Carmen (Bizet)

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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » ven 11 dic 2009, 20:03

Bertarido ha scritto:Che delusione! E se non vale la pena di parlare qui della Carmen dove farlo allora?


Se ti va di farlo qui, fallo (come mi pare tu abbia fatto)!
Sei libero... come sono libero io di dire che, se vogliamo scrivere di qualcosa sull'opera, ci sono mille spettacoli più importanti/interessanti/meritevoli su cui discutere.

Mi sa che anche operadisc si sta trasformando in un sito di talebani!


Per fortuna non si è ancora trasformato in un sito di talebani, perché gli interventi "moralizzatori" come il tuo sono fortuanatamente pochi.
Finora ho letto solo legittime, fondate e documentate perplessità su una produzione squallida e un teatro malgestito, con l'aggravante che un'inaugurazione scaligera costa al contribuente italiano più di qualsiasi produzione di qualsiasi teatro della penisola (e nel conteggio delle spese considero anche il deprimente "spot" televisivo condotto - sempre a spese del contribuente - da quel grande difensore della cultura che è Fazio, il quale stranamente si ricorda della musica classica solo tre giorni prima di Sant'Ambrogio.... ).
Senza bisogno di essere talebani o profeti (due categorie accomunate dal fatto di non motivere mai, a differenza nostra, le loro affermazioni), è perfettamente lecito che il rigore del nostro giudizio sia equiparato - come in questo caso - allo sperpero di risorse e all'aggressività della promozione.

PS a proposito del tanto vituperato monsieur Lissner volevo solo far notare che in una delle interviste rilasciate prima dell’esecuzione aveva precisato che la “sue” stagioni potranno essere apprezzate solo a partire dal 2010, evidentemente quando andranno in scena gli allestimenti da lui voluti. Quindi per giudicare l’operato bisognerebbe forse esercitare ancora un po’ di pazienza.


Questa poi, caro Bertarido, è talebanissima! (esistono anche i "talebani pro", sai? non solo quelli "contro") :)
Forse ti è sfuggito che nella conferenza stampa di annuncio dell'attuale stagione, Lissner aveva dichiarato che proprio "questa" era la stagione in cui si riconosceva perfettamente.
Ed era già quella un'affermazione grottesca! Ma davvero può affermare che gli ci vogliono cinque anni per programmare qualcosa di suo, avendo a disposizione barche di soldi, centianai di dipendenti e tutta la logorrea pubblicistica della stampa allineata?
Ma con che faccia pensa di poterci raccontare queste fanfaluche?
Gerard Mortier, senza tante querimonie, ha già impostato completamente la stagione prossima di Madrid (e ha dichiarato alla stampa che è già completamente sua) pur essendosi insediato solo quest'anno.
Joel è appena salito al timone dell'Opéra di Parigi, ma la stagione attualmente in corso è già in tutto e per tutto "sua" (tranne qualche ripresa): persino l'inaugurazione è stata una Mireille di cui lui stesso ha firmato la regia.

A Aix-en-Provence lo stesso Lissner è stato solo cinque anni. Dobbiamo dedurre che nessuna delle sue stagioni provenzali, di cui si vanta tanto, erano sue? Ma tutte della gestione precedente?
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda VGobbi » ven 11 dic 2009, 20:29

'azz, ci stavo cascando sull'affermazione di Lissner. Davvero, dico, davvero ci avevo sperato che il vero Lissner l'avremmo scoperto l'anno futuro. :oops:

Io comunque vorrei proporre una domanda, sopra tutto per chi ha disprezzato finora il direttore artistico francese. Nella sua permanenza scaligera, c'e' davvero qualche spettacolo che vi ha fatto gridare d'entusiasmo? O tutto va buttato giu' dalla torre?

Io lo ringrazio sopra tutto per avermi fatto conoscere dal vivo la Kostelnicka della Silja. Vi pare poco per voi che viaggiate mezzo mondo ... ma per un pantafolaio e pigro come me, insomma ... confesso che non e' poco, anzi!!!
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Enrico » ven 11 dic 2009, 20:34

MatMarazzi ha scritto:
nel conteggio delle spese considero anche il deprimente "spot" televisivo condotto - sempre a spese del contribuente - da quel grande difensore della cultura che è Fazio, il quale stranamente si ricorda della musica classica solo tre giorni prima di Sant'Ambrogio....


