Tosca (Puccini)

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Re: Tosca (Puccini)

Messaggioda MatMarazzi » mar 30 nov 2010, 17:47

Caro Sunny,
intanto un caloroso benvenuto. :)

Pre principio non leggo mai le note di regia sui programmi di sala, quindi posso solo darti la mia opinione di spettatore (a meno che Carsen non si decida a iscriversi nel nostro forum!) :)
Come abbiamo detto, Carsen porta avanti anche in Tosca una riflessione che ricorre in molti suoi spettacoli (non so se hai visto il suo Capriccio, i suoi Racconti di Hoffman, la sua Arianna a Nasso, la sua Carmen: io li ho visti tutti dal vivo, ma i primi due sono anche in DVD).
La riflessione riguarda il rapporto tra finzione e verità nell'arte.
E' un problema che dà i brividi (specie oggi, con l'invadenza della realtà virtuale) e che Carsen sente moltissimo.
Quanto è "vera" l'arte? Quanto è "finta" la realtà?
E nella finzione non consiste proprio la verità dell'arte?
E il pubblico?
Quando noi assistiamo a un atto teatrale, in quel momento siamo veri (in quanto partecipi dell'evento artistico) o siamo anche noi parte di quella grande finzione?
Tu dirai "che c'entra tutto questo con Tosca".
C'entra... o anzi... non c'entra nulla se pensiamo alla Tosca di Puccini e Sardou (che avevano in testa, come tu giustamente dici, questioni di altra natura: questioni ideali, questioni politiche), ma c'entra se prendiamo "Tosca" come un oggetto simbolico.
Ossia come modello di iper-finzione teatrale: casualmente, se vuoi, ma quest'opera si adatta a meraviglia al "rovello" di Carsen, al suo riflettere sul rapporto fra finzione artistica e verità della vita (o, paradossalmente, fra instabilità del reale e assolutezza dell'arte).
Pensaci: quante sono le instabilità verità-finzione in Tosca?
"Vissi d'arte, vissi d'amore" canta la protagonista nell'esaltazione del suo tema.
"mai Tosca alla scena più tragica fu" commenta Scarpia mentre lei sta soffrendo la realtà.
"con scenica scienza" vorrebbe Tosca insegnare a Cavaradossi a morire! "Ecco un artista" dirà lei quando egli morirà davvero.
Folgoranti e continue invasioni di campo: la verità nell'arte, l'arte nella verità.

Carsen ci si butta a pesce! Quest'opera in cui una diva non sa essere donna... o è troppo donna per essere diva.
Quest'opera in cui la finzione e la verità si mescolano con insistenza destabilizzante...
E' l'opera perfetta per quello su cui Carsen ha bisogno di riflettere... "come la Tosca in teatro".
"Come la Tosca in teatro"....

Tu giustamente ti chiedi: ma la politica, la chiesa, la censura borbonica...?
Sono aspetti che svaniscono nel principio regolatore di una regia che non vuole più raccontarci "quella" storia, ma un'altra... ugualmente impressionante.
Che ne è del "personaggio" (ossia di colui che è "vero" solo nella "finzione") quando si ribella al suo stato e vuole "vivere"?
Può Tosca (emblema della diva, emblema del teatro, emblema del fittizio operistico e grandioso) fuggire al suo destino? Fuggire al suo creatore (il suo autore...) ed essere viva nella vita reale?




sunny ha scritto:siamo in un teatro e non in chiesa, ma tutti i riferimenti del libretto al fatto che l’azione si stia svolgendo in una chiesa finiscono per apparire un po’ incongruenti, se non ridicoli (la presenza stessa della cappella…).


Ma in quest'ottica il teatro è la chiesa.
La chiesa dove si onorano strani idoli... quei personaggi fittizi, inesistenti (come Tosca) che pure adoriamo fino al punto di piangere per loro.
Noi andiamo a teatro a venerare personaggi che amiamo, ma che sono pura invenzione... come appunto Tosca, che - nella regia di Carsen - appare alla fine dell'atto sul palcoscenico come una Madonna...
Tu davvero ci trovi un'incongruenza?

Palazzo Farnese si trasforma nell’ufficio del direttore/sovrintendente, e cosi’ pure Scarpia non è piu’ il capo della polizia (a meno che la direzione del teatro non sia un’attività collaterale prevista dal suo ruolo), ma allora non si capisce con che autorità si possa permettere di far torturare e ammazzare chi piu’ gli pare e piace.


