La critica musicale

problemi estetici, storici, tecnici sull'opera

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Messaggioda gianluigi » ven 08 giu 2007, 16:07

capisco perfettamente l'arrabbiatura di "bergonzi". aggiungo però che il volume sarebbe dovuto uscire con un prezzo ridotto rispetto a questo, ma il saggiatore alla fine ha optato per questo prezzo, che in fin dei conti sarebbe il medesimo della scorsa edizione. stimo molto giudici come critico,è chiaro che non si possa essere concordi su tutto. ma il punto non è questo. ciò che che è maggiormaente biasimabile è la scelta del repertorio di quet'aggiormamento. non si può dar maggior spazio ad autori minori del panorama contemporaneo e trascurare tutte le edizioni live uscite negli ultimi otto anni. l'autore mi ripeteva poco tempo fa: il volume è più adatto alla casalinga di voghera che ai collezionisti. diciamo che dietro questa scusa si nasconde un pò tutto il palinsesto di questo libro.è una scelta personale dell'autore,condivisibile o no. considerata la mole eccazionale di edizioni live-importantissime,alcune addirittura fondamentali che mancano all'appello-l'autore avrebbe benissimo potuto scrivere un intero volume su questo. per chiudere, sono d'accordo quasi in toto con "bergonzi" pur ammirando molto giudici. è stata un grande occasione mancata.
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Messaggioda pbagnoli » sab 16 giu 2007, 19:37

Mi è arrivato tramite l'ottimo servizio di http://www.bol.it(sito cui mi rivolgo spesso e con notevole soddisfazione personale per comprare libri tutte le volte che non posso andare personalmente ad annusare il profumo di una libreria; se non lo conoscete ve lo consiglio caldamente).
Ho già letto qualcosa, ammirando come sempre la notevole comunicativa dell'Autore i cui personalissimi giudizi riescono ad arrivare molto bene al lettore.
Curioso ( o no?... ) che nelle valutazioni delle due recenti edizioni discografiche di Norma, quella con la Gruberova e quella con la Cedolins, pur restando analoghi i giudizi espressi sul cast fra lui e noi ( inteso come "il nostro sito" ), siamo totalmente agli antipodi nella valutazione delle protagoniste.
Lui predilige la Cedolins che, al solo ascolto discografico, a me sembra un autentico disastro.
Io cedo la palma a Edita, Norma per me rivoluzionaria.
Curioso, no?...
Comunque, un libro discutibile ma indispensabile
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Messaggioda VGobbi » lun 18 giu 2007, 10:15

pbagnoli ha scritto:Comunque, un libro discutibile ma indispensabile

E' discutibile come sia stato proposto il libro, aggiungendo un centinaio di pagine (o quel che l'e'), a prezzo esorbitante. Credo che non ne valga la pena, specie chi e' in possesso delle prime due edizioni.
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Messaggioda pbagnoli » lun 18 giu 2007, 11:47

VGobbi ha scritto: E' discutibile come sia stato proposto il libro, aggiungendo un centinaio di pagine (o quel che l'e'), a prezzo esorbitante

Il prezzo è lo stesso dell'edizione precedente (8 anni fa erano 120000 lire, oggi 65 euro: nemmeno il tasso di inflazione). Le pagine aggiunte sono oltre cinquecento, non un centinaio: mi sembra un aggiornamento piuttosto corposo.
Va bene lagnarsi, ma bisogna essere precisi, no?
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Messaggioda Alberich » lun 18 giu 2007, 13:12

Se si fa l'aggiornamento, bisogna pure fare la nuova edizione completa. Credo che nel caso di libri di così bassa tiratura sia assolutamente impossibile. Il prezzo, in ogni caso, è elevato ma non è stratosferico; purtroppo si sa: i libri costano tanto se non sono dei best-seller.
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Messaggioda scat » gio 21 giu 2007, 10:12

A me l'approccio di Giudici piace assai (condivido nel profondo tutte le considerazioni generali che fa recensendo La Boheme con la regia di Baz Luhrmann), mi spiace che non siano inseriti i commenti ai dvd, ma come lui spiega nell'introduzione in questi ultimi anni ci sono state perecchie uscite e ne parlerà in un volume a parte (un modus operandi un pò alla George Lucas, mi pare). Spero comunque che esca presto! Ciao
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La critica musicale