Ho installato ieri il mio decoder digitale-terrestre e ho visto che il canale RaiSat-Extra sta replicando all'infinito la trasmissione di Fazio in onore di Barenboim e degli altri semidei. Qualche comune mortale potrebbe chiedersi perché la Rai non abbia provato a trasmettere l'opera in diretta in chiaro, come si faceva una volta, o almeno registrata in seconda o terza serata, se veramente si voleva dare importanza a un così grande evento culturale.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » ven 11 dic 2009, 22:07

MatMarazzi ha scritto:Forse ti è sfuggito che nella conferenza stampa di annuncio dell'attuale stagione, Lissner aveva dichiarato che proprio "questa" era la stagione in cui si riconosceva perfettamente.
Ed era già quella un'affermazione grottesca! Ma davvero può affermare che gli ci vogliono cinque anni per programmare qualcosa di suo, avendo a disposizione barche di soldi, centianai di dipendenti e tutta la logorrea pubblicistica della stampa allineata?

Sono d'accordo con te nel dire che le affermazioni di Lissner siano un po'... - come dire? - curiose... : Blink :
E' però vero che anche Peter Gelb, insediatosi al Met a metà 2006, ha dichiarato che la prima stagione tutta sua è l'attuale (2009-2010).
Ancora lo scorso anno, tanto per dire, il direttore artistico avrebbe voluto aprire la stagione 2008-2009 con una nuova produzione, ma vigeva ancora il contratto stipulato da Volpe per il Gala-Fleming. Gelb, si mormora, provò a convincere la signora a rinunciare alla serata, o a posticiparla a stagione in corso, ma si sentì rispondere picche. La civettona! :mrgreen:
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Maugham » sab 12 dic 2009, 10:25

Tucidide ha scritto:E' però vero che anche Peter Gelb, insediatosi al Met a metà 2006, ha dichiarato che la prima stagione tutta sua è l'attuale (2009-2010).
Ancora lo scorso anno, tanto per dire, il direttore artistico avrebbe voluto aprire la stagione 2008-2009 con una nuova produzione, ma vigeva ancora il contratto stipulato da Volpe per il Gala-Fleming.


Senza dubbio Gelb sarà stato anche vittima di una serata di gala non voluta.
Vorrei però far notare che il signore in questione, da quando è al timone del Met, ha inventanto le proiezioni nei cinema, il player sul sito, l'archivio audio on demand, la webradio dedicata. Ha stretto accordi con alcune delle principali tv in alta definizione del pianeta (non certo con la nostra Classica :D ), ha siglato un accordo esclusivo con la Emi per la pubblicazione dei DvD e, non contento, ha fondato una sua casa video autonoma di cui ha già pubblicato due titoli.
Con il risultato -questo davvero sì, molto più sensazionale di una carmencitina all'amatriciana- di essere il primo teatro al mondo ad aver incassato di più con l'indotto tecnologico che con lo sbigliettamento.
Addirittura sono stati in molti ad accusarlo di avere "stravolto" l'immagine del teatro.
Poi, te lo concedo, oltre alla serata di gala (che comunque ha portato incassi stellari), forse sarà anche dovuto capitolare di fronte a qualche antico patto stipulato con Patricia Arquette. :)
Con il cambio del timone scaligero non è nemmeno cambiato il sito. Forse anche lì c'era un accordo vincolante con il provider.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » sab 12 dic 2009, 13:28

Tucidide ha scritto:Ancora lo scorso anno, tanto per dire, il direttore artistico avrebbe voluto aprire la stagione 2008-2009 con una nuova produzione, ma vigeva ancora il contratto stipulato da Volpe per il Gala-Fleming. :


Vorrei aggiungere a quel che ha detto Maugham che il problema di Gelb è che, al suo insediamento, esistevano già scritture pregresse.
Ma se ti ricordi, il nostro Lissner - all'epoca del suo insediamento, cinque anni fa - lanciò alti lai perche non c'era una scrittura in essere, nulla di pronto, nessun contratto firmato e lui, povero martire, avrebbe dovuto montare la stagione tutto da solo, senza adeguato tempo.
Quindi come vedi il problema opposto rispetto a quello del Met.