Ma è proprio così! Scarpia è il direttore di teatro.
Tosca, Cavaradossi, Spoletta sono i "suoi" personaggi, le "sue" creature.
Lui li fa, lui li distrugge.
Tosca però cerca la libertà: vuole essere "vera" e non solo un personaggio.
E Cavaradossi?
Lui (personaggio) ama Tosca (il personaggio) e sa che non c'è spazio per loro fuori, nella realtà...
Loro esistono nella finzione. Lui sa che morirà (o meglio sa che "non morirà"... "morirà per finta" come si conviene a teatro, nel loro mondo) ma sa anche che da teatro non uscirà.

Tosca non si getta da castel sant'angelo.
Tosca si getta nella "verità" (il buio del "pubblico", oltre il boccascena) e lì sì che morirà davvero.
Quella che per noi (pubblico) è la realtà - ossia la platea, il mondo reale - per Tosca è la non-realtà.
Scendi nel mondo, personaggio, e sparirai.

Io personalmente ho trovato l'allestimento meravigliosamente coerente e persuasivo...
Ma sono solo miei gusti.

Salutoni,
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Re: Tosca (Puccini)

Messaggioda sunny » mer 01 dic 2010, 0:15

grazie del "caloroso" benvenuto e della lunga risposta, ma... continuo a non essere convinto al 100% :D
anch'io vedendo lo spettacolo ho avuto l'impressione che tutto funzionasse alla perfezione e che l'ambientazione scelta permettesse di cogliere i rapporti tra i tre protagonisti sotto una luce nuova, più viva ed attuale, ma poi appunto ogni tanto emergevano quegli elementi che fra me e me mi facevano pensare: "qui c'è qualcosa che non quadra...", ok elementi che appartengono allo sfondo su cui si muovono i personaggi ma che sono pur sempre intrinsecamente parte della vicenda. ci sono registi che non si pongono il problema, ed intervengono in modo evidente sul testo: cambiando, tagliando, spostando; Carsen non lo fa, e, per come la penso io, questo va totalmente a suo merito, ma poi il rischio è che ci siano quei pasticcetti a cui mi riferivo... volendo fare un paragone con lo sci, è come se in una gara di slalom Carsen, per voler passare il più vicino ai paletti, ogni tanto inforcasse, a differenza di altri registi che se ne fregano e piuttosto saltano una porta :)
spero di non apparire troppo puntiglioso (in realtà lo sono, ma non mi ritengo ottuso...), però mi era sembrato di capire che anche per te il rispetto del testo fosse molto importante: per esempio l'integralità della parte musicale, che diventa quasi una sfida per il regista che deve riuscire a trovare le giuste soluzioni per dare senso al da capo di una cabaletta e quindi pensavo che anche certe indicazioni del libretto (non la sedia a destra e la lampada a sinistra) potessero ricadere in questa concezione, ma forse queste altre cose fanno parte della corteccia (ti cito :D ) e quello che conta ai fini della riuscita della "ricontestualizzazione" è come la nuova ambientazione riesce a far emergere i caratteri e le passioni dei personaggi?
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Re: Tosca (Puccini)

Messaggioda MatMarazzi » mer 01 dic 2010, 12:00

Caro Sunny,
una ricontestualizzazione porta sempre con sé piccoli o grandi problemi di aderenza rispetto alle "idee" e talvolta anche alle "parole" di un libretto (i quali, talvolta, di problemi ne hanno già loro... se dovessimo analizzare le incongruenze di Solera nei suoi libretti ci sarebbe da ridere).
La cosa più evidente avviene con le ricontestualizzazioni "realistiche" (ossia quando un regista racconta un'altra storia rispetto al libretto, sempre senza cambiare una parola). Carsen di solito non arriva a questo: le sue ricontestualizzazioni sono allegoriche, simboliche: le storie che racconta prescindono dalla realtà e più che altro cercano di descrivere problemi generali e universali attraverso i simboli visivi e l'emozione musicale.
Se invece di Carsen prendi registi come Guth, Sellars e Cerniakov (le cui ricontestualizzazioni al contrario sono "realistiche", ossia descrivono una vera vicenda, completamente diversa da quella narrata nel libretto) allora quelle incongruenze di cui parlavi diventeranno per forza di cose più evidenti ancora.

