Die tote Stadt (Korngold)

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Die tote Stadt (Korngold)

Messaggioda Alberich » ven 16 gen 2009, 16:59

Londra 2008

Il latitante Alberich preannuncia che dovrebbe andare a vedere Die tote Stadt alla Royal Opera House, in occasione di una mini-reunion familiare a Londra.
La produzione è questa: http://www.roh.org.uk/whatson/production.aspx?pid=7064
So che la stanno facendo anche alla Fenice (con un'originalissima scelta registica: Pizzi..........). L'opera e l'autore non li conosco affatto (cercherò su OS). Son contento di sentire Finley, di cui avete parlato in termini entusiastici poco tempo fa, di risentire la Michael, su cui girano voci discordanti e di sentire Metzmacher. I tenori mi risultano entrambi ignoti (io comunque dovrei sentire Kerl), ho solo letto i loro nomi in varie produzioni.
Di Willy Decker che mi dite?
E, in generale, l'opera vale l'ascolto?
Vi terrò informati!
Un saluto
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda Maugham » ven 16 gen 2009, 17:40

Alberich ha scritto:E, in generale, l'opera vale l'ascolto?
Un saluto


Vale eccome!
Anche se io sono di parte perchè ho un debole per K.
Soprattutto il finale I. E' un Korngold cimiteriale, sinistro e struggente.
Un po' la faccia scura di Strauss. Inquietante.
Prima di vedere l'opera noleggiati on line il video con la Denoke. (Arthaus) Lei è un terremoto.
Tu che sei in UK dovresti poterlo fare.
Su OS dovrebbe esserci un video con Kollo. insomma....
Del Lied di Marietta non vale la pena parlarne perchè è come O mio babbino caro e penso che lo conoscerai.
Korngold è straordinario anche per le sue colonne sonore.
Capitan Blood, Lo sparviero dei mari, Avorio Nero....
E' un po' il babbo di tutti. Senza di lui Williams non esisterebbe. Ma neanche Elfman.
Ti invidio....
Relaziona in dettaglio e non fare come al solito lo "spagogno" che scrive messaggi ogni morte di Papa. :evil:
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda dottorcajus » lun 26 gen 2009, 2:35

Appena rientrato.
Korngold ripaga appieno il viaggio. Opera bellissima ed al tempo stesso ricca di momenti musicali che fanno viaggiare la mente verso altri compositori. Il suggestivo mescolarsi di melodia e musica in un percorso solo in apparenza accidentato ci trasmette un preciso progetto drammaturgico e rende con esattezza tutti i momenti del racconto.
Per prima cosa segnalo che ho visto la prima parte dal mio originale posto in galleria con ottima visuale mentre sono sceso in platea per la seconda parte. Questo mi ha permesso di avere due visuali della scena decisamente diverse con una netta preferenza, cosa alquanto insolita, per la visuale dall'alto. Questa infatti permetteva di vedere con chiarezza la parte posteriore della scena che dalla platea risultava spesso parzialmente nascosta e di assistere al gioco particolare che si creava fra l'immagine reale e la medesima riflessa in un grande specchio.
Sia Imbal che Pizzi prediligono il bello ed in questo agiscono in piena sintonia. Le belle sonorità orchestrali accompagnano bene le belle scene. Il problema è che Pizzi dedica alla "Città Morta" al suo aspetto desolante solo poche immagini e limitate alla prima parte dove nell'acqua, che occupa buona parte della scena, sembrano apparire rifiuti galleggianti. Ma presto la stessa acqua diventa il luogo della festa e della rappresentazione dei momenti più vivi dello spettacolo. Qui si muove la compagnia degli amici, qui si fa il balletto, qui Marie canta. Ma qui anche il fantasma di Marie appare visto da Paul attraverso una finestra che si alza apparendo dal niente. Questo, accanto al severo ma sobrio aspetto della stanza dove Paul raccoglie gli oggetti attraverso i quali coltivare il suo amore per la moglie, non riesce a rendere il drammatico dualismo fra vita e morte, passato e futuro nè la desolazione descritta dall'autore.
L'operazione sembra sia trasportata sui due protagonisti che con bei movimenti scenici ci fanno vivere il carattere dei personaggi. Meno abile il soprano anche penalizzata da una silhouette non impeccabile, meglio il tenore e questo nonostante il fisico massiccio che non gli ha impedito di cantare buona parte dell'opera posizionato scomodamente. Non saprei dire se la scelta di farlo cantare in ginocchio, sempre con il soprano presente, volesse indicare la sua debolezza e la sopraffazione dei suoi sentimenti soffocati dalla attrazione verso Marie.
Vocalmente la parte del tenore è decisamente impegnativa necessitando di una notevole abilità declamatoria accompagnata dall'esecuzione di effetti espressivi tipici del belcantismo da far sentire sopra un orchestrazione impegnativa e non favorite dalla tradizionale scrittura belcantistica. A Vinke si può sicuramente perdonare l'affaticamento mostrato verso la fine visto l'impegno vocale e fisico a cui si era sottoposto. La voce sembra in alcuni momenti di perdere la timbratura ed i suoni escono poveri di armonici mentre in altri questi difetti scomparivano. Grazie ad una buona recitazione ed ad alcuni azzeccati movimenti scenici è riuscito a rendere bene gli abissi psicologici di Paul ed alla fine mi ha soddisfatto.
La Kringelborn non ha un timbro particolarmente suadente ed anche per lei ci sono stati momenti più o meno riusciti. Non ha una fisicità particolarmente attraente ma è in ogni caso riuscita a disegnare piuttosto bene il personaggio.
Alla fine resta un opera intrigante, una esecuzione musicale bella, una regia parzialmente riuscita ed un cast omogeneo dove anche le altre parti sono state ben eseguite.
Rimane la curiosità di poterla riascoltare con due protagonisti altrettanto versatili ma con una voce decisamente bella (per il tenore, immaginandolo abile anche sul versante declamatorio, avrei voluto un Roswaenge). Credo che gli effetti sarebbero veramente stupefacenti.
Roberto
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda MatMarazzi » mar 27 gen 2009, 19:19