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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » sab 12 dic 2009, 14:06

Maugham ha scritto:Vorrei però far notare che il signore in questione, da quando è al timone del Met, ha inventanto le proiezioni nei cinema, il player sul sito, l'archivio audio on demand, la webradio dedicata. Ha stretto accordi con alcune delle principali tv in alta definizione del pianeta (non certo con la nostra Classica :D ), ha siglato un accordo esclusivo con la Emi per la pubblicazione dei DvD e, non contento, ha fondato una sua casa video autonoma di cui ha già pubblicato due titoli.
Con il risultato -questo davvero sì, molto più sensazionale di una carmencitina all'amatriciana- di essere il primo teatro al mondo ad aver incassato di più con l'indotto tecnologico che con lo sbigliettamento.
Addirittura sono stati in molti ad accusarlo di avere "stravolto" l'immagine del teatro.

Questa è effettivamente la principale novità introdotta da Gelb.
Almeno tre serate la settimana sono trasmesse su Sirius, e le prime sono ascoltabili gratuitamente sul sito.
Diciamo che il direttore del Met si è adattato, anzi ha portato alle estreme conseguenze il nuovo corso della fruizione dell'opera nel mondo.
Non solo si è accusato Gelb di aver stravolto l'immagine del teatro, ma persino di diffondere la mala pianta dell'ascolto "tecnologico" in luogo del primigenio ascolto dal vivo in teatro.
Credo che in Italia, se un sovrintendente prendesse queste decisioni, si sentirebbe dire: "che vergogna! Il canto lirico è alla frutta, e lui pensa alle radio, ai cinema e ai DVD!" : Andry :
In America invece, tutti o quasi a dire: "Yeah! Fantastic!" :)
E' un fatto di indole.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » sab 12 dic 2009, 14:14

Tucidide ha scritto:Diciamo che il direttore del Met si è adattato, anzi ha portato alle estreme conseguenze il nuovo corso della fruizione dell'opera nel mondo.
Non solo si è accusato Gelb di aver stravolto l'immagine del teatro, ma persino di diffondere la mala pianta dell'ascolto "tecnologico" in luogo del primigenio ascolto dal vivo in teatro.
Credo che in Italia, se un sovrintendente prendesse queste decisioni, si sentirebbe dire: "che vergogna! Il canto lirico è alla frutta, e lui pensa alle radio, ai cinema e ai DVD!" : Andry :
In America invece, tutti o quasi a dire: "Yeah! Fantastic!" :)
E' un fatto di indole.


Mi pare che tu non abbia ben chiaro il concetto del termine "adattarsi".
Tutto ciò che ha fatto Gelb ha significato "lavoro", "impegno", "investimenti".
Questo non è "adattarsi", bensì "fare".
Non so se è una questione di indole italiana o americana, ma certo è molto "italiano" giustificare con la "diversità di culture" e "indole" il fatto che un teatro "faccia" diecimila cose, cammini col progresso, ottenga sempre in cartellone tutti i nomi più importanti al mondo e l'altro non sia nemmeno in grado di dare una veste accettabile al proprio sito.
:)

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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » sab 12 dic 2009, 15:09

MatMarazzi ha scritto:Non so se è una questione di indole italiana o americana, ma certo è molto "italiano" giustificare con la "diversità di culture" e "indole" il fatto che un teatro "faccia" diecimila cose, cammini col progresso, ottenga sempre in cartellone tutti i nomi più importanti al mondo e l'altro non sia nemmeno in grado di dare una veste accettabile al proprio sito.

Mat, lo sai anche tu che in Italia il Met è per antonomasia il teatro dove "tutti applaudono tutto senza criterio". :)
Quando, sempre più raramente, Radio Rai 3 trasmette le pomeridiane del sabato dal teatro newyorkese, nove volte su dieci arrivano commenti scandalizzati alla redazione da parte dei radioascoltatori. Un esempio? La Lucia di Lammermoor con la Dessay. In America è stato un successone. Se la sono passate la Dessay, la Damrau e la Netrebko, ossia tre importanti dive dei nostri tempi. La prima con la francese è stata trasmessa nei cinema e anche in piazza. La ripresa con la russa è diventata un DVD, seppure funestata dalla rinuncia di Villazon. In Italia la si è anche pesantemente criticata.
Anche un intenditore di certo non "talebano" come Maugham, :wink: quando ha visto La rondine con gli Alagnas si è annoiato e non ha condiviso gli uragani di applausi tributati a questo spettacolo. In America, "wonderful, terrific, tremendous" eccetera.
E' anche vero che quando fu trasmesso su Arte l'Eugenio Onegin con Hvorostovskij e la Fleming per la regia di Carsen e la direzione di Gergiev (un grandissimo allestimento sotto tutti i punti di vista, a mio avviso), lessi commenti italiani molto positivi.