Ad esempio, ricordo che la prima volta che ho fatto vedere ad alcuni soci del mio club il meraviglioso Don Giovanni di Guth (che spostava la vicenda ai giorni nostri in una folle nottata presso una pineta da turismo balneare tra festini, sesso rubato e droga, dove il giovane, ricco, annoiato protagonista viveva le ultime ore della sua vita... ferito a morte dal commendatore), uno mi disse: "sì, bello... ma non riesco a crederci, perchè i personaggi - questi giovinastri - si esprimo in un italiano aulico e antico!" :)
Vedi Sunny... posso rispondere a te quello che risposi a lui.
"Non credi che dei giovinastri possano esprimersi in Italiano aulico settecentesco, ma in compenso non ti dà alcun fastidio che gli antichi Egizi di Aida si esprimano nell'italiano aulico ottocentesco? Non credi che Don Giovanni possa essere un figlio di papà ricco e drogato, ma non ti dà alcun fastidio che ...muoia cantando?"
E' chiaro che qualunque forma d'arte debba sopportare alcune "convenzioni" a cui dobbiamo credere a priori.
Nel teatro dobbiamo accettare a priori (come disse un antico teorico di drammaturgia) che un prigioniero in scena, lamentando la propria reclusione, non se ne esca semplicemente passando per la platea, attraversando le file del pubblico per riguadagnare la libertà! :)
Nell'opera dobbiamo accettare una serie di convenzioni ancora più assurde ed improbabili: e lo facciamo senza alcun problema perché in realtà le "assurdità" non sono più tali - nell'arte - quando costituiscono un'intesa preliminare sottoscritta fra autori e fruitori: una convenzione appunto.

Bene: in quanto fruitori di moderna regia d'opera dobbiamo convenzionalmente tollerare (sempre che lo vogliamo, s'intende... come per ogni forma d'arte siamo liberi di fruirne o meno) qualche piccolo stridore fra le singole parole e il disegno generale registico.
In tutto il terzo atto di quello straordinario capolavoro registico che fu la Rusalka di Carsen, bisognava proprio evitare di leggere i sottotili: le parole distraevano! :) (d'altronde, rispetto all'orrida banalità del testo, le immagini di Carsen possedevano una poesia mille volte superiore).

Tutto questo in generale.
Nel particolare di Carsen, lo stridore poi è molto meno duro da digerire perché, come ho detto (e come era il caso di questa Tosca) egli racconta storie simboliche, anti-naturalistiche, dove hanno facilmente senso anche le apparenti incongruenze.
Essendo, quello descritto, il mondo della finzione teatrale, qualunque riferimento storico e politico ha senso: perchè va inteso come parte delle "storie" che vengono raccontate nelle rappresentazioni che in quel mondo prendono vita.
"Un tal baccano in chiesa" dice Scarpia? Certo... perché a teatro si sta allestendo una rappresentazione sacra (con protagonista la Diva)!
"Mario Cavaradossi, qual testimone il giudice v'aspetta"? Certo... perchè il primattore si sta preparando per recitare la parte di un torturato.
Ogni singola parola di questa Tosca va dunque letta nella logica di una finzione teatrale... Il problema sono quelle parole (che Carsen sfrutta in modo diabolico) in cui arte e vita si mescolano veramente. E' da quelle parole che Carsen trae spunto per il corto circuito che intende realizzare.

Tornando al generale, Sunny, se hai accettato a fatica di non ritrovare in questa Tosca il senso letterale di alcune parole, come hai potuto accettare che i personaggi della Kata Kabanowa si muovessero, per tutta l'opera, su legni galleggianti sul Volga? :)

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Re: Tosca (Puccini)

Messaggioda sunny » mer 01 dic 2010, 13:16

MatMarazzi ha scritto:Tornando al generale, Sunny, se hai accettato a fatica di non ritrovare in questa Tosca il senso letterale di alcune parole, come hai potuto accettare che i personaggi della Kata Kabanowa si muovessero, per tutta l'opera, su legni galleggianti sul Volga? :)

