

Messaggioda VGobbi » gio 01 ago 2013, 21:41

Egregio Dottor Malatesta ... quand'e' che torni da Monaco, ma sopra tutto ci recensisci gli spettacoli che hai visto, in particolare il Boris Godunov!!! : Love :
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