Milano, 2009
Già che l'ho visto, vi do qualche impressione.
L'opera a me piace, malgrado sia unanimamente criticata dai commentatori blasonati: a me piace perchè è un commento musicale al testo, che di fatto costituisce il cuore dell'opera, molto più della musica. La traduzione del testo non è meravigliosa, ma è pur sempre Eliot.
Messa in scena molto spoglia, pochi movimenti, cosa che mi pare molto adatta. Furlanetto bravo, ma con qualcosa che manca nell'interpretazione: chi è Thomas? Non si capisce molto, per Furlanetto sembra che sia un signore che ha tanti nemici a causa della sua attività politica, ma non mi ha fatto capire bene perchè è tornato a Canterbury e perchè decide di farsi ammazzare. La rassegnazione di Rossi-Lemeni nell'intermezzo, l'estasi mistica e il tormento "wotaniano" di Hotter erano altra cosa, senza voler necessariamente lodare i bei tempi che furono. Il contorno era buono, ma -avendo nelle orecchie l'edizione Karajan, soprattutto gli straordinari Stolze, Berry, Schoeffler e Kreppel- mancavano drammaticamente di personalità.
Direzione senza infamia e senza lodi: un po' monotona, ma non noiosa.