ah, ma infatti avevo premesso che le altre opere che avevo visto con la regia di Carsen le conoscevo ben poco, Kata Kabanova po! tra la lingua e la trama (leggiucchiata in fretta e furia poco prima dello spettacolo) l'unica percezione che avevo della vicenda era quella che mi arrivava tramite le immagini ed i suoni: posso infatti dire che la regia mi è piaciuta perché l'ho trovata suggestiva, ma non perché sia stata efficace nel raccontarmi quello che stava succedendo sul palcoscenico (per "colpa" mia, perché mi mancavano gli strumenti, la preparazione per capire). le mie perplessità sono potute emergere esclusivamente con un'opera in italiano, di cui riuscivo quindi a capire (quasi) tutto quello che veniva cantato, di cui conoscevo bene la vicenda; è chiaro che la percezione della "correttezza" di quello che viene rappresentato varia molto a seconda della preparazione dello spettatore (non ne faccio una questione di valore: spettatore preparato = cosa buona, spettatore impreparato = cosa cattiva): se uno sa che di una cabaletta ci dovrebbe essere anche la ripresa, ci puo' rimanere male se questa viene tagliata, ma se non lo sa, la cosa non lo tocca, e cosi' pure la comprensione del testo che viene cantato puo' essere decisiva: se non capisco un'acca di quello che i cantanti dicono, saro' piu' propenso a farmi guidare da quello che vedo e sento, e infatti in Italia certe regie non "tradizionali" hanno si' successo, ma per lo piu' in opere non di repertorio, che i soloni dei loggioni magari non hanno mai visto e che quindi non possono essere valutate/giudicate con gli strumenti applicabili ad una Traviata, una Tosca, ecc. per quanto riguarda poi le convenzioni connaturate al concetto di opera lirica, ci sono, è vero, ma si tratta di convenzioni assimilate e che abbiamo fatto nostre (si muore cantando, cantano 2, 3 o piu' persone contemporaneamente, c'è il coro dove tutti cantano all'unisono), per non parlare delle stranezze o incongruenze dei libretti, ma che sono ormai anche queste un qualcosa che abbiamo fatto nostro e su cui non si ragiona piu' (come cacchio fa Rigoletto a non accorgersi che è bendato e che gli stanno per rapire la figlia?!?).
mi sa che ho divagato :lol:
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Re: Tosca (Puccini)

Messaggioda MatMarazzi » mer 01 dic 2010, 17:07

sunny ha scritto:mi sa che ho divagato :lol:


Altro che divagare, Sunny!
Stai dicendo cose giustissime e sensatissime.

Infatti, prescindendo dal tuo caso (a me sembri molto più competente e consapevole di come ti rappresenti :) ), hai perfettamente ragione nel giustificare l'imbarazzo del pubblico italiano di fronte alle più recenti convenzioni - e conquiste - registiche.
Anche altrove lo scrivevo (suscitando le ire di non ricordo più chi)!
La rovina del nostro pubblico non dipende dal fatto che siamo meno moderni e intelligenti di quanto non siano all'estero, ma che siamo stati condannati a un ventennio di isolamento operistico, che ci ha tagliato fuori dalla maturazione del genere proprio in un momento di grande splendore e sviluppo.
Così mentre altrove i linguaggi evolvevano e le convenzioni mutavano, noi restavamo arroccati a linguaggi e convenzioni congelati fin dagli anni '60.

Adesso che queste novità - tramite i dvd, internet e le coproduzioni - ci arrivano dall'estero dove sono già tradizioni consolidate da decenni, noi (intendo noi italiani) siamo ancora al punto di doverci interrogare sulla loro liceità o meno...
E' un po' come se le convenzioni "operistiche" di cui parli e che noi diamo per accettate da sempre (si muore cantando ecc... ecc...) le portassimo in un paese dove non è mai esistito il teatro musicale... Si perderebbero dietro al "perché" di cose che noi diamo per acquisite....

Tutto ciò è molto triste, perchè, a causa di questo isolamento, non ci è stato concesso di partecipare all'evoluzione del genere che amiamo.
Potevamo combatterne o sostenerne le novità mentre sorgevano, potevamo schierarci, potevamo gioirne o ribellarci, insomma viverle...
Invece ci tocca adesso accettarle già belle e fatte, ...stabili e inaccessibili (come tutte le convenzioni consolidate).
Normale che il nostro pubblico sia disorientato...

Fra l'altro questo ci impedirà anche di partecipare ai successivi sviluppi: mentre nel resto del mondo il linguaggio carseniano non solo è storia, ma sta già diventando "passato", noi siamo ancora in difficoltà a decifrarlo.