Ad ogni modo, non volevo certo sminuire il lavoro di Peter Gelb, ci mancherebbe! :) Diciamo che ha avuto il merito di prendere il toro per le corna, e resosi conto che il futuro dell'opera non è più solo all'interno dei teatri, ma nell'esportazione del prodotto al di fuori di esso, ha portato questa istanza all'ennesima potenza. Una mossa da grande uomo d'affari. Io sono potenzialmente d'accordo con questa politica.
Solamente, mi chiedo quanto sarebbe apprezzato in Italia un direttore artistico così. Lo si prenderebbe, temo, per un cinico e scaltro affarista, che mercifica la cultura ed insegue sempre e solo il dio $ (oppure €).
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » sab 12 dic 2009, 16:36

Tucidide ha scritto:Mat, lo sai anche tu che in Italia il Met è per antonomasia il teatro dove "tutti applaudono tutto senza criterio". :)


Ecco Tuc, questo è uno dei luoghi comuni più beceri e assurdi, che è ora di cominciare a smantellare un po'.
Il pubblico del Met fatto di turisti e grezzoni all'americana, che applaudono tutte le scemenze, mentre noi siamo tanto raffinati...

Il pubblico del Met, fin dall'800, ha potuto ascoltare a confronto i più grandi esponenti di tutte le scuole. Era così nell'800 ed è così oggi.
Le loro stagioni offrono la più incredibile varietà di nomi, culture, repertori che si possa desiderare. Il loro "quotidiano" è fatto di ascolti e confronti talmente elevati da formare PER FORZA una prospettiva critica maggiore della nostra.
Mentre noi, per riprendere il tuo esempio, stiamo qui a pontificare e a scuotere tristemente il capo sulla Dessay, sulla Netrebko, sulla Damrau - dai dischi per bene che vada oppure da youtube - loro le ascoltano dal vivo e le giudicano di conseguenza.
Ora da noi la Sutherland è diventata un'icona. Non c'è italiano che non la elevi sugli allori dell'Unico Possibile Metodo di Canto.
Non v'è chi si ricordi, però, che in Italia, dopo i primi anni, nessuno l'ha più sentita, nemmeno in Norma: al Met la sentivano tutti i giorni.
Così come sentivano la Rysanek, la Varnay, la Soderstrom, la Von Stade, la Nilsson, la Schwarzkopf, la Price.
Chi ha più diritto di evocare lo spettro della Sutherland e nascondersi dietro al suo lenzuolo?
Loro (che l'hanno avuta di casa per decenni e le hanno dato la gloria) o noi (che per quindici anni non l'abbiamo nè vista, nè sentita, nè considerata)?
Eppure sono loro, oggi, che inneggiano alla Dessay, loro che la Sutherland l'avevano capita davvero; noi invece irridiamo la Dessay e sospiriamo sul ricordo di Joan, come fra quarant'anni sospireremo su quello di Natalie...
Nell'uno e nell'altro caso, la differenza è che loro "ci sono dentro", noi no. Noi siamo alla finestra... da fuori! Come piccole fiammiferai che guardano le leccornie altrui, fanno la fame, e non di meno trovano il modo di sentirsi "superiori".

E il repertorio?
Noi siamo tutti contentoni perché l'anno scorso (a sala vuota) si è tenuto il primo Affare Makropulos alla Scala.
Al met dieci anni fa si registravano esauriti per lo stesso titolo.

E i registi?
Da noi inauguriamo con un bluff: un'analfabeta della regia operistica.
Loro affidano Tosca (nientemeno) a un Luc Bondy.
Anche lì ci sono state polemiche atroci contro l'allestimento...fischi e contestazioni.
Ma se permetti... un conto è discutere e scontrarsi su Luc Bondy, un conto è farlo su emma Dante... un po' di differenza c'è.