Messaggioda Tucidide » gio 21 ago 2008, 14:54

Il librone di Elvio Giudici è stato uno dei primi strumenti critici da me usati per muovermi nel mondo dell'opera, ovviamente quella registrata.
A ben guardare, non è certo un'opera completa. Io che sono un fanatico della Thais di Massenet, sono molto deluso dal fatto che una discografia già non particolarmente numerosa sia ridotta, sul librone di Giudici, a sole quattro incisioni, ignorando non solo i live di Trieste e Catania (in italiano e non sempre rintracciabili in commercio) ma anche le incisioni con la Boué e la Doria, la seconda oltretutto documentante una delle migliori interpreti del ruolo eponimo.
Nel complesso, poi, ho trovato Giudici piuttosto inacidito con gli anni. Le prime recensioni paiono quasi sempre equilibrate e rispettose anche degli artisti non amati (non è sempre vero, però, che E.G. motivi le sue idiosincrasie in modo convincente), mentre quelle poche che ho lette dell'appendice dell'ultima edizione sono talvolta antipatiche e inutilmente acide. Di contro, il processo di santificazione di Bergonzi (e in misura inferiore della Freni) sta portando a recensioni in cui la percentuale d'incenso è quasi attoscante.
Ciò non di meno, il librone di Giudici resta un testo importantissimo.
Ritengo però preferibile la struttura di Celletti, che fornisce indicazioni più precise sulle edizioni (numeri di catalogo), è più completo per quel che riguarda le discografie (non dimentica mai alcuna edizione, o almeno così mi pare) e talvolta fornisce persino riassunti di recensioni di altri critici. Il difetto imperdonabile è quello di non fornire giudizi su tutte le edizioni, a volte dichiarando candidamente "non la conosco", di fatto dimostrando disinteresse totale per determinati interpreti e compositori.

Per quel che riguarda la proposta di Bigandalu, la trovo molto interessante, ma come sempre quando si parla di critica mi sorge un dubbio amletico, che già ho palesato mesi fa su questo forum: entro quali confini e con quali parametri si può fare critica? I casi di Celletti, di Giudici e di qualsiasi altro critico dimostrano che una critica è pur sempre un giudizio personale, che se può muoversi con pretese di oggettività per quel che riguarda dati tecnici e musicali, resta irrimediabilmente soggettiva per la valutazione dell'effetto che la prova artistica suscita. E io che un tempo leggevo le critiche di Celletti, di Giudici, di Landini e di tanti altri per avere consigli, ora le leggo solo per il piacere di leggere, e, perché no?, per la soddisfazione di trovarmi d'accordo con il recensore (salvo poi mandarlo cordialmente affan... quando mi trovo in disaccordo).
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Re: IL TEATRO D'OPERA IN DISCO e la critica

Messaggioda pbagnoli » gio 21 ago 2008, 16:12

Caro Sergio, ti ringrazio della proposta.
Tu sei qui da poco tempo, quindi non sai che il motivo per cui Matteo ed io abbiamo deciso di aprire questo sito era di "aggiornare" la materia con i nostri umili pareri e superare, nel contempo, quei particolarismi provinciali che hanno portato a privilegiare determinati aspetti e cantanti a scapito di altri.
Adoro quello che scrive Celletti e anche, ovviamente, quello che dice Giudici: nel mio studio non manca mai l'ultima edizione del suo librone (con questa, è la terza che compro, a dimostrazione di una fedeltà vera e non posticcia). Il che, ovviamente, non mi impedisce di essere critico (perdonami il bisticcio) nei loro confronti, specie allorquando pretendono di ricondurre tutto ad un modello vocale - quello italiano - che non può essere il coperchio per tutte le pentole.
Cellettiani o giudiciani - in fondo - lo siamo un po' tutti in fondo al cuore; quindi, io non ce l'ho col cellettiano in quanto tale, perché ce l'avrei anche con me stesso.
Io ce l'ho con chi fonda un modello che DEVE andare bene per tutto; e se poi qualcosa non c s'incastra, anziché cercare di capire il perché o il percome, cavoli suoi.
Queste persone non solo non godono di niente di quello che vedono ed ascoltano - e sarebbe il meno, ca**i loro - ma giudicano, insultano chi non la pensa come loro, tranciano sentenze e non ammettono che si possa, anzi si deva, andare in altre direzioni.
L'unica soluzione, l'ascolto dei cantanti del passato; compresi, ovviamente, quelli che sino a dieci anni fa sbeffeggiavano, ma che ormai sono diventate auto d'epoca per cui vanno meglio del presente.