E purtroppo la nostra situazione è aggravata dal fatto che i nostri teatri sono gestiti da incompetenti e improvvisati.
Se guardo la situazione dei teatri emiliani, regione in cui vivo, mi viene da piangere.
Il Teatro Comunale di Ferrara (anzi la nuova Fondazione di diritto privato che ne ha preso il posto, sostenuta esclusivamente da soldi pubblici - strano no? -e affidata a politichetti imbranati e molto più incompetenti del più incompetente loggionista) ha appena sfornato una stagione che urla vendetta.
Un'ignominia per la quale ci sarebbe da invocare almeno la chiusura del teatro. Anzi una querela a tutto il Comune.
Con gente del genere la crisi del nostro pubblico è destinata ad aggravarsi.

E sai qual'è la cosa peggiore di tutto questo?
Non solo il fatto che siamo stati tagliati fuori dalle attuali convenzioni del genere (registiche, filologiche, tecniche, ecc...), ma soprattutto che alle attuali convenzioni operistiche proprio noi italiani avremmo potuto dare un contributo importantissimo.
Ad esempio ancora oggi in Germania e in America sbagliano regolarmente i cast delle opere italiane del primo ottocento. Se noi italiani non fossimo stati tagliati fuori da tutto per vent'anni, oggi non troveremmo l'immensa Westbroek schiantarsi in Leonora di Vargas, l'immensa Stemme in Aida o l'immensa Netrebko in Puritani.
Abbiamo perso l'occasione di contribuire alla crescita dell'Opera con ciò che anche noi avevamo da insegnare...

E di questo la colpa non è del pubblico, ma della gestione politica (e vorrei aggiungere di una certa politica...) nei nostri teatri.

Ora sono io che divago... :) ma oggi va così!
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Tosca actually

Messaggioda pbagnoli » dom 06 feb 2011, 20:17

MILANO 2011


Credo che ne parleremo abbondantemente, nei prossimi giorni.
In attesa, questo è uno degli Scarpia più in vista del momento. Non è decisamente un fine dicitore:


Ho cercato qualcosa dello Scarpia di Zeljko Lucic, ma non ho trovato nulla.
Questo invece è Bryb Terfel che, purtroppo, non canterà mai con Kaufmann:
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Tosca actually

Messaggioda Enrico » sab 12 feb 2011, 20:01

Dalle informazioni reperibili nel sito della Scala mi pare di capire che questa Tosca non verrà trasmessa né dalla radio né dalla televisione.
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Re: Tosca actually

Messaggioda Enrico » dom 13 feb 2011, 3:19

In questo momento, nel sito della Scala, per la Tosca con Kaufmann (si spera) del 17 alle ore 20,00 risulta libero un solo posto di platea, al prezzo di 224 euro :( .

"Troppo, signori, troppo!"
(almeno per me)
Ultima modifica di Enrico il lun 14 feb 2011, 18:21, modificato 1 volta in totale.
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Re: Tosca actually

Messaggioda pbagnoli » dom 13 feb 2011, 10:34

Mah, non mi interessa.
Sarà un massacro, ovviamente: ci sono già i fischiatori professionisti appostati.
Ce l'hanno con tutti.
La Dyka, ovviamente, in primis: l'hanno già massacrata come Nedda, figuriamoci come Tosca.
L'altro obbiettivo sarà Kaufmann, sicuramente: non ce l'hanno fatta a massacrarlo in Carmen, ci riproveranno.
Lucic, boh!

A parte gli scherzi, non è una Tosca per la quale farei la fila. Kaufmann l'ho già sentito come Cavaradossi e in ben latro contesto; vale il biglietto, sempre, ma la Scala di questi tempi è mortificante per chiunque. Sarebbe stato interessante vederlo insieme a Terfel, ma Terfel sarà con Marco Berti, che non vale Licitra, ed è tutto dire.
Sulla Dyka non mi accodo ai berci altrui: nella diretta televisiva di Pagliacci non mi è sembrata pessima, quella sera ho visto e sentito di ben peggio, ma non mi basta, sulla carta, per quest'opera. Attendo ovviamente di essere smentito
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Tosca actually

Messaggioda Enrico » dom 13 feb 2011, 15:39

pbagnoli ha scritto:Sarà un massacro, ovviamente: ci sono già i fischiatori professionisti appostati.

1) Kaufmann potrebbe cantare benissimo, come ha sempre fatto, e ignorarli.
2) Kaufmann potrebbe punirli facendosi sostituire da Licitra o da Berti, e continuare a cantare meravigliosamente nei veri grandi teatri del mondo

Kaufmann... vale il biglietto, sempre, ma la Scala di questi tempi è mortificante per chiunque.