Pare non sia piaciuta nemmeno l'interpretazione di Karita Mattila... solitamente idolatrata al Met.
Ok... Ma un conto è discutere sulla bravura o meno di Karita Mattila; un altro è discutere sulla Rachvsaschvili.

E visto che parliamo di regie...
Noi siamo tutti contentoni perché l'anno prossimo ci sarà alla Scala uno spettacolo di Claus Guth.
Bene... siamo tutti emozionati! mmmm....
Al met lo vedono all'opera da almeno dieci anni.
Noi siamo contentoni perché a Milano c'è Carsen...
mmmm... che bello! Che genio!
Ma ancora nessuno degli spettacoli di Carsen a Milano è stato fatto direttamente per la Scala... solo roba importata.
L'Oneguin del Met (che risale ormai a quasi un decennio fa) era originale.
Da noi un Mc Vicar non si sa nemmeno chi sia!
Al Met gli hanno affidato addirittura il Trovatore di Verdi.

E questo è ciò che un newyorkese medio si "pappa" quando va a teatro.
Si diventa competenti per forza con un simile ventaglio di esperienze, di ascolti, di confronti.
Noi si, costretti ad ascoltare gli artisti meno noti, a vedere le star solo di sfuggita, nei ritagli della loro agenda, a sorbirci regie ormai vecchie e a considerare gente come la Dante "avanguardia", noi sì siamo IMPOSSIBILITATI ad essere a nostra volta "competenti".
Per questo da noi fioriscono le loggionerie da vecchi barbogi; i cellettismi e vociologismi da operetta, i preconcetti contro la "vera" sperimentazione...
perché siamo ormai un pubblico incompetente, e non per colpa nostra, ma perché siamo tagliati fuori!

Al met hanno applaudito la Lucia della Dessay? Segno che sono molto più esperti di noi!
Hanno riconosciuto in lei, nonostante tutto ciò che si può dire sulla sua eterodossia stilistica, la più grande Lucia del nostro tempo.
Applaudono la Netrebko e la Damrau? Fanno bene!
Sono grandi artiste e grandi personalità, che ho applaudito con entusiasmo anche io quando ho potuto ammirare dal vivo, pur con tutte le riserve che anche gli Americani (nei loro siti e blog) sono capacissimi di esprimere.
E comunque sono capaci anche di fischiare a loro volta (e lo fanno spesso, come ricorderà la Guleghina).
La verità è che il loro tasso di esperienza è maggiore del nostro, grazie all'efficienza e varietà della loro programmazione.

Tu puoi dire quello che vuoi, ma io se fossi una "Lucia" (:)) avrei paura a farmi sentire in un Teatro dove hanno appena ascoltato la Dessay, la Netrebko e la Damrau... Mentre non mi sentirei così intimidito in un teatro dove le ultime Lucie ascoltate (lustri fa) furono la Devia e la Fabbricini.
Se fossi un regista, avrei paura a produrmi in una stagione che alterna spettacoli di Chéreau, Mc Vicar, Bondy, Jones...
Avrei una paura folle di confrontarmi a un pubblico che davvero convive quotidianamente con tutto questo.
Non certo di un pubblico costretto a dedicare sette pagine di forum alla Carmen delle debuttanti.

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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda VGobbi » sab 12 dic 2009, 17:11

So che e' una sforzatura colossale, ma se aspettassimo (come se fosse l'ultimo appello per il direttore artistico), la prossima stagione scaligera di Lissner, quello che lui stesso definisce sua (anche se onestamente non so quanto sia vero e se l'ha dichiarata)? :roll:

Vediamo cosa sapra' donarci la prossima stagione ...
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Enrico » sab 12 dic 2009, 17:26

MatMarazzi ha scritto: in un teatro dove le ultime Lucie ascoltate (lustri fa) furono la Devia e la Fabbricini.