Sergio, non ho nessuna ambizione di fare il magister elegantiarum: ho fondato questo sito con l'idea di rivedere la storia dell'interpretazione del melodramma partendo dal democraticissimo ascolto dei dischio, non come valori fini a se stessi (come fanno i personaggi di cui sopra), ma come traccia per la comprensione del percorso che porta da quell'epoca ad ora.
Cosa ne dici?
E grazie della tua presenza così importante per questo gruppo :D
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Re: IL TEATRO D'OPERA IN DISCO e la critica

Messaggioda pbagnoli » ven 22 ago 2008, 14:49

bigandalu ha scritto:Ma l'obiettivo è; un librone a più mani (a più voci) coordinato da voi/da te ? Interessa?
Sergio

Certo che interessa, scherzi?!...
Il problema è: che ruolo può avere in un ambito così di nicchia?
Non potrebbe funzionare meglio uno spazio Internet adeguatamente diffuso?
Specie in un momento come questo in cui la carta stampata sembrerebbe vivere un periodo di crisi (e te lo dice un divoratore di carta stampata)?
Pietro
PS Anch'io studio canto a livello molto, molto amatoriale (sarebbe più esatto dire dopolavoristico). E proprio come baritono!
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Re: La critica musicale

Messaggioda Tucidide » dom 29 mar 2009, 1:12

Oggi mi trovavo a Bologna per La gazza ladra al Comunale (allestimento di Michieletto che avevo visto a Pesaro due anni fa) e in una bancarella di libri scontati ho trovato "Le grandi voci", il dizionario sui cantanti lirici documentati dal disco curato da Celletti nel 1964.
Nel viaggio di ritorno in treno l'ho sfogliato ed ho trovato alcune cose curiose.
Intanto, ho trovato divertenti certi dati biografici: di molti cantanti nati negli anni 20-30, che quindi, all'epoca, erano pienamente in carriera, non si fornisce sempre la data di nascita precisa, ma ci si trincera dietro prudenti "circa". Bergonzi viene indicato come nato nel 1931 :shock: (evidentemente all'epoca amava togliersi sette anni :lol: ).
Proprio i cantanti in carriera presenti dimostrano che i compilatori ebbero buon intuito: sono tutti cantanti effettivamente rimasti nella storia, mentre artisti meno "storici" (pur con tutta l'indetermintezza di questa definizione) non vi figurano (ad esempio Prandelli o Fernandi).
Una cosa è notevole, però: Celletti vi compare molto meno "cellettiano" di quanto sarà nei libri successivi, soprattutto "Il teatro d'opera in disco". Oltre a stroncare molto di meno cantanti come Del Monaco, Di Stefano, Gobbi, espirme opinioni talvolta in netta discrepanza con quanto affermato successivamente.
Il caso della De los Angeles è emblematico, al riguardo: la voce sul soprano spagnolo, curata e firmata proprio da Celletti, dice fra l'altro: «Giustamente considerata come una delle maggiori cantanti del nostro tempo, la L.(os Angeles) deve il suo successo oltre che alle qualità vocali - tra cui spiccano la limpidezza e la dolcezza del timbro - a una preparazione tecnica eccezionale. L'emissione facile, spontanea, impeccabile, conferisce ai suoni una leggerezza, una smaltatura e un'uguaglianza che si riflettono anche sull'espressione.» Chiude poi citando la Butterfly come suo capolavoro.
Vi ricordate invece come lo stesso R.C. liquidò la De los Angeles ne "Il teatro d'opera in disco"? «Una mezza cartuccia».

Che è successo? Vi è stato un periodo in cui Celletti non era Celletti? Un periodo in cui a Celletti non importava granché del VCS? :lol:

Buona domenica
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Re: La critica musicale