Non mettevo in dubbio il valore di Kaufmann, il "troppo" si riferiva al prezzo in sé: il costo dei biglietti in molti teatri che conosco è stato triplicato in meno di dieci anni: il mio stipendio invece è aumentato molto più lentamente, e il prossimo "scatto" ci sarà forse nel 2017. Significa qualcosa forse anche il fatto che al Regio di Torino, poco prima dell'ultima recita in abbonamento del Parsifal col cast principale, risultavano liberi circa 170 posti al costo di 80 euro circa. Se non ricordo male intorno al 2000 i biglietti a prezzo pieno costavano circa 60.000 lire, quelli per i posti meno buoni circa 30.000: e, poiché ancora non lavoravo, mi sembravano già prezzi abbastanza alti.

La Tosca di Bondy con Kaufmann e la Mattila (come la Carmen della Scala) è stata trasmessa in televisione in Italia solo su Sky Classica, cioè sempre a pagamento per i pochi abbonati; e allora bella o brutta che sia è comunque per il grande pubblico uno spettacolo nuovo: mi aspettavo dalla Rai un piccolo sforzo in più per questa nuova rara apparizione in Italia del grande tenore. La Tosca con Licitra e Leo Nucci ce l'hanno fatta vedere un milione di volte, e questa con Kaufmann invece nemmeno alla radio!
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Re: Tosca actually

Messaggioda Enrico » dom 13 feb 2011, 16:07

Ora c'è un posto libero anche per il 15, sempre in platea.

Del direttore Omer Meir Wellber si sa qualcosa? c'è pochissimo anche su youtube, sembra molto giovane. Non è un debuttante, ha diretto una Tosca a Berlino e poi, a settembre, la farà anche a Palermo.





E qui c'è un pezzo della Tosca, fino a "Vissi d'arte", della Dyka a Verona:
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Re: Tosca actually

Messaggioda Enrico » lun 14 feb 2011, 18:23

I posti liberi aumentano... circa 15 per la prima... che succede???
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Re: Tosca actually

Messaggioda beckmesser » lun 14 feb 2011, 21:37

Enrico ha scritto:I posti liberi aumentano... circa 15 per la prima... che succede???


Succede che nel sito della Scala è apparsa la notizia che sia la Dyka che Kauffmann sono malati e non canteranno alla prima. Il bello è che è malato pure Berti, per cui hanno riesumato Antonenko :shock: , che immagino manco saprà cosa deve fare in palcoscenico... Voci di corridoio parlano di malattia "diplomatica". Vedremo se alle recite successive ci saranno guarigioni miracolose...

Beck
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Re: Tosca actually

Messaggioda Enrico » lun 14 feb 2011, 22:21

Enrico ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Sarà un massacro, ovviamente: ci sono già i fischiatori professionisti appostati.

1) Kaufmann potrebbe cantare benissimo, come ha sempre fatto, e ignorarli.
2) Kaufmann potrebbe punirli facendosi sostituire da Licitra o da Berti, e continuare a cantare meravigliosamente nei veri grandi teatri del mondo


Antonenko... ora sì che i fischiatori saranno contenti!
E i poveretti che avevano pagato 224 euro per Kaufmann?

Intanto la notizia del cambio di cast è apparsa stasera, ma i posti avevano cominciato a liberarsi già prima: e se io fossi stato così temerario da prenotare per il 15 avrei gettato i miei soldi (sì, la Radvanosky sarà anche brava e interessante, credo più della Dyka, ma senza Kaufmann...), oppure per il 22, sarei rimasto nell'incertezza e avrei rischiato di sentirmi annunciare all'ultimo momento altri cambiamenti nel cast.
Forse Kaufmann (contagiato dalla Dyka) è veramente malato (ma le prove le hanno fatte? antigenerali, generali, con quale cast? o buttano i cantanti sul palco allo sbaraglio senza prove?), o forse ha tutte le migliori ragioni per non degnarsi di cantare alla Scala sapendo che ci sono già i fucili ingiustamente puntati contro di lui. Ma allora "Se la Scala chiude, che male c'è?".
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Re: Tosca actually

Messaggioda Riccardo » lun 14 feb 2011, 22:51

Enrico ha scritto:Del direttore Omer Meir Wellber si sa qualcosa?

Sì, è un giovane talento. Sentito poco tempo fa in un'Aida strepitosa. Potrebbe fare una bella Tosca.
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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