CArissimo Roberto,
intanto grazie per questo dettagliatissimo resoconto, che mi ha fatto molto piacere in quanto non sono potuto andare a vedere la produzione.
Devo dire che i limiti da te evidenziati nella produzione di Pizzi, sono gli stessi che avevo ravvisato in Willy Decker, nell'unica produzione della Città Morta che abbia visto a teatro, Salisburgo 2004.

dottorcajus ha scritto:Questo, accanto al severo ma sobrio aspetto della stanza dove Paul raccoglie gli oggetti attraverso i quali coltivare il suo amore per la moglie, non riesce a rendere il drammatico dualismo fra vita e morte, passato e futuro nè la desolazione descritta dall'autore.


Non avrei potuto dire meglio il mio disagio di fronte al pur bellissimo, divertentissimo (e amatissimo, dai Soci Wanderer) spettacolo di Decker.
Si corre dietro alla bellezza narrativa del testo, si esasperano gli effetti, si gioca di colpi di scena e non si lavora abbastanza su quanto di inespresso e doloroso l'opera contiene.
...il dualismo fra vita e morte (come dici tu), fra passato e futuro, giustamente, ma anche - aggiungerei io - fra esterno e interno: fra il reale - che passiamo la vita ad abbellire e organizzare, o per lo meno ci proviamo - e le profondità dell'io, che invece lasciamo come sono, con nodi irrisolti, fragilità, inquietudini...
Nutrito di freudismo, è a questa sottile sofferenza dell'anima che Korngold a mio parere puntava e sarebbe tanto bello se un regista riuscisse finalmente a lavorarci sopra.
Pizzi non era "a priori" il regista ideale.

Ancora grazie.
Mat
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda dottorcajus » mer 28 gen 2009, 0:56

Caro Matteo
non ho sposato integralmente le tesi che qui vengono spesso espresse e resto un appassionato "soggettivista" ma ora cerco di mettere in pratica quanto appreso da voi.
Ciao Roberto
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda Alberich » dom 08 feb 2009, 22:46

Vista...appena sarò dell'umore vi scrivo qualche riga.
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda Alberich » lun 09 feb 2009, 0:47

Vabbè, ecco le due righe.
Opera godibilissima, entusiata mia madre (e una sua amica) che è venuta a vederla con tanti timori. Francamente non mi sembra un capolavoro assoluto (d'altra parte è stata scritta da un mezzo debuttante, se non erro), ma è veramente pregevole.
La regia è anch'essa godibilissima, ma concordo col dire che non scava molto e mi pare che Decker non sia andato a dare una mano al povero Torsten Kerl, attore piuttosto goffo e, ma mia madre non è d'accordo, non per precisa scelta registica.
La Michael ha iniziato male (sembrava afona), ma si è ripresa in fretta e si è coperta di gloria: come cantante, malgrado una voce a mio avviso non particolarmente bella nè personale, come attrice. Grande prestazione.
Finley si è coperto di gloria ancor di più, anche perchè la parte non è centralissima almeno quantitativamente (e mi pare non curata molto dal regista). Voce "strana", con un'emissione che mi pare uno strano mosaico, duttile, non potente ma penetrante, piena di colori. In scena sguazza come un pesce.
Comprimari bravi.
Kerl...oltre ad essere goffo, ha una voce bruttarella ed è arrivato più volte al limite ultimo (ho stretto le chiappe più volte temendo la stecca). Ma è uno di quei cantanti che anche in un ruolo così si lancia. Ammirevole, non s'è risparmiato un secondo ed si è meritato gli applausi. Ha dei fiati che fanno impressione.
Metzmacher mi è parso sottotono, ma l'opera l'avevo ascoltata solo distrattamente quindi non mi esprimo.
La tipica serata all'opera da cui si esce contenti!
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda Maugham » ven 13 feb 2009, 17:33

Alberich ha scritto:Vabbè, ecco le due righe.
Opera godibilissima, entusiata mia madre (e una sua amica) che è venuta a vederla con tanti timori. Francamente non mi sembra un capolavoro assoluto (d'altra parte è stata scritta da un mezzo debuttante, se non erro), ma è veramente pregevole.


Be' insomma, un debuttante che aveva sconvolto mezza Vienna e a cui Mahler aveva rivolto parole di elogio sperticate....
Sono contento che ti sia piaciuta.
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Re: Die tote Stadt

Messaggioda MatMarazzi » dom 03 ott 2010, 15:00

Alberich ha scritto:Finley si è coperto di gloria ancor di più, anche perchè la parte non è centralissima almeno quantitativamente (e mi pare non curata molto dal regista). Voce "strana", con un'emissione che mi pare uno strano mosaico, duttile, non potente ma penetrante, piena di colori. In scena sguazza come un pesce.
!


Sono passati anni da quando il nostro Martin pescatore/Alberich, ci ha parlato di questa città Morta vista a Londra.
Finalmente su Youtube hanno messo il Tanzlied di Pierrot cantato da Finley...
Sì, ok... è una pagina troppo acuta, ma è una delle cose più belle che abbia mai sentito. Non c'è nessuno al suo livello (men che meno il mio caro Skovhus, da me visto nella stessa regia a Salisburgo).
Sentitelo perché fa piangere (in senso buono! :) )

Salutoni,
Mat

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