Messaggioda Milady » ven 10 apr 2009, 1:06

Cari amici,
vivo felicemente assediata da caotiche montagne di libri di ogni tipo ( nonché da molti CD e qualche DVD)
Se non vado errata, del "Teatro d'opera in disco" di Celletti, ci sono state due edizioni.
La prima sparì presto di circolazione.La lessi in gran parte a sbafo , non troppo comodamente arroccata su un traballante panchetto, nella libreria dove acquistavo ,di tasca mia ,i miei , non molti libri studio ,- no money- nonché il molto più pingue mucchio di quelli per l'istituto in cui lavoravo - e poi mi fu regalata.
La seconda , riveduta e corretta,me la sono comprata.
Nel caos delle mie biblioteche ,- e dopo un trasloco c eseguito con molta sciatteria - non riesco più a trovare la "princeps" celletiana , per così dire.Ma da qualche parte c'è, ne sono sicura.
Ricordo che rimasi basita dinanzi alle personalissime stroncature al vetriolo della prima edizione - ghigliottinati ad es.enza pietà e con un linguaggio durissimo, scusatemi, anzi talvolta inutilmente violento-gli esponenti della scuola del muggito ed affiliati veri o presunti -
Ebbene tali stroncature col pedale sull'acceleratore,furono poi diluite, ma non troppo, nella seconda .
La prima mi sembrò troppo acida e troppo ingenerosa verso cantanti amati e applauditi da intere generazioni di ascoltatori , quanto smaccatamente e intenzionalmente generosa solo verso gli idoli cellettiani.
1) MI SBAGLIO?
Non sono mai riuscita a trovare "Le grandi voci".
Quanto a Giudici ho acquistato
a suo tempo anche l'ultima "astuta" edizione, scritta in maniera accattivante .
2) Senza entrare nel merito di certe scelte o di taluni contenuti-molti di voi hanno già detto tutto alla perfezione- se posso esprimere un mio opinabile parere,]mi ha sempre scocciato ,alla lunga i,l ritorno implacabile di formule fisse e imutabili su certi cantanti: confrontate , ad es. tutte le entusiastiche recensioni della Freni; tutte le osservazioni sulla tecnica d questa storica cantante ritornano sempre uguali. E non è il solo caso...
Via, un po' di sinonimi, almeno...
Chiedo il vostro spassionato parere stilistico....
e vi invio CON LARGO ANTICIPO I MIEI PIù AFFETTUOSI AUGURI DI UNA PASQUA SERENA.
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Re: La critica musicale

Messaggioda pbagnoli » ven 10 apr 2009, 9:19

Elvio Giudici adora la Freni in ogni sua manifestazione, questo è noto; arriva persino a raccontarci la sua sensualità nell'incisione di Manon Lescaut con Levine, il che mi ha sempre indotto a franche e grasse risatazze... :D :D :D
Giudici è così, prendere o lasciare. Glielo perdòno volentieri, perché altrove il suo librone è una miniera di notizie indispensabili ad ogni melomane che si rispetti.
Ricambio di cuore gli auguri
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Re: La critica musicale

Messaggioda MatMarazzi » gio 16 apr 2009, 11:52

Milady ha scritto:Cari amici,
vivo felicemente assediata da caotiche montagne di libri di ogni tipo ( nonché da molti CD e qualche DVD)
Se non vado errata, del "Teatro d'opera in disco" di Celletti, ci sono state due edizioni.
La prima sparì presto di circolazione.La lessi in gran parte a sbafo , non troppo comodamente arroccata su un traballante panchetto, nella libreria dove acquistavo ,di tasca mia ,i miei , non molti libri studio ,- no money- nonché il molto più pingue mucchio di quelli per l'istituto in cui lavoravo - e poi mi fu regalata.
La seconda , riveduta e corretta,me la sono comprata.
Nel caos delle mie biblioteche ,- e dopo un trasloco c eseguito con molta sciatteria - non riesco più a trovare la "princeps" celletiana , per così dire.Ma da qualche parte c'è, ne sono sicura.
Ricordo che rimasi basita dinanzi alle personalissime stroncature al vetriolo della prima edizione - ghigliottinati ad es.enza pietà e con un linguaggio durissimo, scusatemi, anzi talvolta inutilmente violento-gli esponenti della scuola del muggito ed affiliati veri o presunti -
Ebbene tali stroncature col pedale sull'acceleratore,furono poi diluite, ma non troppo, nella seconda .
La prima mi sembrò troppo acida e troppo ingenerosa verso cantanti amati e applauditi da intere generazioni di ascoltatori , quanto smaccatamente e intenzionalmente generosa solo verso gli idoli cellettiani.
1) MI SBAGLIO?
Non sono mai riuscita a trovare "Le grandi voci".
Quanto a Giudici ho acquistato
a suo tempo anche l'ultima "astuta" edizione, scritta in maniera accattivante .
2) Senza entrare nel merito di certe scelte o di taluni contenuti-molti di voi hanno già detto tutto alla perfezione- se posso esprimere un mio opinabile parere,]mi ha sempre scocciato ,alla lunga i,l ritorno implacabile di formule fisse e imutabili su certi cantanti: confrontate , ad es. tutte le entusiastiche recensioni della Freni; tutte le osservazioni sulla tecnica d questa storica cantante ritornano sempre uguali. E non è il solo caso...
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Carissima,
io non sopporto Giudici, mi spiace.
Da ragazzo restavo irretito dalle sue recensioni su Musica perché, per la prima volta in Italia, si parlava di "regia" e si metteva il repertorio tedesco sullo stesso piano di quello italiano.
Poi mi sono stancato: oggi lo trovo illeggibile.