L'ultima, con glassarmonika, in diretta su Radiotre, è stata qualche anno fa la Ciofi, affiancata da un tenorino sostituto che debuttava "per caso" (alla Scala!) nel ruolo di Edgardo.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda pbagnoli » sab 12 dic 2009, 17:58

Non posso ovviamente far altro che inchinarmi di fronte al post di Matteo, come sempre ricco di considerazioni talmente profonde da far arrossire di vergogna chi gestisce quello che una volta fu il più grande teatro d'opera del mondo.
Ha ragione lui: stiamo qui a menarcela con queste cosucce, quando a NY hanno... tutt'altra cosa.
Persino a Zurigo - quindi a tre ore di macchina da Milano - possiamo vedere spettacoli di caratura ben diversa come il Tristan di Guth con la Stemme o la Tosca con Kaufmann, Hampson e la regia di Carsen.
Vittorio fa riferimento alla prossima come a quella che si spera essere la prima vera stagione di Lissner, ma - come ha detto Matteo - doveva già essere questa.

Credo che sulla nostra testa gravi un'ipoteca non da poco: l'idea che basti darci quello che Lissner pensa che noi vogliamo.
Mi spiego meglio: l'Aida di Zeffirelli - uno dei punti più bassi della mia carriera di spettatore d'opera - doveva essere nelle intenzioni di Lissner l'allestimento di un'opera italiana come sarebbe potuta piacere ad un italiano. Se questa è l'opinione che M.sieur Lissner ha degli italiani, vuol dire che gli pesa ancora da matti aver perso ai rigori la Finale del Campionato di calcio 2006.
Per la competenza di cui ci fa credito, egli evidentemente ritiene che:
- allo spettatore che chiede la voce che si senta in cima al lampadario, è inutile dare il dicitore, il cesellatore: se non c'è la Obraztsova o la Zajick della situazione, va bene anche la ragazza, anzi meglio perché la sua inesperienza fa tenerezza
- allo spettatore che fa esplicito richiamo ai fondali dipinti, o alla forma di concerto che non distragga dalla voce, va benissimo la minima provocazioncina della regista inesperta d'opera. Se va bene, sarà un trionfo; se va male, se ne parlerà lo stesso, il che è sempre desiderabile
- ai perenni scontenti, quelli che criticano qualunque cosa, non andrà mai bene niente, per cui perché dannarsi tanto?
Alla fine faccio la provocazioncina anch'io: e se avesse ragione lui? In fin dei conti il pubblico italiano, intellettualmente pigro, fa tutti questi gran giri per andare a vedere spettacoli più stimolanti? Certo che no (adesso Matteo mi uccide): anzi, piomba in massa a Milano.
Quindi...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Enrico » sab 12 dic 2009, 18:10

S'i'fossi Lissner... penserei seriamente a una Lucia: ma vado a scrivere la mia ideuzza nella discussione dedicata all'opera di Donizetti.
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Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » sab 12 dic 2009, 18:26

Enrico ha scritto:
MatMarazzi ha scritto: in un teatro dove le ultime Lucie ascoltate (lustri fa) furono la Devia e la Fabbricini.


L'ultima, con glassarmonika, in diretta su Radiotre, è stata qualche anno fa la Ciofi, affiancata da un tenorino sostituto che debuttava "per caso" (alla Scala!) nel ruolo di Edgardo.


Già dimenticavo... :)
Grazie della precisazione: mentre loro, poverini, al Met applaudivano qualsiasi roba (la Dessay, la Netrebko, la Damrau), noi avevamo la Ciofi, per forgiare il gusto del nostro pubblico. :)
Poi per carità... la Ciofi è un'artista anche pregevole; ottima professionista e vera musicista, lo dico sul serio! E tuttavia...

Pbagnoli ha scritto:Alla fine faccio la provocazioncina anch'io: e se avesse ragione lui? In fin dei conti il pubblico italiano, intellettualmente pigro, fa tutti questi gran giri per andare a vedere spettacoli più stimolanti?


La domanda che ti pongo, Pietro, è: il pubblico italiano è davvero "pigro" o non è piuttosto "impigrito", a causa di decenni di programmazione di serie B?
Non credi che, ad esempio, su questo forum se avessimo la possibilità di discutere per sette pagine su uno spettacolo di Bondy, un debutto della Von Otter, una direzione di Boulez non lo faremmo più che volentieri?
Non è che siamo diventati così perchè, a forza di tenerci a pane e acqua, ci hanno disabituato alla vera gastronomia?
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