Per quanto riguarda Celletti, le sue stroncature esagerate, antistoriche, oggi (ma anche ieri) risibili, nascevano non da prospettive limitate o scarsa intelligenza: tutt'altro. Secondo me Celletti è stato un vero maestro, il caposaldo della critica italiana.
Tuttavia la sua critica nasceva da un pregiudizio (che lui diceva "tecnico" mentre in realtà era solo di "gusto"); pregiudizio che è stato salutare nel ridefinire i criteri esecutivi di un intero repertorio, ma dannosissimo perché ha condotto alla totale incapacità dei critici successivi e di parte del pubblico di esprimere un giudizio serio su ogni altro tipo di canto.

Tra i due, posso dire che nella teoria sono più vicino a Giudici, nella pratica non scambierei una riga sensata e condivisibile di Giudici con mille assurdità di Celletti.
In pratica applico ai critici lo stesso criterio che applico ai cantanti.
Non li giudico in base a quanto "la pensano come me", ma sulla efficacia, sull'originalità, della solidità delle loro argomentazioni, anche laddove ci sia completo disaccordo.
Torniamo sempre al "quid" che distingue un grande da un onesto professionista.
Il "quid" che mi fa preferire le cose "sbagliate" della Michael a quelle "giuste" della Magee.

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Re: La critica musicale

Messaggioda Tucidide » mar 21 apr 2009, 15:15

MatMarazzi ha scritto:
Milady ha scritto:Quanto a Giudici ho acquistato
a suo tempo anche l'ultima "astuta" edizione, scritta in maniera accattivante .
2) Senza entrare nel merito di certe scelte o di taluni contenuti-molti di voi hanno già detto tutto alla perfezione- se posso esprimere un mio opinabile parere,]mi ha sempre scocciato ,alla lunga i,l ritorno implacabile di formule fisse e imutabili su certi cantanti: confrontate , ad es. tutte le entusiastiche recensioni della Freni; tutte le osservazioni sulla tecnica d questa storica cantante ritornano sempre uguali. E non è il solo caso...
Via, un po' di sinonimi, almeno...
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Carissima,
io non sopporto Giudici, mi spiace.
Da ragazzo restavo irretito dalle sue recensioni su Musica perché, per la prima volta in Italia, si parlava di "regia" e si metteva il repertorio tedesco sullo stesso piano di quello italiano.
Poi mi sono stancato: oggi lo trovo illeggibile.

Per me è pur sempre un critico importante, e vivaddio, uno che si è staccato dal pensiero unico, riconoscendo importanza e valore a prassi esecutive, tecniche e vocali a tanti artisti bistrattati dalla critica veterotestamentaria, che li trattava come dei "diversi".
Il limite di Giudici è sostanzialmente il partito preso. Chi gli piace, canta bene, e allora giù a dire che respira, emette, proietta la voce come dio comanda, che squilla e che immaschera alla perfezione. :shock: Ora, non per far nomi, ma la Freni e la Bartoli, stando alle descrizioni di E.G. sono quasi uguali. :shock: :shock: Entrambe sostengono a meraviglia la colonna di fiato, proiettano come dio comanda, gestiscono strumentalmente il legato. Ma dai!!!
Invece, in chi non gli piace ecco che matematicamente ed inesorabilmente cerca tutti i più microscopici difetti vocali, e se non trova problemi sotto quest'aspetto, attinge al suo repertorio di critiche: "matronale", "placido", "sofisticato"...
Insomma, alla fine lo trovo ripetitivo.
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Re: La critica musicale

Messaggioda scat » mer 22 apr 2009, 12:32

Io apprezzo Giudici anche per la gagliardìa della sua scrittura (per raggiungere la casalinga di Voghera a quanto pare, e non è un male), ben lungi dalla prosa marmorea di certi accademici, e lo apprezzo tantissimo per l'apertura a regie che rischiano (ma con alla base forti "concezioni" e non sterilmente infedeli: l'amore di Giudici per Sellars, e Kusej, e Konwitschny, e La Boheme di Luhrmann). Certo è un pò ripetitivo. Però leggendolo ho cominciato a utilizzare l'aggettivo "vibratile"... Qualcuno sa quando esce l'edizione comprensiva della sfornata recente di dvd? Saluti.
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